Temporale a Milano

di
genere
saffico

Milano, di giugno.
Fa già caldo, il temporale previsto ci coglie, anzitempo e furioso, mentre camminiamo senza meta, guardando intorno senza vedere, attente solo al nostro camminare affiancato, alle nostre mani che si sfiorano nel movimento, a quelle mani che vorrebbero stringersi, a quelle dita che vorrebbero intrecciarsi…
Il violento scroscio di acqua ci trova impreparate, vestite d’estate e senza alcun riparo…non un negozio, un caffè, il portone aperto di un signorile palazzo…
Un taxi che passa veloce vede il gesto di Amaia e si si ferma.
L’indirizzo di casa.. ci appoggiamo allo schienale e le mani finalmente si cercano sul sedile, le dita si abbracciano… gli occhi negli occhi non vediamo le strade che sfilano veloci nel traffico di questa mattina…
Colgo nello specchietto retrovisore lo sguardo attento del taxista… non ne capisco il motivo fino a quando non abbasso lo sguardo sulla mia maglia bagnata, diventata quasi un velo trasparente sotto il quale, evidente, si mostra il contorno del reggiseno, il segno del capezzolo che spinge il tessuto…
Forse arrossisco e levo le braccia a proteggermi da quegli occhi invadenti… Mi giro verso Amaia, verso il suo sguardo malizioso, verso il sorriso accennato…
I suoi lunghi capelli bruni sono gonfi di pioggia, i suoi morbidi occhi da gatta indolente sembrano più luminosi di sempre, le labbra un porto dove la mia bocca possa trovare un sicuro rifugio dalla tempesta della vita…
La sua camicia di lino è incollata alla canotta nera di seta che rivela, indiscreta, il generoso seno, le areole e i capezzoli che già si sono destati alla frescura dell’acqua….
Non posso nascondere il desiderio di lei…le stringo più forte la mano, sillabo con le labbra parole d’amore…
Eccoci a casa, saluto frettolosa un condomino che ci guarda curioso, salgo in ascensore e bacio quelle labbra che chiedono solo di essere baciate…
La casa è silenziosa, i figli a scuola, il marito in ufficio, la colf nel suo giorno libero….siamo sole…
“Ti faccio un tè?” le chiedo porgendole l’accappatoio e aprendole la porta del bagno…
“Si, grazie! Faccio una doccia veloce e sono da te”
Vado in cucina, accendo il bollitore, preparo due tazze e aspetto…appoggiata al bancone di marmo, la schiena alla porta… indosso ancora la maglietta bagnata.. dopo, dopo ci sarà tempo per cambiarsi…
Non sento i suoi passi silenziosi, ma improvviso il profumo mi avvolge, i suoi capelli umidi si appoggiano alla mia guancia e un brivido, atteso e sperato, mi attraversa…
Le sue labbra sul collo, la lingua, umida e tiepida, scivola lenta verso l’orecchio, ne delinea il contorno, poi lo penetra dolce… Chiudo gli occhi e non so più dove sono, c’è lei, inizio e fine delle mie sensazioni, porto nascosto del mio desiderio segreto… Sogno impossibile e reale…
Le mani di Amaia mi sollevano la maglia bagnata, salgono decise verso i miei seni, li prendono, li spogliano dell’inutile reggiseno, le dita afferrano quasi con forza i capezzoli già pronti… La sua bocca sulla mia nuca, i suoi denti mi mordono e mi donano altri brividi…
Non riesco a reprimere il grido che esce dalla mia gola mentre lei mi sfila la maglia e il reggiseno….
Mi giro verso lei, le mie mammelle offerte al suo sguardo, alle mani, alle dita che le percorrono, alla bocca che scende a divorarle impaziente… Il desiderio di lei diventa padrone di me…
Le mani slacciano la cintura del candido accappatoio, lo apro e lei appare in tutto il suo femminile splendore, morbida alla vista e al tatto… i seni generosi, ampi, pesanti… i bruni capezzoli dalle larghe areole eccitate… il ventre tenero e dolce.. il morbido vello bruno, curato con geometrica precisione, che guida il mio sguardo ancor prima delle mie mani verso la fonte del suo e del mio piacere…
Faccio cadere sul pavimento l’accappatoio che già sa di lei, la prendo tra le braccia e le nostre bocche si amano, le lingue giocano il gioco che sanno, che hanno imparato a giocare…
Poi scendo con la bocca e la lingua lungo l’amato percorso… riconosco il morbido collo, la dolce curva del seno… prendo fra le labbra un capezzolo, lo lecco, lo stringo tra i denti, lo tiro mentre lei sospira felice e già eccitata…
Le unghie scendono leggere sulla sua schiena mentre la lingua affonda nel suo ombelico… afferro i glutei rotondi, li stringo li allargo…. Sento che si contraggono mentre sfioro il suo vello scuro e scendo lungo la pelle liscia e umida all’interno delle cosce fino ad inginocchiarmi ai suoi piedi e guardare dal basso la splendida signora del mio cuore e dei miei desideri…
Mi chino a baciare i suoi bianchi piedi, a baciare una per una le dita gentili, a prenderle tra le labbra, a succhiarle con dedizione assoluta…a passare la lingua tra ognuna di esse per poi ritornare a succhiarle fino a quando sento il respiro di Amaia arrestarsi e un sospiro rauco lasciare la sua gola…
Risalgo con la bocca lungo le cosce, delicata la lingua accarezza la pelle bollente e va ad abbeverarsi agli umori che bagnano la fonte di tutti i miei desideri…. Fino a quando di nuovo la bocca e le dita colgono il nuovo precipitare di Amaia nell’abisso cui solo la lussuria può condurre…
La sua voce ora mi chiama a se sussurrando, mi prende per mano e mi conduce nel letto che già ha visto i nostri corpi illuminati dalla luce della luna….mi aiuta a togliere gli stropicciati pantaloni e le bagnate mutandine e si lascia cadere su di me, nuda pelle contro nuda pelle, nudi seni contro nudi seni, i suoi capezzoli eretti bruciano come piccoli vulcani infuocati…
La bocca della mia amata percorre dolce e violenta i percorsi a lei noti, scende a portarmi il delirio dei sensi, scende a raccontarmi con lingua sapiente la strada che porta all’abisso… e l’abisso del piacere si apre nella sua bocca mentre i muscoli della schiena e dell’addome si contraggono nel piacere raggiunto prima di rilassarsi languidi alle carezze…
Il mattino che si chiude ci trova abbracciate, la mia testa tra i capelli che sanno di lei, il suo respiro accarezza caldo la pelle tra i seni, le dita intrecciate si promettono silenzioso ed eterno amore…..

scritto il
2023-02-20
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