Due famiglie innamorate e perverse 2 💘Con mio figlio.
di
Andrea2022
genere
incesti
Come fossimo una coppietta di sposini in luna di miele, dopo che mio figlio mi aveva goduto ancora nella fica dopo quella lunga notte d'amore, tenendolo dentro di me con le gambe ben strette per non perdere il contatto col suo pene e mantenere dentro il suo seme caldo e abbondante, mi ero adagiata sul suo corpo ed avevo cominciato, a leccargli, come fossi una gattina, il viso, il collo, i capelli e la bocca.
Lui con gli occhi chiusi e l'espressione beata si lasciava fare stringendomi a se con le braccia dietro la mia schiena.
Il mio seno schiacciato sul suo corpo coi capezzoli gonfi e turgidi pareva volerlo penetrare per ricomporre ancora quell'intima unione che la natura aveva sciolto tanti anni prima.
Che meraviglia! Che sensazione di leggerezza e di possesso al tempo stesso.
Poi avevo cominciato a leccargli le labbra appena appena socchiuse e quando erano ben umettate, sollecitate dalla mia lingua puntuta a guisa di dardo, le aveva dischiuse permettendomi di prendere possesso della sua bocca con la mia invadente e turbinosa lingua.
La sua risposta era stata repentina ed in una frazione di secondo, aveva cominciato a frullare, danzare, risucchiare, ingoiare e respingere la mia con una perizia ed una voluttuosità che non poteva aver imparato da solo.
Quello era il mio modo di baciare.
Era il bacio col quale facevo impazzire i miei amanti superati solo dai baci che ci scambiavamo io e Jenny ma quella era un'altra cosa.
Improvvisamente, mi sono resa conto di essere stata in modo inconsapevole, la maestra di mio figlio.
Maestra in tutti i sensi!
Gli avevo insegnato a baciare, a leccare, chiavare e fare l'amore senza tabù e con la massima attenzione a godere senza mai dimenticare il piacere del partner del momento.
Sicuramente mi aveva vista alle prese coi miei amanti di ogni stazza ed ogni colore compreso le orge e gli accoppiamenti promiscui in presenza di donne, di trans o mariti cornuti.
Devo confessare che stavo vivendo istanti di pura libidine in cui il corpo veniva scosso da sensazioni forti mentre la mente volava sciogliendosi in pensieri languidi, puri e peccaminosi.
Dio che bello.. che meraviglia!
Mentre eravamo uniti così, in quell'abbraccio in cui i nostri corpi parevano davvero fusi nella penetrazione delle lingue e del suo sesso ancora conficcato dentro di me, si era aperta la porta della camera ed era apparso mio marito con un vassoio sul quale fumavano due tazzine di caffe accanto ad un colorato ed invitante assortimento di pasticcini.
Al sobbalzo di sorpresa di mio figlio, mio marito aveva risposto:
-Siete bellissimi!
Rimarrei così a guardarvi per tutto il tempo ma non voglio interrompere questo vostro momento d'amore e vi lascio soli.-
A quelle parole, avevo repentinamente cambiato postura e rimanendo seduta sul bacino di mio figlio col suo pene ancora dentro di me, mi ero sollevata e porgendo le braccia verso mio marito gli avevo detto:
-Non andare via Giorgio, resta qui con noi a condividere la nostra gioia.
In fondo è merito tuo e della tua insistenza se adesso siamo qui.-
A quel punto mio marito si era avvicinato al letto e lasciandosi abbracciare, mi aveva regalato un delicato bacio sulle labbra.
Contemporaneamente, anche mio figlio si era sollevato mettendosi a sedere accanto a me.
Mentre io mio figlio sorseggiavamo il nostro caffè, mio marito si era seduto sul bordo del letto e nel silenzio dei nostri sguardi, si era creata una magia fatta d'amore e complicità.
-Papà, è vero che sei stato operato?-
-E' vero gli avevo risposto io aggiungendo poi: "Lo vuoi vedere?-
-Si!-
Mi aveva risposto mio figlio.
-Si!-
Aveva chiosato mio marito alzandosi in piedi ed indietreggiando di un metro mentre si calava il pantalone del pigiama.
segue
Lui con gli occhi chiusi e l'espressione beata si lasciava fare stringendomi a se con le braccia dietro la mia schiena.
Il mio seno schiacciato sul suo corpo coi capezzoli gonfi e turgidi pareva volerlo penetrare per ricomporre ancora quell'intima unione che la natura aveva sciolto tanti anni prima.
Che meraviglia! Che sensazione di leggerezza e di possesso al tempo stesso.
Poi avevo cominciato a leccargli le labbra appena appena socchiuse e quando erano ben umettate, sollecitate dalla mia lingua puntuta a guisa di dardo, le aveva dischiuse permettendomi di prendere possesso della sua bocca con la mia invadente e turbinosa lingua.
La sua risposta era stata repentina ed in una frazione di secondo, aveva cominciato a frullare, danzare, risucchiare, ingoiare e respingere la mia con una perizia ed una voluttuosità che non poteva aver imparato da solo.
Quello era il mio modo di baciare.
Era il bacio col quale facevo impazzire i miei amanti superati solo dai baci che ci scambiavamo io e Jenny ma quella era un'altra cosa.
Improvvisamente, mi sono resa conto di essere stata in modo inconsapevole, la maestra di mio figlio.
Maestra in tutti i sensi!
Gli avevo insegnato a baciare, a leccare, chiavare e fare l'amore senza tabù e con la massima attenzione a godere senza mai dimenticare il piacere del partner del momento.
Sicuramente mi aveva vista alle prese coi miei amanti di ogni stazza ed ogni colore compreso le orge e gli accoppiamenti promiscui in presenza di donne, di trans o mariti cornuti.
Devo confessare che stavo vivendo istanti di pura libidine in cui il corpo veniva scosso da sensazioni forti mentre la mente volava sciogliendosi in pensieri languidi, puri e peccaminosi.
Dio che bello.. che meraviglia!
Mentre eravamo uniti così, in quell'abbraccio in cui i nostri corpi parevano davvero fusi nella penetrazione delle lingue e del suo sesso ancora conficcato dentro di me, si era aperta la porta della camera ed era apparso mio marito con un vassoio sul quale fumavano due tazzine di caffe accanto ad un colorato ed invitante assortimento di pasticcini.
Al sobbalzo di sorpresa di mio figlio, mio marito aveva risposto:
-Siete bellissimi!
Rimarrei così a guardarvi per tutto il tempo ma non voglio interrompere questo vostro momento d'amore e vi lascio soli.-
A quelle parole, avevo repentinamente cambiato postura e rimanendo seduta sul bacino di mio figlio col suo pene ancora dentro di me, mi ero sollevata e porgendo le braccia verso mio marito gli avevo detto:
-Non andare via Giorgio, resta qui con noi a condividere la nostra gioia.
In fondo è merito tuo e della tua insistenza se adesso siamo qui.-
A quel punto mio marito si era avvicinato al letto e lasciandosi abbracciare, mi aveva regalato un delicato bacio sulle labbra.
Contemporaneamente, anche mio figlio si era sollevato mettendosi a sedere accanto a me.
Mentre io mio figlio sorseggiavamo il nostro caffè, mio marito si era seduto sul bordo del letto e nel silenzio dei nostri sguardi, si era creata una magia fatta d'amore e complicità.
-Papà, è vero che sei stato operato?-
-E' vero gli avevo risposto io aggiungendo poi: "Lo vuoi vedere?-
-Si!-
Mi aveva risposto mio figlio.
-Si!-
Aveva chiosato mio marito alzandosi in piedi ed indietreggiando di un metro mentre si calava il pantalone del pigiama.
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