Il mio vizietto - 14 (continua)

di
genere
fisting

Arrivammo in albergo, e dopo una breve sosta al bar salimmo in camera.

Ci cambiammo di vestiti e andammo in un ristorante dove si poteva gustare cucina italiana.

La ragazzina non tradiva le origini, ordinò subito pasta, e nonostante il fatto di non poter interloquire in modo normale, passammo una simpatica serata.

Dopo cena ci riavviammo a piedi all’albergo.

Una volta in camera, ci mettemmo in libertà.

Si vedeva che non aveva problemi a spogliarsi, si infilò nel letto nuda, a differenza di me che mi metto sempre una camicetta da notte leggera in pizzo.

Le chiesi se volesse guardare la televisione, mi rispose di no.

Si girò a guardarmi come se fosse la prima volta che mi vedeva, ad un tratto mi si avvicinò e mi baciò le labbra.

Rimasi sorpresa, sinceramente non me lo aspettavo, certe situazioni che vengono a crearsi sul set le trovo normali, visto il lavoro che facciamo, ma fuori dalla consuetudine del mondo del cinema hard era la prima volta che mi succedeva da tanti anni a questa parte, di avere un approccio da parte di una persona del mio stesso sesso.

Nonostante la sorpresa risposi al bacio, e vedendosi tranquillizzata dal mio atteggiamento iniziò a baciarmi appassionatamente.

È proprio una zoccola la ragazzina, pensai, aperta a qualsiasi situazione, tanto più che era Lei che comandava il gioco.

Nonostante un pomeriggio intero a prendere cazzi in tutti i buchi a disposizione, aveva ancora voglia di sesso.

Passò dai baci a leccarmi la passera, fino a farmi raggiungere l’orgasmo.

A quel punto ricambiai il piacere offertomi.

Ebbe un orgasmo, e nonostante quello mi prese la mano e mi fece capire che voleva che gliela infilassi dentro.

Pensai a questo punto che dire zoccola sarebbe stato poco, era proprio una ninfomane nata.

La accontentai e le feci raggiungere l’orgasmo che terminò con una leggera fuoriuscita di liquido dalla sua passerina.

A quel punto mi abbracciò in modo quasi a cercare coccole, mi venne un po’ di tristezza.

Fosse stata una qualsiasi altra non avrei dato peso, ma lei era della famiglia. Pensare che fosse in quel mondo che di dorato ha ben poco, mi lasciò un po’ di amaro in bocca.

Infatti, arrivarci come ho fatto io, con qualche anno in più, sai che è una tua scelta, a quell’età mi sembra strano.

Queste sono situazioni che se le rapporti con la realtà dei paesi dell’Est, ti accorgi che sono a centinaia i casi simili.

Ci addormentammo così abbracciate, manco fossimo state amanti.

Al mattino suonò la suoneria del telefono, che mi avvisava che dovevo prepararmi per il mio viaggio di rientro.

Dopo la colazione presi i bagagli e la salutai, dopo esserci scambiate i numeri di telefono.

Lei si sarebbe trattenuta ancora a Parigi.

Mi accompagnò fino al taxi, che mi avrebbe portata all’aeroporto, mi baciò come uso dei francesi e partii.

Arrivata in Italia, all’aeroporto mi aspettava mio marito.

Finalmente mi abbracciò, e ci avviammo alla macchina.

Mi chiese come era andata, ma non feci cenno della cuginetta. Meno ne sapeva e meno rischi di casini a livello familiare cercavo di evitare, almeno per il momento, poi forse ne avremmo parlato. Anche perché loro sono là e noi qua, e una troia in più in famiglia non cambia molto.

Nell’ormai routine di viaggi per sesso, tutto era diventato normale, come lavorare per una qualsiasi azienda. Ti chiamano, ti danno gli appuntamenti, e poi non rimane che ballare.

Erano passati diversi, anzi già qualche anno dall’inizio della mia professione come attrice porno.

Era fine novembre, quando il mio ‘agente’ mi contattò per girare un video in studio con titolo orgia di Natale.

Partii per Parigi, dove avremmo girato la prima settimana di dicembre.

Parigi era già ornata a festa, con le sue mille luci i Champs Elisées brulicavano di gente in cerca di regali.

Mi ritrovai all’indirizzo dove veniva prodotto il video con altre quattro donne, tutte sulla cinquantina o giù di lì.
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2023-07-11
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