L'ambulante

di
genere
gay

I giorni passavano, Marco mi mancava , ma dopo la serata al circolo avevo preso la decisione che volevo godere ancora delle occasioni che mi si sarebbero presentate , fino a che non fosse tornato dal militare. Intanto sempre piu’ consapevole della mia natura mi lasciai andare , inconsapevolmente a comportamenti non proprio abituali per un uomo . Mi lasciai allungare ancora di piu’ i capelli, ed ogni tanto indossavo pantaloni di una taglia in meno che modellavano il mio culo sporgente e magliette aderenti che facevano risaltare il mio seno formoso, per conformazione naturale, e facendo delle movenze che di sicuro qualcuno piu’ attento avrebbe notato. Ed infatti il giorno del mercato il venditore di abbigliamento intimo , mentre cercavo nell’intimo anche femminile, mi si affianco e facendomi l’occhiolino mi invito a provare i capi che avevo scelto nel furgone. Io dissi che quei perizoma erano per una mia amica ma lui guardandomi mi sorrise ammiccando e ripetendo l’invito a provarli. Preso coraggio mi feci accompagnare nel retro del furgone lontano da occhi indiscreti e quando salii la mano del venditore mi aiuto’ a salire spingendo e palpandomi il culo. Io mi girai per dirgli qualcosa ma lui fu piu’ svelto e mi disse, lo so che ti piace , provali che vengo a vedere come ti stanno.
Io salii e mi spogliai completamente per farmi trovare disponibile e indossai il primo perizoma che mi calzava proprio a pennello e non potei fare a meno di rimirare il mio bel culo riflesso nello specchio. Cazzo che culo che hai, mi disse il venditore mentre veniva verso di me. Fatti vedere meglio, e girandomi fece un altro segno di apprezzamento ed inizio a palparmi il culo. Aveva delle manone gorsse come del resto il suo fisico, mi faceva un po’ impressione perche’ essendo senegalese aveva la carnagione molto scura ed emanava un forte odore selvatico che mi incuriosiva. Ma piu’ che altro mi incuriosiva quello che aveva fra le gambe con quello che si diceva degli uomini di colore. Mi lasciai andare lascivamente alle sue palpate mentre con l’altra mano saggio’ la consistenza del mio seno facendomi sospirare.
Avevo ragione che ti piace, disse, sei una puttanella bianca vogliosa ed io ti levero’ le voglie , vieni inginocchiati e assaggia il mio scettro.
Io caddi in ginocchio davanti a lui che si sollevo la tunica e caccio’ fuori un cazzone sormontato da una cappella spropositata che passava abbondantemente i venti centimetri. Una cosa cosi non l’avrei mai immaginata e con la lingua saggiai la goccia che si era formata cercando poi di farlo entrare in bocca.
Mi dovetti fermare a leccarlo per tutta la sua lunghezza non tralasciando le sue palle da toro he promettevamo fiumi di sbroda. Succhiai un po una parte della cappella e rabbrividii al pensiero di quando mi avrebbe scopato.
Ma quello non era il posto ed il momento e rimettendo il suo cazzone nei pantaloni mi lascio a bocca asciutta , vogliosa come una cagna in calore .
Mi disse, devo tornare al banco ma oggi pomeriggio quando smonto vieni a trovarmi che ti voglio scopare con calma e tieniti pure i perizoma te li regalo.
Ero in uno alto stato di eccitazione e quando arrivai a casa per calmare i miei bollori mi feci una doccia e con il tubo provvedei a farmi una bella pulizia interna godendo a penetrarmi ma non fino a venire. Mi asciugai mi profumai ed indossai il perizoma sculettando per casa , tanto ero solo, in attesa dell’incontro del pomeriggio.
Le ore sembravano non passare mai e finalmente arrivarono le 15,00 e furtivamente andai all’appuntamento, il banco era smontato ma il venditore mi aspettava nel furgone e quando mi vide mi fece un sorrisone con i suoi denti bianchissimi e mi invito a salire . Mi guardai intorno e salii. Lui accese e mi disse , andiamo in un posto tranquillo ne conosci? Ci pensai un attimo e lo indirizzai verso una strada sterrata che terminava in una radura dove avrebbe potuto parcheggiare agevolmente. Arrivati mi fece passare nel retro del furgone e mi fece accomodare sopra le balle dei vestiti che avrebbero fatto da materasso. Ero tuta un fremito e mi spogliai subito , restando in perizoma. Accidenti , mi disse, ne hai proprio voglia non credevo che il mio cazzone di avrebbe fatto questa effetto. Anche lui si spoglio’ ed in preda all’eccitazione mi inginocchiai ed iniziai a leccare il suo cappellone, che emanava quell’odore misto piscio e selvatico che mi dava alla testa. Succhiavo, leccavo come un affamata e lui emetteva sospiri di soddisfazione, mi fece sdaiare davanti lui , mentre non volevo lasciare la sua cappellona, ed inizio saggiare la consistenza del mio culo. Provo’ ad infilare un dito ma dovette bagnarlo da come era grosso, prima di infilarlo nel mio culo.
Spinsi il culo in fuori e mi sembro’ di ricevere un cazzo invece che un dito. Iniziai a sbrodolare e sospirando venni abbondantemente. Bene , mi disse, ora che sei rilassata sara’ piu’ facile scoparti. In un batter d’occhio mi mise a pecorina e la sua lingua grossa e rasposa mi leccava e penetrava in profondita’ facendomi provare brividi di piacere . Dopo un po di questo trattamento lo implorai di scoparmi e lui raccomandandosi di rilassarmi mi appunto la sua enorme cappella spingendo piano piano mentre anche io spingevo per facilitare la penetrazione. La cappella penetro’ e mi sentii aprire come non mai emettendo un gemito di piacere misto a dolore.
Lui si fermo’ e mi disse di non avere paura e piano piano mi penetro’ fino in fondo fermandosi per farmi riprendere perche’ ero rimasta senza fiato.. Ero piena come non lo ero mai stata e gocciolavo e ancora . Lui riprese a svangarmi il culo ritraendosi quasi fino a farlo uscire per poi riaffondarlo completamente dentro ed io succube di questo trattamento venni ancora, urlando tutto il mio piacere. Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto piccola troia bianca , appena ti ho vista stamani ho capito che il tuo culo avrebbe apprezzato molto la mia nerchia, senti come ti riempio zoccolona. Era veramente un toro e mi stava frugando in tutti gli anfratti del mio culo aprendolo sempre di piu’ e facendomi godere come una maiala. Sarei restata ad ore a farmi scopare ma non ne potevo piu’ di quella posizione quando lui aumento le spinte e sentii per quanto possibile il suo cazzone ingrossarsi ancora ed emettere un getto di sbroda che mi riempii come un fiume in piena mentre lui mi diceva che ero veramente una troia affamata di cazzo perche’ non sempre era riuscito a far entrare il suo cazzone nei culi che aveva scopato. Si accascio’ su di me mentre venivo ancora , i nostri sudori si mescolarono ed il suo cazzone non voleva saperne di uscire dal mio culo martoriato ed ancora potevo saggiarne la consistenza. Era tanto che non trovavo un culo come il tuo , mi disse , e ricomincio’ a spingere mentre il suo cazzone rimaneva bello duro.
Ma che fai, gli dissi, non ce la faccio a farmi scopare ancora in questa posizione. Lui non si fece problemi e tenendolo dentro si sdraio di schiena ed io sopra di lui facendomelo sentire ancora piu’ in profondita’. Non potevo crederci ero infilzata ad un cazzone che mi riempiva tutta e che intendeva scoparmi ancora mentre io ero gia’ arrivata abbondantemente. Ma essendo troia dentro mi lasciai scopare e cominciai anche a cavalcarlo dimenando il culo , lo sentivo andare sempre piu’ in profondita’. Il mio culo stava iniziando a bruciarmi e lui mi scopava come se non ci fosse un domani. Il mio cazzo si era ridotto ai minimi termini e goccialava imperterrito. Mi giro’, togliendolo solo per un attimo, mi fece sdraiare di schiena e lo rimise dentro di schianto facendomi guaire di piacere iniziando a scoparmi come una donna. I colpi che mi dava mi facevano trasalire , dolore , godimento , si sostituivano di spinta in spinta ed io uggiolavo come una verginella quando il suo cazzone arrivava in fondo al mio culo mentre provavo a stringere le mie gambe intorno al suo corpo. Tieni zoccolona, mi diceva, tra una spinta e l’altra mentre il suo sudore gocciolava sul mio corpo. Le sue manone ripresero a palparmi il seno ed io mi lasciai ancora andare al piacere godendo ancora. Le mie contrazioni lo indussero a spingere ancora di piu’ e finalmente con un urlo animalesco mi riempi ancora del suo caldo sperma. Ma quanta ne aveva fatta fra prima e dopo mi sentivo proprio pieno e non vedevo l’ora di svuotarmi. Lui si accascio’ su di me e solo dopo un po’ riuscii a far uscire il suo cazzone imperiale e tappandomi con una mano aprii il portellone, e fregandomene di tutto scesi tutta nuda e mi accovacciai come una donna riuscendo ad espellere buona parte di quanto mi aveva riempito. Mi toccai con i diti e mi trovai una voragine . Anche lui scese con il suo cazzone in mano e mi passo’ uno straccio per pulirmi e tapparmi il buco. Poi mi prese tra le braccia e mi bacio ‘ con le sue labbra carnose facendomi sussultare ancora. Cazzo , disse, sei proprio una brava puttana, dobbiamo rivederci. Io annui’ ma gli dissi anche che ero fidanzata. Lui si mise a ridere e mi disse a me non interessa se sei fidanzata, voglio scoparti ancora quel culo da favola che hai e basta. Ci rivestimmo e mi riaccompagno’ fino alle porte del paese con la promessa che ci saremo rivisti ancora. Cosi’ il giorno di mercato divenne un appuntamento fisso, il mio culo era sempre piu’ accogliente e tutte le volte ricevevo in regalo qualche perizoma che a casa riuscivo ad occultare.
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scritto il
2023-07-18
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