Qualunque cosa
di
OldMaster68
genere
sadomaso
Salve a tutt*
Questo è l'inizio di un raccontoche potrebbe proseguire con vari capitoli,
ditemi che ne pensate e se vale la pena (per voi) di continuare a leggere un eventuale seguito.
Grazie per ogni commento.
"Qualunque Cosa"
Venerdì sera, non avevo voglia di uscire e me ne stavo sul divano guardando un vecchio film, sento il cellulare vibrare e con la coda dell’occhio lo vedo illuminarsi, lo prendo in mano per vedere chi è che chiama quasi alle 23 di venerdì sera.
Sullo schermo campeggia “Daphne M. Sales Dep”, perché mi chiama a quest’ora ?
Probabilmente le è partita la chiamata, e io non ho alcuna intenzione di rispondere a questa stronza, torno a rivolgere la mia attenzione al film e lascio squillare finché non smette, passano un paio di secondi ed ecco di nuovo la chiamata in arrivo, è ancora lei, la chiamata non è partita per errore evidentemente.
Cosa può volere da me alle undici di sera di venerdì una che in ufficio quasi non mi rivolge la parola ?
Non la rivolge a nessuno in effetti, si comporta e si atteggia come se stesse una spanna sopra a tutti, non la sopporto, nelle poche interazioni lavorative che abbiamo avuto in questi anni si è sempre comportata con altezzosa sufficienza.
Lascio ancora che la chiamata vada a vuoto, qualsiasi cosa sia, può sicuramente andare a lunedì.
E invece eccola di nuovo che sta chiamando, va bene, rispondo, almeno la finiamo e posso tornare a quello che stavo facendo.
Pronto ?
Steve ?
Si.
Ho fatto un casino. Mi serve il tuo aiuto.
In che senso ? Che vuoi a quest'ora ?
Ascolta, ho davvero fatto un casino, puoi venire qui, in ufficio ?
Veramente no, non ne possiamo parlare lunedì ?
No, per favore, sono davvero nei guai.
Mai, nei 5 anni in cui abbiamo lavorato lì, si era rivolta a me con questi toni di supplica. Tecnicamente siamo sullo stesso livello, entrambi dirigenti di reparto, io per il settore informatico e lei per il reparto commerciale, doveva aver combinato qualche casino e aveva bisogno del mio aiuto per uscirne, bene proviamo a capire che è successo.
Metto in pausa il film e vado al pc, attivo la VPN per collegarmi con i server dell’ufficio, che vada lì è escluso.
Daphne, puoi spiegarmi il problema ? Mi sto collegando, alla rete aziendale,magari riesco a risolvere da qui.
Steve, non credo, ho eliminato per sbaglio tutte le vendite dal gestionale.
Per sbaglio ? Daphne, che cazzo hai fatto ?
Non era possibile, non c’era modo, per un utente normale di compromettere l’integrità del database, solo agendo direttamente sulle tabelle avrebbe potuto… oh cazzo!
Daphne, hai fatto operazioni direttamente sul database ?
Si.
E cosa esattamente ?
Dovevo eliminare una serie di fatture, ma dal gestionale non me lo faceva fare…
Con che data ?
Due settimane fa.
Certo che non te le fa eliminare, tutti i documenti dopo 24 ore vengono registrati in contabilità e quindi bloccati.
Ah, ecco, beh, ho cercato una strada alternativa…
Mi dici cosa hai fatto esattamente?
Drop table.
Cosa ?! Ma a che pensavi ? Hai eliminato l’intera tabella !!
Sul manuale diceva che per eliminare, il comando era quello.
Che manuale ?
“SQL Reference"
E tu che te ne fai di un manuale del genere ?
Non è mio, è il tuo.
Ma il mio sta nel mio ufficio,..anzi, no, sta in sala server, che cazzo ci fai lì dentro ? è una stanza chiusa a chiave. Chiave che ho solo io e la direzione generale.
lo so, me la sono fatta lasciare quando il direttore è uscito per poter accedere direttamente ai server in caso di necessità.
Va bene, anzi, no, non va bene, comunque, non c’è problema, ci sono le copie
Ehm, no, temo di aver combinato qualche casino con le copie.
Che vuoi dire ?
Quando mi sono accorta che avevo eliminato tutte le fatture, ho lanciato il ripristino.
E… ?
Non ha funzionato.
A che ora ci hai provato ?
Boh saranno state le 20:45
E allora certo che non ha funzionato, i backup vengono eseguiti alle 21:30, proprio perché voi stronzi continuate a lavorare fuori orario. Va usata quella di ieri.
Ma io ho preso quella di ieri, e non ha funzionato, né quella né quelle dei giorni precedenti.
Ma non è possibile, verifico i backup ogni mattina, ok, devo venire lì. Smetti di fare qualunque cosa, non toccare più niente. arrivo.
Cazzo!
Chiudo la chiamata, metto un paio di jeans e una t-shirt e mi avvio verso il centro.
è quasi mezzanotte, ci metto poco meno di mezz’ora ad arrivare senza traffico.
Passo dall’ingresso laterale e vado agli ascensori di servizio, quelli principali vengono disattivati il venerdì sera fino alla mattina di lunedì.
Arrivo al mio piano, c’è un’aria surreale con le luci della città che entrano dalle grandi vetrate lungo le pareti come unica fonte di illuminazione.
Il mio reparto occupa quasi un quinto di questo piano, è posizionato nell’angolo interno del piano, dove non ci sono vetrate, un piccolo open space con le due scrivanie dei miei collaboratori, il mio ufficio e la sala server che occupa la maggior parte dello spazio che abbiamo a disposizione.
Dalla porta socchiusa proviene l’unica luce del piano, oltre quelle di cortesia che non vengono mai spente, ma servono giusto ad illuminare dove si cammina.
Passo davanti alle scrivanie di Martha e Douglas ed entro nel mio ufficio.
Sulla mia scrivania sono sparpagliati gli RDX che contengono i backup giornalieri, Daphne è seduta su una delle sedie di fronte, quando mi vede si alza e viene verso di me, è una bella donna sulla trentina, non so con precisione la sua età, non me ne sono mai interessato, indossa una camicia bianca con i polsini risvoltati, una gonna nera corta a ruota che arriva poco sopra al ginocchio, décolleté nere con tacco non troppo alto, gli stessi abiti che indossava anche questa mattina.
Vedi, ho provato il ripristino da tutte le cassette, ma niente, e come entro nel programma inizia a dare un sacco di errori.
Ok, lasciami vedere che hai combinato.
provo ad entrare nel gestionale e dopo la password spara una sequenza di segnalazioni tutte legate a problemi negli archivi.
Entro in manutenzione nel database e come aveva detto lei, la tabella delle fatture non esiste più. Cazzo!
Vado in sala server e inserisco la cassetta del backup del giorno prima, direttamente dalla console lancio un ripristino in un’area separata, per evitare ulteriori danni, verifico e stranamente anche qui manca la stessa tabella, mi assale un dubbio.
Daphne, mi fai vedere come hai fatto il ripristino ?
Si avvicina e dal desktop della console clicca sull’icona “Backup Diretto”, una procedura che avevo creato quando mi serviva di fare dei backup estemporanei extra, procedura che esegue una copia totale degli archivi, una copia! Non un ripristino! Ecco perché nella cassetta di ieri ci sono gli archivi di oggi, già danneggiati. Cazzo!
E, Daphne, questa operazione l’hai tentata con tutte le cassette ?
Si, certo, non ha funzionato con nessuna!
Bene, penso che puoi iniziare ad aggiornare il curriculum, hai spianato l’archivio fatture e tutti i backup che c’erano. Stavolta dubito che riuscirai a conservare il posto di lavoro.
NO! Devi aiutarmi, ti prego!, Ci deve essere una soluzione!
Col cazzo che devo aiutarti, e come poi ? Hai fottuto ogni copia esistente dell’archivio! Non c’è modo di recuperarle, dovranno essere reinserite a mano, 10 anni di fatture, una media di 100 fatture al giorno, fai tu…
Ti prego, aiutami, farò qualsiasi cosa per te, qualsiasi!
Certo, sicuramente, ammesso che riesca a recuperare qualcosa, il che mi costringerà a passare l’intero weekend in ufficio, una volta sistemato questo casino, ti rimangerai la parola e tornerai la stronza di sempre. No, grazie, stavolta te la cavi da sola.
Non ti fidi ?
Vedi un po’ tu, sei una di cui ci si può fidare ? Io dico di no.
E se ti dessi una “assicurazione”.
Mentre lo diceva ho percepito distintamente le virgolette alla parola “assicurazione”, ero comunque intenzionato a non farmi fregare, stavolta avrebbe avuto quello che si meritava, lavorativamente parlando, non le avrei salvato il culo, non gratis almeno.
Cosa vuol dire un’assicurazione?
Prendi il telefono…
mentre lo diceva tirò fuori la camicetta dalla gonna e iniziò a sbottonarla, presi il cellulare dal tavolo, con mosse studiate sfilo la camicetta e la appoggio distrattamente sulla sedia, armeggiò brevemente sul fianco della gonna, fece scorrere la zip e lascio che scivolasse lungo le gambe nude, fece un passo a lato e, dandomi la schiena raccolse la gonna da terra e la appoggio sulla sedia dove era la camicetta.
Che stai facendo ?
Ti do la tua assicurazione
Disse girandosi verso di me, portò una mano alla schiena slacciandosi il reggiseno imbottito,fece scivolare le spalline e lo gettò sopra gli altri indumenti. Aveva un seno piccolo ma proporzionato alla sua figura, vita stretta e fianchi morbidi, si, decisamente una bella donna.
si mise di profilo rispetto a me e in un unico fluido gesto, si abbassò le mutandine, nere, semplici con un piccolo inserto di pizzo sul davanti.
Dandomi la schiena le lancio dove era il resto della sua roba, e poi si voltò.
Ecco, ora puoi fotografarmi come ti pare, questa è la tua assicurazione che poi, potrai chiedermi qualunque cosa.
Certo, così poi potrai anche denunciarmi per revenge porn e ricatto…
No, non lo farò, e ora te lo dimostro, fammi un video…
Aprii la app per le foto del cellulare e selezionai “Video”, feci partire la registrazione inquadrando il volto e parte del seno, escludendo i capezzoli.
Sta registrando…
Guardando dritta in camera iniziò a parlare:
Io Daphne Mulligan, spontaneamente e senza costrizione alcuna, concedo a Stephan Patrick Abernati tutti i diritti relativi alle immagini scattate oggi 18 giugno 2020 per qualsiasi utilizzo.
Fermai la registrazione.
Non riuscivo a crederci, si stava volontariamente cacciando in un guaio potenzialmente più grande di quello da cui avrei dovuto salvarla io. “Farò qualsiasi cosa per te, qualsiasi"
Quelle parole riecheggiavano nella mia mente, era la mia occasione per prendermi una piccola (o grande) rivincita su questa stronza. Occasione che decisi di cogliere, ma alle mie condizioni.
Va bene, facciamo queste foto di “assicurazione” allora.
E iniziai a scattare, prima la figura intera,e poi più da vicino, volevo metterla in difficoltà, in ogni modo possibile.
Voltati ora, ecco, così, poggia le mani sulla scrivania, no, allontanati di più dal bordo, così, bene, piegati in avanti, ora poggia sui gomiti e solleva un po’ quel culo.
Le stavo facendo assumere pose decisamente sconvenienti, e mi stavo godendo una vista particolareggiata delle sue parti intime, da una posizione assolutamente privilegiata.
Scattai diverse foto del suo corpo di schiena partendo dalla figura intera e avvicinandomi sempre più al suo magnifico culo, esposto in maniera indecente.
Avevo abbastanza materiale per assicurarmi che non facesse strani giochetti, era il momento di dettare le condizioni, almeno quelle preliminari. Appoggiai di nuovo il telefono al tavolo, accanto a lei che era ancora piegata a novanta gradi appoggiata sui gomiti.
Si tirò su e si spostò verso i suoi abiti sulla sedia.
Che fai ?
Mi rivesto.
No, se vuoi che ti aiuti, inizierai da subito a fare quello che voglio.
Va bene.
Rimase ferma un attimo ancora rivolta verso la sedia, poi si voltò verso di me che nel frattempo mi ero seduto alla scrivania.
Rimani in piedi, metti le mani sopra la testa, divarica le gambe.
Ero decisamente intenzionato a godermi la posizione di vantaggio, lei invece non sembrava turbata dalla situazione, fece quello che le avevo chiesto.
Forse c'è una possibilità che io possa porre rimedio al casino che hai fatto, ma sarà un lavoro complesso e lungo, devo mettermi al lavoro subito se vogliamo che lunedì sia tutto a posto e nessuno si accorga di quello che hai fatto. Ho bisogno di mezz’ora per vedere se i dati sono recuperabili, poi, eventualmente, stabiliremo le condizioni per il mio aiuto, nel frattempo dovresti fare una cosa per me…
Certo, te l’ho detto, qualsiasi cosa.
Vai alla parete dietro di te, poggia entrambe le mani alla parete all’altezza dei tuoi fianchi, allarga bene le gambe e piegati in avanti.
Si voltò ed eseguì i miei ordini senza fiatare, ci mise anche del suo, inarcando leggermente la schiena, mostrando tutto quello che era possibile, vederla così esposta era davvero uno spettacolo. La situazione di sottomissione, più che la vista in sé, mi procurarono una prorompente erezione.
Il mio settore è la sicurezza informatica e avevo previsto un possibile scenario del genere, diciamo che non pensavo l’azienda potesse essere sabotata dall'interno, ma come ulteriore forma di sicurezza da oltre un anno eseguivo quotidianamente copie su un cloud criptato a cui solo io avevo accesso.
Controllai e lo snapshot delle 19 era presente e intatto, iniziai il ripristino nell’area di test, se era effettivamente integro avrei poi in pochi minuti ripristinato gli archivi sul server di produzione. Avevo mentito a Daphne, se tutto andava come previsto in massimo un’ora avrei sistemato tutto, ma non aveva senso fargliela passare liscia, per troppo tempo si era comportata di merda, con me e con i colleghi degli altri reparti, in un paio di occasioni aveva fatto anche dei casini che erano costati all’azienda diverse migliaia di euro e una azione legale, ma ne era sempre uscita indenne. Stavolta no, ero intenzionato a darle una sonora lezione, ne avrei fatto la mia schiava, l’avrei sottomessa ed umiliata, senza comunque venire meno alla mia etica e alle regole non scritte del BDSM. La prima e più importante di regola era il consenso. Per quanto avesse detto che avrebbe accettato qualunque cosa, non avrei fatto nulla senza un ulteriore esplicito consenso, dopo essere stata messa a conoscenza di quello che la aspettava.
Il ripristino dal cloud era terminato, verificai nell’area di test che tutto fosse a posto, si, c’era tutto, potevo procedere con il ripristino sul server di produzione, era il momento di dettare le regole. Indugiai ancora per qualche secondo osservando la donna che avevo di fronte, il suo culo attirava il mio sguardo in modo quasi magnetico.
Voltati, tieni le gambe larghe e metti le mani sopra la testa, dobbiamo parlare.
Esegui in silenzio avvicinandosi alla mia scrivania.
Ho controllato, e con un po’ di lavoro posso riuscire a riportare gli archivi a prima che tu tentassi di eliminare le fatture.
La tensione del suo corpo sembrò rilassarsi per un istante.
Questo ovviamente ha un costo…
Farò tutto quello che vuoi, tutto!!!
Aspetta a parlare, non è così semplice. Ti proporrò delle alternative, tu sceglierai il tuo destino.
Va bene
Alternativa uno, non faccio nulla, non mi devi nulla e lunedì affronti le conseguenze delle tue cazzate.
Alternativa due, mi dai diecimila dollari io sistemo le cose, e il nostro contratto può considerarsi concluso.
Alternativa tre, risolvo il problema e tu diventi la mia schiava, per i prossimi sei mesi sarai di mia proprietà, a mia disposizione sempre, per qualsiasi cosa, e quando dico qualsiasi cosa intendo proprio ogni possibile capriccio che possa passarmi per la testa, eseguirai ogni mio ordine per quanto bizzarro, umiliante, imbarazzante possa essere.
Mentre enunciavo le alternative la osservai attentamente e quando arrivai a descrivere la terza alternativa non riuscì a dissimulare un fremito che in quel momento non seppi come interpretare ma che divenne chiaro subito dopo.
Cosa vuoi che faccia ?
Chiesi continuando a fissarla negli occhi.
Scelgo l’alternativa tre.
Disse abbassando lo sguardo che fino a quel momento aveva sostenuto il mio senza dare segni di cedimento.
Aspetta prima di accettare, non ti ho detto tutto. Devi sapere che se esegui male un compito che ti affido o, per qualsiasi ragione non esegui le mie istruzioni, verrai punita, senza pietà. Questo fa parte integrante dell’accordo, se accetti devi accettare tutto, obblighi e punizioni.
Si, accetto!
Aveva di nuovo sollevato la testa, il mento leggermente sollevato, quasi in tono di sfida.
D’accordo, oggi è il 18, vuoi cominciare subito o preferisci iniziare da lunedì ?
Iniziamo subito.
Scaricai dalla mia cartella personale il contratto da schiava che utilizzavo con le altre ragazze che nel tempo avevano spontaneamente deciso di essere al mio servizio, era sostanzialmente un contratto che vincolava le parti alla riservatezza e definiva il tutto come un gioco di ruolo con partecipazione spontanea e volontaria. Una ulteriore forma di sicurezza per entrambi.
Lo modificai per inserire i suoi dati ne stampai due copie che firmai e ne porsi una a lei perché potesse controllarlo.
Leggi e firma se ancora vuoi farlo.
Le avevo dato una ulteriore occasione per tirarsi fuori da questa storia.
Lesse con attenzione tutte e cinque le pagine restando in piedi di fronte a me, approfittati per guardarla ancora, era davvero bella e fiera.
Prese una penna dalla mia scrivania, e con mosse studiate si chinò piegando il busto per firmare.
Piegai in due la mia copia e la deposi nel cassetto della scrivania, più tardi ne avrei fatta una copia digitale da archiviare.
Hai domande ?
No, tutto chiaro.
Anche la safeword ? Hai capito come funziona ?
Si.
Ripetimelo!
Se, in qualsiasi momento, voglio interrompere temporaneamente il gioco, per qualsiasi ragione, dico la parola “Red”. Ogni interruzione aumenta la durata del contratto di 10 giorni o meno, a tua discrezione.
Perfetto! Cominciamo subito allora, Il tuo contratto sarà in vigore fino alla mezzanotte di Sabato 17 Dicembre 2020, salvo proroghe da safeword.
Va bene…
Ora mettiti in ginocchio verso la parete, ginocchia divaricate, seduta sui talloni, mani sulle cosce, rimani così finchè non te lo dico io, in silenzio.
Obbedì impeccabilmente, io completai il ripristino dei dati in pochi minuti, e poi visto che ero lì mi portai un po' avanti con alcune cose che sarebbero diventate quasi urgenti lunedì.
Lei era sempre immobile davanti a me, vedevo che ogni tanto spostava il peso da un ginocchio all'altro, probabilmente per darsi temporaneo sollievo.
Bloccai l’accesso al mio PC, presi i suoi abiti, la borsetta e portai tutto in sala server.
Chiusi con la sua copia della chiave che era ancora sulla porta e la tenni per me.
Quando mi avvicinai all’altra porta per uscire dal mio ufficio verso l’open space con gli altri reparti parlò:
Vai via ?
Mi bloccai quasi sulla porta, tornai indietro e mi piazzai di lato rispetto a lei.
Alzati!
Si tirò in piedi voltando il viso verso di me.
Guarda diritto di fronte a te, non hai il permesso di guardarmi, come non avevi il permesso di parlare, ricordi i miei ordini ? “in silenzio”
annui restando con il mento sul petto.
Hai disobbedito, devi essere punita. Visto che sei nuova solo cinque colpi.
Non avevo con me nulla per poterla sculacciare in sicurezza, avrei dovuto usare le mani.
piegati in avanti e appoggiati con il busto sulla scrivania
Eseguì senza esitare ma trasalì leggermente a contatto con la superficie fredda del tavolo.
Ora riceverai cinque sculacciate, devi tenere il conto, dopo ogni colpo dirai il numero e mi ringrazierai. Hai capito ?
Si
Colpii con discreta forza, sarebbe stato doloroso ma del tutto sopportabile, gridò gettando fuori tutta l’aria che aveva, probabilmente aveva trattenuto il respiro aspettando il colpo.
Uno, grazie.
Per il secondo colpo non gridò, ma come per il primo espirò rumorosamente.
Due, grazie.
Si stava abituando e gli altri tre colpi andarono a segno senza particolari problemi, le natiche erano piuttosto arrossate ma nel giro di mezz’ora non ci sarebbero più state tracce, esteriori almeno.
Rimettiti in ginocchio come prima.
Di nuovo eseguì senza esitare, colsi solo una piccola smorfia di dolore quando andò a poggiare il sedere sui talloni, sarebbe passato anche quello.
Uscii dalla stanza diretto alle macchinette automatiche in corridoio, impiegai non più di 5 minuti per prendere una bottiglietta di acqua e tornare in ufficio.
La trovai esattamente come la avevo lasciata, mi avvicinai e mi accucciai per stare alla sua altezza.
Ora ti faccio bere un po’ di acqua, solleva un poco la testa.
Avvicinai il collo della bottiglietta alle sue labbra leggermente aperte, inclinai la bottiglia lasciando che l’acqua iniziasse a scendere, ne uscì un po’ ai lati della bocca scorrendo lungo il collo, fra i seni, fino all’inguine, il suo corpo ebbe un malcelato sussulto.
Ne vuoi ancora ?
No, grazie.
Sulla scrivania avevo una piccola ciotola dove tenevo un po’ di caramelle, svuotai il contenuto sul tavolo e la riempii con l’acqua rimasta.
Misi la ciotola di fronte a lei dove avrebbe potuta raggiungerla semplicemente chinandosi senza muovere le ginocchia.
Se hai ancora sete puoi bere da qui, ma senza usare le mani e senza muovere le ginocchia da dove poggiano ora.
Fece cenno di sì con la testa.
Riattivai il PC, accesi la webcam e la puntai su di lei, inquadrava la testa e parte della schiena, nulla di compromettente, ma sufficiente a capire se si fosse mossa.
La collegai al mio cellulare con un link criptato e bloccai nuovamente il PC.
Controllai che il collegamento fosse attivo e mi avviai di nuovo alla porta.
Esco per un po’, non ti muovere per nessun motivo. Me ne accorgerei, e stavolta la punizione non sarebbe così leggera.
joe68di@gmail.com
Questo è l'inizio di un raccontoche potrebbe proseguire con vari capitoli,
ditemi che ne pensate e se vale la pena (per voi) di continuare a leggere un eventuale seguito.
Grazie per ogni commento.
"Qualunque Cosa"
Venerdì sera, non avevo voglia di uscire e me ne stavo sul divano guardando un vecchio film, sento il cellulare vibrare e con la coda dell’occhio lo vedo illuminarsi, lo prendo in mano per vedere chi è che chiama quasi alle 23 di venerdì sera.
Sullo schermo campeggia “Daphne M. Sales Dep”, perché mi chiama a quest’ora ?
Probabilmente le è partita la chiamata, e io non ho alcuna intenzione di rispondere a questa stronza, torno a rivolgere la mia attenzione al film e lascio squillare finché non smette, passano un paio di secondi ed ecco di nuovo la chiamata in arrivo, è ancora lei, la chiamata non è partita per errore evidentemente.
Cosa può volere da me alle undici di sera di venerdì una che in ufficio quasi non mi rivolge la parola ?
Non la rivolge a nessuno in effetti, si comporta e si atteggia come se stesse una spanna sopra a tutti, non la sopporto, nelle poche interazioni lavorative che abbiamo avuto in questi anni si è sempre comportata con altezzosa sufficienza.
Lascio ancora che la chiamata vada a vuoto, qualsiasi cosa sia, può sicuramente andare a lunedì.
E invece eccola di nuovo che sta chiamando, va bene, rispondo, almeno la finiamo e posso tornare a quello che stavo facendo.
Pronto ?
Steve ?
Si.
Ho fatto un casino. Mi serve il tuo aiuto.
In che senso ? Che vuoi a quest'ora ?
Ascolta, ho davvero fatto un casino, puoi venire qui, in ufficio ?
Veramente no, non ne possiamo parlare lunedì ?
No, per favore, sono davvero nei guai.
Mai, nei 5 anni in cui abbiamo lavorato lì, si era rivolta a me con questi toni di supplica. Tecnicamente siamo sullo stesso livello, entrambi dirigenti di reparto, io per il settore informatico e lei per il reparto commerciale, doveva aver combinato qualche casino e aveva bisogno del mio aiuto per uscirne, bene proviamo a capire che è successo.
Metto in pausa il film e vado al pc, attivo la VPN per collegarmi con i server dell’ufficio, che vada lì è escluso.
Daphne, puoi spiegarmi il problema ? Mi sto collegando, alla rete aziendale,magari riesco a risolvere da qui.
Steve, non credo, ho eliminato per sbaglio tutte le vendite dal gestionale.
Per sbaglio ? Daphne, che cazzo hai fatto ?
Non era possibile, non c’era modo, per un utente normale di compromettere l’integrità del database, solo agendo direttamente sulle tabelle avrebbe potuto… oh cazzo!
Daphne, hai fatto operazioni direttamente sul database ?
Si.
E cosa esattamente ?
Dovevo eliminare una serie di fatture, ma dal gestionale non me lo faceva fare…
Con che data ?
Due settimane fa.
Certo che non te le fa eliminare, tutti i documenti dopo 24 ore vengono registrati in contabilità e quindi bloccati.
Ah, ecco, beh, ho cercato una strada alternativa…
Mi dici cosa hai fatto esattamente?
Drop table.
Cosa ?! Ma a che pensavi ? Hai eliminato l’intera tabella !!
Sul manuale diceva che per eliminare, il comando era quello.
Che manuale ?
“SQL Reference"
E tu che te ne fai di un manuale del genere ?
Non è mio, è il tuo.
Ma il mio sta nel mio ufficio,..anzi, no, sta in sala server, che cazzo ci fai lì dentro ? è una stanza chiusa a chiave. Chiave che ho solo io e la direzione generale.
lo so, me la sono fatta lasciare quando il direttore è uscito per poter accedere direttamente ai server in caso di necessità.
Va bene, anzi, no, non va bene, comunque, non c’è problema, ci sono le copie
Ehm, no, temo di aver combinato qualche casino con le copie.
Che vuoi dire ?
Quando mi sono accorta che avevo eliminato tutte le fatture, ho lanciato il ripristino.
E… ?
Non ha funzionato.
A che ora ci hai provato ?
Boh saranno state le 20:45
E allora certo che non ha funzionato, i backup vengono eseguiti alle 21:30, proprio perché voi stronzi continuate a lavorare fuori orario. Va usata quella di ieri.
Ma io ho preso quella di ieri, e non ha funzionato, né quella né quelle dei giorni precedenti.
Ma non è possibile, verifico i backup ogni mattina, ok, devo venire lì. Smetti di fare qualunque cosa, non toccare più niente. arrivo.
Cazzo!
Chiudo la chiamata, metto un paio di jeans e una t-shirt e mi avvio verso il centro.
è quasi mezzanotte, ci metto poco meno di mezz’ora ad arrivare senza traffico.
Passo dall’ingresso laterale e vado agli ascensori di servizio, quelli principali vengono disattivati il venerdì sera fino alla mattina di lunedì.
Arrivo al mio piano, c’è un’aria surreale con le luci della città che entrano dalle grandi vetrate lungo le pareti come unica fonte di illuminazione.
Il mio reparto occupa quasi un quinto di questo piano, è posizionato nell’angolo interno del piano, dove non ci sono vetrate, un piccolo open space con le due scrivanie dei miei collaboratori, il mio ufficio e la sala server che occupa la maggior parte dello spazio che abbiamo a disposizione.
Dalla porta socchiusa proviene l’unica luce del piano, oltre quelle di cortesia che non vengono mai spente, ma servono giusto ad illuminare dove si cammina.
Passo davanti alle scrivanie di Martha e Douglas ed entro nel mio ufficio.
Sulla mia scrivania sono sparpagliati gli RDX che contengono i backup giornalieri, Daphne è seduta su una delle sedie di fronte, quando mi vede si alza e viene verso di me, è una bella donna sulla trentina, non so con precisione la sua età, non me ne sono mai interessato, indossa una camicia bianca con i polsini risvoltati, una gonna nera corta a ruota che arriva poco sopra al ginocchio, décolleté nere con tacco non troppo alto, gli stessi abiti che indossava anche questa mattina.
Vedi, ho provato il ripristino da tutte le cassette, ma niente, e come entro nel programma inizia a dare un sacco di errori.
Ok, lasciami vedere che hai combinato.
provo ad entrare nel gestionale e dopo la password spara una sequenza di segnalazioni tutte legate a problemi negli archivi.
Entro in manutenzione nel database e come aveva detto lei, la tabella delle fatture non esiste più. Cazzo!
Vado in sala server e inserisco la cassetta del backup del giorno prima, direttamente dalla console lancio un ripristino in un’area separata, per evitare ulteriori danni, verifico e stranamente anche qui manca la stessa tabella, mi assale un dubbio.
Daphne, mi fai vedere come hai fatto il ripristino ?
Si avvicina e dal desktop della console clicca sull’icona “Backup Diretto”, una procedura che avevo creato quando mi serviva di fare dei backup estemporanei extra, procedura che esegue una copia totale degli archivi, una copia! Non un ripristino! Ecco perché nella cassetta di ieri ci sono gli archivi di oggi, già danneggiati. Cazzo!
E, Daphne, questa operazione l’hai tentata con tutte le cassette ?
Si, certo, non ha funzionato con nessuna!
Bene, penso che puoi iniziare ad aggiornare il curriculum, hai spianato l’archivio fatture e tutti i backup che c’erano. Stavolta dubito che riuscirai a conservare il posto di lavoro.
NO! Devi aiutarmi, ti prego!, Ci deve essere una soluzione!
Col cazzo che devo aiutarti, e come poi ? Hai fottuto ogni copia esistente dell’archivio! Non c’è modo di recuperarle, dovranno essere reinserite a mano, 10 anni di fatture, una media di 100 fatture al giorno, fai tu…
Ti prego, aiutami, farò qualsiasi cosa per te, qualsiasi!
Certo, sicuramente, ammesso che riesca a recuperare qualcosa, il che mi costringerà a passare l’intero weekend in ufficio, una volta sistemato questo casino, ti rimangerai la parola e tornerai la stronza di sempre. No, grazie, stavolta te la cavi da sola.
Non ti fidi ?
Vedi un po’ tu, sei una di cui ci si può fidare ? Io dico di no.
E se ti dessi una “assicurazione”.
Mentre lo diceva ho percepito distintamente le virgolette alla parola “assicurazione”, ero comunque intenzionato a non farmi fregare, stavolta avrebbe avuto quello che si meritava, lavorativamente parlando, non le avrei salvato il culo, non gratis almeno.
Cosa vuol dire un’assicurazione?
Prendi il telefono…
mentre lo diceva tirò fuori la camicetta dalla gonna e iniziò a sbottonarla, presi il cellulare dal tavolo, con mosse studiate sfilo la camicetta e la appoggio distrattamente sulla sedia, armeggiò brevemente sul fianco della gonna, fece scorrere la zip e lascio che scivolasse lungo le gambe nude, fece un passo a lato e, dandomi la schiena raccolse la gonna da terra e la appoggio sulla sedia dove era la camicetta.
Che stai facendo ?
Ti do la tua assicurazione
Disse girandosi verso di me, portò una mano alla schiena slacciandosi il reggiseno imbottito,fece scivolare le spalline e lo gettò sopra gli altri indumenti. Aveva un seno piccolo ma proporzionato alla sua figura, vita stretta e fianchi morbidi, si, decisamente una bella donna.
si mise di profilo rispetto a me e in un unico fluido gesto, si abbassò le mutandine, nere, semplici con un piccolo inserto di pizzo sul davanti.
Dandomi la schiena le lancio dove era il resto della sua roba, e poi si voltò.
Ecco, ora puoi fotografarmi come ti pare, questa è la tua assicurazione che poi, potrai chiedermi qualunque cosa.
Certo, così poi potrai anche denunciarmi per revenge porn e ricatto…
No, non lo farò, e ora te lo dimostro, fammi un video…
Aprii la app per le foto del cellulare e selezionai “Video”, feci partire la registrazione inquadrando il volto e parte del seno, escludendo i capezzoli.
Sta registrando…
Guardando dritta in camera iniziò a parlare:
Io Daphne Mulligan, spontaneamente e senza costrizione alcuna, concedo a Stephan Patrick Abernati tutti i diritti relativi alle immagini scattate oggi 18 giugno 2020 per qualsiasi utilizzo.
Fermai la registrazione.
Non riuscivo a crederci, si stava volontariamente cacciando in un guaio potenzialmente più grande di quello da cui avrei dovuto salvarla io. “Farò qualsiasi cosa per te, qualsiasi"
Quelle parole riecheggiavano nella mia mente, era la mia occasione per prendermi una piccola (o grande) rivincita su questa stronza. Occasione che decisi di cogliere, ma alle mie condizioni.
Va bene, facciamo queste foto di “assicurazione” allora.
E iniziai a scattare, prima la figura intera,e poi più da vicino, volevo metterla in difficoltà, in ogni modo possibile.
Voltati ora, ecco, così, poggia le mani sulla scrivania, no, allontanati di più dal bordo, così, bene, piegati in avanti, ora poggia sui gomiti e solleva un po’ quel culo.
Le stavo facendo assumere pose decisamente sconvenienti, e mi stavo godendo una vista particolareggiata delle sue parti intime, da una posizione assolutamente privilegiata.
Scattai diverse foto del suo corpo di schiena partendo dalla figura intera e avvicinandomi sempre più al suo magnifico culo, esposto in maniera indecente.
Avevo abbastanza materiale per assicurarmi che non facesse strani giochetti, era il momento di dettare le condizioni, almeno quelle preliminari. Appoggiai di nuovo il telefono al tavolo, accanto a lei che era ancora piegata a novanta gradi appoggiata sui gomiti.
Si tirò su e si spostò verso i suoi abiti sulla sedia.
Che fai ?
Mi rivesto.
No, se vuoi che ti aiuti, inizierai da subito a fare quello che voglio.
Va bene.
Rimase ferma un attimo ancora rivolta verso la sedia, poi si voltò verso di me che nel frattempo mi ero seduto alla scrivania.
Rimani in piedi, metti le mani sopra la testa, divarica le gambe.
Ero decisamente intenzionato a godermi la posizione di vantaggio, lei invece non sembrava turbata dalla situazione, fece quello che le avevo chiesto.
Forse c'è una possibilità che io possa porre rimedio al casino che hai fatto, ma sarà un lavoro complesso e lungo, devo mettermi al lavoro subito se vogliamo che lunedì sia tutto a posto e nessuno si accorga di quello che hai fatto. Ho bisogno di mezz’ora per vedere se i dati sono recuperabili, poi, eventualmente, stabiliremo le condizioni per il mio aiuto, nel frattempo dovresti fare una cosa per me…
Certo, te l’ho detto, qualsiasi cosa.
Vai alla parete dietro di te, poggia entrambe le mani alla parete all’altezza dei tuoi fianchi, allarga bene le gambe e piegati in avanti.
Si voltò ed eseguì i miei ordini senza fiatare, ci mise anche del suo, inarcando leggermente la schiena, mostrando tutto quello che era possibile, vederla così esposta era davvero uno spettacolo. La situazione di sottomissione, più che la vista in sé, mi procurarono una prorompente erezione.
Il mio settore è la sicurezza informatica e avevo previsto un possibile scenario del genere, diciamo che non pensavo l’azienda potesse essere sabotata dall'interno, ma come ulteriore forma di sicurezza da oltre un anno eseguivo quotidianamente copie su un cloud criptato a cui solo io avevo accesso.
Controllai e lo snapshot delle 19 era presente e intatto, iniziai il ripristino nell’area di test, se era effettivamente integro avrei poi in pochi minuti ripristinato gli archivi sul server di produzione. Avevo mentito a Daphne, se tutto andava come previsto in massimo un’ora avrei sistemato tutto, ma non aveva senso fargliela passare liscia, per troppo tempo si era comportata di merda, con me e con i colleghi degli altri reparti, in un paio di occasioni aveva fatto anche dei casini che erano costati all’azienda diverse migliaia di euro e una azione legale, ma ne era sempre uscita indenne. Stavolta no, ero intenzionato a darle una sonora lezione, ne avrei fatto la mia schiava, l’avrei sottomessa ed umiliata, senza comunque venire meno alla mia etica e alle regole non scritte del BDSM. La prima e più importante di regola era il consenso. Per quanto avesse detto che avrebbe accettato qualunque cosa, non avrei fatto nulla senza un ulteriore esplicito consenso, dopo essere stata messa a conoscenza di quello che la aspettava.
Il ripristino dal cloud era terminato, verificai nell’area di test che tutto fosse a posto, si, c’era tutto, potevo procedere con il ripristino sul server di produzione, era il momento di dettare le regole. Indugiai ancora per qualche secondo osservando la donna che avevo di fronte, il suo culo attirava il mio sguardo in modo quasi magnetico.
Voltati, tieni le gambe larghe e metti le mani sopra la testa, dobbiamo parlare.
Esegui in silenzio avvicinandosi alla mia scrivania.
Ho controllato, e con un po’ di lavoro posso riuscire a riportare gli archivi a prima che tu tentassi di eliminare le fatture.
La tensione del suo corpo sembrò rilassarsi per un istante.
Questo ovviamente ha un costo…
Farò tutto quello che vuoi, tutto!!!
Aspetta a parlare, non è così semplice. Ti proporrò delle alternative, tu sceglierai il tuo destino.
Va bene
Alternativa uno, non faccio nulla, non mi devi nulla e lunedì affronti le conseguenze delle tue cazzate.
Alternativa due, mi dai diecimila dollari io sistemo le cose, e il nostro contratto può considerarsi concluso.
Alternativa tre, risolvo il problema e tu diventi la mia schiava, per i prossimi sei mesi sarai di mia proprietà, a mia disposizione sempre, per qualsiasi cosa, e quando dico qualsiasi cosa intendo proprio ogni possibile capriccio che possa passarmi per la testa, eseguirai ogni mio ordine per quanto bizzarro, umiliante, imbarazzante possa essere.
Mentre enunciavo le alternative la osservai attentamente e quando arrivai a descrivere la terza alternativa non riuscì a dissimulare un fremito che in quel momento non seppi come interpretare ma che divenne chiaro subito dopo.
Cosa vuoi che faccia ?
Chiesi continuando a fissarla negli occhi.
Scelgo l’alternativa tre.
Disse abbassando lo sguardo che fino a quel momento aveva sostenuto il mio senza dare segni di cedimento.
Aspetta prima di accettare, non ti ho detto tutto. Devi sapere che se esegui male un compito che ti affido o, per qualsiasi ragione non esegui le mie istruzioni, verrai punita, senza pietà. Questo fa parte integrante dell’accordo, se accetti devi accettare tutto, obblighi e punizioni.
Si, accetto!
Aveva di nuovo sollevato la testa, il mento leggermente sollevato, quasi in tono di sfida.
D’accordo, oggi è il 18, vuoi cominciare subito o preferisci iniziare da lunedì ?
Iniziamo subito.
Scaricai dalla mia cartella personale il contratto da schiava che utilizzavo con le altre ragazze che nel tempo avevano spontaneamente deciso di essere al mio servizio, era sostanzialmente un contratto che vincolava le parti alla riservatezza e definiva il tutto come un gioco di ruolo con partecipazione spontanea e volontaria. Una ulteriore forma di sicurezza per entrambi.
Lo modificai per inserire i suoi dati ne stampai due copie che firmai e ne porsi una a lei perché potesse controllarlo.
Leggi e firma se ancora vuoi farlo.
Le avevo dato una ulteriore occasione per tirarsi fuori da questa storia.
Lesse con attenzione tutte e cinque le pagine restando in piedi di fronte a me, approfittati per guardarla ancora, era davvero bella e fiera.
Prese una penna dalla mia scrivania, e con mosse studiate si chinò piegando il busto per firmare.
Piegai in due la mia copia e la deposi nel cassetto della scrivania, più tardi ne avrei fatta una copia digitale da archiviare.
Hai domande ?
No, tutto chiaro.
Anche la safeword ? Hai capito come funziona ?
Si.
Ripetimelo!
Se, in qualsiasi momento, voglio interrompere temporaneamente il gioco, per qualsiasi ragione, dico la parola “Red”. Ogni interruzione aumenta la durata del contratto di 10 giorni o meno, a tua discrezione.
Perfetto! Cominciamo subito allora, Il tuo contratto sarà in vigore fino alla mezzanotte di Sabato 17 Dicembre 2020, salvo proroghe da safeword.
Va bene…
Ora mettiti in ginocchio verso la parete, ginocchia divaricate, seduta sui talloni, mani sulle cosce, rimani così finchè non te lo dico io, in silenzio.
Obbedì impeccabilmente, io completai il ripristino dei dati in pochi minuti, e poi visto che ero lì mi portai un po' avanti con alcune cose che sarebbero diventate quasi urgenti lunedì.
Lei era sempre immobile davanti a me, vedevo che ogni tanto spostava il peso da un ginocchio all'altro, probabilmente per darsi temporaneo sollievo.
Bloccai l’accesso al mio PC, presi i suoi abiti, la borsetta e portai tutto in sala server.
Chiusi con la sua copia della chiave che era ancora sulla porta e la tenni per me.
Quando mi avvicinai all’altra porta per uscire dal mio ufficio verso l’open space con gli altri reparti parlò:
Vai via ?
Mi bloccai quasi sulla porta, tornai indietro e mi piazzai di lato rispetto a lei.
Alzati!
Si tirò in piedi voltando il viso verso di me.
Guarda diritto di fronte a te, non hai il permesso di guardarmi, come non avevi il permesso di parlare, ricordi i miei ordini ? “in silenzio”
annui restando con il mento sul petto.
Hai disobbedito, devi essere punita. Visto che sei nuova solo cinque colpi.
Non avevo con me nulla per poterla sculacciare in sicurezza, avrei dovuto usare le mani.
piegati in avanti e appoggiati con il busto sulla scrivania
Eseguì senza esitare ma trasalì leggermente a contatto con la superficie fredda del tavolo.
Ora riceverai cinque sculacciate, devi tenere il conto, dopo ogni colpo dirai il numero e mi ringrazierai. Hai capito ?
Si
Colpii con discreta forza, sarebbe stato doloroso ma del tutto sopportabile, gridò gettando fuori tutta l’aria che aveva, probabilmente aveva trattenuto il respiro aspettando il colpo.
Uno, grazie.
Per il secondo colpo non gridò, ma come per il primo espirò rumorosamente.
Due, grazie.
Si stava abituando e gli altri tre colpi andarono a segno senza particolari problemi, le natiche erano piuttosto arrossate ma nel giro di mezz’ora non ci sarebbero più state tracce, esteriori almeno.
Rimettiti in ginocchio come prima.
Di nuovo eseguì senza esitare, colsi solo una piccola smorfia di dolore quando andò a poggiare il sedere sui talloni, sarebbe passato anche quello.
Uscii dalla stanza diretto alle macchinette automatiche in corridoio, impiegai non più di 5 minuti per prendere una bottiglietta di acqua e tornare in ufficio.
La trovai esattamente come la avevo lasciata, mi avvicinai e mi accucciai per stare alla sua altezza.
Ora ti faccio bere un po’ di acqua, solleva un poco la testa.
Avvicinai il collo della bottiglietta alle sue labbra leggermente aperte, inclinai la bottiglia lasciando che l’acqua iniziasse a scendere, ne uscì un po’ ai lati della bocca scorrendo lungo il collo, fra i seni, fino all’inguine, il suo corpo ebbe un malcelato sussulto.
Ne vuoi ancora ?
No, grazie.
Sulla scrivania avevo una piccola ciotola dove tenevo un po’ di caramelle, svuotai il contenuto sul tavolo e la riempii con l’acqua rimasta.
Misi la ciotola di fronte a lei dove avrebbe potuta raggiungerla semplicemente chinandosi senza muovere le ginocchia.
Se hai ancora sete puoi bere da qui, ma senza usare le mani e senza muovere le ginocchia da dove poggiano ora.
Fece cenno di sì con la testa.
Riattivai il PC, accesi la webcam e la puntai su di lei, inquadrava la testa e parte della schiena, nulla di compromettente, ma sufficiente a capire se si fosse mossa.
La collegai al mio cellulare con un link criptato e bloccai nuovamente il PC.
Controllai che il collegamento fosse attivo e mi avviai di nuovo alla porta.
Esco per un po’, non ti muovere per nessun motivo. Me ne accorgerei, e stavolta la punizione non sarebbe così leggera.
joe68di@gmail.com
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