Il negozio di lingerie

di
genere
saffico

Come ogni mattina mi svegliai prestissimo, mi recai in bagno per il solito bisognino mattutino, lavai la mia preziosa passerina accuratamente e subito dopo mi recai in cucina per prepararmi la colazione.
Dormivo sempre con un babydoll molto leggero e trasparente, non lasciava nulla al caso, mi piaceva che quando ero in compagnia mi si guardasse, sia mentre dormivo che mentre giravo per casa, la mattina, per prepararmi ad affrontare una nuova giornata.
Feci la solita colazione a base di fette biscottate e miele, senza disdegnare un paio di biscottini integrali, e bevvi il solito the verde. Non lo zuccheravo mai, il miele già gli donava un sapore dolciastro.
La notte passata avevo dormito poco, l’appuntamento che avevo avuto la sera precedente, si era rivelato molto appagante, quindi feci tutto con molta calma, visto che ancora ero un pochino esausta.
Finalmente avevo qualche giorno libero così mi gustai ogni attimo della colazione con molta tranquillità. Spalmavo il miele sulle fette ripensando a quello che avevo vissuto la sera prima. La mente mi faceva ripercorrere ogni singola sensazione, dolcezza e perversione che avevo vissuto durante la notte d’amore appena passata.
Sentivo ancora la bocca di Nike sulla mia, le sue splendide labbra sui miei paffuti capezzoli gonfi, la sua lingua sulla mia vagina che leccava avidamente le mie gonfie piccole/grandi labbra.
L’ avevo servita qualche settimana fa nel mio negozio di lingerie, situato in un piccolo centro commerciale della mia città natale.
Entrò una mattina di maggio con un’amica biondina (molto molto carina) e mi chiesero informazioni su alcune linee della nuove collezione primavera/estate che erano in vetrina. Avevano adocchiato soprattutto alcuni modelli composti da dei reggiseni, non imbottiti, in pizzo e da dei striminziti perizoma abbinati, di color giallo tenue e verde marino. Combinazione volle che li conoscessi molto bene perché fin dalla loro comparsa nei miei scaffali erano piaciuti tanto anche a me e uno di questi lo indossavo sotto la camicetta bianca (molto velata) e sotto la mini che avevo addosso quel giorno. Mi piaceva molto essere ammirata, non ero male: 1.65, con un seno poco generoso (una seconda) ma con dei capezzoli che, come qualcuno ama dire, erano molto puffy e che facevano impazzire non pochi ammiratori e ammiratrici. Ho un culetto niente male, molto tonico per la mia età (erano già 40) ed una carnagione leggermente ambrata da quel poco sole preso fino ad allora. Appena quei completini erano arrivati in negozio li avevo subito provati e, visto come mi stavano molto bene, decisi che dovevano essere assolutamente parte della mia collezione privata.
Feci notare loro che la qualità del prodotto era veramente ottima, il pizzo non dava assolutamente fastidio e non induceva quel prurito proprio di molti tessuti scadenti. E per garantire loro la veridicità delle mie parole le feci notare che sotto ne indossavo uno bianco perla, dello stesso modello. Mostrai senza pudore il reggiseno, slacciando leggermente la camicetta che lo copriva, facendo notare la trasparenza del tessuto e la mancanza di ferretti.
Si convinsero entrambe, ne presero uno a testa e si recarono nei camerini per provarli, poco distanti da dove ci trovavamo.
Erano le 9 della mattina, di gente non ne girava ancora molta, quindi mi dedicai completamente e con un immenso piacere a loro. Dopo pochi minuti mi chiamò Erika, l’amica della mia futura compagna di giochi, e mi chiese se secondo lei le stesse bene quel completino giallo tenue. Le dissi che vestiva a pennello quel suo fisico quasi perfetto (una terza misura e un fondoschiena tondo al punto giusto, il tutto colorato da un’abbronzatura che si capiva essere integrale). Mi ringraziò dell’apprezzamento e rientrò nel camerino. A distanza di pochi secondi uscì lei, Nike, colei che fin da subito mi aveva fatto battere il cuore e bagnare leggermente lo stringato perizoma che ricopriva appena la mia passerina.
Era bellissima, alta più o meno 1,70 cm, carnagione color latte, qualche lentiggine di un arancione chiaro qui e la, capelli rossi di un riccio appena accennato.
Si era provata il completino color verde marino, era favoloso su quel corpo delicato e privo di difetti. Aveva re-infilato le scarpe ai suoi piedini delicati, con un tacco 10 che la faceva più alta di quello che in realtà era e che slanciava quel suo splendido corpo che sembrava fatto apposta per sfilare in lingerie.
Si girò e rigirò davanti a me e allo specchio più volte, sistemandosi leggermente e più volte, molto sensualmente, il perizoma, con l'intento di provocare in me eccitazione. e ci stava riuscendo benissimo. Aveva notato fin dal primo istante come la fissavo appena aveva varcato l'uscio del negozio. Nel frattempo Erika si era rivestita ed era uscita dal camerino e si accorse di come Nike mi stesse stuzzicando. Le sorrise e strizzò l'occhio. Non potei non notare come la guardava con eccitazione ogni volta che si sistemava il perizoma, lasciando intravedere un Monte di Venere completamente rasato e due splendide labbra gonfia ben strizzate dentro quel misero slippino.
Ovviamente entrambe le facemmo notare che quel completino e quel colore erano perfetti per le sue curve e annuendo rientrò nel camerino per rivestirsi. Non chiuse del tutto la tenda così entrambe potemmo ammirare il suo candido corpo color latte in tutto il suo splendore. Ovviamente se ne accorse, era tutto voluto, e sorridendo maliziosamente chiuse completamente la tenda, riprendendo a vestirsi.
Chiaccherai con Erika, nell'attesa, e parlammo di come fossero sempre molto attente all’intimo ed hai vestiti che indossavano quando uscivano insieme. Mi fece capire che tra di loro c’era più di una semplice amicizia e il tutto venne confermato dal leggero bacio sulla bocca che si scambiarono un'attimo dopo. Impacchettai i due completini appena provati dalle ragazze e li consegnai loro, molto lentamente, sfiorando le loro, mani così da avere un contatto leggermente sensuale con loro.
Ovviamente praticai un bello sconto per ringraziarle della splendida sfilata a cui mi avevano concesso di partecipare. Felici mi chiesero se volessi pranzare con loro, quel pomeriggio, visto che sarebbero tornate a ritirare dei capi in un negozio dello stesso Centro Commerciale.
Non me lo feci ripetere due volte e ci accordammo per l’orario e per il luogo. Da quel giorno diventammo buone amiche, non avevo una compagna fissa in quel periodo, quindi potevo vedermi con loro molto spesso. Ne nacque una bella amicizia che però, per me, nei confronti di Nike, era chiaramente qualcosa di più.
Una sera ci eravamo date tutte e tre appuntamento da me per un aperitivo, ma con non mio poco stupore, si presentò solo Nike. Piangeva, aveva litigato con Erika e si erano lasciate in male. Non posso dire che il tutto, in quel preciso istante, mi dispiacesse, ma cercai comunque di consolarla e le dissi che più tardi avrei parlato con Erika per vedere se potevo aiutarle a riappacificarsi. Mi ringraziò e mi abbracciò dolcemente stringendosi forte a me e facendomi sentire, forse involontariamente, la consistenza del suo splendido seno. La feci accomodare e appena si riprese le offrii un aperitivo (molto alcolico) che avevo preparato in precedenza, per l'occasione. Ne bevemmo un paio a testa, accompagnati da alcuni quadretti di pizza calda che avevo acquistato tornando dal negozio, mezz’ora prima.
Iniziammo a perdere un po’ dei nostri freni inibitori e spesso ci facevamo apprezzamenti reciproci sui nostri corpi e sulle nostre curve, senza disdegnare di ricordare come anche il corpo di Erika fosse appetitoso e stimolante. Ad un tratto Nike si chinò a raccogliere la carta trasparente della pizza che le era caduta di mano e, lanciandomi uno sguardo malizioso, mi fece notare che indossava il perizoma acquistato da me pochi giorni prima. Le si era infilato nella piega della vagina e lasciava intravedere due splendide labbra rosa acceso, strette e gonfie proprio come piacciono a me. Le feci notare che anch’io non ero da meno e mi alzai la gonna, ridendo come una pazza, in balia dei fumi dell’alcool, e le mostrai il mio splendido cameltoe.
Iniziò a ridere anche lei come una matta e in un batter d’occhio restammo solo con l’intimo addosso ad ammirare i nostri corpi. Bevemmo altri due cocktail a testa, in pochi minuti, e quasi senza rendercene conto ci ritrovammo abbracciate e con le labbra così vicine da sfiorarsi delicatamente.
Non resistetti un’ attimo di più e senza indugiare nemmeno un secondo decisi di appiccicarmi a quelle splendide labbra carnose, colorate di un rosso acceso, aspettando che però fosse fosse lei a contraccambiare la mia passione iniziando ad esplorare la mia bocca con la sua lingua. Non spettai molto e, appena si riprese dal leggero stupore, assaporai la sua saliva sulla mia lingua e iniziammo a limonare intensamente. Fu un bacio lunghissimo, fantastico, dolce e sensuale come raramente mi era successo con altre donne o ragazze.
Successivamente mi confidò che era da tanto che voleva farlo e che lo aveva confidato ad Erika. Mi disse che anche lei desiderava la stessa cosa e proprio per questo litigarono prima di venire da me. restai impassibile, ero già molto eccitata, la baciai sul collo e le morsi delicatamente i lobi dell’orecchio, lo sapevo fare molto bene, a detta delle mie ex.
Ci sdraiammo sul grande e morbido divano che primeggiava nel grande soggiorno del mio appartamento e continuammo a scambiarci effusioni sempre più audaci e intime per parecchi istanti. Presi poi la sua mano destar e la tirai in camera da letto dove la feci sdraiare sul grande lettone che da sempre ospitava le mie compagne di gioco.
Le accarezzai i capelli, dolcemente, e ripresi a baciarla sulle labbra, insinuando la mia lingua nella sua bocca e cercando avidamente la sua lingua. Poi baciai sensualmente il suo collo e scesi lentamente, con la lingua, a cercare i suoi seni. In un attimo ci sfilammo entrambe la lingerie oramai ben impregnata di sudore e di liquidi vaginali, poi la ristesi sul letto e la mia lingua iniziò a roteare sulle sue areole e sui suoi splendidi e duri capezzoli che primeggiavano su quei due splendidi seni. Iniziai a mordicchiarle i capezzoli, facendola sussultare in più occasioni. Ansimava sempre più velocemente come se stesse per avere un imminente orgasmo. Tornai allora verso la sua bocca e ripresi a cercare avidamente la sua lingua e la sua calda e dolcissima saliva.
Nel frattempo la mia mano aveva iniziato a cercare il suo Monte di Venere e le mie dita iniziarono a scostare quel mini perizoma alla ricerca di quelle labbra rientranti, lisce e ben rasate, che avevo avuto modo di ammirare in precedenza. Le sfiorai il clitoride, lo avevo dovuto cercare, perché ben nascosto tra quelle delicate labbra, ma quando lo trovai ed iniziai a stuzzicarlo lei lanciò un gridolino di piacere e scoppiò in uno intenso quanto inaspettato orgasmo precoce. Mi sentii in paradiso e glielo sussurrai all’orecchio, mordicchiandole ancora una volta il lobo. Di colpo Nike mi afferrò i polsi e mi rigirò con forza sul letto, si adagiò sopra di me come presa da un impeto irrefrenabile, che mi provocò un lieve ma piacevole dolore. Poi si scaraventò sulle mie labbra e iniziò a mordicchiarle, a tirarle con impeto e ad usare la lingua sempre più velocemente, finche non schiusi la bocca e la lascia entrare.
Era eccitatissima e piena di energia, nonostante avesse appena avuto un intenso orgasmo.
Iniziò a massaggiare i miei seni e a stuzzicare i miei puffy nipples, li succhiò come se fosse un bambino che cerca intensamente di estrarre il latte materno per dissetarsi. Erano ormai sensibilissimi e gonfi e lei, sentendolo, continuò incessantemente a succhiarli, a leccarli e a mordicchiarli, alternando quello di destra con quello di sinistra, e viceversa, vorticosamente.
Contemporaneamente scese con la mano verso la mia vagina sempre più in fiamme e già gocciolante di densi e profumatissimi umori ed iniziò uno splendido massaggio vaginale. Giocava con le mie labbra senza lasciarmi un attimo di tregua, come se volesse farmi arrivare immediatamente all’orgasmo.
Sorpresa da quanto "grohl" ci fosse nella mia intimità, inserì leggermente due dita e raccolse un po’ di quegli umori. Si portò le dita alla bocca, le leccò con ingordigia, e poi mi baciò appassionatamente continuando, con due dita, un dentro fuori velocissimo nella mia passerina.
In pochi minuti raggiunsi un fantastico orgasmo, lo sognavo e lo avevo immaginato così fin dal primo giorno che l’avevo conosciuta. Eravamo appagate ma non ancora soddisfatte, ce lo dicemmo senza remora alcuna, sussurrandocelo all’orecchio.
Ci accoccolammo dolcemente sul letto, scambiandoci affettuosi baci e calde effusioni, come due ragazzine alle prime armi e alla prima esperienza con una donna. Dopo pochi minuti le dissi che volevo di più, che desideravo ancora il suo sesso e che volevo farle provare un piacere ancora più intenso. Mi alzai, presi un foulard dal comodino alla sua destra e la bendai. Lei sussultò, come per farmi capire che stava apprezzando il tutto, e mi invitò a continuare. Mi alzai e mi recai in cucina dove presi dal bancone un piccolo barattolo di miele già iniziato. Tornai da lei e senza dirle nulla di quello che stesse per accadere, avvicinai le mie labbra alle sue, la baciai e poi iniziai a leccarla ovunque. Poi, lentamente, tolsi il coperchio del vasetto del miele, avendo cura che non lo sentisse, infilai delicatamente due dita nel contenitore, raccolsi un po’ di miele e iniziai dolcemente a spalmarlo sulla sua fessurina rosa e pulsante. Si mordicchiò le labbra, iniziò a percepire quello che stavo per fare, così mi avvicinai con la bocca a quella delizia già fremente e gocciolante di piacere. Leccai avidamente le sue labbra gonfie, le succhiai, le baciai senza un attimo di riposo, le mordicchiai intensamente. Poi aprii con forza le sue gambe, aprii le mie e appoggiai delicatamente la mia fighetta alla sua iniziando un frenetico massaggio vaginale.
Le labbra si cercavano in modo osceno, sembrava fossero un tutt’uno con il corpo dell’altra. Dopo almeno dieci minuti di intenso sfregamento scoppiammo insieme in uno squirting bellissimo, con caldi fiotti di pipì che inondavano la vagina di una e dell’altra. Qualche schizzo giunse fino alle nostre labbra. Leccammo avidamente per dissetarci.
Fu bellissimo, indimenticabile, fantastico.
Cademmo esauste sulle lenzuola umide e impregnate della nostra pipì e dei nostri umori, ci baciammo appassionatamente, appagate e felici come due ragazzine che sapevano di aver fatto qualcosa di proibito.
Proprio nel momento in cui ci accingevamo a donarci nuove coccole e bacetti suonò il campanello. Lasciammo suonare senza preoccuparcene. Suonò nuovamente. Due, tre quattro volte. Decisi allora di alzarmi per vedere chi fosse, pensando ci fosse qualche emergenza in famiglia, la luce della stanza era accesa soffusamente e dava sull’entrata, quindi era chiaro che fossi in casa. Indossai la vestaglia sexy sempre e pronta all'uso appesa dietro la porta della camera e mi recai alla porta d’entrata. Lei mi fissava e ammirava il moto ondulatorio del mio culetto mentre mi dirigevo verso la porta, situata proprio davanti alla porta della stanza da letto.
Guardai il display del citofono e vidi, non senza un po’ di sorpresa, chi fosse colei che, davanti al portone del mio palazzo, continuava a suonare il campanello.
Era Erika. Sul mio viso apparve un leggero sorriso e mi girai a guardare il viso curioso di Nike, le fissai quegli splendidi occhi azzurri per pochi secondi. Premetti sul tasto del citofono. Sentii il portone aprirsi e attesi il l'arrivo della ragazza della mia partner sessuale. Qualcosa tra le mie gambe iniziò a fremere. Mi passai la lingua sulle labbra, slacciai leggermente la cintura della vestaglia, lasciando intravedere il seno. E attesi......
scritto il
2023-08-10
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