Tra le vigne

di
genere
etero

È sempre così..
passato ferragosto le giornate sembrano accorciarsi, più fresche, le notti più profonde ma soprattutto i turisti tornano da dove sono venuti coi loro bagagli di emozioni, storie e avventure che racconteranno nelle sere invernali quando nei loro appartamenti cittadini avranno bisogno di questi ricordi,un po' arricchiti di fantasia, per potersi scaldare ..
Io resto.
Da anni non torno in Brianza.
Resto qui a guardare la spiaggia, i locali andare in letargo..
Amo settembre, quando l'uva è carica per essere raccolta, i trattori indaffarati corrono lasciando una dolce scia sull'asfalto grigio, le campagne diventano stadi per concerti di liriche paesane.
Ma adesso non è ancora giunto settembre.. siamo in quel momento di transizione..dove tutto è sospeso tra turismo e viticultura.
Dove è tutto fermo.
Passeggio assaporando questo momento.
Persa nei miei pensieri.
Una mano fuori dal finestrino mi saluta.
Non la riconosco
Passa, ed io non ho risposto.
Il cuore in gola.
Le gambe non mi reggo.
Che il mio cuore ti abbia riconosciuto prima dei miei occhi?
Immagini di noi mi investono demolendo il muro che avevo eretto.
Scuoto la testa, fisso il sole cercando un briciolo di dolore che possa distrarmi.
Altri metri sotto i miei piedi, altre vigne intorno a me.
Mi riprendo.
Un'auto rallenta alle mie spalle.
Non mi volto.
Mi stringo sul ciglio della strada per agevolare il passaggio.
Accosta.
Si ferma.
"Ciao"
Non esce una parola dalla mia bocca.
"Come stai?"
Nulla.
"Non mi hai più risposto..sei venuta a vivere qui ma in realtà te ne sei andata.."
I miei occhi si gonfiano
Respiro
Ti mordi le labbra e insisti
"Sai, capita che ripenso alle nostre notti..ai nostri giochi.. non ti mancano mai?"
Annuisco deglutendo.
Spegni l'auto.
La portiera si apre.
Se mi tocchi so che ricomincerà tutto..
Non so se voglio.
Ho perso tutto per te, adesso mi sono rifatta una vita, una famiglia, non posso..
ma sei tu..
Le tue braccia intorno a me demoliscono ogni residuo di muraglia, sono di nuovo tua..e tu lo sai già.
Perché hai aspettato tanto anni per tornare?
Perché aspettare che mi sia ripresa per distruggermi di nuovo?
Sdraiata sotto la vigna a gambe divaricate, nuda come mi hai sempre voluta, sento le tue mani scorrere intorno al mio collo, stringere un po', quel poco per farmi aumentare i battiti,per rendere leggermente difficile il respiro.
Scorri giù, sul mio seno, lo accarezzi..
ricordi quando lo succhiavi avidamente?
Quanti lividi mi lasciavi dopo i tuoi sadici riti?
Dicevi che aiutavano a rendere indelebile il ricordo...e tu oggi rimembri?
Scendi più giù
Il mio pube ti riconosce, riconosce le mani che più volte mi hanno penetrata con violenza, con passione, devastandomi di piacere e dolore intenso.
Ancora più giù
Un dito scivola sul mio ano, fin ora solo tuo.

Sulla soglia dell'inferno bramo la tua prossima mossa.


PS. Avevo detto che se introducevo racconti di fantasia l'avrei scritto.. mantengo la promessa.
Fino al saluto è realtà di questi giorni.
È tornato anche indietro con l'auto ma non si è fermato,ha solo sorriso.
Il resto l'ho immaginato, o forse sognato.. forse desiderato..


scritto il
2023-08-16
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