Il regalo di nozze (parte 8)

di
genere
sadomaso

Il marito le mise un piede sul collo per spingerle a terra la testa.
La osservò a lungo e sentì salire altro piacere che si fermava al cazzo, piacere nuovo che spingeva e si sommava al piacere già esistente spingendo in fuori ed ingrossando il membro maschile.
Anna era giovane, bella e nuda.
Edith aveva la schiena ancora aderente allo schienale della poltrona.
Usava la testa di Anna come poggiapiedi.
La vestaglia si era spostata e lasciava scoperte le lunghe gambe che la schiava non poteva vedere.
Diego si era seduto sulla schiena della ex compagna tenendo ancora in mano il guinzaglio. Si sporse in avanti per arrivare a baciare la sua amata.
Edith sentiva sempre più forte l’eccitazione sia per la situazione attuale sia per la prospettiva di vita futura con una schiava a disposizione.
Lasciando il piede sul capo, mise l’alluce dell'altra estremità davanti alla bocca, che venne subito aperta per accogliere il dito, avvolgerlo con le labbra e accarezzarlo con la lingua, morbidamente.
La Padrona si sentì ancor più bagnata tra le gambe quando Diego prese ad accarezzarle la gamba il cui piede era sulla testa della sua ex.
Tolse l’alluce e, ad una ad una, mise in bocca alla schiava tutte le dita.
Prima un piede, poi l’altro.
“Voglio che tutta la nostra biancheria intima sia lavata a mano ed in acqua fredda, sempre, estate ed inverno”.
Anche il marito le diede ordini.
“Se vedi tracce del mio sperma sulle sue mutandine voglio che le lecchi prima di lavarle”.
Edith si sfilò le mutandine e le infilò in bocca alla schiava.
La faceva impazzire il pensiero che avesse in bocca il suo sapore mischiato al piacere lasciato da suo marito.
Diego era ancora seduto cavalcioni sulla schiena della ex ed accarezzava la gamba della sua amata.
La schiava, per consentire al marito di stare comodo, cercò istintivamente di rendere piatta la schiena.
Fu un gesto automatico, inculcato alla scuola di addestramento dove avevano speso ore a far capire agli schiavi che la cosa per loro più importante era il piacere e la comodità dei Padroni.
Solo dopo avere compiuto l’atto, Anna si rese conto dell’automatismo che, in sé, implicava il riconoscimento della sua posizione.
Aveva le natiche sui talloni ed appoggiò il busto sugli avambracci, come fosse una sfinge ma con la testa bassa.
Diego amava le gambe di Edith, lunghe, eleganti. Assieme alle sue natiche erano più che sufficienti per fargli provare il desiderio di lei.
La invitò a raggiungerlo e la donna, sensuale, andò a sedersi cavalcioni sull’amato, facendosi penetrare dal sesso duro di voglia per lei e di dominio della ex che doveva reggere il peso di due persone sulla schiena.
Si muoveva per sentirlo dentro, alzandosi ed abbassandosi. Quest’ultima operazione veniva ammortizzata dal corpo sul quale erano seduti e che soffriva per il loro piacere.
Era piacevole sentire il corpo sotto di loro che assorbiva la discesa della Padrona sul cazzo duro.
Solo un attimo ebbe un momento di difficoltà, quando Edith si lasciò cadere sul desiderio dell’amato un po’ troppo fortemente.
Uno schiaffo di Edith sottolineò il monito alla resistenza.
Si dimenticarono subito di lei e continuarono a scopare sulla sedia umana.
Ne avvertivano la difficoltà e la fatica ma questo non faceva che eccitarli maggiormente.
Edith si tese tutta all’indietro quando godette, trattenuta da Diego con le mani sulla schiena che attirò a sé per baciare e leccare i capezzoli.
L’orgasmo della donna lo eccitò moltissimo e si sentì esplodere dentro di lei, tenendola abbracciata forte di desiderio e voglia di esserle dentro.
Si fermarono com’erano, abbracciati ed uniti nel sesso.
Dalla figa di Edith cominciò ad uscire lo sperma di Diego che Anna sentì depositarsi sulla sua schiena, ancora caldo e viscoso.
Restarono abbracciati, Edith seduta ancora cavalcioni su Diego ed entrambi su Anna che faceva sempre più fatica. Il peso sulla cassa toracica le rendeva difficoltoso il respiro.
Seduti su lei si scambiarono baci d’affetto, finché Edith non si sedette sul divano e Diego accanto a lei.
“Vieni a pulirmi dallo sperma del tuo ex”.
I Padroni, seduti sul divano, si disinteressarono della schiava, accesero la televisione e si fecero leccare i piedi mentre tenevano gli altri appoggiati sulla spalla.
Mentre erano concentrati sulle news, distrattamente giravano il piede per farsi leccare a turno la parte laterale, appena alzato per farle capire di chinarsi e leccare sotto, sempre lentamente, con calma, qualcosa di rilassante. Pretesero che anche le caviglie venissero accarezzate dalla lingua.
Fecero durare il tutto almeno 40 minuti, pensando anche che loro si erano lavati e riposati e che la donna a terra aveva dovuto lavorare a casa senza risposarsi, immaginando la stanchezza e la tensione.
“Metti la testa a terra tra i miei piedi”.
Il comando di Edith non era duro.
Anna eseguì e la Padrona iniziò ad accarezzarle piano la testa e la schiena. Movimenti lenti e lunghi, rilassanti anche per chi li compie, non solo per chi li riceve. Erano le carezze che si danno ai cani.
Edith cominciò a vedere quella ai suoi piedi come il suo animaletto. Una schiava, certo, della quale servirsene senza scrupoli, ma anche un animaletto, dolce e docile. Sicuramente non la considerava come una persona.
“Vieni, voglio controllare come hai stirato”.
Edith si diresse verso il locale lavanderia seguita a 4 zampe dalla schiava.
Mentre la Padrona stava esaminando il lavoro con una severità che non avrebbe mai avuto se avesse stirato lei, Anna aveva la fronte a pochi centimetri dai suoi piedi.
La Padrona trovò una piega in una sua camicetta.
“Ti sembra stirata bene questa?”
Con un calcio sul fianco la invitò a guardare ciò che era difficile da individuare.
Abbassò la faccia alle caviglie.
“Se l’avessi messa per andare al lavoro che figura mi avresti fatto fare?”
La pelle della schiena tutta arrossata a strisce rosse raccontò a Diego della punizione inflitta per avere lavorato male, più monito per i prossimi lavori che vera punizione per quella misera riga nel capo d’abbigliamento.
Edith prese tutta la pigna di roba stirata e la gettò a terra.
“Il tuo ex ed io andiamo fuori a cena. Tu rifai tutto il lavoro”.
di
scritto il
2023-09-27
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