Diana, mamma ubbidiente. Casa e lavoro.
di
Billo
genere
dominazione
La domenica si concluse con i saluti e gli accordi tra le due Padrone per i passi successivi dell’addestramento di Diana: giochi, punizioni, foto, tutto sarebbe stato scambiato e condiviso fra Giulia, figlia di Diana, e Sabrina, la capo commessa del più grande dei 4 negozi di proprietà della stessa Diana.
Giulia aveva i suoi impegni: studio, ragazzi più o meno fissi, etc, Sabrina aveva lavoro, molto sport, e non si sapeva altro...Diana aveva una sottospecie di marito assente e coglione.
In casa le regole erano: Diana sempre nuda, faceva tutto ciò che era necessario per portare avanti la casa ( ovviamente con una colf 4 ore al giorno) e doveva essere sempre pronta ad ogni desiderio o ordine della figlia: mangiare, essere lavata e leccata, sculacciare e schiaffeggiare la mamma ubbidiente ogni volta che le andava.
La giornata tipo era: colazione a letto, leccata dei piedi ( Diana leccava piante dei piedi e dita a Giulia) leccata di culo e fica, poi Diana lavava la figlia, ad ogni errore ( spesso inventato “ad hoc” da Giulia) partiva un paio di schiaffi in faccia a Diana, poi ci si vestiva e iniziava la giornata di ognuna delle due.
Durante la giornata Giulia ogni tanto con messaggi chiedeva alla madre:” che stai facendo, puttanona? Dove sei? Manda foto subito!” Diana doveva eseguire immediatamente.
La sera al rientro a casa a qualsiasi ora Diana doveva aspettare nuda il ritorno della Padrona “di casa” per leccarle i piedi, a volte dopo averglieli lavati, altre volte sporchi e sudati, e Giulia a sua volta giocava con i capezzoli bellissimi e ipersensibili di Diana, e la picchiava dappertutto, ultimamente molto sui piedi e sotto le piante dei piedi.
In negozio la giornata era: arrivo di Diana, sempre senza mutandine, caffè con Sabrina nello stanzino riservato, Diana preparava due caffè, Sabrina glielo addolciva sputandoci dentro, poi un secondo sputo “al gusto di caffè “ in bocca e poi in ginocchio a leccare i piedi, anche Sabrina aveva preso gusto a farsi leccare i piedi dalla schiava.
Dopo 10 minuti tornavano nel negozio e si lavorava, sguardi eloquenti, messaggi nascosti in cui Sabrina insultava Diana, e se arrivavano clienti interessanti Sabrina voleva che Diana facesse molto la troia, solo per poterla punire duramente appena chiuso il negozio. Diana sapeva che era tutto preordinato, faceva ancora di più la zoccola per gustarsi meglio le botte successive, sculacciate, cinghiate, schiaffi.
Godevano tantissimo, e dopo le mazzate Diana leccava tutto ciò che Sabrina le ordinava, ingoiava, gemeva, dicendo:” si, ssiiii Padrona, mena, sputa, aaah ssiiii aaah, ancora, usa la tua serva, grazie Padrona!!”.
Giorni dopo, in accordo con Giulia, Sabrina ordinò alla serva di comprare tre falli di gomma di grandezze diverse, e cinque plug anali di grandezza crescente, Diana aveva bisogno di cazzo, di essere riempita davanti e dietro, ma cazzi o no, gli oggetti ordinati erano necessari all’addestramento della troia, così avevano stabilito le Padrone e così fu.
Un plug anale veniva inserito la mattina a casa da Giulia, subito prima di uscire, il primo fu il più piccolo, poi man mano sarebbero passate ai più grandi; i controlli erano fatti facendosi mandare foto e video, e all’arrivo in negozio un controllo lo faceva Sabrina, mettendo subito le mani tra le gambe della serva...
I cazzi di gomma li portava sempre Diana nella borsa, custoditi nel modo più discreto possibile, in casa ci giocavano con Giulia, che li ficcava nella fregna e nel culo della mamma ubbidiente, poi glieli faceva succhiare, poi ancora in culo e in fregna fino ad arrivare all’orgasmo insieme.
In negozio Sabrina usava i falli dopo la chiusura del negozio, e sia Giulia che Sabrina facevano foto e video della zoccolona...
Diana adorava essere sottomessa e usata in quel modo, umiliata, ma le altre commesse del negozio avevano iniziato a capire e sospettare del rapporto sempre più stretto tra Diana e la collega ultima arrivata: per quanto discrete e accorte fossero le due porche,le altre tre ragazze erano sveglie e capivano bene le dinamiche di sguardi, messaggi, movimenti vari.
Diana era sempre arrapata come una cagna, e si vedeva...
Giulia aveva i suoi impegni: studio, ragazzi più o meno fissi, etc, Sabrina aveva lavoro, molto sport, e non si sapeva altro...Diana aveva una sottospecie di marito assente e coglione.
In casa le regole erano: Diana sempre nuda, faceva tutto ciò che era necessario per portare avanti la casa ( ovviamente con una colf 4 ore al giorno) e doveva essere sempre pronta ad ogni desiderio o ordine della figlia: mangiare, essere lavata e leccata, sculacciare e schiaffeggiare la mamma ubbidiente ogni volta che le andava.
La giornata tipo era: colazione a letto, leccata dei piedi ( Diana leccava piante dei piedi e dita a Giulia) leccata di culo e fica, poi Diana lavava la figlia, ad ogni errore ( spesso inventato “ad hoc” da Giulia) partiva un paio di schiaffi in faccia a Diana, poi ci si vestiva e iniziava la giornata di ognuna delle due.
Durante la giornata Giulia ogni tanto con messaggi chiedeva alla madre:” che stai facendo, puttanona? Dove sei? Manda foto subito!” Diana doveva eseguire immediatamente.
La sera al rientro a casa a qualsiasi ora Diana doveva aspettare nuda il ritorno della Padrona “di casa” per leccarle i piedi, a volte dopo averglieli lavati, altre volte sporchi e sudati, e Giulia a sua volta giocava con i capezzoli bellissimi e ipersensibili di Diana, e la picchiava dappertutto, ultimamente molto sui piedi e sotto le piante dei piedi.
In negozio la giornata era: arrivo di Diana, sempre senza mutandine, caffè con Sabrina nello stanzino riservato, Diana preparava due caffè, Sabrina glielo addolciva sputandoci dentro, poi un secondo sputo “al gusto di caffè “ in bocca e poi in ginocchio a leccare i piedi, anche Sabrina aveva preso gusto a farsi leccare i piedi dalla schiava.
Dopo 10 minuti tornavano nel negozio e si lavorava, sguardi eloquenti, messaggi nascosti in cui Sabrina insultava Diana, e se arrivavano clienti interessanti Sabrina voleva che Diana facesse molto la troia, solo per poterla punire duramente appena chiuso il negozio. Diana sapeva che era tutto preordinato, faceva ancora di più la zoccola per gustarsi meglio le botte successive, sculacciate, cinghiate, schiaffi.
Godevano tantissimo, e dopo le mazzate Diana leccava tutto ciò che Sabrina le ordinava, ingoiava, gemeva, dicendo:” si, ssiiii Padrona, mena, sputa, aaah ssiiii aaah, ancora, usa la tua serva, grazie Padrona!!”.
Giorni dopo, in accordo con Giulia, Sabrina ordinò alla serva di comprare tre falli di gomma di grandezze diverse, e cinque plug anali di grandezza crescente, Diana aveva bisogno di cazzo, di essere riempita davanti e dietro, ma cazzi o no, gli oggetti ordinati erano necessari all’addestramento della troia, così avevano stabilito le Padrone e così fu.
Un plug anale veniva inserito la mattina a casa da Giulia, subito prima di uscire, il primo fu il più piccolo, poi man mano sarebbero passate ai più grandi; i controlli erano fatti facendosi mandare foto e video, e all’arrivo in negozio un controllo lo faceva Sabrina, mettendo subito le mani tra le gambe della serva...
I cazzi di gomma li portava sempre Diana nella borsa, custoditi nel modo più discreto possibile, in casa ci giocavano con Giulia, che li ficcava nella fregna e nel culo della mamma ubbidiente, poi glieli faceva succhiare, poi ancora in culo e in fregna fino ad arrivare all’orgasmo insieme.
In negozio Sabrina usava i falli dopo la chiusura del negozio, e sia Giulia che Sabrina facevano foto e video della zoccolona...
Diana adorava essere sottomessa e usata in quel modo, umiliata, ma le altre commesse del negozio avevano iniziato a capire e sospettare del rapporto sempre più stretto tra Diana e la collega ultima arrivata: per quanto discrete e accorte fossero le due porche,le altre tre ragazze erano sveglie e capivano bene le dinamiche di sguardi, messaggi, movimenti vari.
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