Il negozio

di
genere
incesti

Erano gli anni settanta, ero giovanissimo, i miei avevano un negozio di merceria, con annesso vestiti e scarpe, era, allora, prima dei megacentri commerciali, il più rifornito della città, e dintorni.
Sono nato trà pizzi e merletti si diceva allora, i miei eranop una coppia come tante, mio padre, come scoprii più tardi, era omosessuale, sposò mia madre per far tacere le malelingue, allora non era come ora.
Si intuiva dai suoi movimenti, da come si poneva, credo che rapporti sessuali con mia madre siano stati pochissimi, e in uno di questi, fui concepito io, che col tempo, seguii le orme paterne, quasi senza accorgermene.
Mia madre, una donna comune, ne bella ne brutta, un pò sciatta, dedita al lavoro e alla famiglia, parlava poco, e meno che meno con mio padre.
Io passavo i pomeriggi dopo scuola nel negozio, e bighellonavo in giro, la domenica poi, era il teatro dei miei giochi visto che abitavamo sopra, e spesso quando venivano i miei cugini a trovarci, ci rintanavamo lì, era comodo, e spazioso.
Iniziai presto ad essere attratto dall'intimo femminile, iniziai con l'indossare mutandine da bimba, ero piccolo ancora, lo facevo di nascosto, specilamente alla domenica, mi rointanavo sotto, e indossavo anche abitini, crescendo, misi slip col pizzo da signorina, i primi reggiseni, e scoprii il nailon, allora si usavano molto i reggicalze, per le signore in.
Passavo domeniche intere a passeggiare per il negozio in intimo, e vestiti femminili, mettevo i primi tacchi non alti, e mi atteggiavo a ragazza per bene, avevo impulsi sessuali, ma poco riconusciuti dal mio piccolissimo pene, mi ricordo che per le prime seghe, usavo due dita, quanto fosse insignificante, non è che sia migliorato nel tempo, anzi, ora se non fosse per i testicoli, non sembrerei nemmeno un maschietto.
Iniziai però presto a infilarmi piccoli oggetti nel culetto, e provavo un forte piacere, che crebbe negli anni.
Poi una bella domenica, venne a trovarci un parente, che siportò un figlio, un lontano cugino, della mia stessa età, ma molto più sveglio di mè, e così andammo a giocare in negozio, trà le mille raccomandazioni di mamma, e lì, Luca, iniziò a parlare di sesso, di cazzi e di seghe, mi propose di spogliarci, io non volevo, ma lui insistette, e così, mi ritrovai in mtandine e aslla loro vista, Luca mi disse cge ero un frocetto, indossavo slip da ragazza, e appena vide il mio cazzetto si mise a ridere, e mi mostrò il suo, che per la giovae età che aveva era notevole.
Duro come un sasso, svettava trà le sue gambe, e sotto un paio di testicoli duri e gonfi, me lo fece toccare, era caldo e pulsava, mi stavo sciogliendo, dai fammi una sega mi disse, era la prima che facevo a un'altro maschio, mi inginocchiai, e iniziai a masturbarlo, lentamente, gli piaceva, mi incitava a proseguire, e poi mi schizzò il suo sperma sul viso, un pò mi entrò in bocca, l'assaggiai, era buona, e istintivamente ripulii il cazzo dallo sperma che colava, ma brava sai fare i pompini allora, scossi la testa, mai fatti.
Ritornò una settimana dopo e così, mi misi da signorina, e per prima cosa mi insegnò a farli un bel pompino con ingoio, era stupendo sentire in bocca un cazzo vero, duro.
Alternando le settimane ci frequentammo alcuni mesi, e un bel pomeriggio, mi prese per i fianchi, e mi inculò.
Fù strano, poco dolore, ero abituato a vari oggetti, ma la sensazione che provai ad essere scopato, fù idilliaca, non avrei mai smesso, quel pomeriggio mi scopò trè volte, ero finalmente donna.
Nei mesi successivi, continuavo a indossare solitaria di tutto, e poi un giorno, trovai in camera mia un paio di slip che avevo usato il giorno prima, e stranamente avevo anche sborrato, con un foglio accanto, era di mia madre, lo lessi: se devi usare intimo del negozio, sei pregata, di riporli almeno puliti, non è la prima volta che porgo cose usate da tè alle clienti, e le gonne e le camicette, riponile ben piegate signorina, mi aveva scopaerta, e mi riteneva una ragazzina, ps, se vuoi usare le collant o altro, usa le mie, non disfare le confezioni.
Non sapevo come affrontarla, fù lei un sabato a parlarmene, senti, io capisco che sei attratta dall'intimofemminile, sei come tuo padre, non ti ostacolerò, anzi, sei ormai quasi della mia taglia, usa quello che vuoi del mio guardaroba, sei libera di travestirti anche in casa, ma se devi scopare, non lo fare con qiunque, Luca non sarà l'unico, lo sò, crescendo ti sarà difficile nasconderlo, ma per queste cose ne devi parlare con tuo padre, mi guardò negli occhi, e sorridendo mi disse, ti consiglio di andare a casa di tuo zio Carlo il lunedì mattino quando è chiuso il negozio, e finì lì.
Il lunedì seguente andai a casa dello zio, abitava non distante, e vidi però parcheggiata l'auto di papà, strano doveva andare a Milano per degli acquisti, salii le scale, e come sempre entrai senza suonare, ero di casa, la zia era al lavoro, entrai in sala ma era vuota, e sentii del vocisre provenire dalla camera da letto, mi incamminai, e le voci divennero più forti, e iniziai a sentire quanto dicevano, riconobbi la voce di papà, che diceva, si dai spingi più forte, fammelo sentire in gola il tuo cazzone, e lo zio, che diceva, sei la solita troia, non ti basta mai, checca frociona.
Entrai e vidi papà, riverso a pancia sopra, con le gambe larghe, indossava reggicalze calze e tacchi, era truccato, e aveva una parrucca copelli lunghi e neri, lo zio nudo gli stava sopra, e vedevo il suo cazzone violare il culo di papà, era tosto e lungo, papà nel momento del godimento, mentre lo zio gli scaricavo la sua sborra nell'intestino, si accorse di mè, ma non riuscì a fare nulla, stava godendo sia di cazzo che di culo.
Ansimante fece segno allo zio, che si voltò, e mi vide, sfilò il cazzo da papà, e lo rivolse verso di mè, dai frocetta, vieni a ripulire il cazzo dello zio, mi avvicinai, e come un'automa, lo presi in mano, e iniziai a leccarlo, e a ripulirlo, papà si mise al mio fianco, e miaccarezzò, ti ha mandato mamma vero?, annuii, bene ora sai che sono e cosa faccio, ripulito lo zio, mi fiondai sul cazzo di papà, non enorme, ma non male, e ripulii anche il suo.
Lo zio si alzò, e disse: lunedì prossimo, vieni anche tù pronta nipotina, che assaggerai un vero cazzo, ora fuori froci, che tra poco arriva la toia di mia moglie e la devo chiavare, io e papà andammo via, salii in auto con lui, e uscimmo dalla città, raggiungemmo un boschetto che conosceva lui, e scesi dall'auto, ci incamminammo al suo interno, e trovato un posto tranquillo, ci spogliammo, ne hai voglia tesoro? si papà, e da parecchio che non lo prendo, papà mi baciò in bocca, poi mi appoggiò a una pianta, mi allargò le gambe e mi succhiò per bene il culetto, poi me lo spinse dentro, chiusi gli occhi, e mi gustai un'inculata fantastica, la mia prima camporella.
A rientro, andammo in doccia insieme, e ci lavammo a vicenda, mentre ci baciavamo, mamma entrava euscoiva senza prestarci attenzione, e poi andammo in camera loro, scelsi dell'intimo di mamma e un vestitino, e andai in cucina, lei mi guardò, bene stai bene vestita così, poi entrò mio padre, lei lo guardò, era stupendo, in reggicalze e tacchi, ma brave, meglio così, da questa sera, io vado in camera tua, mi disse, e tù dormirai con lei, siete due puttane.
scritto il
2024-03-25
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