La Proibita Relazione al Campo Estivo - capitolo 1
di
Asiadu01
genere
etero
Capitolo 1
Era estate, avevo appena iniziato a lavorare nel campo estivo più grande della mia città. La prima settimana fu normale, per lo più imparammo come gestire i bambini e organizzammo le attività quotidiane. Tutto sembrava procedere senza intoppi, finché non incontrai Martha.
Martha era la direttrice dell'animazione, una donna colombiana di 45 anni, mediamente alta e in gran forma. I suoi lunghi capelli ricci castano scuro, adornati da svariate ciocche bionde, cadevano morbidi sulle spalle. Le sue labbra carnose erano sempre curve in un sorriso allegro e contagioso, mentre i suoi occhi castano chiaro riflettevano un'energia vitale e un'evidente gioia di vivere. Indossava sempre la divisa dell'animazione: una maglia bianca aderente e dei leggings neri che accentuavano la sua figura perfetta, con un fondoschiena invidiabile e un seno grande e sodo.
Dal primo giorno, Martha sembrò prestare particolare attenzione a me. All'inizio pensai fosse solo la sua natura amichevole e socievole, ma presto divenne chiaro che c'era qualcosa di più. Mi assegnava compiti speciali, elogiandomi di fronte agli altri animatori e riservandomi sempre un sorriso più caldo e un'occhiata più lunga.
Con il passare dei giorni, le sue provocazioni divennero sempre più evidenti. Mentre spiegava le attività del giorno, si avvicinava abbastanza da sentire il profumo dolce dei suoi capelli e il calore del suo corpo accanto al mio. Durante le riunioni, spesso mi sfiorava casualmente, lasciando la sua mano sulla mia spalla un attimo più a lungo del necessario.
Una sera, dopo una lunga giornata di lavoro, mi chiamò nel suo ufficio per discutere i piani per la settimana successiva. Indossava la sua solita divisa, ma la maglia sembrava più aderente del solito, mettendo in risalto ogni curva. Mi sedetti di fronte a lei, cercando di mantenere la calma mentre il mio cuore batteva forte.
"Ale, hai fatto un lavoro eccellente oggi," disse, avvicinandosi e appoggiando una mano sulla mia spalla. "Sai, non è da tutti avere il tuo talento. Mi chiedevo se ti andrebbe di restare un po' dopo cena per aiutarmi con alcuni preparativi speciali. Naturalmente, sarà un lavoro che solo tu puoi fare."
Il tono della sua voce si abbassò leggermente, aggiungendo un tocco di intimità alla richiesta. Sentii il calore del suo tocco attraverso la maglia e l'intensità del suo sguardo fece crescere un nodo di tensione nel mio stomaco. Sapevo che accettare significava entrare in un gioco pericoloso, ma l'attrazione che provavo per lei era troppo forte per resistere.
Finì per accettare consapevole dei rischi, lei mi guardò soddisfatta e subito dopo mi disse; “prima di iniziare aiutami a togliere questi scomodi stivali”. Mi inginocchiai di fronte a lei e l'aiutai senza fiatare. Sfilai il primo stivale e poi delicatamente anche il secondo. Lei poggiò il suo piede nudo sul mio petto e, all'improvviso, mi spinse a terra. Sentii il pavimento freddo contro la schiena, il mio cuore che batteva forte per l'inaspettata situazione.
Mentre ero steso lì, con il piede di Martha ancora sul mio petto, sentii il calore del suo corpo e la sua autorità su di me. La mia timidezza e l'inesperienza si scontravano con l'attrazione e il desiderio che sentivo. Non sapevo come rispondere ai suoi gesti e alle sue provocazioni, ma una parte di me voleva lasciarsi andare e scoprire dove ci avrebbe portato quella relazione.
Martha si chinò su di me, i suoi occhi castano chiaro brillavano di una luce intensa e maliziosa. "Sai, Ale," sussurrò, "ci sono modi migliori per passare una serata come questa. Modi che ti insegnerò, se lo desideri."
Ero intrappolato tra il desiderio ardente e la consapevolezza dei rischi. Il suo piede ancora poggiato sul mio petto sembrava simbolizzare la presa che aveva su di me, una presa che non ero sicuro di voler allentare.
Martha sorrise, soddisfatta della mia risposta. Mi aiutò ad alzarmi e, con un gesto delicato ma deciso, mi portò verso il divano del suo ufficio. Mi sedetti, ancora incerto su cosa aspettarmi, mentre lei si avvicinava lentamente, ogni movimento studiato per sedurmi e provocarmi.
Si sfilò delicatamente quella divisa attillata e, come avevo già notato, non indossava niente sotto la maglietta. Il suo seno meraviglioso apparve davanti ai miei occhi, la sua pelle morbida e calda. Si mise a cavalcioni su di me e iniziò a baciare ogni centimetro del mio collo, il suo respiro caldo che mi faceva rabbrividire. Poi, con foga, mi tolse la maglietta, rivelando il mio petto nudo.
Iniziò a guidare le mie mani timide verso il suo seno e io iniziai a stringerlo con forza, da lei partì un gemito davvero eccitante.
Continuai ad accarezzare quel seno meraviglioso e nel mentre lei iniziò a baciarmi, sentivo la sua lingua nella mia bocca e la cosa mi eccitava. Lei lo notò e fece scivolare la sua calda mano dal mio petto all’inguine. Iniziò ad accarezzarlo da sopra i pantaloni e io iniziai a godere e senza rendermene conto iniziai a supplicarla di andare oltre.
Lei fece un sorrisetto, si alzò dal divano e si poggiò sulla scrivania dell’ufficio. Mi alzai per raggiungerla e lei mi fermò e disse; “non hai il permesso di alzarti, mettiti a quattro zampe e vieni da me come un cane”. Era tutto così assurdo ma allo stesso tempo eccitante, feci come diceva e arrivai a quattro zampe sotto di lei. Iniziò ad accarezzare il mio viso con i piedi e poi mi disse; “fammi vedere se te lo meriti, lecca questo piede”. Iniziai a farlo e a lei sembrava davvero piacere e dopo poco mi disse che potevamo andare avanti, ma, d’improvviso il suo telefono squilla.
Rispose subito e uscì fuori a parlare. Quando rientrò mi disse che doveva scappare, ma prima di andare si avvicinò a me, mi mise la lingua in bocca e subito dopo mi disse; “continueremo quello che stavamo facendo un’altra volta”.
Detto questo andammo via e io tornai a casa con la testa che mi girava, non capivo nulla sapevo solo che ero eccitato da morire e non vedevo l’ora di vedere come si sarebbe evoluta questa cosa e allo stesso tempo temevo le possibili conseguenze.
Era estate, avevo appena iniziato a lavorare nel campo estivo più grande della mia città. La prima settimana fu normale, per lo più imparammo come gestire i bambini e organizzammo le attività quotidiane. Tutto sembrava procedere senza intoppi, finché non incontrai Martha.
Martha era la direttrice dell'animazione, una donna colombiana di 45 anni, mediamente alta e in gran forma. I suoi lunghi capelli ricci castano scuro, adornati da svariate ciocche bionde, cadevano morbidi sulle spalle. Le sue labbra carnose erano sempre curve in un sorriso allegro e contagioso, mentre i suoi occhi castano chiaro riflettevano un'energia vitale e un'evidente gioia di vivere. Indossava sempre la divisa dell'animazione: una maglia bianca aderente e dei leggings neri che accentuavano la sua figura perfetta, con un fondoschiena invidiabile e un seno grande e sodo.
Dal primo giorno, Martha sembrò prestare particolare attenzione a me. All'inizio pensai fosse solo la sua natura amichevole e socievole, ma presto divenne chiaro che c'era qualcosa di più. Mi assegnava compiti speciali, elogiandomi di fronte agli altri animatori e riservandomi sempre un sorriso più caldo e un'occhiata più lunga.
Con il passare dei giorni, le sue provocazioni divennero sempre più evidenti. Mentre spiegava le attività del giorno, si avvicinava abbastanza da sentire il profumo dolce dei suoi capelli e il calore del suo corpo accanto al mio. Durante le riunioni, spesso mi sfiorava casualmente, lasciando la sua mano sulla mia spalla un attimo più a lungo del necessario.
Una sera, dopo una lunga giornata di lavoro, mi chiamò nel suo ufficio per discutere i piani per la settimana successiva. Indossava la sua solita divisa, ma la maglia sembrava più aderente del solito, mettendo in risalto ogni curva. Mi sedetti di fronte a lei, cercando di mantenere la calma mentre il mio cuore batteva forte.
"Ale, hai fatto un lavoro eccellente oggi," disse, avvicinandosi e appoggiando una mano sulla mia spalla. "Sai, non è da tutti avere il tuo talento. Mi chiedevo se ti andrebbe di restare un po' dopo cena per aiutarmi con alcuni preparativi speciali. Naturalmente, sarà un lavoro che solo tu puoi fare."
Il tono della sua voce si abbassò leggermente, aggiungendo un tocco di intimità alla richiesta. Sentii il calore del suo tocco attraverso la maglia e l'intensità del suo sguardo fece crescere un nodo di tensione nel mio stomaco. Sapevo che accettare significava entrare in un gioco pericoloso, ma l'attrazione che provavo per lei era troppo forte per resistere.
Finì per accettare consapevole dei rischi, lei mi guardò soddisfatta e subito dopo mi disse; “prima di iniziare aiutami a togliere questi scomodi stivali”. Mi inginocchiai di fronte a lei e l'aiutai senza fiatare. Sfilai il primo stivale e poi delicatamente anche il secondo. Lei poggiò il suo piede nudo sul mio petto e, all'improvviso, mi spinse a terra. Sentii il pavimento freddo contro la schiena, il mio cuore che batteva forte per l'inaspettata situazione.
Mentre ero steso lì, con il piede di Martha ancora sul mio petto, sentii il calore del suo corpo e la sua autorità su di me. La mia timidezza e l'inesperienza si scontravano con l'attrazione e il desiderio che sentivo. Non sapevo come rispondere ai suoi gesti e alle sue provocazioni, ma una parte di me voleva lasciarsi andare e scoprire dove ci avrebbe portato quella relazione.
Martha si chinò su di me, i suoi occhi castano chiaro brillavano di una luce intensa e maliziosa. "Sai, Ale," sussurrò, "ci sono modi migliori per passare una serata come questa. Modi che ti insegnerò, se lo desideri."
Ero intrappolato tra il desiderio ardente e la consapevolezza dei rischi. Il suo piede ancora poggiato sul mio petto sembrava simbolizzare la presa che aveva su di me, una presa che non ero sicuro di voler allentare.
Martha sorrise, soddisfatta della mia risposta. Mi aiutò ad alzarmi e, con un gesto delicato ma deciso, mi portò verso il divano del suo ufficio. Mi sedetti, ancora incerto su cosa aspettarmi, mentre lei si avvicinava lentamente, ogni movimento studiato per sedurmi e provocarmi.
Si sfilò delicatamente quella divisa attillata e, come avevo già notato, non indossava niente sotto la maglietta. Il suo seno meraviglioso apparve davanti ai miei occhi, la sua pelle morbida e calda. Si mise a cavalcioni su di me e iniziò a baciare ogni centimetro del mio collo, il suo respiro caldo che mi faceva rabbrividire. Poi, con foga, mi tolse la maglietta, rivelando il mio petto nudo.
Iniziò a guidare le mie mani timide verso il suo seno e io iniziai a stringerlo con forza, da lei partì un gemito davvero eccitante.
Continuai ad accarezzare quel seno meraviglioso e nel mentre lei iniziò a baciarmi, sentivo la sua lingua nella mia bocca e la cosa mi eccitava. Lei lo notò e fece scivolare la sua calda mano dal mio petto all’inguine. Iniziò ad accarezzarlo da sopra i pantaloni e io iniziai a godere e senza rendermene conto iniziai a supplicarla di andare oltre.
Lei fece un sorrisetto, si alzò dal divano e si poggiò sulla scrivania dell’ufficio. Mi alzai per raggiungerla e lei mi fermò e disse; “non hai il permesso di alzarti, mettiti a quattro zampe e vieni da me come un cane”. Era tutto così assurdo ma allo stesso tempo eccitante, feci come diceva e arrivai a quattro zampe sotto di lei. Iniziò ad accarezzare il mio viso con i piedi e poi mi disse; “fammi vedere se te lo meriti, lecca questo piede”. Iniziai a farlo e a lei sembrava davvero piacere e dopo poco mi disse che potevamo andare avanti, ma, d’improvviso il suo telefono squilla.
Rispose subito e uscì fuori a parlare. Quando rientrò mi disse che doveva scappare, ma prima di andare si avvicinò a me, mi mise la lingua in bocca e subito dopo mi disse; “continueremo quello che stavamo facendo un’altra volta”.
Detto questo andammo via e io tornai a casa con la testa che mi girava, non capivo nulla sapevo solo che ero eccitato da morire e non vedevo l’ora di vedere come si sarebbe evoluta questa cosa e allo stesso tempo temevo le possibili conseguenze.
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