Castrato per amore

di
genere
dominazione

«Ma è molto pericoloso?» chiedo impaurito. «Ma no, dai, lo faccio tutti i giorni! Cani, Gatti, Vitelli, figurati» – mi risponde Gennaro, il veterinario fidato di Giuseppe. «E… insomma, farà molto male?», «Bhe, con il sistema che voglio usare, un po’ sì, devo essere sincero, poi c’è poca anestesia, non possiamo rischiare». «Ma come scusa?» insisto preoccupato «Non ci sono pericoli, questo è chiaro, ti deve preoccupare solo questo. Per il resto, devi capire, è anche un gioco, ci potremo pure divertire un po’ con te, immagino che lo comprenderai o no?» «Insomma, non molto» «Dai, ti sei convinto a farlo, hai fatto il passo più importante, perché rovinarci lo spettacolo? Un po’ di sofferenza ci vuole, drammatizza, eccita, stai al gioco no?!»

Il tavolo metallico su cui mi hanno posizionato per l’intervento non è molto grande e nemmeno molto comodo. Le mie gambe sono belle aperte, fissate ai lati con delle cinture, le mani sopra la testa. Un grosso pacco di ghiaccio secco giace sui miei genitali «così si addormentano un po’, senti meno» dice Gennaro, sogghignando con Giuseppe ed un loro amico che ha organizzato la cosa. «No, non gli mettere il telo sopra» ordina Giuseppe serio «lascialo tutto nudo ‘sto coglione! Così ci divertiamo di più»

Patrizia entra in questo momento, trafelata, si bacia con Giuseppe, il suo stallone. Lo sta facendo per lui, ma secondo me non le dispiace affatto. «Lui può stare a casa con te ma lo voglio castrato. L’ho già fatto con altre mogli, è andato tutto bene» le aveva detto «ci pensa un mio amico, è solo una formalità, e per lui è meglio così, fidati!»

Non so come sono riusciti a convincermi, ma ci sono riusciti. Si tratta di un’operazione illegale e l’amico di Giuseppe non ha trovato nessun medico disposto a farla. Allora si è rivolto a Gennaro, un veterinario salernitano, che castra abitualmente animali domestici come maiali, vitelli, ecc. ecc. «Che problemi hai, quello è meglio di un medico! Non rompere il cazzo, domani si parte per Salerno!» mi ha detto ieri sera, poi si è chiuso in camera da letto, la mia camera da letto, e si è scopato mia moglie.
«Ti ripeto, questo sistema fa un po’ male, ma non rischi nulla, non spaventarti. L’ho già fatto con altri, tranquillo» ricomincia il veterinario stufo delle mie domande «ti darò un po’ più di sedativo, va bene, ma senza esagerare. Un tempo si castrava così, anche i ragazzini lo sopportavano» «che sono tutte ste storie» urla all’improvviso il suo amico «mica stiamo qui a giocare, le palle te le tagliamo come cazzo ci pare!»

Quando Gennaro toglie il pacco di ghiaccio, i miei attributi già piuttosto piccoli per conto loro, si sono ridotti in misura infinitesimale. «Non sarà un grosso lavoro!» se la ride Giuseppe, stringendo mia moglie per i fianchi che sorride divertita indicando il mio pube, perfettamente depilato per l’operazione. «Scusate ragazzi, non è che vogliamo ripensarci?» provo a dire, ma Patrizia mi fulmina immediatamente. «Non fare il guastafeste come al tuo solito, con tutto quello che Giuseppe ha dovuto smuovere, sei un ingrato!»
«Non ci pensare bello» ulula Giuseppe «ora ti fai castrare e zitto!»
«Vi prego, fatemici riflettere ancora un po’»
«Procedi!» ordina Giuseppe «Sì, proceda dottore!» conferma mia moglie stringendosi a lui.
«Vedrai che è più a dirlo che a farlo, mostra di che pasta sei fatto!» ora ride il veterinario brandendo una pinza enorme «mostra le palle!» e tutti ridono «naturalmente per questi ultimi minuti che le hai» poi mi stordisce leggermente con dell’etere, mi tappa la bocca con del nastro adesivo e mi aggancia le palle con la pinza, torcendole quasi fino a staccarle. Il dolore è lancinante, l’etere non ha fatto ancora effetto, provo a urlare ma non posso, tutti se la ridono. L’amico di Giuseppe si è avvicinato, guarda tra le mie gambe, si tira fuori il cazzo e si masturba, come nulla fosse; sborra sul pavimento poi continua a farsene un’altra. Gennaro leva le pinze e riapplica il ghiaccio secco. Ho un po’ di sollievo. Lo toglie dopo qualche minuto. Sento il contatto del bisturi che taglia, solo un leggero fastidio, ma pochissimo dolore. Giuseppe, osserva con molto interesse l’operazione e, non posso non notare che si sta spaventosamente eccitando. Il suo pacco, sotto i jeans attillati, sta per esplodere; Patrizia gli si fa subito vicina, gli sbottona la patta, si inginocchia e inizia a succhiarlo.

Intanto Gennaro va avanti nell’operazione. Inciso lo scroto, lo strizza e lascia fuoriuscire i testicoli, li fa cadere su un piattino e ne taglia i collegamenti. Poi, tutto felice, da il piattino a Giuseppe che è ormai al culmine dell’eccitazione. «Bravo cornutone, sei stato di parola» e Patrizia prosegue «sì amore, sei stato bravo, siamo fieri di te» e, dopo aver dato un’occhiata disgustata al piattino, ricomincia a succhiargli il cazzo durissimo. Allora Giuseppe poggia il piattino sulla scrivania davanti alle mie gambe, afferra Patrizia, e ce la mette sopra, le strappa le mutandine e comincia a penetrarla a cosce larghe. Lei mugola di piacere, come una cagna in calore, lui la monta come un forsennato facendo tremare la scrivania dove ha appoggiato il piattino con le mie palle. I miei testicoli, al ritmo delle loro bordate, tremolano come tristi palline di gelatina.

Quando Gennaro finisce di ricucirmi, i due amanti se ne sono già andati via, a festeggiare. Mi sento un po’ indolenzito e lo scroto, ora, ha cominciato a farmi un po’ male. Il veterinario mi prescrive degli antibiotici e mi assicura che tutto sarebbe passato in una settimana. Poi mi presenta il conto che vuole pagato in contanti. Mille euro, «Un regalo per una cosa del genere» mi assicura «ci siamo tutti divertiti e siamo soddisfatti, spero anche tu ti sia trovato bene. Se vuoi ho un mio amico che ti taglia anche quel poco che è rimasto e ti fa una bella fica, pensaci, questo è il suo biglietto».
scritto il
2024-07-03
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