A più voci 9.Ines

di
genere
etero

9. Ines
Sono felice di aver raccontato a Charlotte la mia vergogna.
Lei non mi ha giudicato, come forse avrebbe fatto mamma, e ciò mi ha resa felice.
Charlotte è bellissima e sono contenta di poter passare un po’ di tempo con lei e la sua famiglia.
La mamma mi ha raccontato dello strano ménage della famiglia Santiago.
Non c’era ombra di riprovazione nelle sue parole, anzi forse invidia per quelle donne.
Dopo che Charlotte è scesa per la cena mi addormento.
Mi svegliano i rumori provenienti dalla camera di mamma.
I gemiti di più persone mi arrivano distintamente.
Riconosco il suono della voce di mamma ma non le altre.
Non sembra in pericolo e non mi preoccupo per lei.
La mia curiosità è tanta e mi alzo per andare a vedere.
Scalza e senza fare rumore giungo davanti alla porta della camera della mamma che non è chiusa.
Un leggero spiraglio mi consente di guardare cosa sta accadendo.
Felipe, il giovane servo, sta infilando il suo cazzo nel culo di una giovane donna che non conosco.
Accanto a lei Charlotte che le accarezza la schiena come a tranquillizzarla.
Quando Felipe esce da lei ho modo di ammirare quella lunga verga lucida.
Un languore mi giunge in mezzo alle gambe e non posso fare a meno di toccarmi.
Vedo venire verso la porta Felipe.
Mi allontano dall’uscio nascondendomi dietro una colonna.
Felipe esce e sta venendo dalla mia parte.
Quando mi passa accanto senza pensarci lo afferro per un braccio e lo attraggo a me.
Incollo la mia bocca alla sua.
I nostri corpi si toccano ed io sento il suo pene, di nuovo duro per l’eccitazione, strusciare sul mio sesso già umido.
Allargo leggermente le cosce e mi faccio penetrare.
Sento il mio ventre aprirsi al passaggio di quella verga dura e provo dolore e subito dopo un caldo ed immenso piacere.
Felipe una volta dentro di me, mi solleva dolcemente e il suo pube tocca il mio.
Il piacere che provo è indefinibile.
La bocca di Felipe assaggia le mie labbra cercando la mia lingua.
Sentiamo provenire urla e gemiti dalla stanza della mamma.
Felipe mi guarda negli occhi e mi sorride.
Sono abbracciata a lui ed il suo pene mi sorregge.
Si sposta e dopo aver controllato che nessuno transiti nel corridoio esce dall’ombra e mi porta in camera mia.
Si siede sul letto con me sempre infilzata dal suo membro, si appoggia con la schiena e mi libera dall’abbraccio.
Ora io sono a muovermi dentro di lui, cavalcandolo senza sosta facendo entrare ed uscire più volte la sua mazza.
Ad ogni colpo che mi infliggo abbassandomi violentemente, fino a toccare il suo pube con il mio sesso, un dolore misto a piacere intenso e sconosciuto riempie il mio corpo e la mia mente.
Sento il suo cazzo pronto a sborrare, ingrossarsi dentro di me. Lui tenta di sollevarmi per scivolare fuori, ma non glielo consento, anzi premo il mio ventre contro il suo e attendo il suo getto di sperma caldo che non tarda ad arrivare.
Sento il ventre riempirsi e un orgasmo ancora più forte degli altri mi raggiunge.
Mi accascio come svenuta sul suo petto.
I nostri respiri sono corti.
Sollevo la testa e cerco le sue labbra che incollo alle mie.
Le nostre lingue si danno conferma del reciproco piacere.
Restiamo così, con il suo pene ancora duro dentro di me, per un tempo indefinito.
Quasi assopiti ci lasciamo andare e lui scivola fuori da me e senza dire una parola, mi bacia ancora una volta, ed esce dalla stanza.
Mi copro con il lenzuolo e con l’animo ed il corpo sereni mi addormento.
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scritto il
2024-07-07
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