A più voci. 11. Charlotte
di
AngelicaBella
genere
saffico
11. Charlotte
Ci svegliamo presto.
Siamo ancora nude, abbracciate.
Maria in mezzo a noi è l’ultima ad aprire gli occhi.
Io e Rejna ne ammiriamo il corpo giovane ed elastico, la pelle bianca come il latte, il vezzoso ciuffo di peli sul pube altrimenti glabro.
Le gambe di Maria sono sufficientemente larghe per consentire alle nostre mani di frugare dentro di lei.
È bagnata. Raccolgo un po’ di quegli umori sulle mie dita e le porto alla bocca.
Ha sempre un buon sapore la mia Maria.
Rejna mi imita assaggiandolo anche lei.
Quasi in sincrono avviciniamo le nostre bocche a quella della bella addormentata e le nostre lingue si incontrano in quel terreno neutro che sono le sue labbra.
La saliva le bagna e loro di dischiudono, consentendo alla punta della sua lingua di unirsi alle nostre.
Il groviglio si interrompe quando Rejna si solleva portando la sua bocca sul pube di Maria che d’istinto allarga le gambe per agevolarne l’accesso.
La sua testa si insinua tra le sue cosce e la lingua raggiunge presto il luogo desiderato.
Maria geme sotto i colpi di lingua dell’amica.
Rejna senza alcuna pietà e senza mai rallentare estorce a Maria un orgasmo intenso, caldo, dolce, salato, denso e infine liquido.
Rejna si stacca da Maria e si direbbe intenzionata a rendere lo stesso servizio anche a me.
Ma la precedo e la forzo a sdraiarsi sopra Maria.
Lei non oppone resistenza.
La bocca, il seno, il pube sono appaiati.
Le gambe sono larghe e mi consentono di infilare la mia testa.
La mia lingua trova le due fessure vicine fra loro e inizio a leccarle e succhiarle senza fare distinzione e torti.
Nella mia bocca il succo di una si mischia a quello dell’altra e sento aumentare la quantità di umore che cola dalle loro cosce.
Mi riempio la bocca dei loro fluidi e ne ingoio una gran parte per consentirmi di continuare a goderne.
Le sento raggiungere l’orgasmo contemporaneamente e non fermo la mia lingua fino a quando i gemiti non cessano.
Mi stacco e le lascio così, abbracciate con le loro bocche unite e le loro lingue intrecciate.
Fuori è già giorno.
Scuoto leggermente il campanello e, quasi fosse dietro l’uscio, entra immediatamente una giovane e avvenente creola.
Indossa un abito bianco di cotone leggero che lascia trasparire le forme di adolescente appena diventata donna.
Sembra imbarazzata nel vedermi in piedi davanti a lei nuda.
Il mio seno la sovrasta di qualche centimetro.
Non stacca i suoi occhi dai miei accendendo la mia lussuria che però tengo a bada.
Le ordino di preparami un bagno caldo e lei sguscia via nella stanza a fianco.
Sento l’acqua scorrere.
Rejna e Maria sono ancora avvinghiate tra loro. Le loro mani si esplorano cercando di donarsi piacere reciproco.
Le lascio ed entro nella piccola ma accogliente sala da bagno.
La giovane serva è inginocchiata davanti alla grande vasca da bagno.
Sembra in attesa.
L’acqua ha quasi raggiunto il limite per evitare che fuoriesca quando vi entrerò.
Lei si solleva leggermente, chiude il rubinetto e si rimette nella posizione di attesa.
Io mi avvicino alla vasca e lei prontamente si alza e mi prende la mano per aiutarmi ad entrare.
La sua mano è calda, la pelle morbida e la lussuria fa di nuovo capolino.
Lei mi guarda e come a comprendere il mio desiderio, lascia la mia mano e con un rapido gesto fa scivolare la sua veste semi trasparente a terra.
Io le riprendo la mano e l’aiuto ad entrare nella vasca insieme a me.
Ora lei è davanti a me.
Il corpo di cui prima avevo intuito le forme ora si mostra in tutta la sua freschezza.
I piccoli seni sono già turgidi ed i capezzoli irti come in allarme.
Le gambe chiuse disegnano una ipsilon all’altezza del pube glabro.
L’attraggo a me come una piovra e il suo corpo aderisce al mio trasferendomi un calore tiepido.
Un leggero afrore di pulito mi riempie le narici.
La mia bocca cerca la sua ed assaporo le sue labbra.
La mia lingua sembra voler contare i suoi piccoli denti bianchi e li passa in rassegna uno ad uno.
La lingua di lei prima inerte ora guizza alla ricerca della mia.
Comprendo che la ragazza non è inesperta e forse un po’ delusa mi stacco da lei.
Le mie mani sono sulle sue spalle e la spingo dolcemente ad inginocchiarsi davanti a me.
Ora il suo viso è proprio davanti al mio sesso.
Lei si avvicina ed appoggia la sua faccia sul mio pube.
La sua lingua cerca il mio clitoride, lo trova grosso e duro come un piccolo pene.
Lo prende in bocca e lo succhia avidamente facendomi gemere di piacere.
La prendo per i capelli e la stacco da me.
La mia libidine si è momentaneamente placata.
La giovane sembra delusa ed io la consolo baciandola dolcemente.
Mi immergo nella vasca.
Lei sempre in ginocchio davanti a me, prende dal bordo della vasca un guanto di cotone e una piccola ciotola che contiene del sapone liquido profumato, ne versa un poco sul guanto che ha indossato ed inizia a strofinare la mia pelle con delicatezza.
Lo sfregamento provoca un leggero rossore alla mia cute.
La ragazza non tralascia di lavare nessuna parte del mio corpo. Quando giunge al mio sesso ed inizia a strofinare con più delicatezza le prendo la mano e la induco ad essere più rude e ad accelerare il movimento.
Lei comprende il mio ordine e strofina energicamente senza alcuna tregua.
Sento il piacere scendere in mezzo alle mie cosce e l’orgasmo non tarda arrivare.
I miei sussulti suggeriscono alla ragazza di continuare a sfregare ed un secondo e più intenso orgasmo mi costringe a urlare di piacere.
Lascio fluttuare il mio corpo nell’acqua.
Lei comprende di aver terminato il suo compito e si alza per uscire.
Le prendo la mano, la trattengo e la avvicino a me.
Le nostre bocche si toccano.
I nostri occhi si promettono un seguito.
Continua
Ci svegliamo presto.
Siamo ancora nude, abbracciate.
Maria in mezzo a noi è l’ultima ad aprire gli occhi.
Io e Rejna ne ammiriamo il corpo giovane ed elastico, la pelle bianca come il latte, il vezzoso ciuffo di peli sul pube altrimenti glabro.
Le gambe di Maria sono sufficientemente larghe per consentire alle nostre mani di frugare dentro di lei.
È bagnata. Raccolgo un po’ di quegli umori sulle mie dita e le porto alla bocca.
Ha sempre un buon sapore la mia Maria.
Rejna mi imita assaggiandolo anche lei.
Quasi in sincrono avviciniamo le nostre bocche a quella della bella addormentata e le nostre lingue si incontrano in quel terreno neutro che sono le sue labbra.
La saliva le bagna e loro di dischiudono, consentendo alla punta della sua lingua di unirsi alle nostre.
Il groviglio si interrompe quando Rejna si solleva portando la sua bocca sul pube di Maria che d’istinto allarga le gambe per agevolarne l’accesso.
La sua testa si insinua tra le sue cosce e la lingua raggiunge presto il luogo desiderato.
Maria geme sotto i colpi di lingua dell’amica.
Rejna senza alcuna pietà e senza mai rallentare estorce a Maria un orgasmo intenso, caldo, dolce, salato, denso e infine liquido.
Rejna si stacca da Maria e si direbbe intenzionata a rendere lo stesso servizio anche a me.
Ma la precedo e la forzo a sdraiarsi sopra Maria.
Lei non oppone resistenza.
La bocca, il seno, il pube sono appaiati.
Le gambe sono larghe e mi consentono di infilare la mia testa.
La mia lingua trova le due fessure vicine fra loro e inizio a leccarle e succhiarle senza fare distinzione e torti.
Nella mia bocca il succo di una si mischia a quello dell’altra e sento aumentare la quantità di umore che cola dalle loro cosce.
Mi riempio la bocca dei loro fluidi e ne ingoio una gran parte per consentirmi di continuare a goderne.
Le sento raggiungere l’orgasmo contemporaneamente e non fermo la mia lingua fino a quando i gemiti non cessano.
Mi stacco e le lascio così, abbracciate con le loro bocche unite e le loro lingue intrecciate.
Fuori è già giorno.
Scuoto leggermente il campanello e, quasi fosse dietro l’uscio, entra immediatamente una giovane e avvenente creola.
Indossa un abito bianco di cotone leggero che lascia trasparire le forme di adolescente appena diventata donna.
Sembra imbarazzata nel vedermi in piedi davanti a lei nuda.
Il mio seno la sovrasta di qualche centimetro.
Non stacca i suoi occhi dai miei accendendo la mia lussuria che però tengo a bada.
Le ordino di preparami un bagno caldo e lei sguscia via nella stanza a fianco.
Sento l’acqua scorrere.
Rejna e Maria sono ancora avvinghiate tra loro. Le loro mani si esplorano cercando di donarsi piacere reciproco.
Le lascio ed entro nella piccola ma accogliente sala da bagno.
La giovane serva è inginocchiata davanti alla grande vasca da bagno.
Sembra in attesa.
L’acqua ha quasi raggiunto il limite per evitare che fuoriesca quando vi entrerò.
Lei si solleva leggermente, chiude il rubinetto e si rimette nella posizione di attesa.
Io mi avvicino alla vasca e lei prontamente si alza e mi prende la mano per aiutarmi ad entrare.
La sua mano è calda, la pelle morbida e la lussuria fa di nuovo capolino.
Lei mi guarda e come a comprendere il mio desiderio, lascia la mia mano e con un rapido gesto fa scivolare la sua veste semi trasparente a terra.
Io le riprendo la mano e l’aiuto ad entrare nella vasca insieme a me.
Ora lei è davanti a me.
Il corpo di cui prima avevo intuito le forme ora si mostra in tutta la sua freschezza.
I piccoli seni sono già turgidi ed i capezzoli irti come in allarme.
Le gambe chiuse disegnano una ipsilon all’altezza del pube glabro.
L’attraggo a me come una piovra e il suo corpo aderisce al mio trasferendomi un calore tiepido.
Un leggero afrore di pulito mi riempie le narici.
La mia bocca cerca la sua ed assaporo le sue labbra.
La mia lingua sembra voler contare i suoi piccoli denti bianchi e li passa in rassegna uno ad uno.
La lingua di lei prima inerte ora guizza alla ricerca della mia.
Comprendo che la ragazza non è inesperta e forse un po’ delusa mi stacco da lei.
Le mie mani sono sulle sue spalle e la spingo dolcemente ad inginocchiarsi davanti a me.
Ora il suo viso è proprio davanti al mio sesso.
Lei si avvicina ed appoggia la sua faccia sul mio pube.
La sua lingua cerca il mio clitoride, lo trova grosso e duro come un piccolo pene.
Lo prende in bocca e lo succhia avidamente facendomi gemere di piacere.
La prendo per i capelli e la stacco da me.
La mia libidine si è momentaneamente placata.
La giovane sembra delusa ed io la consolo baciandola dolcemente.
Mi immergo nella vasca.
Lei sempre in ginocchio davanti a me, prende dal bordo della vasca un guanto di cotone e una piccola ciotola che contiene del sapone liquido profumato, ne versa un poco sul guanto che ha indossato ed inizia a strofinare la mia pelle con delicatezza.
Lo sfregamento provoca un leggero rossore alla mia cute.
La ragazza non tralascia di lavare nessuna parte del mio corpo. Quando giunge al mio sesso ed inizia a strofinare con più delicatezza le prendo la mano e la induco ad essere più rude e ad accelerare il movimento.
Lei comprende il mio ordine e strofina energicamente senza alcuna tregua.
Sento il piacere scendere in mezzo alle mie cosce e l’orgasmo non tarda arrivare.
I miei sussulti suggeriscono alla ragazza di continuare a sfregare ed un secondo e più intenso orgasmo mi costringe a urlare di piacere.
Lascio fluttuare il mio corpo nell’acqua.
Lei comprende di aver terminato il suo compito e si alza per uscire.
Le prendo la mano, la trattengo e la avvicino a me.
Le nostre bocche si toccano.
I nostri occhi si promettono un seguito.
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