A più voci . Charlotte

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saffico

18. Charlotte
Sono di nuovo sposata e finalmente gravida.
Jorge ed io ci siamo sposati di fretta ieri sera.
Davanti ad un notaio ha fatto testamento.
Suo erede universale sarà il figlio che porto in grembo, che ha dichiarato suo.
Io riceverò un congruo appannaggio, l’uso della casa e la gestione del patrimonio fino alla maggiore età di nostro figlio.
Rejna è presente alla firma.
I due testimoni sono Carmen e Frank.
Tutto è stato preparato in gran fretta da Rejna.
Siamo contenti per aver aiutato Rejna ma anche tristi per la sorte del giovane Jorge.
Quando tutto è finito lasciamo Rejna con il fratello e torniamo a casa.
Ines e Maria ci aspettano.
Avrebbero voluto essere accanto a Rejna in questo frangente ma lei non ha voluto.
Ci chiedono notizie.
Ines e Maria scoppiano in lacrime.

***

Jorge è morto questa notte.
Sono di nuovo vedova.
Quando mi arriva la notizia scoppio a piangere.
Mi dispiace che un giovane uomo possa aver trovato la morte a causa della sifilide.
Rejna che è al mio fianco mi abbraccia.
Sento le sue lacrime calde mischiarsi alle mie.
I nostri occhi si cercano, si incontrano.
Le nostre bocche anche.
Un bacio profondo ma casto.
So del suo amore ricambiato per Maria e non mi stupisce che le sia fedele.
Maria ed Ines ci raggiungono e si uniscono al nostro abbraccio.
“Ho scritto a mia mamma”, annuncio.
Rejna china il mento in segno di assenso.
“Hai fatto bene”, mi dice.
La sua mano corre sul mio ventre, ora gonfio per l’attesa.
Le sorrido e lei scoppia di nuovo in lacrime.
Stavolta è Maria a cercare di consolarla.
La abbraccia, le asciuga le lacrime con le labbra, la bacia.
Maria la prende per mano e la conduce via con sé.
Io rimango con Ines.
“E’ meglio che io stia con mia mamma”, dice.
“Lo credo anch’io piccola”, le rispondo.
“Vorrei anche che Felipe restasse con voi”.
La guardo con stupore.
So del profondo affetto e della passione che la lega al ragazzo.
Lei intuisce il mio pensiero e mi dice che è giunto il momento di compiere il suo dovere di figlia.
“Felipe è un servo, e io non posso certo costruire il mio futuro con lui. Lo lascio a voi che saprete farne buon uso. Io da brava figlia sposerò l’uomo che mia madre sceglierà per me e porterò avanti gli affari di famiglia”.

“Un discorso maturo, ricordati però di goderti la vita”.
“Lo farò Zia”, e sorride.
“Brava nipote”, ribatto e ricambio il sorriso.
“Vuoi restare con me stanotte?”, mi chiede all’improvviso.
“Tu lo vuoi?”, rispondo.
“Si”.
Le prendo la mano e saliamo al piano di sopra.
La stanza di Ines è in fondo al corridoio.
Entriamo e subito ci spogliamo.
La mia pancia ha cominciato a deformarmi il corpo.
Chissà che fatica farò a ritrovare la linea.
Ines mi accarezza il seno, appoggia le sue labbra sui miei capezzoli rendendoli duri all’istante.
Il mio seno con la gravidanza è cresciuto di almeno una taglia e l’aureola intorno ai capezzoli si è allargata.
Due grande isole caffellatte in un grande mare bianco.
In mezzo all’isola una montagnetta più scura.
Ecco cosa sembrano i miei seni ora.
I capezzoli sono diventati molto sensibili ed il tocco della lingua di Ines mi fa increspare la pelle.
Ines si inginocchia davanti al mio sesso.
Io allargo leggermente le gambe e lei con entrambe le mani cerca il mio clitoride già grosso e duro.
Emerge sollevando verso l’altro un lembo di pelle del mio pube consentendo ad Ines di prenderlo in bocca.
La sua lingua disegna dei cerchi intorno.
Il piacere rende le mie gambe molli.
Per non rischiare di cadere mi siedo al bordo del letto e appoggio la schiena.
Ines è sempre in ginocchio davanti a me.
Mi divarica le gambe e riprende il lavoro per procurarmi il piacere.
La sua lingua prosegue a girare intorno la mio piccolo pene.
Ines lo succhia, mentre la sua lingua ne stuzzica la punta.
Sto per raggiungere l’orgasmo ma lei si ferma.
Sa come farmi godere.
Queste settimane a casa nostra l’hanno resa una vera donna a letto.
Il suo futuro marito ne sarà contento.
Adesso la sua lingua piatta lecca tutto il mio sesso ormai madido di umori.
Parte dal clitoride e scende giù fino al perineo.
Una pennellata al mio orifizio anale e poi risale di nuovo al clitoride.
Nel tragitto si ferma davanti alla mia fessura, la sua lingua si fa appuntita e mi penetra succhiando fuori il sapore del mio piacere.
Riprende a titillare il clitoride ed in pochi minuti raggiungo l’orgasmo.
È intenso e non riesco ad evitare che mi esca fuori un piccolo schizzo di urina.
Ines sembra apprezzare il sapore.
“Continua”, mi dice “non ti fermare”.
Lascio andare i miei muscoli e il flusso lento ma costante ricomincia.
La sua bocca ora è aperta e accoglie il mio piscio, senza farne cadere una goccia.
La sua gola gorgoglia mentre lo ingoia.
Il flusso cessa.
Lei chiude la bocca e riprende a leccare e succhiare il mio sesso.
Un altro orgasmo sopraggiunge poco dopo.
Ancora più forte ed intenso del primo.
Questa volta lo schizzo non è di urina e Ines non esita a ingurgitarlo tutto.
La bramosia del piacere, della lussuria si può leggere nei suoi occhi di giovane dea del sesso.
Tocca a me ricambiare il piacere, ma la pancia non mi consente molte posizioni.
Le chiedo di poggiare il suo sesso sulla mia bocca mentre sono sdraiata.
Lei obbedisce stando attenta a non appoggiarsi al mio grembo.
La sua fessura ora è aperta sulla mia bocca.
La mia lingua la penetra e lei ne agevola il movimento avvicinandosi al mio viso.
La sento gemere quando entro dentro di lei e succhio i suoi umori caldi e dolci.
Mordo leggermente le sue grandi labbra.
Dolore e piacere come piace a lei.
Le torturo il clitoride stringendolo fra i denti.
Lo lascio e poi lo riprendo in bocca e lo succhio con forza.
Dolore e piacere.
Di nuovo la mia lingua è dentro di lei.
La sua mano ora mi aiuta a darle piacere.
Stringe fra le sue dita il clitoride, lo titilla, lo stringe ancora come a cercare il dolore.
Lo trova.
Lo sento dagli umori che colano direttamente nella mia bocca.
Sento il suo orgasmo giungere forte, la sconquassa.
Si agita cercando ancora un breve istante di piacere.
Lo trova ed ingoio altri umori.
Un piccolo, soffocato, urlo le esce dalla gola.
Quasi un rantolio.
Finisco di bere il suo succo, poi lei si solleva e si stende a fianco a me.
Mi bacia e assapora i suoi umori che ancora pervadono la mia bocca.
L’abbraccio stringendola a me.
Ci addormentiamo così.
Fine
scritto il
2024-07-08
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