A più voci. 17. Ancora Rejna
di
AngelicaBella
genere
etero
17. Rejna
Charlotte arriva a metà mattinata.
Con lei c’è Carmen con la piccola Carmencita.
Carmen e Maria con le piccole si spostano in giardino.
Resto sola con Charlotte.
Non perdo tempo in preamboli e le propongo il matrimonio con mio fratello.
Lei mi ascolta con attenzione, in silenzio.
Quando ho terminato le chiedo cosa ne pensa.
Lei non risponde.
Il suo silenzio mi fa temere il peggio.
Poi lei, mi prende entrambe le mani.
“Sarò, felice di poterti aiutare”.
“Grazie”.
“Organizza il matrimonio e io ci sarò” e scoppia a ridere.
“Devi esserci per forza mia cara”, scoppio a ridere anche io.
Il mio nervosismo è completamente scomparso.
Lei sembra accorgersene.
“Mia cara, se non ci aiutiamo fra donne, non riusciremo mai a conquistare il mondo”.
Comprendo di aver trovato una cognata e una valida alleata per i miei progetti.
“Cosa mi dici di Ines?”, le chiedo cambiando discorso.
“La tua piccola sta bene. Con noi si trova bene. L’unico timore che ho è che si stia affezionando troppo a Felipe”.
Resto in silenzio di fronte a questa notizia.
“Dovrò trovarle un marito”.
“Lo troveremo”, aggiunge lei sorridendomi.
Carmencita ed Elisabetta entrano correndo.
Dietro di loro Carmen e Maria.
La luce è dietro di loro.
I loro corpi sono avvolti come in una aurea celeste.
Si avvicinano a noi.
Nessuna parla.
È Charlotte a rompere il silenzio.
“Mi sposo”, dice e scoppiamo tutte a ridere.
Charlotte e Carmen sono tornate a casa.
Maria si sta occupando di Elisabetta ed io ho il tempo per andare a parlare con mio fratello.
Le nostre case sono divise solo da una siepe.
Quando nostro padre le ha costruite le aveva fatte progettare per essere un domani divise.
E così è stato.
Alla morte dei nostri genitori la casa è stata ristrutturata in alcune parti e divisa in due.
Lo trovo a letto.
Negli ultimi giorni è peggiorato.
Pallido ed emaciato è diventato l’ombra di sé stesso.
Lo bacio sulla fronte. È bollente.
Ricambio il sorriso che riesce a farmi con molta fatica.
Sembra lucido e gli racconto il mio piano.
Comprende benissimo i miei scopi.
“Subito”, mi dice.
“Subito”, confermo.
Continua
Charlotte arriva a metà mattinata.
Con lei c’è Carmen con la piccola Carmencita.
Carmen e Maria con le piccole si spostano in giardino.
Resto sola con Charlotte.
Non perdo tempo in preamboli e le propongo il matrimonio con mio fratello.
Lei mi ascolta con attenzione, in silenzio.
Quando ho terminato le chiedo cosa ne pensa.
Lei non risponde.
Il suo silenzio mi fa temere il peggio.
Poi lei, mi prende entrambe le mani.
“Sarò, felice di poterti aiutare”.
“Grazie”.
“Organizza il matrimonio e io ci sarò” e scoppia a ridere.
“Devi esserci per forza mia cara”, scoppio a ridere anche io.
Il mio nervosismo è completamente scomparso.
Lei sembra accorgersene.
“Mia cara, se non ci aiutiamo fra donne, non riusciremo mai a conquistare il mondo”.
Comprendo di aver trovato una cognata e una valida alleata per i miei progetti.
“Cosa mi dici di Ines?”, le chiedo cambiando discorso.
“La tua piccola sta bene. Con noi si trova bene. L’unico timore che ho è che si stia affezionando troppo a Felipe”.
Resto in silenzio di fronte a questa notizia.
“Dovrò trovarle un marito”.
“Lo troveremo”, aggiunge lei sorridendomi.
Carmencita ed Elisabetta entrano correndo.
Dietro di loro Carmen e Maria.
La luce è dietro di loro.
I loro corpi sono avvolti come in una aurea celeste.
Si avvicinano a noi.
Nessuna parla.
È Charlotte a rompere il silenzio.
“Mi sposo”, dice e scoppiamo tutte a ridere.
Charlotte e Carmen sono tornate a casa.
Maria si sta occupando di Elisabetta ed io ho il tempo per andare a parlare con mio fratello.
Le nostre case sono divise solo da una siepe.
Quando nostro padre le ha costruite le aveva fatte progettare per essere un domani divise.
E così è stato.
Alla morte dei nostri genitori la casa è stata ristrutturata in alcune parti e divisa in due.
Lo trovo a letto.
Negli ultimi giorni è peggiorato.
Pallido ed emaciato è diventato l’ombra di sé stesso.
Lo bacio sulla fronte. È bollente.
Ricambio il sorriso che riesce a farmi con molta fatica.
Sembra lucido e gli racconto il mio piano.
Comprende benissimo i miei scopi.
“Subito”, mi dice.
“Subito”, confermo.
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