La collega di lavoro

di
genere
etero

Stefania è una donna di 29 anni, ha una bambina ed è vedova da poco più di un anno, all’epoca della disgrazia era già separata dal marito ma il colpo fu duro ed io ebbi la fortuna di trovarmi al posto giusto nel momento giusto.
Lavoriamo insieme in un supermercato, questo ci permetteva durante la giornata di scambiarci alcune impressioni, idee, opinioni, su diversi temi, la politica, il lavoro, il sesso.
Lei sembrava alienata da ogni rapporto sentimentale, io sono single quindi molto sensibile al suo fascino e al suo aspetto piacevolmente aggressivo, le facevo la corte sia per gioco che avere una possibilità, Stefania ha un’enorme massa di capelli ricci in origine neri ora rosso tiziano, la pelle ambrata e i lineamenti seppur decisi sono gradevoli, il sorriso quando esplode è la parte più bella del suo volto. L’appetibile occasione si presentò dopo diverso tempo quando le chiesi se potevo utilizzare il suo computer per scrivere delle mail, in quanto il mio era dal tecnico per una riparazione, lei mi disse che le avrebbe fatto piacere potermi essere utile, così mi feci lasciare l’indirizzo e fissai l’ora nella quale sarei andata a disturbarla.
La palazzina non aveva l’ascensore, così dovetti farmi tre piani a piedi per raggiungere l’appartamento della mia collega, la figlia era con la nonna fuori Roma, entrai e dopo avermi offerto un caffè m’indicò la postazione del suo pc, per non mettermi in imbarazzo mi voleva lasciare solo ma io insistetti perchè lei rimanesse, non avevo nulla da nascondere e poi era mia intenzione coinvolgerla in qualcosa d’interessante.
Dopo avere scritto un paio di mail normali, nelle quali salutavo amici lontani, cominciai a scrivere una mail ad un’amica con la quale mi capitava di fare sesso virtuale, riuscii così a spostare il discorso sull’argomento che più mi stava a cuore…il sesso.
Stefania non comprese subito, ma dopo qualche riga si rese conto cosa stavo scrivendo e seppure rimase in silenzio, avvertivo la sua curiosità e la sua crescente eccitazione, fino a che non mi poggiò una mano sulla spalla e mi chiese se quelle cose le scrivevo solo o se le praticavo pure.
Il gioco era fatto, le confessai che era molto tempo che non facevo sesso e quindi il desiderio era estremo, tanto che ero costretto a soddisfarlo tramite il sesso virtuale e la masturbazione, pratica per me assai rilassante e gradevole.
Stefania si alzò dalla sedia posta accanto a me e si tolse la tuta che indossava, rimanendo soltanto con un perizoma nero di pizzo, che mostrava il folto pelo nero del pube a stento trattenuto dal tessuto e le cosce enormi plasmate dallo sport praticato in gioventù, il seno nudo era piccolo ma ben fatto, le areole scure poste sulla punta contenevano i capezzoli eccitati e turgidi.
Mi sorrise e mi chiese se desideravo approfittare del reciproco digiuno e soddisfare entrambi i nostri appetiti, non attesi che pochi secondi, giusto il tempo di togliermi i vestiti e di lasciarmi cadere sopra Stefania che mi aspettava sul letto.
Le infilai la lingua in bocca con forza, trovai subito la sua, umida e con un sapore di caramello, le mie mani strinsero prima i piccoli seni e poi scendendo lungo il ventre piatto raggiunsero il sottile strato di stoffa che copriva la vulva eccitata, lo strappai e cominciai a strofinare l’enorme clitoride che trovai sotto le lunghe dita, lo sentivo gonfiare a dismisura, infilai tre dita nella fessura bagnata e fradicia di succhi vaginali, Stefania mugolò come un animale in calore, mentre con le mani afferrava il mio rotolo di carne gonfio e pulsante di piacere, si piegò su di lui, disegnando uno straordinario 69, così mentre le mie labbra e la mia lingua affondavano nella sua matassa di peli neri e bagnati per arrivare alla morbida e calda carne della fica, la sua bocca succhiava il mio cazzo con maestria e gusto, la lingua lambiva per intero la lunghezza della mia asta e si soffermava con insistenza sulla mia cappella, rossa e gonfia, succhiandola con avidità.
Sentivo che stavo per scoppiare, così la girai alla pecorina e con un colpo solo affondai nella sua fica bollente, gli umori consentirono una penetrazione facile e il mio pistone di carne saliva e scendeva lungo il sensibile cilindro di Stefania, stantuffavo tenendola per le spalle, vedevo il suo sfintere vicino a quello da dove entravo e uscivo, così approfittando della lubrificazione della quale godevo, sfilai l’asta dalla suo sesso e rapidamente la penetrai analmente, Stefania ebbe un sussulto ma non doveva essere la prima volta, infatti, dopo qualche secondo di sorpresa cominciò ad accompagnare il mio movimento, godendoselo fino in fondo, prima di venire la sentii gemere di piacere poi il mio seme bollente e vischioso le riempì le viscere.
Prima di rivestirmi mi ripulì con la lingua dalle ultime gocce di sperma, la ringraziai per avermi fatto usare il pc e le diedi appuntamento per l’indomani al lavoro. [agosto 2003]

amanuense@blu.it
scritto il
2024-07-21
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