Trilogia estiva

di
genere
confessioni

Tricologia


É una delle prime domande che ti fanno in chat, così Luisa decide di andare a fondo alla questione. Ti depili il sesso? Di solito viene dopo: quanti anni hai; di dove sei; di che colore porti le mutande.
Possibile, si chiede, che per il genere maschile questo aspetto tricologico debba assumere un'importanza così profonda?
Comincia con la sua migliore amica. Federica la guarda incuriosita, quando dopo aver terminato il panino con lattuga, pomodoro e mozzarella si sente porre il quesito, ma poi risponde: la curo.
Cosa vorrà dire, li taglia o non li taglia sti benedetti peli?
Mentre parla con la nipote adolescente, lascia cadere di nuovo la domanda. Si sente rispondere che dipende dalla stagione e dalle esigenze del ragazzo del momento.
Quindi, pensa, lasciamo che decidano gli uomini di questo argomento? Come ci siamo arrivate a questo punto?
Dall'utero è mio e me lo gestisco io degli anni '70 all'avallo di richieste coufferistiche, dove abbiamo saltato il fosso?
Inoltre la incuriosisce la parte della risposta che riguarda le stagioni. Folta in quella fredda, a spazzola nella calda? Mah!
La sua piccola ricerca sta assumendo contorni sociali, prova a parlarne con qualche collega, ma teme di essere fraintesa così lascia cadere il discorso.
L'illuminazione le viene quando si reca, su insistente invito di un'amica, da un'estetista.
Il trattamento al quale ha pensato è una ceretta alle gambe, ma l'audace signorina le propone quella totale, pube compreso. Luisa si ferma un momento e chiede se è una pratica molto richiesta, la signorina probabilmente più preoccupata del tempo che scorre che della domanda, risponde che è una moda, ma le sfumature sono tante: c'è chi sgamba la peluria per il costume, chi chiede una rimozione parziale con conseguente lingua di peli e chi vuole tornare bambina.
Conclude chiedendo cosa vuole farne della sua. Luisa riflette un momento al mistero della vagina, celata dal pelo e di come il costume sociale abbia svelato questo segreto, togliendo forse un pizzico di fascino.
Guarda la signorina impaziente e le dice: ma si, proviamo l'ebbrezza delle superfici lisce. [agosto 2012]

A che ora torna suo marito?



Sono seduto davanti alla porta finestra della cucina, è una bella giornata d'estate.
L'orizzonte conduce lo sguardo sulla campagna, già pronta per dare i suoi frutti, l'aria è asciutta e anche questa è una novità per questa pianura alla foce del Po.
Le sedie di vimini sono belle e comode, l'amaro che la padrona di casa mi offre ha un piacevole retrogusto dolciastro.
La donna si siede e mi sorride luminosamente, è vestita senza fronzoli, per casa, da queste parti si usa stare comodi quando non si deve uscire.
Ha gambe lunghe atletiche, caviglie robuste e grandi mani che muove con naturalezza, mentre parla col suo accento arrotondato.
É attraente, al netto d'inutili orpelli femminili.
Mi fissa con occhi verde-nocciola, vivaci e luminosi.
Discorriamo amabilmente del prodotto che sto cercando di venderle, le chiedo a che ora arriverà suo marito, gela le mie aspettative commerciali, confidandomi che lui non sarebbe d'accordo, motivo in più per sbrigarmi a concludere, invece continuo a guardare questa vecchia casa colonica completamente ristrutturata e quando accavalla le gambe senza malizia, la fantasia mi sfugge; la genuinità del gesto lo rende sensuale.
Quel vestito di cotone è leggero, come il refolo di vento che le accarezza i capelli raccolti e scopre le cosce tornite, ma non mi sta seducendo, sono i miei occhi che si riempiono d'immagini, di odori; quelli degli slip che il profilo del vestito rivela.
Chissà che sapore ha il suo sesso quando distilla piacere, mi sembra di riuscire a sentirlo.
Continua a sorridermi e gesticolare, l'ascolto parlare e annuisco, dimentico del mio ruolo, vorrei che il marito non fosse già al cancello, mettendo fine al mio deliquio ed alla vendita.
[settembre 2012]


Il gruppo di lettura



Mi sono lasciato convincere da un'amica a partecipare a questo gruppo di lettura.
Vai e vedrai che conoscerai gente nuova ed interessante, mi ha promesso.
La mia vita sociale non è un circo, lo ammetto, neppure cimiteriale però, ho pochi ma presenti amici ed un'innata propensione alla solitudine. Non mi annoio mai quando mi faccio compagnia, mi annoiano le intrusioni non richieste, le avances invadenti di persone che sole lo sono e si annoiano della loro compagnia.
Ho posteggiato l'auto a qualche centinaio di metri dall'entrata del palazzo, passeggiare è piacevole in questa stagione.
Davanti al portone incontro un paio di persone che citofonano al nome che mi è stato indicato.
Saliamo insieme al secondo piano, là apre una signora sulla sessantina, sorridente e garbata.
Mentre gli altri scorrono lungo un corridoio dopo un breve saluto, io mi attardo spiegando alla padrona di casa chi sono.
M'invita a seguirla in una stanza ben illuminata. Ci saranno una decina di persone, più donne che uomini. Me l'aspettavo. L'età invece è insolitamente bassa, questa si che è una sorpresa, avevo letto di gruppi di lettura come tane per casalinghe annoiate e speravo inquiete, ma credevo fosse tutto frutto dei media.
Ci sediamo su sedie poste in circolo, molti dei partecipanti hanno un taccuino o quaderno, sul quale sono pronti a scrivere o leggere impressioni e commenti, io non ho nulla.
Cominciamo, fa la padrona di casa. Parlano a turno dell'ultimo libro letto, ne sembrano autenticamente entusiasti.
Stasera dovremo sceglierne uno nuovo, si comincia con le proposte. Quando viene il mio turno accenno un titolo di Paul Auster, ma viene bocciato senza appello, rinculo in attesa del prossimo giro.
Nel frattempo sembro aver attirato l'attenzione di una signora più vicino ai cinquanta che ai quaranta, capelli mossi, non troppo lunghi, sul rosso, fisico esile ma proporzionato.
Incrociamo un paio di volte il nostro sguardo e quando ci si alza per uno spuntino, si avvicina.
Ci presentiamo e scambiamo impressioni sul libro concluso – l'ho letto anni prima – e su quello da me proposto, mi dice che lo avrebbe letto volentieri e se voglio possiamo ridurre a due unità il gruppo di lettura.
Le rispondo che lo leggerò comunque e se è interessata potremmo farlo insieme, sembra soddisfatta.
La serata riprende, ma i tramezzini sembrano avere appagato la “fame” letteraria degli ospiti, così dopo avere scelto un giallo di un autore spagnolo come prossima lettura, il discorso sfila via su altri argomenti e alzandosi dalle sedie, si formano dei gruppetti.
La signora mi riabborda, raccontandomi ancora qualcosa di lei. Suo marito è fuori città per lavoro, così mi propone di andare a bere qualcosa.
Mezz'ora più tardi siamo seduti nella mia auto, ma non stiamo andando da nessuna parte. Le sue labbra sono alla ricerca del mio prepuzio, mentre la mia mano destra scorre sotto il vestito di tulle, carezzandole i glutei sodi. Quando entro con due dita nella vagina bagnata, mi succhia più forte.
Finisce che la riaccompagno alla macchina e ci scambiamo i numeri di cellulare.
Domani voglio chiamare la mia amica e dirle che i gruppi di lettura sono una trovata decisamente interessante. [settembre 2012]

amanuense@blu.it


scritto il
2024-08-13
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