Malcom prima parte
di
AngelicaBella
genere
etero
Ho conosciuto Malcom tre mesi fa. È americano. Viene dal Kansas. È la prima volta che frequento un militare di colore. Vivendo a Verona ed essendo una bella ragazza, non mi sono mai mancate le occasioni per uscire con giovani militari americani. Per loro è come essere in vacanza. Restano un paio di mesi, poi vengono trasferiti in zone operative dalle quali spesso non torneranno vivi. Malcom ha ventitré anni. Finito il college si è arruolato. È figlio di un pezzo grosso e suo padre è riuscito a farlo mandare al sicuro in Italia. La prima volta che ho visto Malcom stavo ancora con Mike un giovane militare di Boston. Soldi e boria erano le sue caratteristiche. Scopavamo da qualche mese ma senza soddisfazione da parte mia. Mi piace far godere ma anche godere, e Mike pensava solo a sé stesso senza concedermi neanche un piccolo orgasmo. Per recuperare frequentavo un altro uomo. Un italiano di cinquant’anni che invece ci sapeva fare sia con la lingua che con il cazzo e non mancava mai di farmi godere perbene. Devo ammetterlo sono un po’ troia. Carola, la mia migliore amica, sostiene che io sono molto troia è probabilmente ha ragione.
Alla festa in cui ho conosciuto Malcom c’era anche lei. Quando ha capito che lui mi interessava, si è attaccata come una cozza a Mike, che aveva sempre desiderato scoparsela ma sapendo che era la mia migliore amica non aveva osato farlo. Malcom era appartato in un angolo, con un bicchiere di coca cola in mano. Un armadio di quasi due metri con spalle larghe e braccia possenti. Indossava una t-shirt che aderiva al suo corpo mettendo in evidenza i suoi pettorali scolpiti. Sotto aveva un paio di bermuda color caki. Non potei fare a meno di ammirare quel corpo da dio greco. E sembrava anche ben dotato a giudicare dal bozzo che si intravedeva all’altezza della patta. Prima di avvicinarmi a lui ho pensato ad una buona scusa per abbordarlo. Non volevo proprio apparire la troia che ero al primo incontro. Finsi di inciampare. Indossavo un completino maglietta e minigonna e un paio di tacchi da vertigine. Sono bassina ma in compenso ho un paio di tette da concorso e un culetto da bambina ribelle che fa sbavare tutti gli eterosessuali sani di mente. Lui pronto mi venne in soccorso e quando mi toccò il braccio per sorreggermi un brivido mi percorse la schiena fino in mezzo alle cosce. Mi appoggiai a lui facendo finta di essermi slogata la caviglia. Sentivo il suo braccio quasi sollevarmi da terra. Mi accompagnò fino al divano e mi sedetti. Lui si inginocchiò davanti a me e prese la mia caviglia tra le sue grandi mani. Erano bollenti. Si assicurò che non fosse rotto nulla. E mentre sollevava la testa per guardarmi negli occhi non potè fare a meno di soffermarsi in mezzo alle mie cosce che tenevo, volutamente, larghe. Indossavo un perizoma quasi invisibile e credo si sia innamorato della mia figa a prima vista. Come ipnotizzato rimase ad osservare il mio sesso per alcuni interminabili secondi, poi all’improvviso strinsi le gambe e lui si risvegliò. I nostri occhi si incontrarono. Ci presentammo. Parlava un discreto italiano e non dovetti sforzarmi ad usare il mio inglese del liceo per farmi capire. Quella sera stessa, quando mi riaccompagnò a casa, scopammo. E che scopata. Ma di questo vi racconterò la prossima volta.
Alla festa in cui ho conosciuto Malcom c’era anche lei. Quando ha capito che lui mi interessava, si è attaccata come una cozza a Mike, che aveva sempre desiderato scoparsela ma sapendo che era la mia migliore amica non aveva osato farlo. Malcom era appartato in un angolo, con un bicchiere di coca cola in mano. Un armadio di quasi due metri con spalle larghe e braccia possenti. Indossava una t-shirt che aderiva al suo corpo mettendo in evidenza i suoi pettorali scolpiti. Sotto aveva un paio di bermuda color caki. Non potei fare a meno di ammirare quel corpo da dio greco. E sembrava anche ben dotato a giudicare dal bozzo che si intravedeva all’altezza della patta. Prima di avvicinarmi a lui ho pensato ad una buona scusa per abbordarlo. Non volevo proprio apparire la troia che ero al primo incontro. Finsi di inciampare. Indossavo un completino maglietta e minigonna e un paio di tacchi da vertigine. Sono bassina ma in compenso ho un paio di tette da concorso e un culetto da bambina ribelle che fa sbavare tutti gli eterosessuali sani di mente. Lui pronto mi venne in soccorso e quando mi toccò il braccio per sorreggermi un brivido mi percorse la schiena fino in mezzo alle cosce. Mi appoggiai a lui facendo finta di essermi slogata la caviglia. Sentivo il suo braccio quasi sollevarmi da terra. Mi accompagnò fino al divano e mi sedetti. Lui si inginocchiò davanti a me e prese la mia caviglia tra le sue grandi mani. Erano bollenti. Si assicurò che non fosse rotto nulla. E mentre sollevava la testa per guardarmi negli occhi non potè fare a meno di soffermarsi in mezzo alle mie cosce che tenevo, volutamente, larghe. Indossavo un perizoma quasi invisibile e credo si sia innamorato della mia figa a prima vista. Come ipnotizzato rimase ad osservare il mio sesso per alcuni interminabili secondi, poi all’improvviso strinsi le gambe e lui si risvegliò. I nostri occhi si incontrarono. Ci presentammo. Parlava un discreto italiano e non dovetti sforzarmi ad usare il mio inglese del liceo per farmi capire. Quella sera stessa, quando mi riaccompagnò a casa, scopammo. E che scopata. Ma di questo vi racconterò la prossima volta.
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