Nicola e Alberto Cap: XI U22

di
genere
sadomaso

U22

“Buongiorno amici! Vi ho convocati per decidere assieme sui desideri del nostro prediletto Nicola, figlio di Francesco. Da alcuni giorni, costui tormenta suo padre con richieste o con atteggiamenti a cui è difficile, se non impossibile, rispondere in maniera negativa. Lui ha demandato la risposta a noi, per una decisione collegiale e responsabile. Il ragazzo è giovane; non ha molte vacanze ancora a disposizione, che gli consentano di aver il tempo necessario per vivere esaurientemente e compiutamente certe aspirazioni, tenendo conto anche della sollecitudine e della collaborazione del padre per soddisfare i desideri del figlio. A me dispiace non appagare le voglie del nostro giovane amico, a meno che assieme non si decida di inserirlo fra gli schiavi, di renderlo servo senza diritti, togliendogli tutti i privilegi di cui ha goduto finora. In questo modo nel poco tempo che gli rimane di soggiorno presso il nostro circolo, potrà realizzare i suoi sogni. Qui, Nicola amatissimo, abbiamo tuo padre con i tuoi testimoni di accettazione e assieme decideremo la scelta. Non entrerai da subito fra il novero di quei meschini, ma da dopodomani, poiché la prima esperienza deve essere fatta con fisico perfetto, integro; dato che una fustigazione può apportare delle lacerazioni, la cui guarigione richiede del tempo e tu non ne hai.”
“A noi dispiace che ci venga tolto per il periodo che gli rimane di vacanze, poiché non potremo godere delle sue prestazioni, ma pur di accontentarlo, e lui merita, accettiamo il suo suggerimento, signor Presidente.
Chiediamo, però, che sia invertito l’ordine di esecuzione delle punizioni; che quell’insolente di U21 sia presente e osservi a quali punizioni può andare incontro, se non appagherà le brame che avevamo verso il nostro bellissimo Nico.”
“U21 è uno schiavo, sarà condotto sul luogo per assistere non solo alla pena, ma anche per collaborare. Per quanto riguarda le vostre necessità potrete soddisfarle con lui nei modi e con i tempi che volete, nei momenti delle sue pause e del suo riposo. Ora datemi il tempo necessario per far predisporre la posta per il nuovo iscritto e per approntare la prima esecuzione di supplizio con il medico e l’infermiere. Nicola, d’ora in poi sarai chiamato come U22, sigla in cui la U sta per recipiente, mentre il numero indica la quantità, a cui diamo rieducazione e appagamento. Domande? Bene, vedo che siamo tutti d’accordo. Ora lui sarà scortato e guidato sino all’ambulatorio, mentre voi, suoi abbandonati familiari, andate pure. A domani per la prima!”
“Direttore …!” Fissando l’uomo per aver ragguagli.
“Lo vesta del collare con la sigla U22 e poi prosegua con i suoi studi su costui. Egli non ha diritto di parola, di veto; uniche sue possibilità espressive saranno l’abbaiare, l’ululare, il latrare e il guaire.”
“Con U21 … e queste si possono usare? L’acido formico rassoderebbe il fisico con la sua azione di bruciore, ma nello stesso tempo farebbe pulsare, boccheggiare, inumidire, emettere suoni lagnosi al suo sfintere.” Nicola, del colare dello schiavo, era a conoscenza, ma delle ortiche in piena fioritura, ossia nel periodo di maggior azione urticante, lo atterriva. Questo non se lo aspettava e mai lo avrebbe immaginato. Gli era rimasto nella memoria l’azione delle sferzate dategli da un adulto in montagna, con quelle erbe perenni erette, alte più di un metro, piene di esili spighe, quantomai urticanti; i suoi polpacci portarono i segni per alcuni giorni; non solo le gambe, ma anche le mani, poiché lui stesso per rispondere al gesto, nel cercare di prenderne un gambo si urticò ulteriormente, suscitando le risa del giovanotto. Da allora si era sempre mantenuto discosto, lontano da quelle piante erbacee e ora … aveva una trepidazione-paura profonda, viscerale che lo invitava a scansarle, a schivarle. Lui aveva iniziato a divertirsi, a provare piaceri immani nel ricevere e ora quella tortura lo spaventava, lo atterriva, ma che doveva fare? Aveva accettato, anche su spinta silente del padre e ora … Beh si sarebbe morso le labbra, stretto il culo e forse avrebbe avuto delle scariche per i dolori abbinati all’ansia e alla paura di contatto con quelle erbe.
“Con U21 proseguirà nella rieducazione programmata, mentre con lui può agire nei modi, con i mezzi e nei tempi che ritiene necessari. Ha del tempo a disposizione e lo schiavo che ha tra le mani deve essere trattato come una bestia, a cui si chiede di lavorare e produrre. Il vito, lo stallo, l’igiene, la formazione costano, per cui ...”
“Carlo sistemi U22 nella stanza dell’infermeria riservata agli schiavi. Devo trovarlo già preparato per il primo trattamento. Arrivo subito.”
“Vieni servo, entra. Stai in piedi e fissami!”
“Allora Carlo?”
“Non ho notato nulla Dottore, se non una secrezione che mi sembra troppo debole per affermare che sia eccitazione. Qui siamo tutti nudi e …”
“Va bene. Unisca alla fiala, contro infezioni di qualsiasi genere, anche quella dello stimolo, del turbamento, del desiderio, della brama, della meraviglia, che sto studiando. D’ora in poi non deve distinguere una sostanza, un oggetto; tutto quello che potrà vedere deve essere di eccitazione e di carnalità. Non deve vedere limiti. Deve essere un giocattolo di piacere estremo per tanti ospiti.”
“Ecco, è tutto pronto!”
“Ahhhhhhhhhhiiihhhhhhhhhh, che maleeeee!”
“Di cosa ti lamenti, di una puntura al petto? Ecco fatto e mentre attenderemo le prime conseguenze, mostrami la bocca! Dentatura sana, bianca, perfetta. Lingua morbida, pulita, sensuale con chiusura stretta, desiderosa, avida. Succhia, aspira, insaliva, coccola!” Le dita del medico ispezionavano, abbassavano, tastavano bramose di conoscere la cavità orale dello schiavo, per proseguire nel loro scorrere pizzicando, impastando, carezzando quel corpo. Sfiorarono il punto dell’iniezione, trovandolo sensibilissimo; lambirono l’ombelico sino a rasentare una leggera dorata peluria, circondante un marmoreo, ancora acerbo, pigolante membro. Strinsero, strizzarono, tirarono, incuranti delle smorfie, dei sussulti,
“Grrrrrrrrrrrrrrrrr!”
“Non si digrigna i denti, si accettano e si apprezzano i desideri dei padroni! Carlo acquieta questa cagna! Deliziala con quelle erbe; che impari a soddisfare ed eseguire anche le più dolorose e ripugnanti fantasie.” Questi, medico dalla doppia vita, irreprensibile nell’ambiente ospedaliero, ma in privato … Aveva trovato occupazione in extra moenia presso il club per curare gli ospiti, dei quali conosceva le esigenze e gli schiavi, per i quali doveva seguire le indicazioni della direzione. Con i primi, conoscendo le conseguenze di rapporti promiscui, estremi, manteneva un’immagine professionale; con i secondi, seguendo le direttive, umiliava, degradava, puniva praticando anche interventi oppressivi, soffocanti per togliere diritti e dignità. Prescriveva diete, cure particolari e restrizioni e alla fine del corso, da lui disciplinato e retto, lo schiavo-animale accettava e godeva del suo nuovo status.
“Ultimamente, caro infermiere, sono arrivati in questo luogo dei ragazzini che lo farebbero raddrizzare anche a un morto, ma loro, non ancora soddisfatti di questo, bramano di più e allora gli ascoltiamo per accontentarli, soddisfarli, saziarli di sesso, anche con quello più sfrenato, dissoluto e turpe. Cane U22, l’iniezione al torace ha lo scopo, sia di difenderti dalle infezioni che il tuo desiderio potrebbe farti avere, che di annebbiarti i sensi, di renderti incapace di distinguere un cibo, una bibita, un oggetto. Avrai dolore, ma non sarai capace di ribellarti, di negarti. Urlerai, implorerai, piangerai e qualsiasi verso, che emetterai, sarà simile a quello della bestia, alla quale sarai equiparato.”
“Ha ragione, Dottore! I risultati della sua ricerca condurranno gli asserviti ad essere degli oggetti sessuali nelle mani di chi gli cerca. Lo osservi come protende e dondola, come solleva e offre il bacino, come gli scintilla l’anello sfinterico, come il suo membro si sta afflosciando. Sbava, suda, ansima, promette, presenta, offre le sue aperture. Si sta trasformando in una femmina, in una cagna, in una troia, in una vacca con l’ano che pulsa e sbroda come una vagina. Sembra una bestia in calore. Il composto dei farmaci iniettati sta iniziando a modificare, ad agire solo sul comportamento sessuale e sulla mente.”
Un gesto, un verso, uno schiocco di dita, una strusciata d’ortiche, urla, comandi e subito il ragazzino tremante, spaventato, perplesso, si alzò per stendersi prono, incurvato a 90°, con le gambe ben divaricate, pronto, docile e con le braccia allungate su un lettino. Lo legarono per impedirgli di sottrarsi. Gli occhi di Nico sgranarono, si dilatarono alla vista dello scopino di ortiche, il suo culetto si spostava cercando di sottrarsi alla vista, lacrimava stille trasparenti. Il suo anello si apriva e chiudeva. Balbettava. Ansava, uggiolava, guaiva.
“Carlo, prosegua con la somministrazione, lenta o spedita, leggera o forte, … deve urticare, irritare, vescicare, infiammare, farsi sentire e se urla, … avanzi e proceda anche verso i testicoli e il pene, finché non ululerà, uggiolerà come un cane bastonato. La sua cute deve diventare rossa, pruriginosa, pedicellosa, tumida, lucida.”
“Ahhhhhhhhhhhh nooooooooo!”
“Gli alzi il bacino e gli infili sotto quel cuscino di foglie e spighe verdi; inoltre, per renderlo ancora più chiuso, ridotto, con le dita lo penetri con delle foglie.”
“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!”
“Penso sia pronto per un clistere. La cannula dovrà stentare per entrare. I liquidi freddi daranno crampi e dolori e per sentirlo guaire, uggiolare, cainare, mettiamogli sotto i piedi, il petto, i palmi, un po’ di foglie, di fusti e spighe d’urtica urens.”
“Ahuuuuuuuuuuuuuuu. Kai, kai, … kaiiiiiiiiiii!”
“Tappagli la boccaaaaa!”
“Ecco fatto, Dottore! Ora lo fotterò tenendolo per i capelli e poi gli piscerò dentro, … tanto da spingerlo a vomitare per le narici!”
“Bravo Carlo! U22, il mio aiutante sta apprendendo molto bene il metodo per annullare la dignità di una persona, per renderla bestia, animale, schiava e oggetto sessuale per appagare istinti primitivi di dominio. Lui ti tappa la bocca, creandoti anche difficoltà nel respiro e ora, io, mi accingerò a romperti il culo. Ti tromberò, inculerò, inchiappetterò con il tuo pieno d’acqua, aiutandomi con un po’ d’olio. Le ortiche hanno prodotto degli effetti e il tuo corpo, ora, è un formicaio di insetti rossi, cattivi, affamati; un vespaio, un favo caldo, in cui piccoli imenotteri sbattono le ali per arieggiare larve in fase di schiusa e io, trovandoti stretto, … stretto, godrò nel tuo intestino. Il tuo anello è una guaina tumida che fascia e chiude come non mai. Apriti U22, se non vuoi che ti laceri. Desideravi, giovane cagna, provare ad essere uno schiavo? … ora sei sotto le voglie mie e dell’infermiere. Essere schiavi significa avere un padrone che può decidere di farti subire qualsiasi pena, umiliazione, privarti anche dei diritti primari. Vedo il tuo corpo dondolarsi, zigzagare, muoversi in preda a pruriti bestiali, a spasmi, al male di una sodomizzazione dura, tremenda, quanto mai dolorosa. Mugoli, uggioli, scaini. Sei mio, … nostro! Sei uno schiavo, … un niente, … un nulla! Mi sa che ora ti comporterai, respirerai, muoverai da cane e mangerai quello che ti daremo, persino la merda di noi padroni. Ecco, U22, cosa sei: una merda, una teenager-cagna, soda, vellutata, liscia, sensuale, provocante che gode nella e della merda, ma devi essere anche una cagna che sbroda, che brama di essere posseduta, infilzata, soggiogata. Il mio aiuto si sta svuotando la vescica; la mia sborra nuota nell’acqua, ormai divenuta calda. Vomiti dalle narici e schizzi acqua, sperma, merda, nonostante il tuo culo rosso, violaceo, tumido, ancora tappato. Infanghi e immelmi. Non hai più niente di uomo. Sei un oggetto, un fazzoletto bagnato, bombo di sostanze cremose, che non sta ritto, … che s’affloscia come un palloncino che perde. Non ti lamenti neanche più delle ortiche che ti irritano. Penso che sia opportuno che ti aiuti a pisciare con una iniezione in vena di diuretico: sarà eccitante vederti fare sforzi immani, pur di liberare la vescica per mezzo di un uretra che si è ristretta. Con occhi gonfi di lacrime ci osserverai, implorerai di aiutarti, di alleviarti i dolori della minzione, ma riceverai solo le nostre pisciate bollenti sul tuo corpo arrossato, pruinoso, insudiciato, anzi ti faremo pulire, lavare le nostre pelvi con i loro soldati umidi, sporchi, unti, sudati, affaticati, stremati da una difficile, dura battaglia. Gemi, ti lagni, … Guarda cosa sto facendo dopo un’appagante, goduriosa pisciata accovacciato sul pavimento … e devi sapere che il mio culo, dopo lo scarico, deve essere pulito, lavato, … Te lo mostro. Carlo liberalo e conducimelo vicino per annusare il mio fiore intinto, impregnato di materia calda, vellutata, cremosa, ricca! Cosa aspetti, cagna? Non hai mai visto un deretano con il buco infangato, lordo? Orinagli sopra, anche se hai dolori e poi asciugalo con la lingua, sino allo scroto. Penetralo con quella tua incapace, inesperta punta e asporta i miei residui fecali. Ohhhhhhh, mi sento meglio! Meriti un premio U22! … e quale potrebbe essere, se non avere il permesso di leccare, di gustare e immergere voluttuosamente il tuo muso nelle mie feci? Non fiati, tremi, esiti … eppure, so che sei stato trombato, inculato, spupazzato su un letto di simili panne preparate apposta, per te, pochi giorni fa. Certo, essere sodomizzato in quel modo, su quel talamo era un’altra cosa, ma il provarlo dopo essere stato urticato a dovere, beh … Carlo mostra e … ricordagli! Ohhhhhhh vedo che la memoria ti è tornata. La paura di una nuova orticata sta facendo quaranta. Bravo … e bevi … anche le tue orine! Vedo che il desiderio e la paura ti stanno aiutando a migliorarti. Meriti altri premi, come un collare per emozioni elettriche e una o meglio la celebre, mitica coda di setter.”
“Sarà terribile, ma vederlo comportarsi da cane per pisciare, confondendo uno spettatore per un angolo o un tronco da marcare e poi con un impulso diverso fargli leccare le sue stesse minzioni su chi aveva segnato, beh …”
“Deve lambire, umettare, lustrare per desquamare utilizzando solo la lingua, per strappare al fisico di turno i suoi alimenti, come liquidi, creme, essenze. Posizioniamogli la coda e azioniamo il meccanismo; di poi, prezioso collaboratore, si ponga gattoni, anche lei e cerchi di annusarlo, o meglio di annusare la cagna: sul viso, collo e girandogli attorno, gli tasti il sottopancia, il sottocoda. Annusi, palpi, spinga, sfreghi. Si faccia fiutare, odorare, riconoscere come maschio dominante; cerchi di conquistarlo per possederlo. Deve sbavare, fremere, accovacciarsi come una cagna in calore, che vuole essere montata, riempita, o meglio sodomizzata. S’è disposta sul dorso. Gli salga dalla testa per farsi leccare, bagnare, eccitare, ma stia attento: solo con la lingua. Glielo strofini sulle labbra; glielo punti sul naso, in modo che la sua lingua possa accarezzare l’asta e, spingendosi un po’ più avanti, possa percepire i suoi testicoli sodi, pieni, pesanti, vogliosi di svuotarsi. Lo graffi dolcemente sull’addome per farlo inarcare, per fargli aprire le cosce: è un comportamento animale affermante di essere pronto ad accettare la verga per essere penetrato, riempito e fertilizzato dal seme.”

“Gli sfili la coda e la sostituisca con il suo piccone, ma guarda questo ragazzino come alza il sedere, offrendolo per essere riempito da un nervo caldo, sodo, granitico. È tumido per le orticate, eppure brama di essere posseduto, schiuso, rotto e come, seppur sofferente, lo aspira inghiottendolo sino alla radice.”
“Dottore, è fantastico, stretto, palpitante, umido, scivoloso, vivo. Me lo ha preso per mungermelo. È come una mano che stringe una mammella per aprirla subito dopo e riprendere a strizzare e nel calore del suo budello io sto per cedere.
“Trombalo con forza. Allargalo più che puoi. Strappalo, squarcialo, sgretolalo, che poi …”
“Mi sto per … Ohhhhhhhhhh sììììììììììììììì, sììììììììììììììììììì! Ti riempio piccola puttana, nata per far godere; fatta per essere inculata, stuprata, chiavata. Sìììììììììììììììììììììììììììììì!”

“Carlo sei stato fantastico! Gli hai allargato il culo che stenta a chiudersi. Gli si possono vedere le mucose del colon e lo sperma che vi hai riversato. Tienilo, bloccamelo. Voglio vedergli il colon rigurgitare, spruzzare per una repentina irritazione, la tua sborra.”
“Kai, kai, … kaiiiiiiiiiiiiiiiiiii!”
“Il cane ha iniziato ad uggiolare, a guaiolare. Le ortiche fanno miracoli e questo orifizio sussulta e si chiude spasmodicamente e si apre per inspirare, per fuggire ai morsi di queste fantastiche foglie, mentre lui latra e scaina. Caro aiutante su quel rossore si evidenzierà notevolmente la mia bianca, perlacea rugiada.”


scritto il
2024-08-05
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