Serena

di
genere
trio

Serena
Quel giorno in clinica, l'aria era carica di un silenzio insolito, come se sapesse già cosa stesse per accadere. Il mio lavoro mi aveva abituata a un certo distacco, una routine di gesti precisi e parole misurate che mantenevano il mio mondo ordinato, professionale. Ma quella mattina, quando Clara entrò nella stanza, qualcosa dentro di me iniziò a vacillare.
Clara era bellissima. C'era una delicatezza nei suoi tratti, una fragilità che contrastava con la sua determinazione. Quando mi spiegò il motivo della sua visita, la mia mente registrò le sue parole, ma il mio corpo reagì in modo diverso. Il cuore accelerò leggermente, un movimento impercettibile di eccitazione che cercai di reprimere immediatamente. Eppure, sentivo un calore diffondersi dentro di me, un desiderio che non avrei mai immaginato di provare in quel contesto.
La visita iniziò come tutte le altre. Le mie mani erano ferme, esperte, ma dentro di me sentivo crescere un'aspettativa, una tensione dolce e sottile. Quando le chiesi di spogliarsi, Clara esitò un istante, poi, con una grazia disarmante, si liberò dei vestiti. La sua nudità era un segreto rivelato lentamente, un contrasto affascinante tra la morbidezza dei suoi fianchi e la fermezza che ancora conservava.
Fu allora che lo vidi. E il mio respiro si spezzò, impercettibilmente, ma abbastanza da sentire quel battito ritmico tra le cosce. Il cazzo di Clara era grande, molto più di quanto mi aspettassi, e immediatamente sentii una fitta di desiderio attraversarmi. Non era solo la sorpresa, ma la bellezza di quella visione che mi colpì. C'era una forza in quella parte di lei, una potenza che sembrava appartenere a un mondo diverso, un universo in cui il corpo non aveva limiti né definizioni, ma era semplicemente ciò che desiderava essere.


Il sole era appena tramontato quando Clara tornò nella mia vita, così come se ne era andata: in silenzio, ma con una presenza che riempiva la stanza. Era trascorsa una settimana dall'ultima volta che l'avevo vista, eppure il ricordo del suo corpo e del desiderio che aveva acceso in me era ancora vivido, come una fiamma che non riuscivo a spegnere.
Quella sera, la clinica era vuota. Era il mio turno di chiusura, e stavo finendo di sistemare le ultime pratiche quando sentii bussare leggermente alla porta. Aprii, trovando Clara dall'altra parte, vestita con un'eleganza disinvolta, quasi come se sapesse già cosa sarebbe successo. Mi sorrise, un sorriso che conteneva un mondo di possibilità, e io, senza una parola, la feci entrare.
Ci fu un momento di silenzio carico di tensione, in cui i nostri occhi si studiarono, si cercarono, come se ciascuna di noi stesse cercando di leggere l’anima dell’altra. Poi, senza bisogno di parole, ci avvicinammo. Era come se tutto ciò che era stato trattenuto durante la nostra prima visita fosse finalmente libero, e non c'era più nulla che ci impedisse di andare oltre.
Le nostre mani si incontrarono, e io sentii una scarica di desiderio attraversarmi il corpo. La mia pelle sembrava bruciare sotto il suo tocco, e quando le mie dita sfiorarono il suo viso, fu come se avessi trovato qualcosa che avevo sempre cercato. Il suo respiro divenne più profondo, e io mi avvicinai, sentendo il calore del suo corpo fondersi con il mio.
Le nostre labbra si incontrarono in un bacio che sapeva di promesse e desideri inespressi. C'era una dolcezza iniziale, una delicatezza che si trasformò rapidamente in qualcosa di più urgente. La sua lingua trovò la mia, e io sentii il mio corpo arrendersi completamente a quella passione. Non c'era più spazio per dubbi o esitazioni, solo il bisogno di sentirla, di averla.
Le mie mani iniziarono a esplorare il suo corpo, accarezzando la curva dei suoi fianchi, la morbidezza della sua pelle. Quando arrivai al suo petto, sentii i suoi capezzoli indurirsi sotto le mie dita, e un gemito sommesso sfuggì dalle sue labbra, un suono che mi fece tremare di desiderio. La sua pelle era calda, viva, e io la accarezzai con una lentezza studiata, assaporando ogni istante.
Clara mi spinse delicatamente contro il lettino della clinica, e io mi lasciai andare, sentendo il freddo della pelle nuda contro il lino bianco. Mi sfilò la camicetta, lasciandomi nuda davanti a lei. I suoi occhi mi percorsero con una fame che risvegliò in me qualcosa di primitivo, qualcosa che non avevo mai conosciuto prima. Mi spogliò con una lentezza esasperante, ogni capo di abbigliamento cadendo a terra come una barriera infranta.
Quando fui completamente nuda, Clara si abbassò su di me, baciandomi lungo il collo, il petto, fino a raggiungere il mio ventre. Ogni suo tocco era un incendio, e io sentii il mio corpo inarcarsi verso di lei, implorando senza parole per un contatto più profondo. Finalmente, le sue labbra raggiunsero il punto più intimo di me, e quando la sua lingua iniziò a esplorarmi, fu come se il mondo si fosse dissolto, lasciando solo il piacere.
Mi presi il tempo di godermi ogni attimo, il modo in cui il suo corpo rispondeva al mio, il modo in cui i nostri respiri si mescolavano, creando una sinfonia di desiderio. Il mio corpo si tese sotto di lei, le dita affondarono nei suoi capelli mentre il piacere cresceva, montando dentro di me come un'onda inarrestabile. Quando l'orgasmo mi travolse, fu come se il mio intero essere esplodesse in una cascata di sensazioni, un piacere così intenso da sembrare quasi doloroso.
Clara si alzò su di me, i suoi occhi scuri e pieni di un desiderio che non conosceva limiti. Ci baciammo ancora, con la passione che cresceva sempre più, fino a quando la sentii spingere dentro di me, il suo cazzo duro e pulsante. Mi sorpresi ancora una volta per le sue dimensioni, ma questa volta, invece di un semplice pensiero, sentii una gratitudine profonda per quel piacere che mi stava donando.
La sensazione di pienezza, di completezza, era indescrivibile. Ci muovemmo insieme in una danza perfetta, ogni spinta, ogni gemito sincronizzato come se avessimo fatto l’amore per anni. Ogni fibra del mio essere era concentrata su quel momento, su quella connessione che sembrava trascendere il semplice atto fisico. Era un’unione di anime, di desideri, di tutto ciò che avevamo trattenuto fino a quel momento.
Quando finalmente raggiungemmo l’apice insieme, fu come se il tempo si fermasse. Il mio corpo si contrasse, i miei muscoli tremavano di piacere, e Clara esplose dentro di me, riempiendomi con una forza che mi lasciò senza fiato. Restammo lì, avvolte l'una nell'altra, i nostri corpi umidi di sudore e soddisfazione, il mondo esterno dimenticato.
Ci fu solo silenzio dopo, un silenzio che parlava di ciò che avevamo condiviso, un’esperienza che ci aveva unite in modo che non avrei mai potuto immaginare. Clara rimase accanto a me, le sue dita tracciando cerchi pigri sulla mia pelle. Sentii una pace che non avevo mai conosciuto prima, un senso di completezza che andava oltre il semplice atto fisico. Avevo trovato qualcosa in lei, e lei in me, qualcosa che avrei portato con me per sempre.
Mentre continuavo l'esame, le mie mani tremarono leggermente. Non potevo fare a meno di immaginare quel cazzo tra le mie dita, sentirne la consistenza, la calda pienezza contro il palmo. Un pensiero proibito, eppure irresistibile. La mia mente cercava di riportarmi alla realtà, di ricordarmi chi ero e quale fosse il mio ruolo in quel momento, ma il mio corpo non rispondeva più a quelle regole. Sentivo il calore diffondersi, una umidità crescente che tradiva i miei pensieri più intimi.
Clara non disse nulla. I suoi occhi incontrarono i miei per un istante, e fu come se avesse capito. Un riconoscimento silenzioso, un consenso muto tra di noi. Era un gioco pericoloso, ma uno da cui non riuscivo a tirarmi indietro. Ogni movimento che facevo, ogni carezza accidentale sembrava carica di un significato più profondo, un desiderio nascosto che si manifestava attraverso i nostri corpi.
Quando la visita terminò, mi sentii svuotata e al tempo stesso più viva che mai. Clara si rivestì con la stessa calma con cui si era spogliata, e io la guardai andare via, incapace di trattenere i pensieri che affollavano la mia mente. Ero stata attratta da qualcosa di inaspettato, qualcosa di potente e primordiale.
Chiusi la porta dello studio dietro di lei, il respiro ancora irregolare. Mi appoggiai alla scrivania, cercando di recuperare la mia compostezza. Sapevo che quella non sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto Clara, e il pensiero mi faceva fremere di anticipazione. Ma cosa significava tutto ciò per me, per la mia vita ordinata, per la mia professionalità? Non avevo risposte, solo il ricordo di quel desiderio che continuava a bruciare dentro di me, inesorabile.


Il terzo incontro con Clara avvenne in un luogo inaspettato e in un contesto che mai avrei immaginato. Era una serata tiepida, e il cielo di fine estate era dipinto di sfumature arancioni e rosa. Stavo camminando lungo una strada poco frequentata, godendomi la tranquillità della sera, quando la vidi. Clara era ferma davanti a un elegante ristorante, il viso illuminato dalle luci soffuse dei lampioni. Ma non era sola. Accanto a lei, un uomo molto più grande la stringeva per mano, con un gesto che sembrava rivelare una certa intimità.
La prima reazione fu un misto di sorpresa e gelosia. Clara non mi aveva mai parlato di un uomo, e vederla così vicina a qualcuno di molto più anziano di lei mi fece sentire un'inquietudine difficile da definire. Mi fermai a una distanza sicura, nascosta nell'ombra, osservando la scena con una curiosità crescente. L'uomo, sui cinquanta, con capelli brizzolati e un'aria sicura di sé, si chinò verso di lei e le sussurrò qualcosa all'orecchio. Clara sorrise, quel sorriso che mi aveva fatto perdere la testa, e gli accarezzò il viso con una tenerezza che mi fece rabbrividire.
Mi feci forza e mi avvicinai, come se fosse stato il destino a spingermi verso di loro. Clara mi vide per prima. Nei suoi occhi c'era una scintilla di sorpresa, ma anche un lampo di complicità. L'uomo si voltò verso di me, osservandomi con uno sguardo penetrante. Ci fu un breve momento di esitazione, poi Clara, senza esitazione, mi presentò: “Serena, questo è Andrea.” Il suo tono era calmo, quasi casuale, come se non ci fosse nulla di strano in quella situazione.
Andrea mi studiò per un lungo istante, il suo sguardo scavava in me come se volesse comprendere ogni segreto che nascondevo. Sentii il suo potere, un magnetismo che non si basava solo sulla sua presenza fisica, ma su qualcosa di più profondo, un'energia che sembrava avvolgere sia Clara che me. Mi tese la mano, e quando la strinsi, il contatto mi fece sentire un brivido, come se avessi appena varcato una soglia invisibile.
Clara sembrava leggere la tensione che si era creata tra noi tre. “Serena,” disse, con un tono che cercava di dissipare l'atmosfera carica di elettricità, “perché non ci unisci per un drink? Andrea ha una casa qui vicino.”
Non sapevo cosa mi avesse spinto ad accettare. Forse era la curiosità, forse il desiderio di capire meglio chi fosse quell'uomo che sembrava aver catturato l'interesse di Clara. O forse era un impulso più oscuro, un desiderio che non avevo ancora del tutto riconosciuto. Camminammo in silenzio verso l'auto di Andrea, una berlina nera elegante che rifletteva le luci della strada. Il viaggio fu breve, ma sembrò un'eternità. Ogni chilometro aumentava la tensione, mentre l'anticipazione cresceva dentro di me, come una fiamma alimentata dalla presenza dei due.
Quando arrivammo a casa sua, Andrea ci guidò attraverso un grande portone di legno intarsiato. L'interno della casa era arredato con gusto, elegante ma senza ostentazione. Ci accompagnò nel salotto, un’ampia stanza con soffici divani in pelle scura e un grande caminetto acceso. Il fuoco creava un'atmosfera intima, e le ombre danzavano sulle pareti, aggiungendo un senso di mistero.
Ci sedemmo e Andrea versò da bere, del vino rosso intenso che scivolò giù come velluto. Sorseggiai il mio bicchiere lentamente, cercando di mantenere il controllo delle mie emozioni, mentre Clara e Andrea conversavano con una facilità che mi fece sentire come se fossi entrata in un gioco che non comprendevo del tutto.
Poi, all'improvviso, Andrea si voltò verso di me, il suo sguardo che bruciava nei miei occhi. “Clara mi ha parlato di te,” disse, con una calma che tradiva una profondità di intenzioni. “Mi ha detto quanto si sia sentita… appagata… con te.”
Quelle parole fecero esplodere dentro di me una tempesta di emozioni. Mi guardai intorno, cercando una via di fuga, ma non c'era modo di scappare da ciò che era ormai inevitabile. Clara si avvicinò a me, posando una mano sulla mia coscia, il suo tocco che risvegliava ogni fibra del mio essere. Andrea osservava, il suo sguardo che si faceva più intenso, quasi predatorio.
“Siamo qui,” continuò lui, “per esplorare qualcosa di più profondo. Qualcosa che nessuno di noi ha mai vissuto prima.” La sua mano si posò sulla mia, forte e sicura, e mi guidò verso Clara.
Il mio cuore batteva all’impazzata mentre Clara si chinava su di me, le sue labbra trovavano le mie in un bacio lento, ardente. Andrea ci osservava, il suo sguardo che non si distoglieva mai da noi, e io mi sentivo presa tra di loro, intrappolata in una rete di desiderio che non volevo più spezzare. Le mani di Clara cominciarono a esplorare il mio corpo, mentre Andrea si avvicinava, posandosi dietro di me, le sue dita che tracciavano linee di fuoco lungo il mio collo e le spalle.
Il suo tocco era diverso da quello di Clara, più deciso, più consapevole del potere che esercitava. Mi spogliarono lentamente, ogni strato di abiti che cadeva a terra rivelava non solo la mia pelle, ma anche le mie paure, le mie insicurezze, che venivano abbandonate insieme ai vestiti. Quando finalmente fui nuda davanti a loro, mi sentii esposta, vulnerabile, ma anche incredibilmente viva.
Andrea si spogliò a sua volta, rivelando un corpo ancora forte nonostante l’età, muscoli definiti che parlavano di un uomo che non aveva perso il vigore della giovinezza. Clara lo seguì, rivelando ancora una volta quella bellezza androgina che mi aveva tanto affascinato la prima volta. E poi, c'era il suo cazzo, grande e magnifico, un organo che trasudava potere e virilità. Il suo glande era già umido di desiderio, e il mio corpo rispose con un'umidità che scivolava tra le cosce, il mio sesso che si preparava per ciò che sapevo sarebbe venuto.
Andrea si avvicinò, le sue mani che mi sollevavano per posarmi sul divano, il suo corpo che si posizionava tra le mie gambe, le labbra che trovavano il mio sesso e iniziarono a lavorare su di me con una maestria che non avevo mai conosciuto. Ogni sua carezza era una promessa di piacere, e quando Clara si chinò su di me per baciarmi mentre Andrea mi portava sull'orlo dell'estasi, mi sentii persa in un vortice di sensazioni.
Poi venne il momento in cui Andrea entrò in me, il suo cazzo che mi riempì completamente, estendendosi dentro di me con una forza che mi tolse il fiato. Clara si abbassò su di noi, la sua bocca che trovava il mio seno, le sue mani che stringevano il mio corpo mentre Andrea si muoveva dentro di me, lento e inesorabile. La sensazione di essere penetrata da quell'uomo, con Clara che mi accarezzava e baciava, era indescrivibile. Ogni muscolo del mio corpo si tendeva sotto di lui, accogliendo ogni spinta, ogni movimento con un desiderio che mi faceva sentire viva come mai prima.
Il piacere aumentava, diventava insostenibile, finché non sentii l'orgasmo travolgermi, scuotendomi dalle radici. Andrea continuava a muoversi dentro di me, portandomi oltre i limiti del piacere, fino a quando non si ritirò per lasciar spazio a Clara. Sentii la differenza nel modo in cui Clara entrava in me, il suo membro più giovane, più rigido, che trovava la mia intimità ancora pulsante di piacere.
Era un atto di pura lussuria, ma anche di connessione, di scoperta reciproca. Il corpo di Andrea, ancora vicino, partecipava, le sue mani che si univano a quelle di Clara, finché il nostro piacere si fuse in un unico, lungo gemito che riempì la stanza.
Rimanemmo lì, intrecciati nel calore del caminetto, i nostri corpi ancora scossi dal piacere. Il respiro lentamente tornava alla normalità, ma l'aria era ancora carica di elettricità, una tensione palpabile che nessuno di noi tre voleva dissipare. Sentivo Clara rilassarsi accanto a me, le sue dita che tracciavano linee pigre sulla mia pelle umida di sudore, mentre Andrea ci osservava con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
Ma sapevo che non era finita. La fame nei suoi occhi, la rigidità del suo cazzo ancora eretto, tradiva il suo desiderio inesauribile. Andrea si mosse lentamente, senza mai distogliere lo sguardo dai nostri corpi nudi e intrecciati. Poi, con una dolcezza sorprendente, si abbassò e iniziò a baciarmi, le sue labbra calde che si muovevano sulla mia pelle come una promessa di ciò che sarebbe venuto.
Clara si spostò leggermente, e io sentii la sua mano afferrarmi delicatamente, posizionandomi in modo che fossi distesa su un fianco, le gambe leggermente sollevate. Andrea si sistemò dietro di me, il suo cazzo duro che premeva contro le mie natiche, mentre Clara si posizionava davanti a me, le sue labbra che cercavano le mie in un bacio lento e profondo.
Il mio respiro si fece più affannoso mentre sentivo Andrea prepararsi, il suo corpo che si avvicinava al mio con una calma studiata. Con un movimento deciso, entrò in me da dietro, riempiendomi completamente. Sentii il suo cazzo farsi strada con lentezza dentro di me, estendendomi, e ogni fibra del mio essere rispose con un'ondata di piacere che mi fece gemere tra le labbra di Clara.
Ma Andrea non si fermò lì. Con una mano ferma, guidò il mio corpo, spingendomi delicatamente ma con decisione verso Clara. Sentii il suo membro pulsante premere contro l'ingresso del mio ano, una sensazione di piacere misto a tensione. Era un'esperienza nuova, un'intensità che non avevo mai provato prima, ma mi trovai a desiderarla, a volerne di più.
Clara si avvicinò ancora di più, il suo sguardo fisso nel mio mentre Andrea, con una dolcezza sorprendente, cominciava a penetrare lentamente il mio ano. La sensazione era travolgente, un piacere quasi doloroso che mi faceva inarcare la schiena e stringere Clara con forza. Mi sentivo completamente riempita, ogni parte del mio essere coinvolta in quel gioco di carne e desiderio. Andrea si muoveva con una lentezza esasperante, lasciando che mi abituassi a ogni centimetro che si faceva strada dentro di me.
Clara mi sostenne, le sue mani che accarezzavano il mio viso e i capelli mentre mi baciava dolcemente, il suo tocco che mi dava conforto e aumentava la mia eccitazione. Poi, con un movimento fluido, Clara guidò il suo cazzo dentro la mia vagina, trovando lo spazio rimasto e riempiendomi completamente. La sensazione di essere penetrata contemporaneamente da entrambi era indescrivibile, una combinazione di piacere e dolore che mi fece tremare, il mio corpo che si tendeva e rilassava sotto il peso di quel doppio possesso.
I movimenti di Andrea divennero più intensi, i suoi fianchi che spingevano con una forza che mi faceva gemere di piacere, mentre Clara si muoveva in sincronia, il suo cazzo che entrava e usciva con una precisione che mi portava sull'orlo dell'estasi. Sentivo ogni spinta, ogni carezza, ogni respiro affannoso, e il piacere cresceva dentro di me, montando come un'onda che sapevo mi avrebbe travolto.
La pressione aumentava, i nostri corpi sudati che si stringevano l'uno contro l'altro, e io mi persi in quella sensazione di pienezza assoluta. Sentivo Andrea spingere sempre più forte, il suo cazzo che riempiva il mio ano fino in fondo, mentre Clara continuava a muoversi dentro di me con una dolce violenza che mi faceva perdere il controllo. Le mie mani afferrarono disperatamente le sue spalle, cercando un punto d'appoggio mentre il piacere diventava insostenibile, un fuoco che bruciava sempre più forte.
Quando finalmente raggiunsi l'orgasmo, fu come se il mio corpo si disintegrasse, ogni muscolo che si contrasse in un unico spasmo di piacere. Gridai il nome di Clara, mentre Andrea continuava a spingere dentro di me, prolungando l'estasi fino a che non sentii anche lui esplodere, riempiendomi con il suo seme caldo. Clara seguì subito dopo, il suo orgasmo che si mescolava al mio, le sue mani che mi stringevano con una tale forza che sentii ogni fibra del mio essere fondersi con la sua.
Rimanemmo lì, immobili, i nostri corpi ancora intrecciati, i cuori che battevano all'unisono, il respiro che lentamente tornava alla normalità. Mi sentivo esausta, svuotata, ma anche incredibilmente appagata, come se avessi finalmente trovato la mia vera essenza in quell'atto di totale abbandono. Clara e Andrea mi tennero stretta tra di loro, e io mi lasciai cullare dal loro calore, sentendo che quel momento aveva cambiato qualcosa dentro di me, per sempre.
scritto il
2024-08-10
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