Extraterrestre

di
genere
fantascienza

Capitolo 1:
Il sole di Ferragosto filtrava attraverso le persiane abbassate, proiettando sottili linee di luce sul pavimento della stanza di Sandra. L’aria era densa, il silenzio pesante come la coperta estiva che non riusciva a scrollarsi di dosso. Sandra si girava nel letto, cercando una posizione in cui il calore non le opprimesse il corpo, ma era inutile. Ogni centimetro della sua pelle era invaso da una sensazione di disagio, amplificata dalla solitudine che si era fatta più acuta in quel giorno di festa.
Quando il campanello suonò, la prima reazione di Sandra fu di ignorarlo. Chi mai poteva essere in un giorno come quello, con la città deserta e tutti in vacanza? Ma la curiosità prevalse, e con un gesto lento si alzò dal letto, indossando una vestaglia leggera che le cadeva morbida sulle spalle. Attraversò il corridoio, i piedi nudi che incontravano il freddo del pavimento in un contrasto piacevole.
Aprì la porta con un gesto automatico, e ciò che si trovò davanti le tolse il respiro. L’uomo che si ergeva sulla soglia era diverso da chiunque avesse mai incontrato. Alto, con capelli scuri che sfioravano appena le spalle e occhi di un colore indefinito, tra il grigio e il verde, che la fissavano con una profondità disarmante. Indossava una camicia bianca leggermente sbottonata, lasciando intravedere un torace scolpito, e pantaloni scuri che esaltavano la sua figura slanciata. Ma ciò che colpì Sandra più di tutto fu l’aura di sicurezza e fascino che emanava, un magnetismo che sembrava riempire tutto lo spazio attorno a lui.
“Sandra,” disse lui, come se fosse la cosa più naturale del mondo sapere il suo nome. La voce era calda, avvolgente, come il tocco di un amante. “Posso entrare?”
Lei non rispose, o forse non ne ebbe il tempo. Lui varcò la soglia con una grazia che aveva qualcosa di felino, e si fermò appena un attimo davanti a lei, abbastanza vicino da farle sentire il suo profumo, un misto di legno e spezie, che sembrava intossicarla.
“Sandra,” ripeté, come per risvegliarla dal torpore in cui era caduta. “Oggi è un giorno speciale. Ho qualcosa da mostrarti.”
Senza un altro suono, lui si mosse con una fluidità che la ipnotizzava, dirigendosi verso la stanza da letto che Sandra aveva appena lasciato. Lei lo seguì, i sensi in subbuglio, incapace di capire come un uomo potesse avere su di lei un effetto così immediato e totalizzante.
Lui si fermò al centro della stanza, girandosi verso di lei. C’era un sorriso sulle sue labbra, un’espressione di intima complicità, come se avessero già condiviso molto di più di quello che Sandra potesse ricordare. Poi, senza un gesto teatrale, ma con una naturalezza che la fece arrossire, l’uomo si sbottonò i pantaloni e li lasciò scivolare a terra, rivelando il suo corpo perfetto.
Sandra trattenne il fiato, gli occhi incapaci di staccarsi da lui. Era perfetto, in un modo che sfidava la realtà. La sua pelle era liscia, tesa sui muscoli definiti, e il suo cazzo, già parzialmente eretto, sembrava una scultura, magnifico nella sua forma e proporzione. L'uomo avanzò di un passo, lasciandole il tempo di ammirarlo, di percepire ogni dettaglio di quella perfezione virile che sembrava emergere da un sogno proibito.
Il calore che Sandra aveva provato poco prima ora era concentrato tra le gambe, sentiva pulsare la sua figa consapevole del desiderio che le bruciava dentro. Sentì un fremito lungo la schiena, un misto di eccitazione e soggezione, mentre i suoi occhi rimanevano fissi su di lui, sul suo cazzo che si faceva più duro sotto il suo sguardo. Mai aveva visto qualcosa di così splendido, così incredibilmente bello, e l'immagine si fissò nella sua mente, un'immagine che sapeva non avrebbe mai dimenticato.
Lui non disse nulla, ma bastò un altro passo per cancellare ogni distanza tra loro. Sandra lo sentì così vicino, la sua presenza così intensa, che il mondo esterno sembrava svanire, lasciando solo loro due in quella stanza soffocata dal calore e dal desiderio. Quando lui le prese la mano, guidandola a toccarlo, un’ondata di calore la travolse, un’esplosione di sensazioni che la fecero tremare. Il tocco della sua pelle contro la sua fu come una scossa elettrica, e l’eccitazione si trasformò in un fuoco che le incendiava il ventre.
Sandra si perse in quell'attimo, il tempo sospeso mentre le sue dita esploravano la lunghezza del suo cazzo, sentendo ogni pulsazione sotto la pelle tesa. Non aveva mai immaginato che potesse essere così, che il semplice atto di toccarlo potesse riempirla di un tale desiderio, così primitivo e potente. Lui si inclinò verso di lei, le labbra che sfioravano il suo orecchio, sussurrando parole che si perdevano nel suono dei loro respiri accelerati.
Sandra era ancora stordita dal contatto della sua mano con il cazzo dello sconosciuto. L'eccitazione le pulsava nelle vene come un'onda impetuosa, minacciando di sopraffarla, ma c'era anche qualcosa di profondamente diverso in quel momento: un senso di potere che non aveva mai conosciuto. Non era solo lui a possederla; lei, con il suo tocco, stava prendendo possesso di lui, del suo corpo perfetto, di quel cazzo che la stava risvegliando come mai prima.
L'uomo la guardava con intensità, i suoi occhi brillavano di desiderio e complicità. Senza dirle una parola, le prese il viso tra le mani e la baciò, un bacio che all’inizio fu lento, esplorativo, ma che ben presto si trasformò in un’esplosione di passione. Sandra sentì le labbra di lui premere contro le sue, le lingue che si intrecciavano in un ballo sensuale. Ogni tocco, ogni movimento delle sue mani sul corpo di lei, era un invito a perdersi, a lasciarsi andare completamente.
Con una dolcezza che contrastava con l'intensità del loro desiderio, l’uomo la guidò verso il letto, le mani che scorrevano lungo la sua schiena, facendo scivolare via la vestaglia leggera che era ormai diventata un ostacolo tra di loro. Sandra si ritrovò nuda, esposta, ma non c'era vergogna in quella nudità. Solo un bisogno crescente, un'urgenza di essere posseduta, di sentirlo dentro di sé.
Lui si prese il suo tempo, esplorando ogni curva del suo corpo con una lentezza torturante. Le mani di Sandra, però, erano impazienti, guidate da un istinto primordiale che la spingeva a reclamare ciò che desiderava. Le sue dita tornarono a stringere il cazzo dell’uomo, ora completamente eretto, caldo e pulsante contro il suo palmo. La sensazione della sua carne tra le mani era inebriante, e Sandra lasciò che il piacere di quel contatto la travolgesse.
L’uomo emise un gemito basso, un suono che vibrò nelle profondità di Sandra, facendola tremare di desiderio. La prese con maggiore forza, le mani che affondavano nei suoi fianchi mentre la guidava dolcemente sul letto, posizionandosi sopra di lei. I loro corpi si fusero, la pelle contro la pelle, e per un attimo Sandra chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dalle sensazioni che scorrevano come un fiume impetuoso.
Quando finalmente lui spinse il cazzo duro e pulsante dentro di lei, fu come un'esplosione di luce che la attraversò, un misto di dolcezza e irruenza che la fece inarcare la schiena e gemere di piacere. Ogni spinta era lenta, deliberata, ma carica di una potenza che la fece sentire viva in ogni fibra del suo essere. Sandra sentì le mani di lui stringersi intorno ai suoi fianchi, mentre i movimenti diventavano più decisi, più profondi, portandola sull'orlo di un piacere che sapeva sarebbe stato travolgente.
Il corpo di Sandra rispondeva a ogni impulso, ogni movimento dell’uomo che la possedeva con una maestria che sembrava nata da un'intima conoscenza del suo piacere. Le loro respiri si mescolarono, il sudore che bagnava la pelle li rendeva scivolosi l'uno contro l'altra, amplificando la sensazione di fusione. Ogni spinta era un crescendo, una salita verso un apice che sembrava non avere fine.
E poi, improvvisamente, il piacere la colse di sorpresa. Sandra sentì l’orgasmo attraversarla come un fulmine, un'ondata che si riversò su di lei, facendola gridare e stringere l'uomo con tutta la forza che aveva. Ma non fu un orgasmo solitario. Le sue gambe tremavano, e lui continuava a muoversi dentro di lei, le sue spinte che si facevano più veloci, più disperate, come se volesse farla esplodere di nuovo, e poi ancora.
Sandra perse il conto dei suoi orgasmi, ogni volta che pensava di aver raggiunto il culmine, lui la riportava al punto di partenza, iniziando un nuovo ciclo di piacere. Era dolcezza e irruenza, delicatezza e forza, il contrasto tra la sua volontà di dominare e il desiderio di abbandonarsi completamente a lui. Ogni fibra del suo corpo era tesa, ogni nervo vibrava, e lei si sentì trasportata in un luogo dove esisteva solo il piacere, dove il tempo si era dissolto, e ogni cosa era ridotta alla sensazione di essere pienamente viva, pienamente donna.
L’uomo accelerò improvvisamente il ritmo della penetrazione spingendo sempre più in fondo il cazzo dentro di lei. Quando raggiunse l’orgasmo Sandra si sentì riempire del liquido caldo dell’uomo e provò un ultimo ed inteso orgasmo.
Quando finalmente l’uomo rallentò, portando a termine quell’intensa danza di corpi, Sandra era esausta, ma appagata come non lo era mai stata in vita sua. Si sentì crollare tra le sue braccia, il respiro pesante mentre cercava di tornare alla realtà. Il suo corpo era ancora caldo, scosso da piccoli brividi di piacere residuo, e mentre si rilassava contro di lui, sentì una pace profonda invaderla.
L’uomo la baciò delicatamente, accarezzandole i capelli, e per un attimo, Sandra si sentì al sicuro, come se niente di brutto potesse mai accaderle mentre era tra le sue braccia. Ma non poteva ignorare il pensiero che le serpeggiava nella mente: chi era davvero quell'uomo? E perché sentiva che questo incontro avrebbe cambiato per sempre la sua vita?
Mentre il sonno cominciava a reclamare il suo corpo stanco, Sandra si abbandonò all'idea che, qualunque cosa fosse accaduta, era stato un giorno che non avrebbe mai dimenticato.

scritto il
2024-08-12
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