Mio suocero mi ha drogata e stuprata
di
Supersex
genere
etero
All'età di 40 anni, mio marito vive per il calcio. Io, con i miei 37 anni, mi ritrovo in una strana situazione: mentre il desiderio di allargare la famiglia, con l'arrivo di un figlio, cresce in me, mi assale l'inquietudine. Come possiamo progettare un futuro insieme se il suo tempo libero è monopolizzato dalla sua squadra del cuore? Nei fine settimana, io divento un'osservatrice silenziosa della sua vita, passando molte domeniche in attesa del suo ritorno dallo stadio, lasciandomi sopraffare dalla noia e dalla malinconia.
Una domenica del mese scorso, quando lui era partito di buon mattino per una lunga trasferta, ho accettato l'invito di mio suocero a pranzo. Si chiama Piero e abita da solo nelle immediate vicinanze. Vedovo da tre anni, conosce bene la solitudine. Pensai che potesse fare bene a entrambi trascorrere del tempo insieme. Mai avrei immaginato che quella decisione avrebbe portato a un'esperienza tanto confusa quanto sconcertante.
Il pranzo è iniziato in modo piacevole, con le risate che abbiamo fatto quando mio suocero, con la sua consueta simpatia, ha raccontato alcuni aneddoti della sua vita lavorativa. Piero è un ex infermiere, in pensione da alcuni anni. Nei momenti di ilarità, tra una risata e l'altra, non potevo fare a meno di osservare la sua espressività nel narrare gli eventi. Lui ha da poco compiuto 72 anni, è bassino di statura e ha un fisico robusto e privo di pancia.
I suoi occhi scuri brillavano di astuzia mentre mi versava un altro bicchiere di vino. Io mi sentivo sempre più allegra e a mio agio. Tuttavia, ad un certo punto la mia situazione ha preso una piega inaspettata. Un’insolita sonnolenza si è impadronita di me e le gambe non mi sostenevano più. Con un gesto premuroso, mio suocero mi ha invitata a stendermi nel letto per riposare. Credevo fosse solo un malessere temporaneo, ma mi sbagliavo.
Mi girava la testa e mi sentivo molto debole, ho chiuso gli occhi. Sonnecchiando, ho avvertito un'oscurità diversa, un'atmosfera strana e opprimente quando ho provato a destarmi. La confusione e il disorientamento hanno preso il sopravvento, non riuscivo a parlare ne a muovere gli arti. In quel momento di vulnerabilità, ho percepito la presenza di qualcun altro nella stanza.
L'ansia si è insinuata nel mio cuore. Dove era finito Piero? E chi era quell'ombra che si avvicinava al letto? Quando mi sono accorta di questa presenza, che vedevo scura e sfocata, non potevo credere a ciò che stava accadendo, la sensazione di vulnerabilità era schiacciante.
Tentando di riprendere il controllo, ho provato a chiamare mio suocero biascicando il suo nome, sperando che quella realtà sfuggente si dimostrasse inesistente dissolvendosi. Ma, ahimè, la mia vocina tremolante sembrava perdersi nel silenzio della stanza.
Quella figura indefinita si è seduta vicino a me e, senza parlare, ha iniziato a toccarmi in un modo che ha confuso totalmente la mia mente. Ha abbassato la lampo e aperto la giacca della mia tuta sportiva, sotto a questa indossavo solo il reggiseno. Ho tentato di difendermi, tutto inutile ero come paralizzata.
Senza incontrare la mia resistenza, lo sconosciuto ha avuto vita facile a spingere verso l'alto le coppe del reggiseno fino a scoprire le mie tette. Ha poi chinato la testa per catturare un'areola, rosa e turgida, chiudendola fra le labbra e ha iniziato a stuzzicare il capezzolo con la punta della lingua.
Sebbene fossi terrorizzata da quanto mi stava succedendo, la bocca di quell'individuo agiva sul mio seno procurandomi un certo piacere e avvertivo già dell'umidiccio fra le gambe. Di certo se ne accorse anche lui quando infilò una mano sotto all'elastico del pantalone fino a raggiungere le mie mutandine.
Proseguì a leccarmi il seno e a masturbarmi fino a quando decise di abbassarmi il pantalone e le mutandine. Non volevo sottostare a quella violenza e feci un altro tentativo di avvisare mio suocero, ma le parole mi uscivano di bocca afone. L'oscuro personaggio sapeva come procurare piacere ad una donna, la punta della sua lingua mi stuzzicò il clitoride, alternando questa azione al succhiare il cappuccio e le piccole labbra.
Ad un certo punto calò i suoi pantaloni e le mutande mettendo in mostra lo stato di eccitazione dei suoi genitali. Guidandolo con la mano mosse il glande, avanti e indietro lungo la fessura vaginale, prima di inserirlo nell'orifizio. Di seguito, con una spinta decisa il suo pene mi penetrò ed io gemetti flebilmente.
Iniziò a fottermi lentamente steso sopra di me. Potevo udire i suoi gemiti di piacere. Poi si sollevò sulle braccia e accelerò il ritmo spingendo con forza e vigoria. Sembrava volesse sfondarmi, lo sentivo fino in fondo e le sue palle sbattevano contro di me ad ogni spinta.
Sentii il piacere salire velocemente, «Oh mio Dio» pensai «sto per venire» ma non volevo dargli la soddisfazione di avermi fatta godere, sarebbe stato il colmo. Invece fu proprio così, le gambe mi si irrigidirono ed un intenso tremore scosse il mio corpo, avevo raggiunto l'orgasmo, alcuni istanti prima del suo. Emettendo un suono gutturale lo sconosciuto iniziò ad eiaculare e io mi sentii inondare dai caldi fiotti del suo sperma.
Ansimante si lasciò andare per qualche istante sopra al mio corpo, poi si alzò e scomparve dalla stanza. Mi sentivo sporca, ma non avevo la forza di alzarmi per raggiungere il bagno. Chiusi gli occhi e, senza accorgermi, mi addormentai. Non ho idea di quanto tempo ho dormito, ma quando mi sono svegliata ero coperta e vicino a me c'era mio suocero.
In un primo momento pensai di aver sognato tutto, ma impiegai poco tempo per comprendere che era tutto vero. Preferii non dire niente a mio suocero, almeno fino a quando non sarei riuscita a riordinare le idee, in quel momento ero troppo confusa. Lui, dopo avermi chiesto come stavo, si offrì di accompagnarmi a casa.
Ancora un po' barcollante e scossa, riuscii a raggiungere il mio appartamento e feci subito una doccia. Mentre mi lavavo, e pensavo a cosa mi era successo, cominciai ad avere dei sospetti proprio su mio suocero. Mi sovvenne che lui aveva lavorato come infermiere nel reparto di anestesiologia. Di certo sarà stato a contatto con i farmaci anestetici imparando a conoscerli. Credo mi abbia versato nel vino una sostanza che mi ha messo k.o. per un paio d'ore. Che bastardo!
Quando mio marito fece rientro a casa mi chiese se stavo bene, perché mi vedeva un po' strana. «Sono solo annoiata e mi sento trascurata» gli risposi io. Nessun accenno a quanto era successo quel pomeriggio, se l'avesse saputo sarebbe andato subito ad affrontare il padre e chissà con quali conseguenze.
© SUPERSEX
Una domenica del mese scorso, quando lui era partito di buon mattino per una lunga trasferta, ho accettato l'invito di mio suocero a pranzo. Si chiama Piero e abita da solo nelle immediate vicinanze. Vedovo da tre anni, conosce bene la solitudine. Pensai che potesse fare bene a entrambi trascorrere del tempo insieme. Mai avrei immaginato che quella decisione avrebbe portato a un'esperienza tanto confusa quanto sconcertante.
Il pranzo è iniziato in modo piacevole, con le risate che abbiamo fatto quando mio suocero, con la sua consueta simpatia, ha raccontato alcuni aneddoti della sua vita lavorativa. Piero è un ex infermiere, in pensione da alcuni anni. Nei momenti di ilarità, tra una risata e l'altra, non potevo fare a meno di osservare la sua espressività nel narrare gli eventi. Lui ha da poco compiuto 72 anni, è bassino di statura e ha un fisico robusto e privo di pancia.
I suoi occhi scuri brillavano di astuzia mentre mi versava un altro bicchiere di vino. Io mi sentivo sempre più allegra e a mio agio. Tuttavia, ad un certo punto la mia situazione ha preso una piega inaspettata. Un’insolita sonnolenza si è impadronita di me e le gambe non mi sostenevano più. Con un gesto premuroso, mio suocero mi ha invitata a stendermi nel letto per riposare. Credevo fosse solo un malessere temporaneo, ma mi sbagliavo.
Mi girava la testa e mi sentivo molto debole, ho chiuso gli occhi. Sonnecchiando, ho avvertito un'oscurità diversa, un'atmosfera strana e opprimente quando ho provato a destarmi. La confusione e il disorientamento hanno preso il sopravvento, non riuscivo a parlare ne a muovere gli arti. In quel momento di vulnerabilità, ho percepito la presenza di qualcun altro nella stanza.
L'ansia si è insinuata nel mio cuore. Dove era finito Piero? E chi era quell'ombra che si avvicinava al letto? Quando mi sono accorta di questa presenza, che vedevo scura e sfocata, non potevo credere a ciò che stava accadendo, la sensazione di vulnerabilità era schiacciante.
Tentando di riprendere il controllo, ho provato a chiamare mio suocero biascicando il suo nome, sperando che quella realtà sfuggente si dimostrasse inesistente dissolvendosi. Ma, ahimè, la mia vocina tremolante sembrava perdersi nel silenzio della stanza.
Quella figura indefinita si è seduta vicino a me e, senza parlare, ha iniziato a toccarmi in un modo che ha confuso totalmente la mia mente. Ha abbassato la lampo e aperto la giacca della mia tuta sportiva, sotto a questa indossavo solo il reggiseno. Ho tentato di difendermi, tutto inutile ero come paralizzata.
Senza incontrare la mia resistenza, lo sconosciuto ha avuto vita facile a spingere verso l'alto le coppe del reggiseno fino a scoprire le mie tette. Ha poi chinato la testa per catturare un'areola, rosa e turgida, chiudendola fra le labbra e ha iniziato a stuzzicare il capezzolo con la punta della lingua.
Sebbene fossi terrorizzata da quanto mi stava succedendo, la bocca di quell'individuo agiva sul mio seno procurandomi un certo piacere e avvertivo già dell'umidiccio fra le gambe. Di certo se ne accorse anche lui quando infilò una mano sotto all'elastico del pantalone fino a raggiungere le mie mutandine.
Proseguì a leccarmi il seno e a masturbarmi fino a quando decise di abbassarmi il pantalone e le mutandine. Non volevo sottostare a quella violenza e feci un altro tentativo di avvisare mio suocero, ma le parole mi uscivano di bocca afone. L'oscuro personaggio sapeva come procurare piacere ad una donna, la punta della sua lingua mi stuzzicò il clitoride, alternando questa azione al succhiare il cappuccio e le piccole labbra.
Ad un certo punto calò i suoi pantaloni e le mutande mettendo in mostra lo stato di eccitazione dei suoi genitali. Guidandolo con la mano mosse il glande, avanti e indietro lungo la fessura vaginale, prima di inserirlo nell'orifizio. Di seguito, con una spinta decisa il suo pene mi penetrò ed io gemetti flebilmente.
Iniziò a fottermi lentamente steso sopra di me. Potevo udire i suoi gemiti di piacere. Poi si sollevò sulle braccia e accelerò il ritmo spingendo con forza e vigoria. Sembrava volesse sfondarmi, lo sentivo fino in fondo e le sue palle sbattevano contro di me ad ogni spinta.
Sentii il piacere salire velocemente, «Oh mio Dio» pensai «sto per venire» ma non volevo dargli la soddisfazione di avermi fatta godere, sarebbe stato il colmo. Invece fu proprio così, le gambe mi si irrigidirono ed un intenso tremore scosse il mio corpo, avevo raggiunto l'orgasmo, alcuni istanti prima del suo. Emettendo un suono gutturale lo sconosciuto iniziò ad eiaculare e io mi sentii inondare dai caldi fiotti del suo sperma.
Ansimante si lasciò andare per qualche istante sopra al mio corpo, poi si alzò e scomparve dalla stanza. Mi sentivo sporca, ma non avevo la forza di alzarmi per raggiungere il bagno. Chiusi gli occhi e, senza accorgermi, mi addormentai. Non ho idea di quanto tempo ho dormito, ma quando mi sono svegliata ero coperta e vicino a me c'era mio suocero.
In un primo momento pensai di aver sognato tutto, ma impiegai poco tempo per comprendere che era tutto vero. Preferii non dire niente a mio suocero, almeno fino a quando non sarei riuscita a riordinare le idee, in quel momento ero troppo confusa. Lui, dopo avermi chiesto come stavo, si offrì di accompagnarmi a casa.
Ancora un po' barcollante e scossa, riuscii a raggiungere il mio appartamento e feci subito una doccia. Mentre mi lavavo, e pensavo a cosa mi era successo, cominciai ad avere dei sospetti proprio su mio suocero. Mi sovvenne che lui aveva lavorato come infermiere nel reparto di anestesiologia. Di certo sarà stato a contatto con i farmaci anestetici imparando a conoscerli. Credo mi abbia versato nel vino una sostanza che mi ha messo k.o. per un paio d'ore. Che bastardo!
Quando mio marito fece rientro a casa mi chiese se stavo bene, perché mi vedeva un po' strana. «Sono solo annoiata e mi sento trascurata» gli risposi io. Nessun accenno a quanto era successo quel pomeriggio, se l'avesse saputo sarebbe andato subito ad affrontare il padre e chissà con quali conseguenze.
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