Regalino per mamma (dialogo tra madre e figlio)
di
Ciro Esposito83
genere
incesti
MADRE Cos’è quello, tesoro?
FIGLIO Un regalo per te, mamma?
MADRE Per me? Ma non è il mio compleanno.
FIGLIO Lo so, ma è solo perché tu sei la migliore mamma del mondo e anche la mia migliore amica.
MADRE Che caro che sei. Dammi qua che lo apriamo.
FIGLIO Sono certo che ti piacerà. Ne sono più che sicuro, perché è qualcosa che avevi già visto e avevi detto che la volevi.
MADRE Ah, allora mi piacerà di sicuro... Apriamolo... Ma... ma... tesoro?
FIGLIO Ti ho lasciata senza parole, eh? Ti ricordi che un mese fa siamo passati da quel negozio di biancheria per donna e tu hai visto questa camicia da notte in vetrina? Avevi detto che era una cosa sciccosissima e che saresti impazzita se papà te l’avesse regalata.
MADRE Sì, certo, figliolo. Però appunto speravo che fosse tuo padre a regalarmela.
FIGLIO Lo so, infatti mi ero detto che se papà mi avesse chiesto consiglio per il regalo del tuo compleanno, gli avrei suggerito quella. Lui però poi non mi ha chiesto niente...
MADRE È mi ha regalato quella pianta... una bellissima pianta, ovviamente.
FIGLIO Già. Quella bella pianta che sta marcendo in terrazzo. Comunque sia, sapevo che ci tenevi molto e volevo, per una volta, farti un regalo speciale.
MADRE Sei stato meraviglioso, tesoro, però non dovevi. Costa molto...
FIGLIO Quello non è stato un problema, mamma. Avevo un po’ di risparmi da parte e mi piaceva l’idea di usarli per te, per ripagarti di tutto quello che fai per me, perché tu sei molto di più di una madre. Sono pochi i figli così fortunati da poter avere una madre tanto bella e un’amica così speciale nella stessa persona.
MADRE Mi stai adulando.
FIGLIO Dico solo quello che penso.
MADRE Fatti abbracciare.
FIGLIO Spero solo che sia della taglia giusta.
MADRE Direi di sì.
FIGLIO Sai, la signora del negozio ha iniziato a parlare di cose strane, di taglie, di coppe e altro che non ricordo. Mi chiedeva come eri fatta e io non sapevo cosa dirle. Alla fine mi ha detto che se non ti va bene, puoi andare tu stessa a cambiarla. Quindi ora non ti resta che provarla.
MADRE Grazie tante tesoro. La proverò questa sera stessa e poi ti farò sapere. Vedrai che sorpresona per tuo padre.
FIGLIO Ecco... io...
MADRE Che c’è? Stai tranquillo. Mi starà benissimo e comunque domani sarò ancora in tempo, se dovrò cambiarla. Sono sicura che non servirà.
FIGLIO No, è che io...
MADRE Sputa il rospo.
FIGLIO Forse è meglio se non la fai vedere a papà.
MADRE Come sarebbe a dire? Se non gliela faccio vedere, quando la posso indossare? È una camicia da notte e io dormo con lui, sciocchino che sei.
FIGLIO Sì, ma magari non gli fa piacere che te l’abbia regalata un altro.
MADRE Un altro? Ma tu non sei un altro, tu sei nostro figlio. Sarà contento invece. Al limite lo farò sentire in colpa perché suo figlio è stato in grado di fare un regalo più opportuno di lui.
FIGLIO Potresti dirgli che l’hai comprata tu. Non è necessario che gli specifici che te l’ho regalata io. In fin dei conti non è così importante.
MADRE Guarda che mica è geloso né ti rimprovera. Ti vergogni di qualcosa? È per il fatto che è una camicia da notte e non un maglione?
FIGLIO ...
MADRE Dai, non c’è niente di male. Sì, insomma, è certamente un regalo che una donna si aspetta dal proprio uomo, ma tra di noi c’è un legame speciale e poi sono stata io a farti capire che era qualcosa che desideravo.
FIGLIO Lo so, mamma. Infatti questo è un regalo alla mia amica speciale, la mia confidente e la donna più bella del mondo.
MADRE Come sei caro.
FIGLIO Però... ecco... Mi piacerebbe sapere come ti sta.
MADRE Ma certo. Te l’ho detto. Quando l’avrò provata, te lo farò sapere.
FIGLIO E non lo puoi fare ora?
MADRE Ma dovrei cambiarmi apposta.
FIGLIO E allora? Cosa ti costa?
MADRE È più comodo se lo faccio questa sera, non credi.
FIGLIO Sì, ma non hai niente di particolare da fare ora. E poi ci metti solo cinque minuti.
MADRE Se insisti... Allora vado di là a provarla. Sei contento?
FIGLIO Sì, mamma... ... ... Hai fatto?
MADRE Quasi... È così delicata che ho dovuto spogliarmi quasi completamente. Temevo che un gancetto del reggiseno la rovinasse. Sappi però che è perfetta. Mi sta d’incanto. Grazie amore. Ora mi rivesto e arrivo.
FIGLIO Mamma.
MADRE Sì?
FIGLIO Non è che mi faresti vedere come ti sta addosso?
MADRE Be’ forse non è il caso.
FIGLIO Perché, mamma? Ci tengo.
MADRE Forse è un po’ troppo... trasparente.
FIGLIO Ma no, dai mamma. Vieni qui e lasciati ammirare.
MADRE Okay, ma se è troppo sconcia, devi dirmelo.
FIGLIO Su, mamma, non fare la vergognosa.
MADRE Eccomi.
FIGLIO Wow, mamma. Sei incantevole.
MADRE Grazie, caro, ma non ti sembra un po’ troppo audace per una donna della mia età?
FIGLIO Assolutamente no, mamma.
MADRE Insomma, c’è questo spacco laterale lunghissimo. E poi è scollatissima ed il pizzo sul seno è praticamente trasparente.
FIGLIO Oh, mamma. Lo spacco è della lunghezza giusta e forse serve per stare più comoda, visto che ci devi dormire dentro e il pizzo forse è trasparente, ma non si vede niente, perché stai con le braccia incrociate, quindi non ti devi preoccupare.
MADRE Sciocchino. Comunque speriamo che a tuo padre piaccia.
FIGLIO A me tanto. Non dovresti mai togliertela. Anche se ti verrebbe una paresi alle braccia, a furia di tenerle incrociate.
MADRE Non prendere in giro. Adesso vado di là a cambiarmi.
FIGLIO Aspetta ancora un attimo, mamma. Non ti ho ammirata abbastanza. Con tutto quello che ho speso, me lo merito. Dai, fai un giro su te stessa.
MADRE Va bene, caro. Così? Non è troppo trasparente dietro.
FIGLIO Ma che dici, mamma, e poi indossi sia lo slip che i collant... Che, per dirla tutta, non valorizzano molto la camicia da notte. Anzi, fanno un effetto un po’ grottesco.
MADRE Cosa pretendevi? Mi sono cambiata in fretta.
FIGLIO Sì, e poi non ne valeva la pena per me...
MADRE Non dico questo. È solo che non è il momento per una sfilata in lingerie.
FIGLIO Sì, capisco, mamma. Peccato però, perché tu sei meglio di una modella e con questa camicia da notte eri quasi perfetta.
MADRE Uffa, dai. Va bene. Hai vinto. Vado di là. Torno subito... ... ... Ecco. Adesso va meglio. Non si vede più nessun segno.
FIGLIO Così sei perfetta, mamma... A parte che stai sempre con queste braccia incrociate.
MADRE Dai, tesoro. Mi sento già a disagio così. Insomma, non sta bene.
FIGLIO Ma magari non si vede niente. Prova...
MADRE Ecco... Sinceramente, dimmi se è tanto trasparente.
FIGLIO Be’ no... Insomma, un po’. Qualcosa. Ma non troppo. Fidati.
MADRE Non mi fa sentire a mio agio.
FIGLIO Su, dai, mamma. Stai tranquilla, non sei sconcia così.
MADRE Sì, ma tu non mi fissare.
FIGLIO No, non ti fisso. Sappi però che sei spettacolare così. Dovresti solo provare a raccogliere i capelli sulla nuca.
MADRE Pensavo che fosse meglio lasciarli sciolti, un po’ sul davanti, tanto per coprire la trasparenza.
FIGLIO Guarda, decisamente ti stanno meglio raccolti. E smettila di preoccuparti delle trasparenze.
MADRE Ma se tu continui a fissarmi lì, non ci riesco. Mi metti in imbarazzo.
FIGLIO Eddai, mamma. Ricordati, siamo migliori amici. Non pensare a me come a tuo figlio e rilassati.
MADRE Hai ragione. Va be’, dai. Ecco, adesso mi rilasso e cerco di non preoccuparmi di quello che tu potresti vedere... Però mi devi aiutare. Voglio dire, devi essere più disinvolto. Okay?
FIGLIO Va bene, mamma, ma non è colpa mia se hai un fisico da urlo.
MADRE Quanti complimenti oggi.
FIGLIO Te li meriti tutti, mamma. Dai, sediamoci sul divano e chiacchieriamo un po’.
MADRE Preferirei andare di là a cambiarmi, prima.
FIGLIO Invece no. Devi sentirti a tuo agio così.
MADRE Mah, forse hai ragione. Mi sto facendo troppi problemi... Però tu continui a guardare lì!
FIGLIO Scusa.
MADRE Non credere che non ti capisca, tesoro. Sei giovane, pieno di ormoni che vagano impazziti e non sei neppure abituato a vedere certe cose... anche se sono di tua madre.
FIGLIO So che è sbagliato, mamma, ma è più forte di me. L’occhio cade sempre lì. Non vorrei. Lo faccio inconsciamente.
MADRE Certo. È un po’ imbarazzante per entrambi. Facciamo che decidiamo che non ci importa nulla. Io non mi copro e tu mi guardi quanto vuoi. In fin dei conti sono un essere umano come tutti gli altri e non c’è nulla di cui vergognarsi.
FIGLIO Grazie, mamma. Sei un angelo. Sai sempre come risolvere le situazioni nel migliore dei modi. E comunque, se mi posso permettere, sono molto belle.
MADRE Be’, figliolo, come complimento mi sembra alquanto inappropriato da parte tua, ma ti ringrazio lo stesso. Apprezzo l’intento.
FIGLIO Non sei contenta che un uomo ti trovi bella?
MADRE Sì, ovviamente. Però tu sei mio figlio.
FIGLIO Non per questo non so essere imparziale.
MADRE Intendevo un’altra cosa. Voglio dire che quello che hai fatto è una sorta di complimento sessuale e non sta bene che un figlio parli ad una madre in questi termini.
FIGLIO Dici in generale o, in particolare, ha dato fastidio a te?
MADRE Non saprei. Sì, insomma, non mi ha infastidito particolarmente, ad essere sincera. So che tu mi vuoi bene e quindi i tuoi complimenti sono spontanei.
FIGLIO Allora cosa c’è che non va?
MADRE È difficile da spiegare. Qualcosa dentro di me mi dice che non va bene che mio figlio faccia i complimenti al mio seno. Si tratta di una sensazione.
FIGLIO Come la fai difficile, mamma. Guarda i fatti. È la prima volta che tu ed io siamo in una situazione di questo tipo, quindi non ti ho potuta mai vedere prima così. Adesso che è successo, non solo non è finito il mondo ma persino mi sono reso conto che mia madre ha ancora un bel corpo e ho voluto condividere con lei questo pensiero. Tutto qui.
MADRE In questi termini non è nulla di sconveniente, in effetti. Forse se noi fossimo stati più abituati alla reciproca nudità, ora non sembrerebbe così strano. A te che effetto fa?
FIGLIO Guardare intendi?
MADRE Sciocco. Chiedevo che effetto ti fa questa condivisione, questo nostro modo di vivere un momento intimo.
FIGLIO Sai bene che tu per me se la persona più incredibile e unica al mondo. Sapere di poter condividere qualcosa con te mi fa star bene. Non è solo perché ti ho fatto questo regalo e perché tu ora lo stai indossando davanti a me, superando il tuo senso del pudore. È molto di più. Stai condividendo con me un momento speciale. Mi hai fatto una grossa concessione mostrandoti e mi stai permettendo di parlare liberamente con te, di esprimere la mia ammirazione.
MADRE Quanto sei maturo e sensibile, quando parli così. Mi fai battere forte il cuore. Senti... Oh, scusa, non mi sono resa conto di quanto fosse inopportuno in questo momento.
FIGLIO Ma no, mamma. È colpa mia. È che non sapevo dove mettere la mano e non volevo toccarti lì. Sai, un conto è quando sei più vestita. Così sarebbe stato proprio come toccartene una.
MADRE Spero che tu non sia rimasto troppo turbato.
FIGLIO Figurati. È solo che non volevo che tu fossi in imbarazzo. Per me non ci sarebbe stato problema. Mi avrebbe fatto piacere.
MADRE Cosa vuoi dire?
FIGLIO Niente. Solo che volevo sentire davvero come ti batteva il cuore.
MADRE Non è quello che hai detto. Sii sincero.
FIGLIO E va bene, mamma. Lo ammetto. Vederti così mi ha fatto venire la curiosità di sentire come sono fatte...
MADRE Come pensi che siano fatte? Di carne, come tutto il resto.
FIGLIO Lo so, lo so. È solo che, sì, insomma, mi era venuto l’impulso di sentirne la consistenza.
MADRE Questo però va oltre la confidenza tra di noi.
FIGLIO È vero, hai ragione. Ti chiedo perdono.
MADRE Forse abbiamo esagerato. È meglio che vada di là a cambiarmi.
FIGLIO No, mamma, ti prego. Non lo farò più.
MADRE Il problema è un altro. Sono io che non voglio che tu abbia certi desideri su di me.
FIGLIO Non su di te. Te lo giuro. Era così, in generale. Per quella cosa, non perché fossi tu. Capisci? Ti prego, non te ne andare. È così bello adesso stare qui insieme a parlare liberamente.
MADRE Dai, non fare il bambino. Non serve che ti metti a piagnucolare. Prova invece a metterti nei miei panni. Sono qui con mio figlio, un adolescente, un ragazzone bello quanto dolce, che mi ha appena regalato la più bella camicia da notte della mia vita. Sono qui mezza nuda di fronte a lui per la prima volta...
FIGLIO Non sei mezza nuda, mamma. Si vedono solo un po’ i seni in trasparenza attraverso il pizzo...
MADRE Va bene, ma non è questo il fatto. È che ci siamo trovati in una situazione strana perché ti ho detto di sentirmi il cuore e invece tu, in qualche modo, hai immaginato di toccarmi il seno.
FIGLIO Eddai, mamma. È stato un incidente. E poi non te l’ho mica toccato per davvero.
MADRE Però avresti voluto farlo. Ammettilo.
FIGLIO Sì, è vero. Ho avuto questo desiderio.
MADRE Okay, va bene. Facciamo un bel respiro. Credo che abbiamo un problema e lo dobbiamo risolvere. Ho capito quello che intendevi. In fin dei conti tu in me vedi una donna. I tuoi ormoni giocano brutti scherzi. Da parte mia, però, non devo esagerare. Non devo essere apprensiva. Voglio essere una madre equilibrata, che sa come affrontare certe situazioni per evitare che in te si creino strane idee, complessi, distorsioni. Insomma, capisco che devo aiutarti in questo momento di crescita. Ora sei confuso. Ammetto di esserlo anch’io, ma possiamo riportare tutto ad un livello più semplice. È quello che vogliamo entrambi.
FIGLIO Sì, mamma. Credo di sì.
MADRE Ricapitolando... Tu hai questo desiderio di fare esperienza, di toccare un seno. La situazione particolare ci ha portati al punto che io sono abbastanza esposta e quindi le tue pulsioni ti hanno messo un po’ in crisi. Va bene. Penso che si debba ridimensionare il tutto. Partiamo dal presupposto che un seno è un seno. Nulla di più. È una parte del corpo umano. Ce l’hanno tutte le donne. Piace molto agli uomini, ma non per questo deve essere visto né come un idolo né come un mostro. Io sono tua madre e sono una donna. Vedo che tu non riesci a staccare lo sguardo dalla scollatura della mia camicia da notte e cerco di non farne un problema. Questo è tutto. Però, per uscire da questa situazione forse dovremmo fare un passo avanti.
FIGLIO Non capisco, mamma.
MADRE Allora. Adesso io abbasserò le spalline della camicia da notte e ti mostrerò i miei seni. Tu però devi stare molto tranquillo. Non ti devi agitare. Devi pensare che si tratta di una cosa normale. In fin dei conti li stai già vedendo. Li vedrai solo un po’ meglio. Se poi pensi che sia importante toccarli, lo potrai fare, ma con naturalezza. D’accordo?
FIGLIO Stai scherzando, mamma?
MADRE Sono seria. È una sorta di lezione di educazione sessuale. Ecco. Guardali... Toccali se vuoi...
FIGLIO Omioddio, mamma, non ci posso credere. Mi tremano le mani.
MADRE Coraggio. Non mordono.
FIGLIO Sì, mamma. Grazie. È bellissimo. Non immaginavo fosse così toccarle. È... È...
MADRE Dai figliolo, non tremare, stai sudando. È tutto a posto.
FIGLIO No, mamma. Non è tutto a posto. Ora mi sento strano. Mi gira la testa. Sono eccitato.
MADRE Vuoi dire che hai un’erezione?
FIGLIO Sì, mamma. Mi sono eccitato per te e ora mi fa male nei pantaloni. Non era mai accaduto che lo sentissi così.
MADRE Lo sapevo che non lo dovevamo fare. Adesso basta. Mi ricopro.
FIGLIO Sì. Va bene, mamma. Però io... ecco io adesso devo proprio masturbarmi.
MADRE Non lo dire neppure per scherzo. So che tu fai certe cose, ma io non lo voglio sentir dire.
FIGLIO Non dire così. È per te che lo devo fare.
MADRE Piantala con queste idiozie.
FIGLIO Non sono idiozie. Ecco guarda come sono eccitato. È tutto gonfio e dolorante.
MADRE Mettilo subito via, per favore.
FIGLIO Non posso, mamma. Ora devo farlo a tutti i costi. Ne ho bisogno.
MADRE Allora sono io che me ne vado. Non posso stare qui a guardare mio figlio che si masturba.
FIGLIO Ti prego mamma, resta. È per te tutto questo.
MADRE No.
FIGLIO Dai, mamma, ho bisogno di te. Fallo tu per me.
MADRE Lasciami la mano.
FIGLIO Solo un po’...
MADRE Lasciami, mi fai male.
FIGLIO Dai, un po’ soltanto. Ecco. Così. Grazie, mamma. Solo tu sai come far star bene tuo figlio. È bello quello che mi fai. Grazie.
MADRE Sì, tesoro, ma solo per questa volta. Perché sono la tua migliore amica.
FIGLIO Un regalo per te, mamma?
MADRE Per me? Ma non è il mio compleanno.
FIGLIO Lo so, ma è solo perché tu sei la migliore mamma del mondo e anche la mia migliore amica.
MADRE Che caro che sei. Dammi qua che lo apriamo.
FIGLIO Sono certo che ti piacerà. Ne sono più che sicuro, perché è qualcosa che avevi già visto e avevi detto che la volevi.
MADRE Ah, allora mi piacerà di sicuro... Apriamolo... Ma... ma... tesoro?
FIGLIO Ti ho lasciata senza parole, eh? Ti ricordi che un mese fa siamo passati da quel negozio di biancheria per donna e tu hai visto questa camicia da notte in vetrina? Avevi detto che era una cosa sciccosissima e che saresti impazzita se papà te l’avesse regalata.
MADRE Sì, certo, figliolo. Però appunto speravo che fosse tuo padre a regalarmela.
FIGLIO Lo so, infatti mi ero detto che se papà mi avesse chiesto consiglio per il regalo del tuo compleanno, gli avrei suggerito quella. Lui però poi non mi ha chiesto niente...
MADRE È mi ha regalato quella pianta... una bellissima pianta, ovviamente.
FIGLIO Già. Quella bella pianta che sta marcendo in terrazzo. Comunque sia, sapevo che ci tenevi molto e volevo, per una volta, farti un regalo speciale.
MADRE Sei stato meraviglioso, tesoro, però non dovevi. Costa molto...
FIGLIO Quello non è stato un problema, mamma. Avevo un po’ di risparmi da parte e mi piaceva l’idea di usarli per te, per ripagarti di tutto quello che fai per me, perché tu sei molto di più di una madre. Sono pochi i figli così fortunati da poter avere una madre tanto bella e un’amica così speciale nella stessa persona.
MADRE Mi stai adulando.
FIGLIO Dico solo quello che penso.
MADRE Fatti abbracciare.
FIGLIO Spero solo che sia della taglia giusta.
MADRE Direi di sì.
FIGLIO Sai, la signora del negozio ha iniziato a parlare di cose strane, di taglie, di coppe e altro che non ricordo. Mi chiedeva come eri fatta e io non sapevo cosa dirle. Alla fine mi ha detto che se non ti va bene, puoi andare tu stessa a cambiarla. Quindi ora non ti resta che provarla.
MADRE Grazie tante tesoro. La proverò questa sera stessa e poi ti farò sapere. Vedrai che sorpresona per tuo padre.
FIGLIO Ecco... io...
MADRE Che c’è? Stai tranquillo. Mi starà benissimo e comunque domani sarò ancora in tempo, se dovrò cambiarla. Sono sicura che non servirà.
FIGLIO No, è che io...
MADRE Sputa il rospo.
FIGLIO Forse è meglio se non la fai vedere a papà.
MADRE Come sarebbe a dire? Se non gliela faccio vedere, quando la posso indossare? È una camicia da notte e io dormo con lui, sciocchino che sei.
FIGLIO Sì, ma magari non gli fa piacere che te l’abbia regalata un altro.
MADRE Un altro? Ma tu non sei un altro, tu sei nostro figlio. Sarà contento invece. Al limite lo farò sentire in colpa perché suo figlio è stato in grado di fare un regalo più opportuno di lui.
FIGLIO Potresti dirgli che l’hai comprata tu. Non è necessario che gli specifici che te l’ho regalata io. In fin dei conti non è così importante.
MADRE Guarda che mica è geloso né ti rimprovera. Ti vergogni di qualcosa? È per il fatto che è una camicia da notte e non un maglione?
FIGLIO ...
MADRE Dai, non c’è niente di male. Sì, insomma, è certamente un regalo che una donna si aspetta dal proprio uomo, ma tra di noi c’è un legame speciale e poi sono stata io a farti capire che era qualcosa che desideravo.
FIGLIO Lo so, mamma. Infatti questo è un regalo alla mia amica speciale, la mia confidente e la donna più bella del mondo.
MADRE Come sei caro.
FIGLIO Però... ecco... Mi piacerebbe sapere come ti sta.
MADRE Ma certo. Te l’ho detto. Quando l’avrò provata, te lo farò sapere.
FIGLIO E non lo puoi fare ora?
MADRE Ma dovrei cambiarmi apposta.
FIGLIO E allora? Cosa ti costa?
MADRE È più comodo se lo faccio questa sera, non credi.
FIGLIO Sì, ma non hai niente di particolare da fare ora. E poi ci metti solo cinque minuti.
MADRE Se insisti... Allora vado di là a provarla. Sei contento?
FIGLIO Sì, mamma... ... ... Hai fatto?
MADRE Quasi... È così delicata che ho dovuto spogliarmi quasi completamente. Temevo che un gancetto del reggiseno la rovinasse. Sappi però che è perfetta. Mi sta d’incanto. Grazie amore. Ora mi rivesto e arrivo.
FIGLIO Mamma.
MADRE Sì?
FIGLIO Non è che mi faresti vedere come ti sta addosso?
MADRE Be’ forse non è il caso.
FIGLIO Perché, mamma? Ci tengo.
MADRE Forse è un po’ troppo... trasparente.
FIGLIO Ma no, dai mamma. Vieni qui e lasciati ammirare.
MADRE Okay, ma se è troppo sconcia, devi dirmelo.
FIGLIO Su, mamma, non fare la vergognosa.
MADRE Eccomi.
FIGLIO Wow, mamma. Sei incantevole.
MADRE Grazie, caro, ma non ti sembra un po’ troppo audace per una donna della mia età?
FIGLIO Assolutamente no, mamma.
MADRE Insomma, c’è questo spacco laterale lunghissimo. E poi è scollatissima ed il pizzo sul seno è praticamente trasparente.
FIGLIO Oh, mamma. Lo spacco è della lunghezza giusta e forse serve per stare più comoda, visto che ci devi dormire dentro e il pizzo forse è trasparente, ma non si vede niente, perché stai con le braccia incrociate, quindi non ti devi preoccupare.
MADRE Sciocchino. Comunque speriamo che a tuo padre piaccia.
FIGLIO A me tanto. Non dovresti mai togliertela. Anche se ti verrebbe una paresi alle braccia, a furia di tenerle incrociate.
MADRE Non prendere in giro. Adesso vado di là a cambiarmi.
FIGLIO Aspetta ancora un attimo, mamma. Non ti ho ammirata abbastanza. Con tutto quello che ho speso, me lo merito. Dai, fai un giro su te stessa.
MADRE Va bene, caro. Così? Non è troppo trasparente dietro.
FIGLIO Ma che dici, mamma, e poi indossi sia lo slip che i collant... Che, per dirla tutta, non valorizzano molto la camicia da notte. Anzi, fanno un effetto un po’ grottesco.
MADRE Cosa pretendevi? Mi sono cambiata in fretta.
FIGLIO Sì, e poi non ne valeva la pena per me...
MADRE Non dico questo. È solo che non è il momento per una sfilata in lingerie.
FIGLIO Sì, capisco, mamma. Peccato però, perché tu sei meglio di una modella e con questa camicia da notte eri quasi perfetta.
MADRE Uffa, dai. Va bene. Hai vinto. Vado di là. Torno subito... ... ... Ecco. Adesso va meglio. Non si vede più nessun segno.
FIGLIO Così sei perfetta, mamma... A parte che stai sempre con queste braccia incrociate.
MADRE Dai, tesoro. Mi sento già a disagio così. Insomma, non sta bene.
FIGLIO Ma magari non si vede niente. Prova...
MADRE Ecco... Sinceramente, dimmi se è tanto trasparente.
FIGLIO Be’ no... Insomma, un po’. Qualcosa. Ma non troppo. Fidati.
MADRE Non mi fa sentire a mio agio.
FIGLIO Su, dai, mamma. Stai tranquilla, non sei sconcia così.
MADRE Sì, ma tu non mi fissare.
FIGLIO No, non ti fisso. Sappi però che sei spettacolare così. Dovresti solo provare a raccogliere i capelli sulla nuca.
MADRE Pensavo che fosse meglio lasciarli sciolti, un po’ sul davanti, tanto per coprire la trasparenza.
FIGLIO Guarda, decisamente ti stanno meglio raccolti. E smettila di preoccuparti delle trasparenze.
MADRE Ma se tu continui a fissarmi lì, non ci riesco. Mi metti in imbarazzo.
FIGLIO Eddai, mamma. Ricordati, siamo migliori amici. Non pensare a me come a tuo figlio e rilassati.
MADRE Hai ragione. Va be’, dai. Ecco, adesso mi rilasso e cerco di non preoccuparmi di quello che tu potresti vedere... Però mi devi aiutare. Voglio dire, devi essere più disinvolto. Okay?
FIGLIO Va bene, mamma, ma non è colpa mia se hai un fisico da urlo.
MADRE Quanti complimenti oggi.
FIGLIO Te li meriti tutti, mamma. Dai, sediamoci sul divano e chiacchieriamo un po’.
MADRE Preferirei andare di là a cambiarmi, prima.
FIGLIO Invece no. Devi sentirti a tuo agio così.
MADRE Mah, forse hai ragione. Mi sto facendo troppi problemi... Però tu continui a guardare lì!
FIGLIO Scusa.
MADRE Non credere che non ti capisca, tesoro. Sei giovane, pieno di ormoni che vagano impazziti e non sei neppure abituato a vedere certe cose... anche se sono di tua madre.
FIGLIO So che è sbagliato, mamma, ma è più forte di me. L’occhio cade sempre lì. Non vorrei. Lo faccio inconsciamente.
MADRE Certo. È un po’ imbarazzante per entrambi. Facciamo che decidiamo che non ci importa nulla. Io non mi copro e tu mi guardi quanto vuoi. In fin dei conti sono un essere umano come tutti gli altri e non c’è nulla di cui vergognarsi.
FIGLIO Grazie, mamma. Sei un angelo. Sai sempre come risolvere le situazioni nel migliore dei modi. E comunque, se mi posso permettere, sono molto belle.
MADRE Be’, figliolo, come complimento mi sembra alquanto inappropriato da parte tua, ma ti ringrazio lo stesso. Apprezzo l’intento.
FIGLIO Non sei contenta che un uomo ti trovi bella?
MADRE Sì, ovviamente. Però tu sei mio figlio.
FIGLIO Non per questo non so essere imparziale.
MADRE Intendevo un’altra cosa. Voglio dire che quello che hai fatto è una sorta di complimento sessuale e non sta bene che un figlio parli ad una madre in questi termini.
FIGLIO Dici in generale o, in particolare, ha dato fastidio a te?
MADRE Non saprei. Sì, insomma, non mi ha infastidito particolarmente, ad essere sincera. So che tu mi vuoi bene e quindi i tuoi complimenti sono spontanei.
FIGLIO Allora cosa c’è che non va?
MADRE È difficile da spiegare. Qualcosa dentro di me mi dice che non va bene che mio figlio faccia i complimenti al mio seno. Si tratta di una sensazione.
FIGLIO Come la fai difficile, mamma. Guarda i fatti. È la prima volta che tu ed io siamo in una situazione di questo tipo, quindi non ti ho potuta mai vedere prima così. Adesso che è successo, non solo non è finito il mondo ma persino mi sono reso conto che mia madre ha ancora un bel corpo e ho voluto condividere con lei questo pensiero. Tutto qui.
MADRE In questi termini non è nulla di sconveniente, in effetti. Forse se noi fossimo stati più abituati alla reciproca nudità, ora non sembrerebbe così strano. A te che effetto fa?
FIGLIO Guardare intendi?
MADRE Sciocco. Chiedevo che effetto ti fa questa condivisione, questo nostro modo di vivere un momento intimo.
FIGLIO Sai bene che tu per me se la persona più incredibile e unica al mondo. Sapere di poter condividere qualcosa con te mi fa star bene. Non è solo perché ti ho fatto questo regalo e perché tu ora lo stai indossando davanti a me, superando il tuo senso del pudore. È molto di più. Stai condividendo con me un momento speciale. Mi hai fatto una grossa concessione mostrandoti e mi stai permettendo di parlare liberamente con te, di esprimere la mia ammirazione.
MADRE Quanto sei maturo e sensibile, quando parli così. Mi fai battere forte il cuore. Senti... Oh, scusa, non mi sono resa conto di quanto fosse inopportuno in questo momento.
FIGLIO Ma no, mamma. È colpa mia. È che non sapevo dove mettere la mano e non volevo toccarti lì. Sai, un conto è quando sei più vestita. Così sarebbe stato proprio come toccartene una.
MADRE Spero che tu non sia rimasto troppo turbato.
FIGLIO Figurati. È solo che non volevo che tu fossi in imbarazzo. Per me non ci sarebbe stato problema. Mi avrebbe fatto piacere.
MADRE Cosa vuoi dire?
FIGLIO Niente. Solo che volevo sentire davvero come ti batteva il cuore.
MADRE Non è quello che hai detto. Sii sincero.
FIGLIO E va bene, mamma. Lo ammetto. Vederti così mi ha fatto venire la curiosità di sentire come sono fatte...
MADRE Come pensi che siano fatte? Di carne, come tutto il resto.
FIGLIO Lo so, lo so. È solo che, sì, insomma, mi era venuto l’impulso di sentirne la consistenza.
MADRE Questo però va oltre la confidenza tra di noi.
FIGLIO È vero, hai ragione. Ti chiedo perdono.
MADRE Forse abbiamo esagerato. È meglio che vada di là a cambiarmi.
FIGLIO No, mamma, ti prego. Non lo farò più.
MADRE Il problema è un altro. Sono io che non voglio che tu abbia certi desideri su di me.
FIGLIO Non su di te. Te lo giuro. Era così, in generale. Per quella cosa, non perché fossi tu. Capisci? Ti prego, non te ne andare. È così bello adesso stare qui insieme a parlare liberamente.
MADRE Dai, non fare il bambino. Non serve che ti metti a piagnucolare. Prova invece a metterti nei miei panni. Sono qui con mio figlio, un adolescente, un ragazzone bello quanto dolce, che mi ha appena regalato la più bella camicia da notte della mia vita. Sono qui mezza nuda di fronte a lui per la prima volta...
FIGLIO Non sei mezza nuda, mamma. Si vedono solo un po’ i seni in trasparenza attraverso il pizzo...
MADRE Va bene, ma non è questo il fatto. È che ci siamo trovati in una situazione strana perché ti ho detto di sentirmi il cuore e invece tu, in qualche modo, hai immaginato di toccarmi il seno.
FIGLIO Eddai, mamma. È stato un incidente. E poi non te l’ho mica toccato per davvero.
MADRE Però avresti voluto farlo. Ammettilo.
FIGLIO Sì, è vero. Ho avuto questo desiderio.
MADRE Okay, va bene. Facciamo un bel respiro. Credo che abbiamo un problema e lo dobbiamo risolvere. Ho capito quello che intendevi. In fin dei conti tu in me vedi una donna. I tuoi ormoni giocano brutti scherzi. Da parte mia, però, non devo esagerare. Non devo essere apprensiva. Voglio essere una madre equilibrata, che sa come affrontare certe situazioni per evitare che in te si creino strane idee, complessi, distorsioni. Insomma, capisco che devo aiutarti in questo momento di crescita. Ora sei confuso. Ammetto di esserlo anch’io, ma possiamo riportare tutto ad un livello più semplice. È quello che vogliamo entrambi.
FIGLIO Sì, mamma. Credo di sì.
MADRE Ricapitolando... Tu hai questo desiderio di fare esperienza, di toccare un seno. La situazione particolare ci ha portati al punto che io sono abbastanza esposta e quindi le tue pulsioni ti hanno messo un po’ in crisi. Va bene. Penso che si debba ridimensionare il tutto. Partiamo dal presupposto che un seno è un seno. Nulla di più. È una parte del corpo umano. Ce l’hanno tutte le donne. Piace molto agli uomini, ma non per questo deve essere visto né come un idolo né come un mostro. Io sono tua madre e sono una donna. Vedo che tu non riesci a staccare lo sguardo dalla scollatura della mia camicia da notte e cerco di non farne un problema. Questo è tutto. Però, per uscire da questa situazione forse dovremmo fare un passo avanti.
FIGLIO Non capisco, mamma.
MADRE Allora. Adesso io abbasserò le spalline della camicia da notte e ti mostrerò i miei seni. Tu però devi stare molto tranquillo. Non ti devi agitare. Devi pensare che si tratta di una cosa normale. In fin dei conti li stai già vedendo. Li vedrai solo un po’ meglio. Se poi pensi che sia importante toccarli, lo potrai fare, ma con naturalezza. D’accordo?
FIGLIO Stai scherzando, mamma?
MADRE Sono seria. È una sorta di lezione di educazione sessuale. Ecco. Guardali... Toccali se vuoi...
FIGLIO Omioddio, mamma, non ci posso credere. Mi tremano le mani.
MADRE Coraggio. Non mordono.
FIGLIO Sì, mamma. Grazie. È bellissimo. Non immaginavo fosse così toccarle. È... È...
MADRE Dai figliolo, non tremare, stai sudando. È tutto a posto.
FIGLIO No, mamma. Non è tutto a posto. Ora mi sento strano. Mi gira la testa. Sono eccitato.
MADRE Vuoi dire che hai un’erezione?
FIGLIO Sì, mamma. Mi sono eccitato per te e ora mi fa male nei pantaloni. Non era mai accaduto che lo sentissi così.
MADRE Lo sapevo che non lo dovevamo fare. Adesso basta. Mi ricopro.
FIGLIO Sì. Va bene, mamma. Però io... ecco io adesso devo proprio masturbarmi.
MADRE Non lo dire neppure per scherzo. So che tu fai certe cose, ma io non lo voglio sentir dire.
FIGLIO Non dire così. È per te che lo devo fare.
MADRE Piantala con queste idiozie.
FIGLIO Non sono idiozie. Ecco guarda come sono eccitato. È tutto gonfio e dolorante.
MADRE Mettilo subito via, per favore.
FIGLIO Non posso, mamma. Ora devo farlo a tutti i costi. Ne ho bisogno.
MADRE Allora sono io che me ne vado. Non posso stare qui a guardare mio figlio che si masturba.
FIGLIO Ti prego mamma, resta. È per te tutto questo.
MADRE No.
FIGLIO Dai, mamma, ho bisogno di te. Fallo tu per me.
MADRE Lasciami la mano.
FIGLIO Solo un po’...
MADRE Lasciami, mi fai male.
FIGLIO Dai, un po’ soltanto. Ecco. Così. Grazie, mamma. Solo tu sai come far star bene tuo figlio. È bello quello che mi fai. Grazie.
MADRE Sì, tesoro, ma solo per questa volta. Perché sono la tua migliore amica.
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