La guastafeste
di
RomanDeVil
genere
incesti
Mi ero organizzato una bella serata, una cenetta a lume di candela, un bel DVD porno gentilmente prestato da un compagno di scuola, dietro lauto compenso. Anna, la mia ragazza, aveva trovato una scusa con i suoi genitori per restare fuori fino a tardi, i miei erano fuori per una settimana, insomma si prospettava una serata molto eccitante.
Invece tutto era andato a puttane; mia madre mi aveva appena telefonato che doveva rientrare perché aveva un impegno di lavoro per il giorno successivo e quindi sarebbe stata qui a breve e avrebbe passato la notte a casa. Dentro di me ho maledetto il suo dannato lavoro e la sfortuna che mi perseguitava.
In sei mesi non ero mai riuscito a rimanere solo con Anna il tempo necessario per farmi una scopata con lei come si deve; sempre pomiciate in posti scomodi con il pericolo di essere scoperti… e ora, per una volta che le cose si stavano mettendo bene, ci voleva l'impegno di lavoro di mia madre.
Dopo aver disdetto l'appuntamento con Anna, mi stavo apprestando a smobilitare la tavola e tutta la scenografia preparata, quando sentii aprire la porta di casa.
"Claudio, sono io…".
Mia madre entrò in sala da pranzo, vide la tavola apparecchiata ed ebbe un moto di sorpresa.
"Caspita! Cosa sta succedendo qui…". Poi si sedette su una sedia e scoppiò in una grossa risata. "Scusami… ti ho rotto le uova nel paniere, vero?". Era divertita e dispiaciuta nello stesso tempo. "Davvero… credimi, non pensavo proprio! Sono stata una sciocca, dovevo immaginare una cosa del genere, visto che ormai sei maggiorenne… però credimi, era proprio indispensabile che tornassi".
Quindi vide il mio malumore sul viso, e si corrucciò.
"Ti prometto che ti darò altre occasioni! Ora scusami, vado a fare una doccia, con questo caldo non resisto. Per quanto riguarda la tavola lascia pure apparecchiato, anche se non sarà la stessa cosa, cenerò io con te".
Mi pigliava pure per il culo, la mammina.
Cominciai a mettere in tavola; intanto mi ero cambiato, avevo messo un paio di braghe corte e una vecchia canotta.
Dopo un po' mia madre tornò con indosso un pareo molto colorato annodato sopra il seno. Ci mettemmo a tavola e iniziammo a mangiare.
"Per chi avevi preparato queste squisitezze?".
Cercai di tergiversare.
"Dai, non fare il bambino, capisco il tuo punto di vista, sono stata una ragazza anch'io e ho approfittato delle assenze dei genitori, puoi confidarti pure tranquillamente", mi sorrise.
Le raccontai di Anna, e per sommi capi le dissi cosa mi ero ripromesso.
"Una bella cenetta, un film romantico e poi a letto a fare l'amore… beh, mi sembra un programmino niente male…".
Sorvolai sul film romantico e convenni con lei che era un bel programma.
"…Che però la tua mamma ha mandato a monte…" riprese a stuzzicarmi. "E così, invece di una giovane fighetta, ti ritrovi a cena con quella vecchia bacucca della tua mamma!".
"Che c'entra… e poi tu non sei né vecchia, e nemmeno bacucca…".
E non lo era davvero, non dimostrava i suoi 40 anni ed era pure una gran bella donna!
"…E poi non è tanto per la cena, ma per il dopocena che mi dispiace!" conclusi.
Ridemmo tutti e due di cuore.
La cena proseguì chiacchierando del più e del meno. Facemmo onore alla tavola, e ci scolammo il prosecco che avevo messo in fresco per l'occasione.
L'afa estiva si andava mitigando e si cominciava a stare un po' meglio, anch'io ormai mi ero rassegnato.
Mia madre disse che doveva preparare i documenti che le sarebbero serviti per il giorno successivo e si alzò per andare nel suo studio, e nel farlo il pareo che aveva annodato sotto le braccia si sciolse e scivolò quel tanto da mettere in mostra un bel paio di tette. Mia madre prontamente si girò per riannodarselo… poi, avendo notato il mio sguardo interessato, mi fece un sorrisetto malizioso.
"Va bene che la tua seratina è saltata, ma spiare una tardona mi sembra un misero ripiego…" mi sfottè.
Il suo tono scherzoso mi fece però uno strano effetto.
"Per essere una tardona, da quel poco che ho visto, non sei affatto male. Se tutte le tardone sono come te, mi conviene cominciare a corteggiare qualche tua amica. Me ne suggeriresti qualcuna tu, magari?".
"Credo che il programmino che ti eri fatto per la serata ti abbia lasciato un po' troppo eccitato…!", mi rispose scherzando. "Comunque, a pensarci bene, qualcuna delle mie amiche la troveresti disponibile…!!".
E così dicendo se ne andò nel suo studio.
La sentii trafficare per un po', prima di tornare, sedersi sul divano e accendere la TV.
Poco interessato ai programmi televisivi, mi sorpresi a guardare mia madre con occhi non proprio filiari; aveva delle belle gambe, il pareo le copriva a malapena le cosce, il seno l'avevo intravisto poc'anzi ed era stato un bello spettacolo.
Sentivo l'uccello che cominciava ad indurirsi, mi meravigliai dell'effetto che questi pensieri mi stavano provocando… era mia madre, e quindi non avrei dovuto, ma… forse sarà stato per via del vino, o dello spettacolo delle sue tette, ma mi rendevo conto per la prima volta che era una gran bella donna.
Annoiata dai programmi televisivi, ad un certo punto mia madre vide la custodia del DVD che stupidamente avevo dimenticato di occultare dietro il player, e mi propose di vederlo.
"Non credo ti piacerebbe…", dissi, cercando di inventarmi qualcosa; ma lei fu più lesta di me: prese la custodia e lesse il titolo. Sarei voluto sprofondare sotto terra.
"Ma bravo!" fece lei. "Proprio un bel film romantico, ideale per una seratina in dolce compagnia…".
"Ahem… ecco, me l'ha prestata un mio amico… volevamo farci due risate… non è come pensi tu…".
"Ah, si chiamano «due risate» adesso…?!".
Nonostante i miei timori, non era per nulla arrabbiata.
"Beh, facciamoci due risate allora!" e infilò il film nel lettore.
"Ma… mamma, cosa fai. Non è un film adatto a te…".
"Ccosa credi, che non abbia mai visto un porno?" mi rispose lei. "Non sono così decrepita, sai, e, forse la cosa ti stupirà, neanche una puritana. Lo so che non sarà come con la tua ragazza, ma insomma…".
Non riuscivo a capacitarmi, stavo per vedere un film porno con mia madre.
Il film era tutto sommato discreto, le solite scene ma girate bene… io guardavo un po' il film e un po' lei, che, del tutto rilassata, si stava godendo lo spettacolo.
Sarà stato per il film o per la situazione creatasi, ma il mio uccello era in piena erezione, e me lo sentivo premere contro i pantaloni.
Mia madre ogni tanto mi lanciava un'occhiata… poi, a circa metà film, mi scrutò tutto.
"Se vuoi masturbarti, fallo pure…" mi disse.
"Ma non dirai mica sul serio?!".
"Non sto scherzando… puoi menartelo se vuoi, so bene che effetto fanno certe immagini ai ragazzi della tua età…".
"Ma mamma, che stai dicendo?".
"Oh, fai un po' come vuoi…" mi rispose, "…ma da quel che vedo, i tuoi pantaloncini non reggeranno ancora per molto…".
Effettivamente il bozzo era parecchio evidente… così, un po' per sfida, un po' perché avevo l'uccello che mi scoppiava, mi tolsi i pantaloni… e già che c'ero mi spogliai del tutto. Ora ero nudo, con il cazzo in mano, a meno di un metro da mia madre che mi guardava e sorrideva.
Cominciai a menarmelo lentamente, ma la presenza di mia madre in qualche modo mi imbarazzava. Ad un certo punto lei si alzò e mi venne vicino.
"Cosa c'è che non va?", il suo tono era dolce. "Il film non ti ispira abbastanza… o è la mia presenza che ti blocca?".
"No, è che…" non sapevo cosa dire.
"Vediamo se posso aiutarti…".
Si alzò in piedi e si sciolse il pareo, rimase lì davanti a me con indosso solo gli slip.
"Accidenti! Sei bellissima!" mormorai.
"Questo complimento merita una ricompensa…" mi disse, con un tono malizioso che mi diede una fitta all'uccello. Si infilò i pollici nell'elastico degli slip e lentamente li fece scivolare per terra; poi prese una sedia e la portò davanti alla mia, e si sedette.
"Lo facciamo insieme? Vuoi?".
"Ehm… sì…!" risposi con un filo di voce.
Poggiò un tallone sul bordo del tavolo; la sua figa si aprì davanti ai miei occhi, luccicava di umori che le colavano fra le cosce. Portò la sua mano in mezzo alle gambe, accarezzandosi lentamente, poi si prese il clitoride fra l'indice e il medio e, ansimando, accelerò il ritmo gettando indietro la testa.
Alla vista di quello spettacolo mi bastarono due colpi per schizzarle una quantità impressionante di sperma sulla pancia e sulle gambe mentre lei inarcava il suo corpo in preda all'orgasmo.
Ero sfinito, allungai una mano e feci una carezza sulla coscia di mia madre che mi sorrise, poi lei allungò una gamba e con il piede mi stuzzicò l'uccello.
"Ci voleva proprio!" disse. Non potevo crederci, non era per nulla turbata da quanto era appena successo. "Ora però vado a rimettermi in ordine!", aggiunse.
Si alzò e si diresse in bagno. Non potei fare a meno di notare il suo culo, che era veramente bellissimo.
"Lo sai, mamma, che hai proprio un gran bel culo??!!".
Si fermò e si girò verso di me.
"Ah… siamo in vena di complimenti, questa sera…".
Mi alzai e la raggiunsi.
"Non è un complimento, è un dato di fatto…".
Allungai una mano e le carezzai una natica, poi ci abbracciammo ed iniziai a baciarla sul collo e sul viso, lei cercò le mie labbra e sentii la sua lingua farsi strada nella mia bocca.
Il mio uccello cominciò a rianimarsi, ora spingeva contro la pancia di mia madre dandomi sensazioni fantastiche. Anche i suoi capezzoli si erano risvegliati, li sentivo premere contro il mio petto.
Mi abbassai e iniziai a baciarle i seni, erano gonfi e morbidi; presi un capezzolo in bocca… ero talmente su di giri che mi trattenni a fatica dal morderlo.
Intanto la sua mano si era impossessata del mio uccello che non era mai stato così duro.
Scesi a baciare la sua pancia impiastricciata del mio sperma; poi, come un automa, tuffai il viso fra le sue gambe; fra effluvi di odori e umori, la mia lingua raggiunse il suo clitoride, i suoi gemiti ingigantivano la mia frenesia, poi la mano che premeva sulla mia testa si spostò sulla spalla.
"Vieni qui, bambino mio…".
Mi tirai su, e le nostre bocche si unirono in un bacio appassionato, fatto di eccitazione ed abbandono.
"Visto che il mio culetto ti ha fatto questo effetto, voglio farti un regalo…".
Mi prese per mano e ci avvicinammo al divano, riprendemmo a baciarci, si abbassò e mi insalivò abbondantemente la punta dell'uccello.
"Ora mettimi l'uccello in mezzo alle chiappe!" mi disse inginocchiandosi davanti alla poltrona, mi inginocchiai dietro di lei e le appoggiai la punta dell'uccello sul buchetto. "Stai fermo, adesso fai fare a me…".
Sentii il suo sfintere impossessarsi lentamente del mio uccello, era lei che si muoveva verso di me, lentamente fui risucchiato dentro di lei.
Quando la mia pancia fu a contatto con le sue chiappe emise un respiro profondo… poi con la voce più sensuale del mondo mi disse: "Adesso datti da fare…".
L'afferrai per i fianchi e iniziai a sbatterla con tutta la voglia e il desiderio di farla godere.
Sentivo la sua carne stringere la mia, ero in estasi, ad ogni colpo sprofondavo in uno stato di delirio e godimento. Quando sentii il suo sfintere contrarsi convulsamente iniziai a godere, il mio sperma fuoriuscì dai testicoli e mi sentii come se una parte di me mi lasciasse per entrare nel suo corpo.
Ci accasciammo per terra, sfatti.
"Sai mamma, non lo avevo mai fatto…".
"Lo immaginavo. Temo però che ci siamo lasciati prendere un po' troppo la mano…".
"Ti dispiace?".
"No, bambino mio. Anche se queste cose una mamma non dovrebbe farle con suo figlio!".
"Ti prometto che non lo dirò a nessuno…".
"Meglio così, rimarrà un piccolo segreto".
Rimanemmo abbracciati per un po', poi mia madre mi baciò sulla fronte.
"…Adesso andiamo a dormire, dai!" mi disse.
Si alzò e si diresse verso la sua camera.
Mentre guardavo la sua figura sinuosa allontanarsi, pensai tra me: «Ti voglio troppo bene, mamma!».
Invece tutto era andato a puttane; mia madre mi aveva appena telefonato che doveva rientrare perché aveva un impegno di lavoro per il giorno successivo e quindi sarebbe stata qui a breve e avrebbe passato la notte a casa. Dentro di me ho maledetto il suo dannato lavoro e la sfortuna che mi perseguitava.
In sei mesi non ero mai riuscito a rimanere solo con Anna il tempo necessario per farmi una scopata con lei come si deve; sempre pomiciate in posti scomodi con il pericolo di essere scoperti… e ora, per una volta che le cose si stavano mettendo bene, ci voleva l'impegno di lavoro di mia madre.
Dopo aver disdetto l'appuntamento con Anna, mi stavo apprestando a smobilitare la tavola e tutta la scenografia preparata, quando sentii aprire la porta di casa.
"Claudio, sono io…".
Mia madre entrò in sala da pranzo, vide la tavola apparecchiata ed ebbe un moto di sorpresa.
"Caspita! Cosa sta succedendo qui…". Poi si sedette su una sedia e scoppiò in una grossa risata. "Scusami… ti ho rotto le uova nel paniere, vero?". Era divertita e dispiaciuta nello stesso tempo. "Davvero… credimi, non pensavo proprio! Sono stata una sciocca, dovevo immaginare una cosa del genere, visto che ormai sei maggiorenne… però credimi, era proprio indispensabile che tornassi".
Quindi vide il mio malumore sul viso, e si corrucciò.
"Ti prometto che ti darò altre occasioni! Ora scusami, vado a fare una doccia, con questo caldo non resisto. Per quanto riguarda la tavola lascia pure apparecchiato, anche se non sarà la stessa cosa, cenerò io con te".
Mi pigliava pure per il culo, la mammina.
Cominciai a mettere in tavola; intanto mi ero cambiato, avevo messo un paio di braghe corte e una vecchia canotta.
Dopo un po' mia madre tornò con indosso un pareo molto colorato annodato sopra il seno. Ci mettemmo a tavola e iniziammo a mangiare.
"Per chi avevi preparato queste squisitezze?".
Cercai di tergiversare.
"Dai, non fare il bambino, capisco il tuo punto di vista, sono stata una ragazza anch'io e ho approfittato delle assenze dei genitori, puoi confidarti pure tranquillamente", mi sorrise.
Le raccontai di Anna, e per sommi capi le dissi cosa mi ero ripromesso.
"Una bella cenetta, un film romantico e poi a letto a fare l'amore… beh, mi sembra un programmino niente male…".
Sorvolai sul film romantico e convenni con lei che era un bel programma.
"…Che però la tua mamma ha mandato a monte…" riprese a stuzzicarmi. "E così, invece di una giovane fighetta, ti ritrovi a cena con quella vecchia bacucca della tua mamma!".
"Che c'entra… e poi tu non sei né vecchia, e nemmeno bacucca…".
E non lo era davvero, non dimostrava i suoi 40 anni ed era pure una gran bella donna!
"…E poi non è tanto per la cena, ma per il dopocena che mi dispiace!" conclusi.
Ridemmo tutti e due di cuore.
La cena proseguì chiacchierando del più e del meno. Facemmo onore alla tavola, e ci scolammo il prosecco che avevo messo in fresco per l'occasione.
L'afa estiva si andava mitigando e si cominciava a stare un po' meglio, anch'io ormai mi ero rassegnato.
Mia madre disse che doveva preparare i documenti che le sarebbero serviti per il giorno successivo e si alzò per andare nel suo studio, e nel farlo il pareo che aveva annodato sotto le braccia si sciolse e scivolò quel tanto da mettere in mostra un bel paio di tette. Mia madre prontamente si girò per riannodarselo… poi, avendo notato il mio sguardo interessato, mi fece un sorrisetto malizioso.
"Va bene che la tua seratina è saltata, ma spiare una tardona mi sembra un misero ripiego…" mi sfottè.
Il suo tono scherzoso mi fece però uno strano effetto.
"Per essere una tardona, da quel poco che ho visto, non sei affatto male. Se tutte le tardone sono come te, mi conviene cominciare a corteggiare qualche tua amica. Me ne suggeriresti qualcuna tu, magari?".
"Credo che il programmino che ti eri fatto per la serata ti abbia lasciato un po' troppo eccitato…!", mi rispose scherzando. "Comunque, a pensarci bene, qualcuna delle mie amiche la troveresti disponibile…!!".
E così dicendo se ne andò nel suo studio.
La sentii trafficare per un po', prima di tornare, sedersi sul divano e accendere la TV.
Poco interessato ai programmi televisivi, mi sorpresi a guardare mia madre con occhi non proprio filiari; aveva delle belle gambe, il pareo le copriva a malapena le cosce, il seno l'avevo intravisto poc'anzi ed era stato un bello spettacolo.
Sentivo l'uccello che cominciava ad indurirsi, mi meravigliai dell'effetto che questi pensieri mi stavano provocando… era mia madre, e quindi non avrei dovuto, ma… forse sarà stato per via del vino, o dello spettacolo delle sue tette, ma mi rendevo conto per la prima volta che era una gran bella donna.
Annoiata dai programmi televisivi, ad un certo punto mia madre vide la custodia del DVD che stupidamente avevo dimenticato di occultare dietro il player, e mi propose di vederlo.
"Non credo ti piacerebbe…", dissi, cercando di inventarmi qualcosa; ma lei fu più lesta di me: prese la custodia e lesse il titolo. Sarei voluto sprofondare sotto terra.
"Ma bravo!" fece lei. "Proprio un bel film romantico, ideale per una seratina in dolce compagnia…".
"Ahem… ecco, me l'ha prestata un mio amico… volevamo farci due risate… non è come pensi tu…".
"Ah, si chiamano «due risate» adesso…?!".
Nonostante i miei timori, non era per nulla arrabbiata.
"Beh, facciamoci due risate allora!" e infilò il film nel lettore.
"Ma… mamma, cosa fai. Non è un film adatto a te…".
"Ccosa credi, che non abbia mai visto un porno?" mi rispose lei. "Non sono così decrepita, sai, e, forse la cosa ti stupirà, neanche una puritana. Lo so che non sarà come con la tua ragazza, ma insomma…".
Non riuscivo a capacitarmi, stavo per vedere un film porno con mia madre.
Il film era tutto sommato discreto, le solite scene ma girate bene… io guardavo un po' il film e un po' lei, che, del tutto rilassata, si stava godendo lo spettacolo.
Sarà stato per il film o per la situazione creatasi, ma il mio uccello era in piena erezione, e me lo sentivo premere contro i pantaloni.
Mia madre ogni tanto mi lanciava un'occhiata… poi, a circa metà film, mi scrutò tutto.
"Se vuoi masturbarti, fallo pure…" mi disse.
"Ma non dirai mica sul serio?!".
"Non sto scherzando… puoi menartelo se vuoi, so bene che effetto fanno certe immagini ai ragazzi della tua età…".
"Ma mamma, che stai dicendo?".
"Oh, fai un po' come vuoi…" mi rispose, "…ma da quel che vedo, i tuoi pantaloncini non reggeranno ancora per molto…".
Effettivamente il bozzo era parecchio evidente… così, un po' per sfida, un po' perché avevo l'uccello che mi scoppiava, mi tolsi i pantaloni… e già che c'ero mi spogliai del tutto. Ora ero nudo, con il cazzo in mano, a meno di un metro da mia madre che mi guardava e sorrideva.
Cominciai a menarmelo lentamente, ma la presenza di mia madre in qualche modo mi imbarazzava. Ad un certo punto lei si alzò e mi venne vicino.
"Cosa c'è che non va?", il suo tono era dolce. "Il film non ti ispira abbastanza… o è la mia presenza che ti blocca?".
"No, è che…" non sapevo cosa dire.
"Vediamo se posso aiutarti…".
Si alzò in piedi e si sciolse il pareo, rimase lì davanti a me con indosso solo gli slip.
"Accidenti! Sei bellissima!" mormorai.
"Questo complimento merita una ricompensa…" mi disse, con un tono malizioso che mi diede una fitta all'uccello. Si infilò i pollici nell'elastico degli slip e lentamente li fece scivolare per terra; poi prese una sedia e la portò davanti alla mia, e si sedette.
"Lo facciamo insieme? Vuoi?".
"Ehm… sì…!" risposi con un filo di voce.
Poggiò un tallone sul bordo del tavolo; la sua figa si aprì davanti ai miei occhi, luccicava di umori che le colavano fra le cosce. Portò la sua mano in mezzo alle gambe, accarezzandosi lentamente, poi si prese il clitoride fra l'indice e il medio e, ansimando, accelerò il ritmo gettando indietro la testa.
Alla vista di quello spettacolo mi bastarono due colpi per schizzarle una quantità impressionante di sperma sulla pancia e sulle gambe mentre lei inarcava il suo corpo in preda all'orgasmo.
Ero sfinito, allungai una mano e feci una carezza sulla coscia di mia madre che mi sorrise, poi lei allungò una gamba e con il piede mi stuzzicò l'uccello.
"Ci voleva proprio!" disse. Non potevo crederci, non era per nulla turbata da quanto era appena successo. "Ora però vado a rimettermi in ordine!", aggiunse.
Si alzò e si diresse in bagno. Non potei fare a meno di notare il suo culo, che era veramente bellissimo.
"Lo sai, mamma, che hai proprio un gran bel culo??!!".
Si fermò e si girò verso di me.
"Ah… siamo in vena di complimenti, questa sera…".
Mi alzai e la raggiunsi.
"Non è un complimento, è un dato di fatto…".
Allungai una mano e le carezzai una natica, poi ci abbracciammo ed iniziai a baciarla sul collo e sul viso, lei cercò le mie labbra e sentii la sua lingua farsi strada nella mia bocca.
Il mio uccello cominciò a rianimarsi, ora spingeva contro la pancia di mia madre dandomi sensazioni fantastiche. Anche i suoi capezzoli si erano risvegliati, li sentivo premere contro il mio petto.
Mi abbassai e iniziai a baciarle i seni, erano gonfi e morbidi; presi un capezzolo in bocca… ero talmente su di giri che mi trattenni a fatica dal morderlo.
Intanto la sua mano si era impossessata del mio uccello che non era mai stato così duro.
Scesi a baciare la sua pancia impiastricciata del mio sperma; poi, come un automa, tuffai il viso fra le sue gambe; fra effluvi di odori e umori, la mia lingua raggiunse il suo clitoride, i suoi gemiti ingigantivano la mia frenesia, poi la mano che premeva sulla mia testa si spostò sulla spalla.
"Vieni qui, bambino mio…".
Mi tirai su, e le nostre bocche si unirono in un bacio appassionato, fatto di eccitazione ed abbandono.
"Visto che il mio culetto ti ha fatto questo effetto, voglio farti un regalo…".
Mi prese per mano e ci avvicinammo al divano, riprendemmo a baciarci, si abbassò e mi insalivò abbondantemente la punta dell'uccello.
"Ora mettimi l'uccello in mezzo alle chiappe!" mi disse inginocchiandosi davanti alla poltrona, mi inginocchiai dietro di lei e le appoggiai la punta dell'uccello sul buchetto. "Stai fermo, adesso fai fare a me…".
Sentii il suo sfintere impossessarsi lentamente del mio uccello, era lei che si muoveva verso di me, lentamente fui risucchiato dentro di lei.
Quando la mia pancia fu a contatto con le sue chiappe emise un respiro profondo… poi con la voce più sensuale del mondo mi disse: "Adesso datti da fare…".
L'afferrai per i fianchi e iniziai a sbatterla con tutta la voglia e il desiderio di farla godere.
Sentivo la sua carne stringere la mia, ero in estasi, ad ogni colpo sprofondavo in uno stato di delirio e godimento. Quando sentii il suo sfintere contrarsi convulsamente iniziai a godere, il mio sperma fuoriuscì dai testicoli e mi sentii come se una parte di me mi lasciasse per entrare nel suo corpo.
Ci accasciammo per terra, sfatti.
"Sai mamma, non lo avevo mai fatto…".
"Lo immaginavo. Temo però che ci siamo lasciati prendere un po' troppo la mano…".
"Ti dispiace?".
"No, bambino mio. Anche se queste cose una mamma non dovrebbe farle con suo figlio!".
"Ti prometto che non lo dirò a nessuno…".
"Meglio così, rimarrà un piccolo segreto".
Rimanemmo abbracciati per un po', poi mia madre mi baciò sulla fronte.
"…Adesso andiamo a dormire, dai!" mi disse.
Si alzò e si diresse verso la sua camera.
Mentre guardavo la sua figura sinuosa allontanarsi, pensai tra me: «Ti voglio troppo bene, mamma!».
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