Dovevo fargliela pagare

di
genere
corna

Dovevo trovare il modo di fargliela pagare. Ero stato lontano per un po', è vero, ma in fondo mi ero impegnato per un obiettivo che avevamo stabilito insieme: il nostro matrimonio! I continui viaggi su e giù per l'Italia non avevano intaccato la nostra sintonia quotidiana, ma quella sessuale un po' sì. Vanessa era sempre stata una ragazza innamorata del sesso, curiosa, propositiva, calda, maliziosa…
Era questa forse la prerogativa che più mi legava, e mi lega, a lei. Ma lo stress dei continui viaggi, i sacrifici economici che stavamo affrontando per comprare casa insieme, e anche quel senso di inquietudine che ti prende quando stai per affrontare il passo più importante della tua vita, mi avevano portato a raffreddarmi un pochino, sul piano sessuale.

- Vieni da me stasera, dobbiamo parlare un po', i miei non ci sono… –mi disse quel maledetto sabato. Mi preparai quel pomeriggio, sicuro di affrontare l'ennesima estenuante «riunione» sui piani di spesa previsti per casa, come li chiamava lei, non mi sarei neanche lontanamente immaginato…
Salii su a casa, suonai; mi aprì, era bellissima come al solito: i capelli castani lunghi e un po' mossi, il viso dolce ma vivo, gli occhi verdi, indossava un miniabito rosso ed era scalza… pensai che era sensualissima, e la desiderai come da tanto non facevo…
- Sei stupenda, stasera…
- Solo stasera…? -mi rispose, ironica come spesso faceva.
- Hai bisogno di complimenti? -la incalzai, avvicinandomi a lei con uno sguardo inequivocabile. Stranamente si ritrasse…
- Devo dirti una cosa…
Era incerta, di rado l'avevo vista così.
- Dimmi, cosa è successo?…
Mi guardò, titubante, non si decideva a parlare, non so se per paura o per pudore; poi finalmente si decise.
- Ti ho tradito…
Mi sentii un cazzotto allo stomaco; raggelai, pensai a duemila cose senza pensarne veramente una, non so se vi sia mai capitato. Non mi usciva un fiato. Non ho mai più provato una situazione del genere in vita mia. Fortunatamente era molto intelligente, e mi lasciò un paio di minuti per riprendermi; non disse niente, stava lì davanti a me, seduta sul divano, mi guardava, nè dispiaciuta, né compassionevole, e questo mi aiutò molto.

Ripresi un barlume di lucidità.
- Non ti farò le solite domande stupide da cornuto ferito… perché, con chi, cosa ti manca, perché posso benissimo immaginarlo; voglio solo chiederti quando… cioè da quanto tempo lo tenevi dentro?
- Ieri, è successo ieri… ho sentito subito il bisogno di dirtelo, perché ti amo…
- Cazzo, fortuna che non mi odi…
- Avevo bisogno di sesso…!
- Oh certo… ma non sei mica un mio amico che si sta giustificando di aver tradito la ragazza; tu sei la mia fidanzata, ma come ti viene in mente di dirmi queste cose?
- Perché sei l'uomo della mia vita, la persona migliore che conosca e so che sei talmente maturo per riuscire a capire che non voglio perderti per nessuna ragione al mondo…
- Ma mi stai prendendo per il culo?
Fece una cosa che mi sorprese e che non mi sarei mai aspettato: si avvicinò e mi si mise a cavalcioni, poi mi cinse il collo con le braccia.
- No, prendimi tu per il culo… -mi disse, più provocante e sensuale che mai.
Rimasi interdetto; lei ne approfittò cominciando a muoversi lentamente sopra di me, l'eccitazione arrivò subito, ma non volevo l'avesse vinta. Però nel contempo la desideravo in modo bestiale…

Le tirai fuori un seno e cominciai a baciarglielo; Vanessa ha le tette piene, sode…
- Voglio sapere di più… –dissi, non so neanche perché, se per una reale curiosità implicita, o se per l'eccitazione.
- No, non voglio umiliarti…
- Voglio sapere! –dissi, infilandole una mano nelle mutandine e cominciando a palparle il sedere.
Sospirò artatamente, e da lì cominciai a sospettare che aveva ottenuto tutto quello che voleva, tutto…
- Ieri pomeriggio sono andata a correre a Villa Torlonia, come ti avevo detto. Mentre correvo pensavo a noi due, alla nostra storia, e pensavo che eri diventato un po' stronzo, che mi trascuravi, che era tanto che non vivevamo una bella serata tutta per noi… che so, cena al mare, passeggiata in spiaggia, sesso sfrenato… poi mentre correvo ho incrociato un ragazzo; forse l'ho guardato un attimo di troppo, perché appena passato ha cambiato direzione e ha cominciato a correre dietro di me…
Il cazzo mi stava scoppiando, le scostai le mutandine, con le dita sentii che era tutta bagnata. Le scesi le bretelline e le abbassai il vestitino; aveva il seno scoperto, una terza abbondante stupenda, le leccai i capezzoli, la palpai…
- …Devo dire che la cosa non mi infastidiva, anzi; era un bel ragazzo, e la cosa stranamente mi intrigava… volutamente ho girato per un viottolo tra gli arbusti, per vedere se mi seguiva, ed ovviamente lo ha fatto; la stradina era coperta dagli arbusti, un po' buia, ho rallentato di molto l'andatura, lui ha fatto lo stesso… hanno cominciato a venirmi strani pensieri per la testa…
Non resistevo davvero più: le strappai via le mutandine con un gesto secco, poi mi tirai il cazzo fuori dai jeans e glielo infilai; era bagnatissima, entrò subitò. Cominciò a muoversi con movimenti lenti ma profondi, sapeva come farsi perdonare…
- Ad un certo punto siamo arrivati in un piccolo spiazzo… mi sono fermata, anche perché la strada era finita; lui si è fermato a poco da me, ho potuto guardarlo bene… era davvero un bel ragazzo, magro ma atletico, biondo spettinato, diversi tatuaggi. Mi ha detto che ero la ragazza più desiderabile che aveva incontrato, gli ho risposto che anche lui non scherzava… allora non ha perso tempo, si è avvicinato e ha tentato di baciarmi, mi sono tirata indietro, mi ha chiesto se ero una tutta chiacchiere e sguardi, e poca sostanza… quel suo fare sicuro e provocatorio mi ha intrigata ancora di più, gli ho detto di provare per vedere… stavolta mi ha afferrata con decisione… poi ha cominciato a baciarmi sul collo, mi ha infilato una mano nella canottiera per toccarmi le tette, intanto si strusciava contro il mio sedere, mi leccava il collo…
Non ero mai stato così eccitato… le leccavo furiosamente i capezzoli, la tiravo su con le braccia facendola ricadere di colpo sul mio cazzo.
- Mi ha tirato su la canottiera e mi ha leccato le tette, ci sapeva fare; poi mi ha abbassato i pantacollant… ero bagnatissima, me lo ha infilato tutto dentro, non pensavo a nient'altro che a scopare… intanto mi stringeva le tette, i capezzoli… lo abbiamo fatto lì, in piedi nel parco. Ero eccitatissima, mi leccava il collo, sono venuta più di una volta… spingeva forte e veloce. E' venuto anche lui, sulla mia pancia; ho raccolto il suo sperma e me lo sono spalmato sulle tette… poi mi sono leccata le dita… quanto mi piaceva il suo sapore! Poi mi sono rivestita e me ne sono andata via, riprendendo a correre… non l'ho neanche salutato…

Non ci vidi più: immaginare la mia ragazza scopata come una troia da uno che neanche aveva mai visto prima mi fece ribollire il sangue; lo tirai fuori, la misi a pancia sotto e cominciai a leccarle tutto il culo, dal buco alla fica. Poi quando fu bella bagnata glielo infilai tutto dentro, fino in fondo, pompandola con rabbia.
- Sì, scopami, scopami stronzo, avevo solo voglia di cazzo… ora sono tutta tua, sfondami…
Non era la prima volta che diceva quelle cose, le piacevano le parole spinte a letto, ma quel giorno assumevano una nuova luce. Spingevo, sempre di più. Lei sembrava non sentire nessun tipo di dolore, anzi le piaceva da morire…
- Sono tutta tua, per tutta la vita, la tua puttana porca… aaahhh…
A quelle sue parole venni subito; lei lo sfilò, lo prese in mano e me lo succhiò; prendendo lo sperma rimasto, se lo passò sul viso, sulle tette…
Finalmente mi guardò negli occhi.
- Sono perdonata? –mi chiese, con l'espressione più ambigua di cui era capace, mentre intanto mi leccava il collo e mi dava tanti bacini sul petto.
«Sì…» pensai, «…ma questa me la dovrai pagare…!».
scritto il
2024-09-24
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