L'allieva spogliarellista
di
RomanDeVil
genere
sentimentali
Marco Bonomi era uno degli insegnanti di matematica più popolari del Liceo Scientifico «Pitagora». Era uno che sapeva come motivare i suoi studenti, e si prendeva il tempo necessario per dare a ciascuno di loro quell'attenzione di cui aveva bisogno per capire le complessità della sua materia. Era piuttosto bello e in forma, essendo un ex-atleta, alto con capelli chiari e occhi azzurri. Sembrava molto più giovane dei suoi 43 anni.
Era vedovo, avendo perso la moglie in un incidente stradale diversi anni prima, prima che riuscissero a formare una famiglia. E anche se ora era finanziariamente al sicuro, grazie al suo stipendio e al risarcimento ottenuto per l'incidente, tutti i soldi del mondo non riuscivano ad alleviare il dolore e la solitudine per la perdita dell'amore della sua vita. Aveva provato a frequentare altre donne, ma le sue storie non duravano mai molto, un po' per la sua tendenza a paragonarle alla sua povera moglie, e un po' perché quelle che incontrava, chissà perché, erano tutte problematiche, concentrate sul loro lavoro o sui figli o altre cose del genere… e le avventure fugaci che aveva frequentando i club della città non riuscivano a sostituire il vuoto nel suo letto e nella sua anima.
Questo lo portava a dedicare più tempo del dovuto al suo lavoro. In certo qual modo, sentirsi circondato da persone più giovani che vedevano in lui una guida per la loro vita era di grande aiuto per lui… e così, essere uno stakanovista diventò il suo modo di affrontare la solitudine.
Come per molti giovani insegnanti, Marco aveva diverse studentesse che si erano prese una cotta per lui, e alcune di loro finivano anche col fargli proposte piuttosto esplicite. Ma l'insegnamento era una cosa troppo importante per lui per buttare via tutto per un piacere momentaneo… così, nonostante le insistenze del suo uccello, il suo cervello vinceva sempre.
Anche se Marco non avrebbe mai voluto essere sessualmente coinvolto con una delle sue studentesse, questo non gli impediva di avere degli studenti preferiti: quelli che mostravano un interesse particolare per la matematica, ad esempio, o quelli che finalmente la capivano e avevano un netto miglioramento nei voti.
Tra gli studenti preferiti di Marco c'era Milena. Era una ragazzina anticipataria, e per questo più piccola di suoi compagni di classe, e avrebbe compiuto 18 anni a gennaio di quell'anno. Non si truccava mai, non si vestiva alla moda come le altre ragazze, e tendeva a starsene per conto suo. Non faceva parte di quelle «popolari» della scuola; aveva tuttavia una bellezza naturale, da «ragazza della porta accanto». Altezza media, corporatura snella, capelli castano chiari che le toccavano appena le spalle e si intonavano ai suoi grandi occhi color castano scuro. Non sorrideva spesso, ma quando lo faceva il suo sorriso era contagioso.
Sebbene fosse una studentessa volenterosa, aveva grosse difficoltà con la matematica, e per superarle, non potendo permettersi delle ripetizioni private, chiese a Marco se poteva darle qualche lezione extra. Fu in quel frangente che Marco scoprì che le difficoltà di Milena erano dovute ai problemi che aveva in famiglia: sua madre aveva avuto difficoltà relazionali e brutte esperienze con gli uomini, e questo aveva fatto sì che si dedicasse all'alcool più del dovuto; di conseguenza gli studi della ragazza ne risentirono, e le toccava faticare sodo per mantenere voti decenti. Marco, volendo fare il possibile per aiutarla, decise di aiutare Milena, oltre che nello studio, anche a gestire l'instabilità della sua vita, per quello che poteva.
Le sessioni di tutoraggio, che decisero di fare nella stessa scuola dopo l'orario di lezione, cominciarono con l'inizio del nuovo anno. Una lezione dopo l'altra, Milena fini con l'affezionarsi a quell'unico uomo che mostrasse sincero interesse per lei. Marco, che stupido non era, se ne accorse, e non volendo dare àdito a sospetti sul suo restare da solo con una studentessa, si assicurò anche che gli altri docenti fossero a conoscenza delle sue ripetizioni dopo scuola, e durante quelle sessioni lasciava sempre la porta dell'aula aperta. Voleva che la sua reputazione non fosse compromessa in nessun modo da voci di corridoio.
Tuttavia, grazie a quella vicinanza, Marco non potè fare a meno di notare come Milena fosse cresciuta molto, fisicamente, dall'inizio del percorso scolastico, trasformandosi da ragazzina acerba a giovane donna. A volte Marco riusciva a sbirciare, attraverso lo scollo delle maglie o camicette che lei indossava, le tette piene e carnose che spuntavano dalla parte superiore del reggiseno, una terza o forse anche quarta misura. Altre volte, quando il clima era un po' più caldo, e Milena indossava una gonna corta, a Marco non sfuggivano le sue gambe sottili e nervose, e talvolta anche il colore delle mutandine che lei indossava. Il più delle volte, però, Milena usava portare jeans attillati, che tuttavia fasciavano il suo bel sedere rotondo che lei muoveva sensibilmente quando camminava.
Quello che Marco non sapeva, però, è che una volta Milena lo aveva notato a sbirciarle dentro la camicetta, e l'idea di poter intetessare a un uomo più grande, soprattutto uno che lei ammirava tanto, l'aveva intrigata. Cominciò così una strategia seduttiva nei suoi confronti, lasciando sganciato un bottone in più della camicetta per attrarre di più la sua attenzione, e quando capì che stava avendo successo, passò a indossare gonne sempre più corte ogni volta che aveva ripetizione con lui, per far sì che il suo professore potesse vedere tra le sue gambe ogni volta che lei le lasciava intenzionalmente aperte.
Milena continuava il suo piano anche in classe. Essendo seduta in prima fila, quasi di fronte alla cattedra, ogni tanto apriva le gambe di proposito per mostrargli le mutandine. Per lei era solo un gioco più o meno innocente, lo trovava divertente… ma le dava l'impressione di sentirsi in controllo su di lui.
Marco non aveva idea che Milena lo stuzzicasse di proposito, o forse sì; tuttavia, la prolungata vicinanza tra i due, com'è come non è, portò anche lui a sviluppare una più che simpatia per lei… alle volte, a casa da solo la sera, gli capitava di fantasticare su Milena, su quei bei seni sodi come pesche mature, su quella fighetta occultata da quelle mutandine di cotone… immaginando che sapore potesse avere, o quanto potesse essere stretta. Sapeva bene, tuttavia, che non avrebbe mai potuto mettere in atto quei desideri; ma in fondo, nell'intimità della sua casa, non c'era nessuno a cui dover dare conto dei suoi pensieri, quindi nessun problema! Ciò che contava era solo mantenere un rapporto professionale insegnante-studente tra le mura scolastiche.
Gia alla fine del primo quadrimestre, comunque i voti di Milena erano notevolmente migliorati, e il suo lavoro extra fu addirittura ripagato con crediti formativi più alti degli altri.
Quando le loro sessioni di tutoraggio si interruppero per le vacanze di Pasqua, Marco provò sentimenti contrastanti. Abituato com'era a passare del tempo con quella sua giovane allieva, che per lui era un momento felice e soddisfacente, l'idea di non vederla anche per quei pochi giorni lo lasciò un po' desolato. Cercò, anche per togliersi Milena dalla mente, di frequentare qualche altra donna, ma senza molto successo…
Anche Milena, per parte sua, aveva i suoi problemi. Sua madre aveva cominciato a frequentare un gruppo di sostegno, aveva conosciuto uomini con problemi simili ai suoi, e alcuni di essi se li era anche portati a casa. Qualcuno di loro, poi, aveva anche finito col provarci con lei! Per sfuggire all'oppressione casalinga, quindi, Milena aveva trovato un lavoro part-time in un negozio di abbigliamento del centro commerciale; tuttavia la maggior parte dei suoi guadagni se ne andava per sbarcare il lunario, dato che la madre contribuiva abbastanza poco ai bisogni della famiglia. Ebbe anche degli appuntamenti con alcuni ragazzi, ma ai ragazzini di quell'età interessava solo il sesso, un pompino veloce e via! Pur avendo già perso la sua verginità da un po', Milena trovava comunque quel loro atteggiamento molto immaturo.
Pur per diversi motivi, quindi, i due furono entrambi particolarmente contenti quando la scuola ricominciò, e nonostante Marco avesse fatto dei progressi per allontanare dalla sua mente i pensieri su quella ragazzina, questi si ripresentarono di prepotenza quando la rivide lì, seduta al banco della scuola… non immaginando che anche lei provava le stesse sensazioni riguardo a lui.
Nel corso della prima settimana, Milena mostrò di andare bene in matematica e di non avere, in teoria, più bisogno di ripetizioni, ma chiese comunque al suo prof di continuare ad assisterla, desiderando mantenere un rendimento costante anziché aspettare di rimanere indietro ed essere costretta a rincorrere. Marco concordò, lieto in cuor suo di quel tempo extra con la sua studentessa preferita.
Gli argomenti delle loro conversazioni passarono gradualmente dalla matematica a argomenti più personali: Milena gli raccontava quanto fosse difficile la sua situazione a casa, con una madre che portava a casa molto poco col suo lavoro di sarta, cosìcché lei era stata costretta a trovare un lavoro per aiutare a pagare l'affitto e a fare la spesa. Non rimaneva nulla per le cose che una normale adolescente desiderava, come un cellulare nuovo o vestiti più trendy. Un'auto, poi, anche usata, era troppo anche solo da sognare. Marco, a sua volta, le raccontò del tragico incidente della moglie, di come questo lo avesse cambiato e di come girava la sua vita da allora senza di lei. Più condividevano le loro battaglie personali, più i due si sentivano vicini tra loro, con Milena che, senza rendersene conto, stava aiutando Marco in modo impercettibile.
Intanto Milena continuava a stuzzicare Marco in classe, al punto che lui non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscito a controllarsi. Lei, un giorno, gli rese le cose ancora più difficili: durante la lezione di matematica, Milena, che indossava la solita gonna corta, divaricò le gambe come faceva spesso per attirare le occhiate interessate del suo professore sulle sue mutandine… ma stavolta se le era sfilate, in bagno, durante il cambio dell'ora precedente. Il povero insegnante, che in quelle occasioni usualmente faceva sfoggio di sangue freddo, fu costretto a fermarsi nel bel mezzo della spiegazione per recuperare la calma. Una volta assicuratasi che lui avesse notato la sua orgogliosa esibizione della fighetta nuda e depilata, Milena gli fece un sorriso malizioso e accavallò con disinvoltura le gambe. Lo fece più volte durante la lezione, provando grande piacere nell'avere quell'effimero controllo su di lui.
Un'altra volta, durante una sessione di ripetizioni, decise di indossare una maglietta dallo scollo decisamente largo… e durante tutto il tempo si chinava verso di lui, facendogli domande sul compito scritto che stava facendo, per mettergli in mostra la sua procace scollatura sapendo che lui avrebbe sbirciato dentro il bordo della maglia. Milena sorrise tra sé nell'osservare le microscopiche perle di sudore sulla fronte del suo insegnante, sapendo di aver calamitato la sua attenzione, mentre Marco cercava di mantenere la sua freddezza, col suo autocontrollo messo così a dura prova da quella giovane seduttrice.
Per tutta la durata di quell'anno scolastico, Milena continuò i suoi giochetti erotici da tentatrice, godendo nello stuzzicare Marco sapendo di essere un frutto proibito per lui.
Le cose andarono quasi fuori controllo qualche giorno più tardi. Milena aspettò la fine delle lezioni per dare al suo professore la buona notizia: gli aiuti finanziari che lei e sua madre avevano richiesto per via del basso reddito familiare stavano per essere erogati, per cui a quel punto avrebbe avuto i fondi per pagare le tasse universitarie. In preda all'euforia lo abbracciò, lo strinse a sé e gli diede un bacio sulla guancia.
Dopo aver sciolto l'abbraccio, i due si guardarono negli occhi e si avvicinarono istintivamente. Fu un bacio breve ma appassionato… che però spaventò Marco, il quale si rese conto di aver superato quel confine tra insegnante e studente che si era prefissato; inoltre, per quella momentanea perdita di giudizio, per quanto piacevole fosse, qualcuno avrebbe potuto vederli e questo avrebbe messo a rischio il suo lavoro. Si guardò intorno con aria guardinga e allarmata… poi, con la scusa che era in ritardo per un appuntamento, si allontanò lasciando Milena delusa; quanto avrebbe voluto, la ragazzina, che lui l'avesse presa tra le braccia e sollevata in aria nel suo abbraccio. Era l'unico ad averle dedicato attenzioni nella sua vita, e ad averla aiutata nei suoi momenti difficili. Voleva che facesse parte della sua vita per sempre.
Dopo quel giorno le cose tendettero a raffreddarsi un po' tra di loro: il professor Bonomi aveva paura di rimanere da solo con Milena, non perché non si fidasse di lei, ma perché non si fidava di sé stesso. Anche se nella realtà aveva interrotto frettolosamente il loro bacio, nella sua immaginazione continuava a volerla portare a casa sua e farci l'amore per tutta la notte… ma non poteva senza rischiare tutto quello che aveva costruito per sé. I suoi pensieri, tuttavia, tornavano a Milena come un boomerang. La ragazzina era brillante, simpatica, spigliata e sensuale, e poi portava gioia nella sua vita, cosa che non gli era più successa da quando sua moglie non c'era più.
Anche le loro ripetizioni si interruppero, essendo l'anno scolastico quasi al termine.
Non molto più tardi, Marco cominciò a notare un graduale cambiamento in Milena: ora la vedeva andare in giro con indosso abiti più trendy, truccata, con i capelli acconciati da un parrucchiere, e aveva persino comprato una macchina. Sapeva che ora aveva un lavoro dopo le lezioni, e pensava che la sua maggior disponibilità economica dipendesse da quello. Anche gli altri ragazzi della scuola se n'erano accorti, e avevano cominciato a cercarla più di prima. Lei sembrava addirittura ostentare la sua nuova popolarità davanti a Marco, il quale ne era un po' geloso, chiedendosi perché tutta quella ostentazione, anche dei maschietti che le ronzavano intorno.
Per superare la sua crisi di solitudine, Marco cominciò a frequentare i vari strip club dei paraggi. Lì poteva intrattenersi con giovani donne attraenti e poco vestite, vederle ballare nude sul palco, e, quando se la sentiva, farsi fare qualche lap dance. A volte entrava con loro nelle sale VIP per una sega o un pompino; era il suo modo di soddisfare i suoi bisogni, pur mantenendo intorno a sé uno scudo che gli evitasse di essere coinvolto profondamente con una donna a livello personale. Alcune volte aveva persino portato fuori un paio di go-go dancers; per lui era sicuramente una cosa meno complicata della solita routine film-cena-dopocena con la speranza di essere fortunati, quando il suo reale bisogno era solo quello di allentare la tensione con una scopata.
Un venerdì sera, Marco decise di provare un nuovo strip club, aperto da poco vicino all'aeroporto a circa una ventina di chilometri dalla città, che aveva come target uomini d'affari da fuori città o in transito. Si sedette a uno degli sgabelli in fondo al bar e iniziò a flirtare con la barista, che aveva un bell'aspetto e un top scollato aperto su una generosa farcitura, oltre a pantaloncini corti e attillati che non nascondevano gambe e sedere.
Marco stava sorseggiando il suo long drink, quando sentì il DJ presentare la successiva ballerina: "E ora, un applauso per una delle nostre ballerine più giovani e sensuali: signori, a voi… Candy!".
Marco allungò lo sguardo verso il palco, e rimase… beh, «sconvolto» non descrive adeguatamente la sua reazione quando vide la ballerina in questione salire sul palco, vestita di un bikini estremamente ridotto e tacchi a spillo. Era Milena. Per poco non si strozzò col suo drink, e dovette stropicciarsi gli occhi per ben tre volte per accertarsi che si trattasse proprio della sua allieva! Era molto più truccata di come lui l'avesse mai vista, ma era sicuramente lei! Superato lo shock iniziale, tuttavia, il suo sguardo si soffermò sui suoi seni, che fino ad allora aveva visto solo sbirciandoli; erano sodi, pieni, e oscillavano liberamente sotto il minuscolo pezzo superiore che le copriva giusto i capezzoli. Le gambe erano lunghe e snelle, il sedere rotondo e nervoso coperto da un minuscolo perizoma che le teneva occultata la sola zona «strategica». Spesso immaginava le sue forme quando indossava i jeans o la gonnellina per andare a scuola… ora non doveva più immaginarle.
Restò seduto al bar con stupore, mentre Candy finiva di ballare al ritmo della prima traccia e si toglieva il top mentre iniziava la seconda. I suoi capezzoli erano scuri e eretti, non doveva più desiderare di vederli. Gli uomini facevano la fila per darle mance, che le venivano infilate nel perizoma o prese tra le tette. Marco sentì crescere dentro di sé un senso di rabbia e gelosia, ed ebbe quasi l'impulso di salire sul palco, prendere Milena per un braccio e scortarla fuori di lì, come avrebbe fatto ogni buon mentore… ma sapeva che quello non era il suo posto, né il suo compito. Inoltre, anche lui era tra gli ammiratori del corpo giovane e sodo di lei, con il cazzo completamente eretto nei calzoni.
Quando arrivò la terza canzone, Candy/Milena si tolse anche gli slip, che comunque coprivano a malapena la sua fighetta nuda. Marco l'aveva vista in precedenza, Milena gliel'aveva già mostrata, ma questa era la prima volta che la osservava in piena vista, completamente scoperta, e insieme a lui una folla ammirata che chiedeva a gran voce di vederne ancora. Milena ballava, facendo le sue acrobazie sul palo metallico al centro del palco, poi posava in varie posizioni per mostrare agli uomini le sue parti più intime. Un uomo le lasciò una mancia di 20 euro quando si fu avvicinata al bordo del palco a gambe spalancate. Un altro le diede 10 euro quando si chinò di spalle a lui per mostrargli culo e figa. Marco si sentiva combattuto… una parte di lui voleva andarsene, per risparmiare a Milena l'imbarazzo di essere vista così nuda dal suo professore, mentre un'altra sua parte, quella più perversa, gli diceva invece di restare lì e godersi lo spettacolo. Quest'ultima vinse facilmente il conflitto interiore.
Dopo aver goduto della nudità di Milena per la durata di quei tre brani, Marco la guardò mentre raccoglieva i suoi scarni vestiti e i soldi delle mance sparsi sul palco, per tornare nel retropalco. Finì di bere il suo drink, si asciugò il sudore freddo dalla fronte e aspettò che lei si facesse un giro in platea. Quando uscì, con una gonna talmente corta che non arrivava a coprirle neanche le natiche e un reggiseno semi-trasparente, fu accolta da diversi uomini in cerca di una lap dance o di una VIP dance da lei.
Dal suo posto buio in fondo al bar, Marco osservò come Milena conduceva un uomo dopo l'altro nella stanza sul retro, per danzare sul loro grembo, o nella stanza VIP, dove sospettava che avrebbe fatto loro qualcosa di più «esplicito» al prezzo di ricompense più laute. Gli dispiaceva che una giovane adolescente fosse costretta a fare questo. Pensò anche, per qualche momento, alla possibilità di rimanere da solo con la studentessa su cui aveva segretamente fantasticato, nuda e tutta per lui. Era ancora una sua allieva, certo, ma in fondo quello era un bar pubblico e lei non stava facendo nulla di illegale.
L'alcool che aveva trangugiato e la pressione che gli stava montando nella zona dello scroto alla fine lo convinsero.
Dopo circa un'ora di sessioni private con diversi uomini, Milena sentì il bisogno di una pausa e si avvicinò al bar per prendere un drink. La barista sapeva cosa le piaceva, e glielo portò subito.
Fu allora che lei alzò lo sguardo e, guardandosi intorno, incrociò quello del suo professore. Scioccata, e anche un po' imbarazzata, non sapeva cosa dire o fare, ma lui alzò il suo bicchiere in direzione di lei, come fa chi vuole brindare a qualcosa.
"Professor Bonomi!", squittì lei, coprendosi il reggiseno con un braccio mentre si avvicinava a lui. "Oddìo, cosa ci fa qui…?!".
"Ciao, Milena… nemmeno io mi aspettavo di trovarti qui".
Lei abbassò lo sguardo per un attimo, prima di tornare a guardarlo in volto.
"Sto solo facendo quello che devo per guadagnare un po' di soldi. Dovrò mantenermi all'Università, dal prossimo autunno… e anche se avrò una borsa di studio per la retta, dovrò pur sempre pagarmi la stanza, i pasti, i libri e altre cose… e poi vorrei anche lasciare qualche soldo a mia madre, lei non riesce a guadagnare tantissimo solo col suo lavoro, e poi…".
"Ehi, ehi, calma…!" la interruppe lui, posandole una mano sul braccio che le copriva le tette. "Non ti sto giudicando, non ne ho alcuna intenzione. Sono solo sorpreso, tutto qui".
"Devo fare quello che devo fare, prof. Sto guadagnando più soldi qui in pochi giorni che in un anno con un altro lavoro. Non intendo farlo per sempre, comunque…".
"Spero di no, Mil… ehm, Candy".
Milena vedeva gli occhi di Marco scrutare il suo corpo giovane e sensuale, anche se con uno sguardo velato di disappunto.
"Le va di fare un giro in privato, prof?", gli chiese audacemente lei a un certo punto, abbassando il braccio e mostrandogli il suo seno scarsamente coperto.
Per Marco era il momento della verità. Non rispose subito, ma valutò rapidamente le sue opzioni. Avrebbe vinto il lato più morigerato di lui, o quello spericolato e arrapato che desiderava ardentemente toccare, accarezzare, possedere il giovane corpo di lei? Senza dire una parola, si alzò dallo sgabello con la birra in mano e fece un cenno con la testa verso la stanza sul retro. Lei gli rivolse un sorriso sornione e malizioso.
"Lap dance o sala VIP?".
"Credo sia meglio limitarci a una semplice lap dance…".
"Va bene, prof. Mi segua".
Marco aveva gli occhi fissi sul sedere e sulle gambe flessuose di Candy/Milena mentre lo conduceva nella stanza sul retro. Lei aspettò che la canzone che si diffondeva nell'ambiente finisse prima di iniziare la sua lap dance, cosìcché i due ebbero il tempo di chiacchierare ancora un po'.
"Allora, da quanto tempo sei qui?" le chiese lui.
"Da poco più di un mese. Faccio due o tre giorni alla settimana, per lo più i weekend e un giorno infrasettimanale".
Quando la canzone finì, Milena si alzò e cominciò a ballare davanti al suo insegnante di matematica. Una parte di lui si sentiva ancora in colpa per aver permesso di farle fare questo per lui, ma quel senso di colpa scomparve rapidamente quando lei si sfilò il top e lui ebbe modo di vedere da vicino le tette perfette della ragazzina che sussultavano mentre lei ballava così vicina a lui. Lei gli si avvicinò e gli strofinò le tette contro il petto, poi a pochi centimetri dal suo viso. Sorrise mentre lui risistemava il cazzo nei pantaloni, in modo che la sua erezione potesse estendersi completamente. Lui deglutì a fatica quando lei si tolse la gonnellina e il perizoma, rimanendo nuda davanti ai suoi occhi.
Salì sulle sue ginocchia per mettersi a cavalcioni sul suo pube e simulò una cavalcata mentre agitava le tette davanti al suo viso.
"Non si dovrebbe, ma…" Milena disse mentre gli prendeva le mani e le posava sui suoi seni, dandogli la propria approvazione a toccarla e accarezzarla. Le sue morbide colline di carne soda stavano così bene nelle sue mani, anche meglio di quanto avesse immaginato.
Marco non poté resistere quando lei offrì la tetta destra alla sua bocca. Istintivamente iniziò a succhiarle il capezzolo, poi passò all'altro. Aveva un sapore di buono.
Milena scese dal suo grembo e mise un piede sul sedile accanto a lui, offrendogli una visione ravvicinata della sua figa adolescente completamente rasata. Guardò mentre lui fissava la sua fighetta. Milena sapeva di averlo in pugno con le sue malizie di donna. Le piaceva stuzzicare l'insegnante che anche lei, non tanto segretamente, desiderava. Voleva davvero fare di più con lui, ed era sollevata che il suo segreto non fosse più un segreto per lui. Per quasi un anno lo aveva stuzzicato a scuola, e pensava che avrebbe voluto tentarlo ancora di più con il suo giovane corpo, se mai ne avesse avuto l'occasione… e a quel punto poteva sfruttare appieno quell'opportunità.
Quando il brano finì, Milena gli chiese se voleva rimanere per un'altra canzone, e Marco annuì. La ragazza si sedette quindi di nuovo sul suo pube e roteò il culo contro il suo membro. Poteva sentire l'erezione del suo professore premere nel solco delle chiappette sode, mentre lui le teneva saldamente i seni nelle mani, titillandole i capezzoli, finché dopo un po' scelse di spostare le mani dai seni giù lungo i fianchi di lei per accarezzarle il sedere, cosa che desiderava fare da molto più di un anno. Affondò le dita nella morbida carne delle sue natiche.
Milena gli propose di spostarsi nella sala VIP, ma Marco non era ancora pronto a spingersi così oltre con la sua studentessa spogliarellista… decise però di rimanere con lei ancora per una terza canzone. Milena si muoveva su di lui in varie posizioni, lasciando che il suo insegnante le succhiasse le tette e le accarezzasse il culo mentre lei se lo scopava attraverso i vestiti. Marco iniziò a respirare più pesantemente, e sentì di essere vicino all'orgasmo… lei lo capì e si girò, sedendosi su di lui di spalle, per strusciare di nuovo il culo sulla sua pulsante erezione. Lui la afferrò rapidamente per i fianchi e cominciò a strofinare il suo membro tra le chiappe della sua allieva, mentre lei gli si dimenava in grembo. Il respiro era sempre più frenetico, e, poco prima che la canzone finisse, Marco venne nei suoi pantaloni! Un getto enorme, il risultato di un anno di voglia di vedere e toccare la sua sensuale studentessa, ora nuda sul grembo di lui. Finalmente aveva avuto l'opportunità di realizzare, almeno in parte, la sua fantasia.
Aver combinato quel pasticcio nei suoi pantaloni provocò in Marco un moto di vergogna, e in Milena un'orgogliosa sensazione di potere sull'uomo di cui era così infatuata. Era finalmente riuscita a fare breccia nel contegno formale, mai fuori dalle righe, del suo insegnante.
Marco si ricompose, pagò Milena per le tre lap dance e le diede una sostanziosa mancia, come si usa fare quando una ballerina porta un cliente all'orgasmo.
Lei gli diede un bacio sulla guancia.
"Grazie, prof. Ci vediamo lunedì a scuola", disse lei.
Lui replicò borbottando qualcosa, mentre usciva rapidamente dalla stanza sul retro e si recava nel bagno degli uomini per darsi una ripulita prima di lasciare il locale.
Durante il viaggio di ritorno a casa, l'uomo si rimproverò per aver ceduto ai propri istinti, al desiderio sessuale verso una delle sue studentesse. Anche se non lo avrebbero licenziato per questo, di certo la cosa non lo avrebbe agevolato se qualcuno lo avesse scoperto. D'altra parte, gli era piaciuto davvero vedere Milena finalmente nuda, e poter sentire su di sé il suo delizioso corpo da adolescente. Promise a sé stesso che, anche se si era divertito molto, quello sarebbe rimasto un episodio isolato. Aveva bisogno di mantenere una certa integrità, almeno con i suoi studenti. Quella promessa, tuttavia, non gli impedì di masturbarsi prima di andare a dormire quella sera, rivivendo la lap dance che Milena gli aveva fatto, e che lui non avrebbe mai dimenticato.
Quel lunedì mattina, Marco riusciva a malapena a guardare Milena negli occhi. Lei notò che lui la guardava in modo diverso, come se la stesse immaginando nuda… e capì che era leggermente imbarazzato. Così decise di divertirsi un po' con lui.
Durante l'intervallo, insieme a un paio di sue amiche, Milena si avvicinò a Marco.
"Allora, prof, cosa ha fatto di bello questo fine settimana? Qualcosa di piacevole?" gli chiese. Milena sorrise quando notò il suo insegnante arrossire.
Lui sapeva esattamente cosa lei stava facendo, e non lo trovava affatto divertente.
"Sono un tipo noioso, io… non ne faccio, di cose divertenti…", le rispose.
"Oh, scommetto che si è divertito più di quanto voglia far credere…".
Lui si limitò a sorridere e a guardarla mentre si allontanava scuotendo il culetto un po' più del normale. Si voltò timidamente a guardarlo da dietro la spalla per cogliere il suo sguardo e gli rivolse un sorriso complice, poi se ne andò. Marco non sapeva per quanto tempo ancora avrebbe potuto resistere alle provocazioni di quella tentatrice.
Milena tornò a trovare Marco alla fine delle lezioni, aspettandolo pazientemente mentre lui parlava con un paio di altri studenti. Dentro di sé, Marco sperava che gli altri studenti non se ne andassero, perché l'idea di rimanere solo con Milena, e soprattutto di ciò che sarebbe potuto accadere, lo agitava.
Chiacchierarono un po', prima che Milena decidesse di tirare fuori l'argomento con lui.
"So che le è piaciuto quello che è successo l'altra sera. Volevo solo farle sapere che è piaciuto anche a me".
"Sì, Milena. È stato incredibile… ma sono pur sempre il tuo insegnante. Devo stare attento, o potrei perdere il lavoro".
"Capisco, prof, ma, sa, se mai volesse… ehm, lo sa… stare ancora un po' insieme, non deve fare altro che dirlo. Sa dove trovarmi".
"Grazie, Milena. Lo terrò a mente".
Per la seconda volta quel giorno, Marco guardò la sua studentessa allontanarsi da lui col suo culetto che danzava impertinente. Stava rifiutando un'evidente offerta di sesso, per la quale si sarebbe mangiato le mani, ma sapeva di dover resistere. Quella sera, ancora una volta, si masturbò pensando a Milena, le sue fantasie ormai implementate dal ricordo visivo e tattile del corpo nudo di quella ragazzina.
Per tutta la settimana, Milena, seduta in prima fila, lo tormentò senza pietà, tra aperture di gambe e inarcate di schiena per esaltare il decoltè. Il povero professore non era sicuro di poter reggere ancora a lungo, ma ci doveva provare.
Quel fine settimana fu tentato di tornare allo strip club, per vedere Milena di nuovo nuda. Cercò di dominare quell'impulso, riuscendovi per un po', poi però cedette; disse a sé stesso che, se pure fosse tornato al club a dare un'occhiata, non per questo avrebbe permesso a Milena di fargli un'altra lap dance. O almeno queste erano le sue intenzioni.
Quando giunse al locale, prese di nuovo posto all'estremità più buia del bancone del bar e scrutò il locale alla ricerca di Milena. Non la vide subito, e provò un parziale sollievo. Dopo una decina di minuti, però, la vide uscire dalla sala VIP con un signore anziano. Fu subito avvicinata da un altro uomo ed entrò con lui nella stanza sul retro. Marco si sentì attanagliato dalla gelosia, ma non c'era nulla che potesse fare. Guardò l'orologio quando entrarono, e di nuovo quando uscirono, circa 20 minuti dopo.
Prima che avesse la possibilità di farle sapere che era lì, il DJ annunciò che lei era la prossima a salire sul palco per lo show. Durante i primi due brani, Milena si spogliò, togliendosi pezzo dopo pezzo del suo costume di scena mentre si dimenava sul palco. Quando si giunse al terzo canzone, Milena era completamente nuda… e a quel punto Marco si avvicinò al palco, per lasciarle una mancia e per farle sapere che era lì.
Quando si girò verso di lui dopo aver preso un'altra mancia, gli occhi di Milena si allargarono per la sorpresa, e gli fece un sorriso enorme, entusiasta che lui fosse tornato. Gattonò verso di lui, poi si sdraiò e allargò le gambe per lui, dandogli una visione completa della parte anteriore del suo corpo nudo. Lui avrebbe avuto voglia di tuffarsi su quella figa giovane e sexy, di leccarla e slinguarla, ma sapeva che i buttafuori lo avrebbero preso a calci nel sedere prima di farlo bannare dal locale. Non l'avrebbe fatto comunque. Lei continuò a rotolarsi per lui, esponendogli le chiappette sode e il buchetto al centro, poi gli prese il cinquantone che lui le aveva allungato.
Quando Milena finì il suo set, si rinfrescò, si cambiò e uscì alla ricerca del suo insegnante di matematica. Lo trovò al bar, rifiutando diverse richieste di sessioni private per parlare con lui. Sapeva che lui era lì appositamente per lei, e si assicurò che la guardasse bene, vestendosi solo con un top trasparente e un perizoma. Milena notò lo sguardo di lussuria negli occhi di Marco.
"Allora, prof, che ne dice di una cosa privata tra noi?".
Era come se gli avesse letto nel pensiero.
"Beh, forse per una canzone può andar bene…" rispose lui.
Lei sorrise mentre lo prendeva per mano e lo conduceva nella stanza sul retro.
Invece di danzare lenta e stuzzicante e farlo macerare nella sua voglia, Milena si spogliò immediatamente per lui. Voleva mostrargli il suo corpo, dargli piacere. Sapeva che lui la voleva, e lo voleva anche lei. Milena fissò Marco negli occhi per tutto il tempo in cui ballò e si strusciò contro di lui; non si trattava di una lap dance come tante, ma di una passione sensuale espressa da entrambi.
Le mani di Marco erano su tutto il corpo di Milena, e quando iniziò a giocare con la sua figa, lei lo fermò.
"Se vuole toccarmi lì dovremmo andare nella sala VIP, dove c'è più privacy…" propose.
Lui accettò.
Lei lo condusse in una delle cabine più riservate, dove i due poterono giocare in modo più esplicito l'uno con l'altra.
Marco cominciò a esplorare con le dita l'intimità di Milena, strofinandole il clitoride con il pollice finché lei non gemette in preda all'orgasmo. A quel punto Marco era già duro come una roccia, e arrapato da morire. Non si oppose quando Milena gli aprì la patta e gli liberò il membro dai confini dei calzoni, guardandolo negli occhi mentre lo accarezzava, e poi si chinò in avanti per prenderglielo in bocca. Lui era cosciente di essere ormai ben oltre ogni limite, lasciandosi succhiare il cazzo dalla sua studentessa nel retrobottega di uno strip club, ma la sua passione era fuori controllo. La testa di lei gli ondeggiava in grembo, mentre la sua lingua vorticava intorno al suo cazzo teso. Lui immaginava che fosse sessualmente disinibita, ma quello che lei gli stava facendo era un pompino dannatamente eccezionale. Prese a giocare con le sue tette, mentre lei gli succhiava il membro.
Non ci volle molto prima che lui le inondasse la bocca di sperma, e lei ne succhiò ogni goccia e lo leccò ripulendolo per bene. Aveva un'espressione così bella, così serena e così soddisfatta in volto quando sollevò la testa, guardandolo negli occhi con ancora la sua cappella tra le labbra; voleva capire, dallo sguardo di lui, se lo avesse soddisfatto. Marco percepì il suo bisogno di approvazione, e le disse che quello era il miglior pompino che gli avessero mai fatto. Questo la fece sorridere… i complimenti da parte dell'uomo più importante della sua vita la riempirono di gioia.
Dopo essere venuto, Marco fu sopraffatto dalla sensazione che quello che aveva appena fatto, pur essendo estremamente piacevole, era comunque moralmente disdicevole. Una sua studentessa glielo aveva appena succhiato, e lui non era stato forte abbastanza per combattere i suoi desideri per una ragazza sexy e molto più giovane di lui. Si richiuse rapidamente la zip dei pantaloni e uscì dal bar.
Dopo essersi rivestita, Milena uscì a cercare Marco e rimase delusa dal fatto di non trovarlo da nessuna parte. Pensò di non averlo soddisfatto come sperava, si sentì rifiutata. L'ultima cosa che voleva fare era allontanarlo.
Per tutto il resto di quel fine settimana, Marco passò dall'autocommiserarsi al masturbarsi, sempre con Milena protagonista dei suoi pensieri.
Il lunedì mattina successivo si diede malato, per timore di affrontarla. Quando Marco rivide Milena per la prima volta in classe di martedì, le diede il buongiorno, ma lei lo ignorò completamente. Lo stesso fece all'inizio della lezione di matematica.
Allo squillo della campanella, che segnalava anche l'inizio della ricreazione, mentre lei usciva dalla classe con tutti gli altri compagni di classe, lui le chiese di rimanere.
"Milena, dobbiamo parlare. Puoi restare dopo la fine delle lezioni? Per favore…".
Lei gli lanciò un'occhiata di disgusto e scrollò le spalle senza dire una parola. Lo stava volutamente ignorando, evidentemente arrabbiata per la sua improvvisa sparizione dell'altra sera. A malincuore, dopo la scuola, rimase in classe per ascoltare ciò che lui aveva da dirle.
"Mi dispiace di essermene andato così presto l'altra sera…", esordì lui, "…ma ho avuto paura dopo… sai… quello che è successo tra noi. Sono ancora il tuo insegnante, e non avrei dovuto permettere che accadesse. Le cose mi sono andate fuori controllo…".
"Beh, a me non mi dispiace quello che è successo", rispose Milena. "Pensavo che fosse quello che voleva. Nessuno l'ha obbligata, sa, a farsi succhiare il cazzo da me".
"Ssshhh, Milena! Nessuno deve scoprirlo. Perderei il lavoro. Ancora per un mese…".
"Allora, cosa succederà tra noi dopo che mi sarò diplomata?".
"Non lo so, Milena, è complicato…".
"No, non è poi così complicato", rispose lei. "La verità è che lei è come gli altri. Non sono altro che un pompino, alla fine…!".
Se ne andò, infuriata e ferita. Marco cercò di fermarla, ma lei era ormai distante.
Probabilmente «freddo» descrive poco il modo in cui le cose tra Marco e Milena andarono avanti. Il loro rapporto si trasformò in quello che avrebbe dovuto essere da sempre tra un insegnante e la sua studentessa.
Le cose si fecero piuttosto strane quando, alla festa di fine anno nella palestra della scuola, nella quale faceva da supervisore, Marco vide Milena con un ragazzo che sembrava essere il suo fidanzato. Era assolutamente favolosa nel suo vestitino nero, molto corto e scollato. Il fatto di essere completamente vestita la faceva sembrare anche più grande dei suoi 18 anni. Ogni volta che lo vedeva guardarla, si assicurava di avvicinarsi un po' di più al ragazzo, o di baciarlo mentre ballava un ballo lento con lui… e poi, dopo aver finito di baciarlo, con la coda dell'occhio guardava Marco. Lui sapeva che cercava di farlo ingelosire, ma la cosa più grave era che stava funzionando: dentro di sé, Marco voleva essere lui a tenerla tra le braccia, ballare un lento con lei e baciarla dolcemente. Sapeva che più tardi, quella sera, quei due avrebbero trovato un posto dove «consumare», mentre lui sarebbe tornato a casa da solo a menarselo di nuovo.
Una volta a casa, quella sera, Marco non riuscì a prendere sonno. La sua mente continuava a chiedersi cosa stesse facendo Milena con quel ragazzo. Forse erano solo amici, e lei stava solo giocando coi suoi sentimenti… ma l'ipotesi più probabile, ora, era che fossero in qualche posto isolato dopo il ballo, a bere e a fare sesso. Non sapeva se lo disturbava di più il fatto di saperla a scopare con qualcun altro, o che lavorasse in uno strip club, spogliandosi per così tanti sconosciuti, più volte alla settimana, facendo delle lap dance nuda o seghe e pompini agli uomini solo per pagarsi l'Università. Tutto ciò non gli impedì però di masturbarsi rivivendo l'esperienza con lei… il pompino che gli aveva fatto era incredibile.
Nonostante il senso di colpa che provava, però, non vedeva l'ora di rifarlo. Tutto quello che doveva fare era resistere fino alla fine degli esami di maturità, in fondo mancavano ancora solo pochi giorni… ma dopo che la loro relazione, se così si poteva chiamare, si era raffreddata, Marco non era nemmeno sicuro che Milena volesse più avere a che fare con lui.
I giorni successivi sembrarono trascinarsi per Milena. Era ansiosa di chiudere finalmente con le scuole superiori e di andare avanti con la sua vita, partendo per un'altra città e allontanandosi dal dramma di una madre disfunzionale. Per la prima volta nella sua vita sarebbe stata libera, e avrebbe potuto vivere la sua vita come voleva.
Marco e Milena si parlarono a malapena durante l'ultima settimana di scuola. Quando alla fine le scuole chiusero, nell'attesa del giorno dell'esame, Marco cominciò a chiedersi se l'avrebbe più rivista. Poteva sempre andare a trovarla allo strip club, nel frattempo, ma non era la situazione che lui aveva in mente. Non sapeva nemmeno che tipo di relazione volesse esattamente con lei. Era confuso.
Anche Milena non sapeva cosa aspettarsi da Marco. Era un mentore per lei, l'unico uomo della sua vita a preoccuparsi davvero per lei, e le sarebbe mancato se il diploma e poi l'Università avessero significato non stare più con lui. Aveva avuto troppe delusioni nella vita, e pensava che il non rivederlo sarebbe stata solo un'aggiunta alla lista.
Essendo uno dei membri interni dell'esame di Stato, Marco partecipò alla sessione di Milena nel giorno più importante dell'anno. Era un giorno dolceamaro per lui, però, perché sapeva che non ci sarebbero state più occasioni per lui di rivederla, a meno di andare allo strip club, ovviamente. Notò che Milena era all'esame da sola, sua madre non si era degnata nemmeno di accompagnarla. Capì perché lei volesse allontanarsi il più possibile da lei, e capì che il modo più rapido per Milena di farlo era quello di fare più soldi possibile al club. Non certo il migliore dei modi, a 18 anni, ma quella era la strada che aveva scelto, e solo il tempo avrebbe detto se era la decisione giusta o meno.
Terminata la sessione d'esame, tutti si riunirono all'interno e all'esterno della scuola, chi scattava foto con le famiglie, chi faceva progetti estivi con i propri amici, chi salutava i propri insegnanti. Anche Milena cercò il suo insegnante preferito e gli si avvicinò con un grande sorriso quando finalmente lo trovò.
"Volevo ringraziarla per tutte le ripetizioni che mi ha dato e per avermi aiutato a entrare all'Università. Non ce l'avrei fatta senza di lei…" trillò.
"Per me è stato un vero piacere, Milena".
Lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia, non una cosa insolita nel giorno del diploma. Lo ringraziò ancora una volta per tutto l'aiuto che le aveva dato durante quell'ultimo anno.
"Sa, prof, adesso non sono più una sua studentessa…" aggiunse con un sorriso malizioso.
Prima di allontanarsi, mentre si girava, voltò il viso verso di lui.
"Domani sera lavoro al club", concluse. "Sarò lì fino a mezzanotte circa".
"Va bene, Milena. Ci penserò".
Poi lei corse via per raggiungere alcuni suoi amici, lasciando Marco a riflettere sulla sua prossima mossa.
Mentre la guardava sbatacchiare il suo sederino sodo mentre si allontanava, l'uomo si ritrovò a riflettere su cosa avrebbe fatto con quell'evidente offerta di Milena. Lei aveva ragione, tecnicamente a quel punto non era più una sua studentessa, ma se avesse iniziato una relazione sessuale con lei così presto dopo il diploma, la gente si sarebbe comunque chiesta se ci fosse stato qualcosa mentre ancora lo era. Del resto, lui desiderava disperatamente stare con lei, e lo sapeva. Aveva già oltrepassato quel limite, facendosi succhiare il cazzo da Milena nella sala VIP del locale, nulla da obiettare su questo. Ma sarebbe stato poco etico, e avrebbe sollevato delle perplessità in chi conosceva entrambi, soprattutto lei. Non si trattava di una studentessa innocente; si spogliava in un club, faceva lap dance, intratteneva sessualmente i clienti…
Per tutto il giorno successivo, Marco riflettè su cosa avrebbe fatto. Il lato più pratico di lui gli disse di giocare sul sicuro e di stare il più possibile lontano da Milena. La scuola era finita, lei sarebbe partita per l'Università nel giro di pochi mesi e non avrebbe mai voluto avere a che fare a lungo termine con un uomo che aveva il doppio della sua età. D'altra parte, lui passava la maggior parte del tempo da solo, e forse non avrebbe mai più avuto la possibilità di stare con una sexy diciottenne; era un'occasione unica nella sua vita.
Alla fine decise che era meglio lasciarsi andare, finché era ancora abbastanza giovane da poterlo fare.
Visto che il locale era vicino all'aeroporto, Marco decise di affittare una stanza d'albergo, in modo da poter bere senza preoccuparsi di dover guidare per tornare a casa e, se le cose con Milena avessero funzionato, sarebbero stati anche più comodi rispetto a una striminzita sala VIP. Inoltre, questo avrebbe dato loro un po' di privacy da sguardi e orecchi poco discreti dei vicini. Non voleva attirare l'attenzione sul fatto che si stava intrattenendo con una ragazzina.
Marco arrivò al locale solo dopo le nove di sera, proprio mentre Milena stava accompagnando qualcuno nella sala VIP. Lei non aveva obblighi di alcun genere nei suoi confronti, ma questo non impedì all'uomo di provare una fitta di gelosia per quello che avrebbe fatto lì dietro con il suo cliente. Gli avrebbe fatto una sega? Un pompino? Forse non gli piaceva il modo in cui lei si guadagnava i soldi, ma lei non aveva bisogno della sua approvazione. Qualunque cosa stesse facendo nella sala VIP, aumentava l'intrigo di quella loro strana, complicata e per certi versi perversa relazione insegnante/studente/spogliarellista. In un certo senso, la rendeva più desiderabile, perché se qualcuno avesse mai scoperto la loro relazione, non avrebbe potuto dire che fosse stato lui a traviare quella ragazzina appena maggiorenne.
L'uomo si sedette al bar come al solito, e quando Milena uscì dal retrobottega con il suo cliente guardò subito da quella parte. Quando i loro sguardi si incrociarono, a lei venne automatico un gran sorriso. Indossava un reggiseno di pizzo bianco con un perizoma abbinato, e Marco si meravigliò nel guardarla mentre si avvicinava a lui, con le tette che le ballonzolavano, ignorando completamente i potenziali clienti per le sessioni private. Salutò il suo ormai ex-insegnante con un bacio sulla guancia.
"Sono felice che sia riuscito a venire, prof. Non ero sicuro che l'avrei rivista…".
"Ora puoi chiamarmi Marco e darmi del tu, se vuoi. Non ho potuto resistere al tuo invito, ora che la scuola è finita".
I suoi occhi la stavano squadrando, osservando le gambe nude ed esposte, il ventre teso e tonico, e i capezzoli attraverso il pizzo del top. Accidenti se era bellissima. Poteva solo sperare che la serata finisse come auspicava. Durante quell'ultimo anno aveva immaginato diversi scenari, e ora era nervoso perché la possibilità di vivere quelle fantasie era sempre più vicina a diventare realtà. Offrì un drink a Milena, e iniziarono a conversare. Ad un certo punto, Milena si rivolse a Marco.
"Ti porterei nella sala VIP, ma devo salire sul palco subito dopo la prossima ragazza…".
"A dire il vero, Milena, io speravo che potessimo vederci dopo che avrai finito di lavorare. Ho preso una stanza nell'hotel dall'altra parte della strada".
"Davvero?", disse lei mentre un grande sorriso le si affacciava sul viso. "Mi piacerebbe. Mi piacerebbe molto!".
Dovette andarsene per prepararsi al prossimo show. Gli occhi di Marco erano fissi a guardare il suo culetto pressoché nudo che dondolava da un lato all'altro mentre lei si allontanava. Nel locale, Milena accentuava sempre il movimento dei fianchi per rendersi più attraente verso i potenziali clienti delle sue sessioni private, e la cosa sembrava funzionare, visto che più di qualcuno si era voltato a guardarla.
Sul palco, Milena aveva il pubblico in pugno, metaforicamente, e più tardi avrebbe avuto qualcuno di loro in pugno, questa volta letteralmente. Era come se li avesse ipnotizzati mentre ballava sul palco, ostentando la sua sensualità adolescenziale e il suo corpo giovane e sodo. Alla fine del primo brano si era sfilata il top, tra applausi e ululati della folla e degli uomini che sgomitavano per avvicinarsi a lei e lasciarle una mancia. I suoi seni erano così pieni e sodi che Marco stentava a credere che più tardi, quella sera, avrebbe avuto le tette di quella giovane seduttrice tutte per sé. Gli uomini la inondavano di soldi mentre lei continuava la sua routine sul palo e sul palco, pavoneggiandosi completamente nuda perché tutti potessero godere della sua bellezza.
Dopo aver finito il suo set, si cambiò e tornò a lavorare in sala, passando vicina ai tavoli pieni di uomini per raccogliere eventuali richieste di sessione privata. A volte si sedeva con quelli che sembravano essere uomini con più soldi, o che le avevano dato mance consistenti, piuttosto che con quelli che le avevano dato solo banconote di piccolo taglio. Stava diventando un'esperta ormai nel lavorarsi la folla e aumentare le sue entrate. Poi si recò con qualcuno nella stanza sul retro, con la maggior parte degli uomini che rimaneva nella sala VIP per diverse canzoni di seguito.
Sebbene Marco fosse sessualmente attratto da Milena, i suoi sentimenti per lei erano molto più profondi. Per anni aveva avuto quella ragazzina come allieva a scuola: la ricordava quando era poco più che una bambina, a neanche 14 anni; le aveva insegnato tutto quello che poteva della sua materia; l'aveva aiutata a migliorare i suoi voti; era a conoscenza delle sue difficoltà personali e familiari, che l'avevano costretta a una vita temporanea da spogliarellista per finanziare la sua fuga; l'aveva aiutata a indirizzarla verso un percorso di miglioramento della sua vita a lungo termine; e l'aveva ritrovata una studentessa dolce e premurosa, che da ragazzina si era ormai trasformata in una bella, sensuale donna. Continuava a non digerire il fatto che Milena dovesse ricorrere allo strip-tease e ad altre attività nella saletta riservata per sopravvivere, e serrava i pugni ogni volta che lei portava un cliente nel retrobottega… e stranamente si sentiva anche eccitato al pensiero che uno sconosciuto avesse le mani e la bocca sul suo corpo nudo, o che fosse lei ad avere le mani o la bocca sull'arnese di costui. Non vedeva l'ora che il suo turno finisse. Nel corso della serata, Marco aveva perso il conto di quanti show Milena aveva fatto sul palco e di quanti uomini aveva portato di là, in quel retrobottega.
Man mano che si avvicinava la mezzanotte, Milena vide Marco sempre più ansioso, così gli si avvicinò.
"Ho ancora un set, poi stacco… e saremo solo noi due!", gli disse.
Marco guardò pazientemente Milena fare il suo show di tre brani, meravigliandosi di quanto fosse delizioso quel suo corpicino nudo mentre scuoteva impudentemente i seni per la folla, prendeva le loro mance e si metteva in posa in varie posizioni per mostrare loro il culo o la fighetta. Diversi uomini, spinti dall'alcool e dagli ormoni, cercavano di toccare di straforo il suo succulento corpo da adolescente, ma lei li allontanava con decisione. Almeno sul palco, questo non era concesso.
Quando il suo spettacolo finì, raccolse il costume e le mance e scese dal palco. I suoi occhi incrociarono quelli di Marco, e lei gli fece segno che sarebbe stata pronta in un minuto, rifiutando ogni richiesta di sessione privata.
Poco dopo uscì dal camerino in jeans e maglietta. Marco la prese per mano e la condusse fuori dalla porta. Finalmente non doveva più condividere Milena con gli avventori del club, ora l'avrebbe avuta tutta per sé.
Anche Milena era eccitata, per essersi esibita nuda tutta la sera e per avere avuto decine di uomini in adorazione del suo giovane corpo in pubblico e in privato. Nonostante avesse fatto venire alcuni di loro, lei non veniva quasi mai. Marco non sapeva se lei, una volta a casa, sfogasse lì da sola le sue tensioni erotiche, o se andasse da qualche parte con uno dei suoi fortunati clienti per una scopata veloce. Milena non avrebbe mai potuto immaginare che Marco si fosse masturbato varie volte pensando a lei, e cosa gli sarebbe piaciuto farle se ne avesse avuto l'occasione. Stava per scoprirlo.
La camera che Marco aveva affittato era ampia, con un minibar ben fornito. Milena non aveva ancora cenato, così ordinarono la cena tramite il servizio in camera. Lei andò a fare una doccia, come sempre dopo il lavoro. Quando ebbe finito, uscì dal bagno saltellando per asciugarsi i capelli, e scoprì che il cameriere del servizio in camera era lì con il loro cibo.
Il cameriere rimase a bocca aperta, e gli occhi gli uscirono quasi dalle orbite, quando vide Milena completamente nuda. Lei non batté ciglio, dopotutto era abituata a farsi vedere nuda, e si avvicinò con disinvoltura per assaggiare il cibo. Il cameriere rivolse a Marco un sorriso complice, lo ringraziò per la mancia e lanciò qualche altra fugace occhiata a Milena prima di andarsene.
Marco preparò un paio di drink. Durante il loro spuntino di mezzanotte, i due parlarono tranquillamente di tutto; in particolare, Marco fu curioso di capire come lei avesse iniziato a lavorare in quello strip club, e lei gli raccontò che era stata un'amica di sua madre, che faceva la go-go dancer, a convincerla che avrebbe potuto fare una piccola fortuna nel settore, proponendole di lavorare nel nuovo locale vicino all'aeroporto, perché era un locale di fascia alta, ma non solo. "Quando un uomo è fuori città…", le aveva detto, "…è in cerca di divertimento, ed è solitamente più generoso rispetto a chi frequenta la maggior parte dei locali". Lei gli disse che alcune serate erano migliori di altre, e che in una buona nottata riusciva a guadagnare anche più di 1.000 euro. Inoltre, lavorando così lontano dalla città, i rischi di essere riconosciuta e di finire nel chiacchiericcio della gente si riducevano di molto.
Ci fu una pausa nella conversazione dopo che ebbero finito di mangiare, e ormai al terzo drink. Marco stava fissando Milena intensamente.
"Perché mi guardi così? C'è qualcosa che non va?" gli chiese lei.
"No, non c'è niente che non va. È solo che non riesco a credere a quanto sei bella, e a quanto tempo ho aspettato di stare da solo con te".
"Anch'io ho una cotta per te da molto tempo, prof… cioè, Marco. Voglio dire, da quando ho iniziato a frequentare la scuola".
"Davvero?", rispose lui. "Se devo essere sincero, ho cominciato a notarti dal terzo anno. Ho cercato di non farlo notare, ma eri così carina…".
"Accidenti… e io che pensavo di non piacerti affatto. Anche quando ho cominciato a farti guardare sotto la gonna, o dentro la scollatura, tu non facevi nulla…".
"Credimi, Milena, stavo impazzendo… ti desideravo, non immagini quanto… ma non potevo fare nulla! Ho dovuto aspettare fino a dopo il tuo diploma per non finire nei guai, tutto qui".
"Beh, professor Bonomi, ora non dovrà più aspettare", disse lei con una voce da bambina.
Si fissarono profondamente negli occhi per un po', poi si avvicinarono per un breve contatto di labbra che si trasformò presto nel bacio più lungo e profondo che ciascuno dei due avesse mai dato. La mano di lui trovò i seni voluttuosi di lei. Si sentivano ancora meglio, nell'intimità della stanza d'albergo; almeno per quella notte, lei sarebbe stata sua, e solo sua.
Milena si spostò sul letto mentre Marco si spogliava prima di raggiungerla. Lì lui le accarezzò e palpò le chiappe sode, poi iniziò a sditalinare quella passerina stretta e bagnata, da adolescente. Milena gli accarezzava lentamente il membro e gli accarezzava delicatamente le palle.
Marco appoggiò un cuscino sotto il culo di Milena; lei pensò che stesse per scoparla, ma invece lui le spalancò le gambe e cominciò a baciarla e a leccarla lentamente lungo le gambe, dalla punta dei piedi alle cosce. Voleva assaporare fino all'ultimo secondo di quella notte da solo con lei, e non aveva intenzione di affrettare la sua seduzione.
Prima di iniziare a leccarle la figa, si rivolse a lei.
"Non hai idea di quanto ho atteso per questo… ogni volta che me la mostravi, volevo tuffarmi tra le tue gambe e divorartela…" disse.
Le lambì le labbra esterne prima di fare lo stesso con quelle interne, sfiorando di tanto in tanto il clitoride con la lingua. Poi gliela infilò il più possibile all'interno della fessura e cominciò a penetrarla con la lingua mentre lei gemeva e si contorceva. Marco andò avanti così per diversi minuti prima di concentrarsi sul clitoride, dapprima sfiorandolo con la punta della lingua, poi dandogli ampie e voluttuose leccate mentre lei si premeva contro il suo viso.
Quando lei stette per venire, lui prese a succhiarle il clitoride con forza, finché lei non ebbe un orgasmo selvaggio, che le fece scuotere i fianchi come se avesse le convulsioni. Nessuno aveva mai prestato tanta attenzione alle sue esigenze. La maturità e l'esperienza di Marco le stavano facendo provare l'orgasmo più intenso che avesse avuto fino a quel momento.
Milena pensava che si sarebbe fermato lì, ma lui continuò a tormentarle la figa con la bocca finché lei non venne ancora. Spesso con i suoi precedenti amanti, per lo più ragazzi di età scolare o clienti, non era mai riuscita a venire, figurarsi due volte di seguito. Ma per Marco non c'era niente di più dolce di quella figa adolescente, della quale bevve con piacere i fluidi che gli scorrevano in bocca.
Fu poi il turno di Milena di ricambiare oralmente Marco. Lui aveva già provato uno dei suoi favolosi pompini, ma goderselo nell'atmosfera più rilassata di una stanza d'albergo fu tutto un altro piacere. Anche Milena si prese il suo tempo con lui, a differenza dei pompini frettolosi che faceva nel club. Aveva scoperto che le piaceva succhiare il cazzo a un ritmo più lento, specialmente se di qualcuno a cui lei teneva, e volle ricambiare Marco nello stesso modo in cui lui aveva fatto con lei. Le piaceva far vedere a Marco le sue labbra dolcemente avvolte attorno alla sua erezione, fargli sentire la sua lingua roteare intorno alla cappella e all'asta, e la sua testa che si muoveva sul suo grembo in un moto alternato, su e giù.
Anche se a Marco piaceva che Milena gli succhiasse il cazzo, in realtà il suo sogno era di scoparsela. Era stata il soggetto di troppe sue fantasie masturbatorie… e ora riteneva di aver aspettato abbastanza.
A malincuore la fermò, e Milena, capendo cosa lui voleva, si sdraiò sul letto e allargò le gambe, in un tacito invito a prendersi la sua figa calda, umida e stretta. Marco però non si precipitò tra le sue gambe, ma scelse di procedere con calma: fece scorrere le mani su e giù per le cosce lisce della ragazzina, mentre si gustava l'armonia del suo corpo snello e tonico disteso sul letto. Non aveva nessuna fretta di scoparsi la sua ex-allieva, aveva tutta la notte davanti a sé.
Strofinò il suo membro avanti e indietro, per tutta la sua lunghezza, contro quella fighetta adolescente che lo aveva fatto impazzire così a lungo; intanto guardava direttamente negli occhi Milena mentre spingeva contro di lei, penetrandola lentamente, prendendosi tutto il tempo e godendosi ogni piacevole frazione di secondo. Raggiunto, dopo un tempo estenuantemente lungo, il fondo della vagina della ragazza, Marco iniziò a muoversi piano dentro di lei. Non voleva che quella fosse una scopata frenetica, affrettata… voleva farci l'amore, con Milena. Voleva mostrarle come un vero amante tratta una donna a letto. Si baciarono mentre continuavano il loro incontro sessuale dolce e intimo.
Marco si staccava dai loro baci solo per succhiare le tette di Milena mentre continuava a spingersi dentro di lei. I fianchi della ragazzina cominciarono a muoversi per assecondarne le spinte. Marco non ricordava di aver scopato una figa così stretta in vita sua… era talmente stretta che sembrava una morsa serrata attorno al suo cazzo, e che continuava a stringere, ancora e ancora. Ma quello che a lui in fondo importava era che stava vivendo una delle sue più belle fantasie sessuali, ed era altrettanto bella, se non migliore, rispetto a quanto avesse mai potuto immaginare. L'intensità delle sue spinte aumentava quanto più a lungo la scopava, tranne quelle volte in cui si fermava per qualche secondo, per evitare di venire troppo presto.
"Fammi stare sopra, Marco; voglio goderti come ho sempre voluto…", disse Milena.
Si rotolarono e invertirono le posizioni, con Milena che ora si ritrovava a cavallo del suo ex-insegnante. Le sue tette sussultavano al ritmo del suo sobbalzare sul cazzo di Marco, cavalcandolo con gioia e con intensità. Era un'adolescente arrapata, a cui ovviamente piaceva scopare a un ritmo più veloce. Si muoveva sul suo ex professore senza sosta, spingendo il suo arnese in profondità dentro di lei mentre gemeva e gemeva, sempre più forte, al limite dell'urlo di pura passione. Le sue tette, rotonde, sode e bellissime, si agitavano e sobbalzavano sul suo petto per la passione con cui lei stava cavalcando Marco… una visione decisamente troppo arrapante per lui per resistere; allungo le mani e le afferrò, e cominciò a palparle e strizzarle mentre Milena lo scopava. Aveva desiderato toccarle, leccarle e succhiarle ogni dannata volta che lei lo lasciava sbirciare nella camicetta, e ora aveva la possibilità di giocarci come e quanto desiderava. Poi lei si chinò in avanti e gli porse i seni alternativamente, in modo che lui potesse succhiarle i capezzoli mentre lei cominciò a cavalcarlo in maniera diversa, strusciando il suo bacino su quello di lui, con passione. Baciandolo intensamente, Milena sciolse il bacio prima di assestarsi di peso su di lui e continuare a dondolarsi avanti e indietro con forza.
Marco non ce la faceva più. Stava per sborrare e lo sapeva. Aveva il fiatone per quanto quella splendida diciottenne lo aveva cavalcato con piacere e passione… eppure sembrava che lei potesse andare avanti ancora per ore! Era calda e insaziabile.
Quando Marco si sentì prossimo a venire, fece mettere Milena a quattro zampe per poterla montare da dietro. Milena assunse rapidamente quella posizione, e Marco si godette lo spettacolo delle belle chiappe rotonde e sode di lei, del suo buchetto posteriore in piena vista. Stavolta non volle perdere tempo, anche perché non ne aveva ancora molto prima di esplodere il suo seme; la penetrò e la scopò con decisione. Era la migliore figa che avesse mai avuto da molto, troppo tempo. Non stava più facendo l'amore con lei, ora la stava scopando. I loro corpi si scontravano, schiaffeggiandosi a vicenda, le tette di Milena oscillavano avanti e indietro, ed entrambi gemevano e ansimavano. Milena dondolava i fianchi verso l'alto mentre Marco spingeva dentro di lei.
Grugnendo forte, lui afferrò saldamente i fianchi di Milena e si spinse in profondità dentro di lei, liberando tutto il quantitativo di sperma che aveva accumulato nelle sue palle per tutta la notte, mentre la guardava ballare nuda per una sala piena di uomini, nell'attesa di quello che avrebbe fatto con lei più tardi. Ogni volta che si immergeva nella figa di Milena, Marco rilasciava altro sperma, finché le sue palle non si furono svuotate del tutto.
Subito dopo aver depositato il suo quantitativo di sborra dentro di lei, Marco crollò sopra la ragazzina, schiacciandola sul letto sotto il suo peso, il suo petto contro la schiena di lei… restò così per diversi secondi, ansimando il suo fiato caldo sul collo di lei, poi si ritrasse e si sdraiò di schiena sul letto per riprendere fiato.
"Accidenti, Milena, è stato fantastico. È valsa la pena di aspettare…" le sussurrò.
"Anche a me è piaciuto tantissimo, Marco. Peccato che ci sia voluto così tanto…".
Scoparono ancora una volta quella notte, e di nuovo la mattina dopo, prima di lasciare l'albergo.
"Quando ci rivedremo?" chiese Marco a Milena, dopo la colazione.
"Stasera sarò di nuovo al club. Che ne dici di dopo?".
"Non puoi saltare il lavoro?".
"No, di sabato sera non posso. Ho un bel progetto in corso, e non voglio rovinarlo".
Marco capì. Non gli piaceva il fatto che lei lavorasse come spogliarellista, anche se comprese che non aveva il diritto di intromettersi nelle sue decisioni. Accettò di incontrarla di nuovo quella sera.
Per il resto della giornata, l'uomo mise in dubbio il suo giudizio sul suo coinvolgimento emotivo e sessuale con una ragazzina così giovane. Lui aveva più del doppio della sua età, e lei era una studentessa delle superiori che si era diplomata solo un paio di giorni prima. Anche se non c'era nulla di illegale in ciò, questo avrebbe potuto macchiare la sua reputazione, se e quando la gente lo avesse scoperto.
Marco aveva l'abitudine di pensare troppo alle cose, e quella situazione non faceva eccezione. Il suo cuore gli diceva che voleva una relazione con Milena, ma lei cosa voleva da lui? Era solo una relazione frivola? Un'avventura? O voleva qualcosa di duraturo, con lui? Tutto quello che sapeva era solo che non si era mai sentito così con un'altra donna, dopo sua moglie.
Dopo tutte le riflessioni fatte, sapeva benissimo che l'avrebbe incontrata di nuovo al club quella sera.
Alla fine decise tra sè di lasciare che quella relazione si coltivasse da sola, e vedere come sarebbe andata. Se non altro, la notte precedente aveva fatto il miglior sesso della sua vita… e accidenti se ne voleva ancora!
Era vedovo, avendo perso la moglie in un incidente stradale diversi anni prima, prima che riuscissero a formare una famiglia. E anche se ora era finanziariamente al sicuro, grazie al suo stipendio e al risarcimento ottenuto per l'incidente, tutti i soldi del mondo non riuscivano ad alleviare il dolore e la solitudine per la perdita dell'amore della sua vita. Aveva provato a frequentare altre donne, ma le sue storie non duravano mai molto, un po' per la sua tendenza a paragonarle alla sua povera moglie, e un po' perché quelle che incontrava, chissà perché, erano tutte problematiche, concentrate sul loro lavoro o sui figli o altre cose del genere… e le avventure fugaci che aveva frequentando i club della città non riuscivano a sostituire il vuoto nel suo letto e nella sua anima.
Questo lo portava a dedicare più tempo del dovuto al suo lavoro. In certo qual modo, sentirsi circondato da persone più giovani che vedevano in lui una guida per la loro vita era di grande aiuto per lui… e così, essere uno stakanovista diventò il suo modo di affrontare la solitudine.
Come per molti giovani insegnanti, Marco aveva diverse studentesse che si erano prese una cotta per lui, e alcune di loro finivano anche col fargli proposte piuttosto esplicite. Ma l'insegnamento era una cosa troppo importante per lui per buttare via tutto per un piacere momentaneo… così, nonostante le insistenze del suo uccello, il suo cervello vinceva sempre.
Anche se Marco non avrebbe mai voluto essere sessualmente coinvolto con una delle sue studentesse, questo non gli impediva di avere degli studenti preferiti: quelli che mostravano un interesse particolare per la matematica, ad esempio, o quelli che finalmente la capivano e avevano un netto miglioramento nei voti.
Tra gli studenti preferiti di Marco c'era Milena. Era una ragazzina anticipataria, e per questo più piccola di suoi compagni di classe, e avrebbe compiuto 18 anni a gennaio di quell'anno. Non si truccava mai, non si vestiva alla moda come le altre ragazze, e tendeva a starsene per conto suo. Non faceva parte di quelle «popolari» della scuola; aveva tuttavia una bellezza naturale, da «ragazza della porta accanto». Altezza media, corporatura snella, capelli castano chiari che le toccavano appena le spalle e si intonavano ai suoi grandi occhi color castano scuro. Non sorrideva spesso, ma quando lo faceva il suo sorriso era contagioso.
Sebbene fosse una studentessa volenterosa, aveva grosse difficoltà con la matematica, e per superarle, non potendo permettersi delle ripetizioni private, chiese a Marco se poteva darle qualche lezione extra. Fu in quel frangente che Marco scoprì che le difficoltà di Milena erano dovute ai problemi che aveva in famiglia: sua madre aveva avuto difficoltà relazionali e brutte esperienze con gli uomini, e questo aveva fatto sì che si dedicasse all'alcool più del dovuto; di conseguenza gli studi della ragazza ne risentirono, e le toccava faticare sodo per mantenere voti decenti. Marco, volendo fare il possibile per aiutarla, decise di aiutare Milena, oltre che nello studio, anche a gestire l'instabilità della sua vita, per quello che poteva.
Le sessioni di tutoraggio, che decisero di fare nella stessa scuola dopo l'orario di lezione, cominciarono con l'inizio del nuovo anno. Una lezione dopo l'altra, Milena fini con l'affezionarsi a quell'unico uomo che mostrasse sincero interesse per lei. Marco, che stupido non era, se ne accorse, e non volendo dare àdito a sospetti sul suo restare da solo con una studentessa, si assicurò anche che gli altri docenti fossero a conoscenza delle sue ripetizioni dopo scuola, e durante quelle sessioni lasciava sempre la porta dell'aula aperta. Voleva che la sua reputazione non fosse compromessa in nessun modo da voci di corridoio.
Tuttavia, grazie a quella vicinanza, Marco non potè fare a meno di notare come Milena fosse cresciuta molto, fisicamente, dall'inizio del percorso scolastico, trasformandosi da ragazzina acerba a giovane donna. A volte Marco riusciva a sbirciare, attraverso lo scollo delle maglie o camicette che lei indossava, le tette piene e carnose che spuntavano dalla parte superiore del reggiseno, una terza o forse anche quarta misura. Altre volte, quando il clima era un po' più caldo, e Milena indossava una gonna corta, a Marco non sfuggivano le sue gambe sottili e nervose, e talvolta anche il colore delle mutandine che lei indossava. Il più delle volte, però, Milena usava portare jeans attillati, che tuttavia fasciavano il suo bel sedere rotondo che lei muoveva sensibilmente quando camminava.
Quello che Marco non sapeva, però, è che una volta Milena lo aveva notato a sbirciarle dentro la camicetta, e l'idea di poter intetessare a un uomo più grande, soprattutto uno che lei ammirava tanto, l'aveva intrigata. Cominciò così una strategia seduttiva nei suoi confronti, lasciando sganciato un bottone in più della camicetta per attrarre di più la sua attenzione, e quando capì che stava avendo successo, passò a indossare gonne sempre più corte ogni volta che aveva ripetizione con lui, per far sì che il suo professore potesse vedere tra le sue gambe ogni volta che lei le lasciava intenzionalmente aperte.
Milena continuava il suo piano anche in classe. Essendo seduta in prima fila, quasi di fronte alla cattedra, ogni tanto apriva le gambe di proposito per mostrargli le mutandine. Per lei era solo un gioco più o meno innocente, lo trovava divertente… ma le dava l'impressione di sentirsi in controllo su di lui.
Marco non aveva idea che Milena lo stuzzicasse di proposito, o forse sì; tuttavia, la prolungata vicinanza tra i due, com'è come non è, portò anche lui a sviluppare una più che simpatia per lei… alle volte, a casa da solo la sera, gli capitava di fantasticare su Milena, su quei bei seni sodi come pesche mature, su quella fighetta occultata da quelle mutandine di cotone… immaginando che sapore potesse avere, o quanto potesse essere stretta. Sapeva bene, tuttavia, che non avrebbe mai potuto mettere in atto quei desideri; ma in fondo, nell'intimità della sua casa, non c'era nessuno a cui dover dare conto dei suoi pensieri, quindi nessun problema! Ciò che contava era solo mantenere un rapporto professionale insegnante-studente tra le mura scolastiche.
Gia alla fine del primo quadrimestre, comunque i voti di Milena erano notevolmente migliorati, e il suo lavoro extra fu addirittura ripagato con crediti formativi più alti degli altri.
Quando le loro sessioni di tutoraggio si interruppero per le vacanze di Pasqua, Marco provò sentimenti contrastanti. Abituato com'era a passare del tempo con quella sua giovane allieva, che per lui era un momento felice e soddisfacente, l'idea di non vederla anche per quei pochi giorni lo lasciò un po' desolato. Cercò, anche per togliersi Milena dalla mente, di frequentare qualche altra donna, ma senza molto successo…
Anche Milena, per parte sua, aveva i suoi problemi. Sua madre aveva cominciato a frequentare un gruppo di sostegno, aveva conosciuto uomini con problemi simili ai suoi, e alcuni di essi se li era anche portati a casa. Qualcuno di loro, poi, aveva anche finito col provarci con lei! Per sfuggire all'oppressione casalinga, quindi, Milena aveva trovato un lavoro part-time in un negozio di abbigliamento del centro commerciale; tuttavia la maggior parte dei suoi guadagni se ne andava per sbarcare il lunario, dato che la madre contribuiva abbastanza poco ai bisogni della famiglia. Ebbe anche degli appuntamenti con alcuni ragazzi, ma ai ragazzini di quell'età interessava solo il sesso, un pompino veloce e via! Pur avendo già perso la sua verginità da un po', Milena trovava comunque quel loro atteggiamento molto immaturo.
Pur per diversi motivi, quindi, i due furono entrambi particolarmente contenti quando la scuola ricominciò, e nonostante Marco avesse fatto dei progressi per allontanare dalla sua mente i pensieri su quella ragazzina, questi si ripresentarono di prepotenza quando la rivide lì, seduta al banco della scuola… non immaginando che anche lei provava le stesse sensazioni riguardo a lui.
Nel corso della prima settimana, Milena mostrò di andare bene in matematica e di non avere, in teoria, più bisogno di ripetizioni, ma chiese comunque al suo prof di continuare ad assisterla, desiderando mantenere un rendimento costante anziché aspettare di rimanere indietro ed essere costretta a rincorrere. Marco concordò, lieto in cuor suo di quel tempo extra con la sua studentessa preferita.
Gli argomenti delle loro conversazioni passarono gradualmente dalla matematica a argomenti più personali: Milena gli raccontava quanto fosse difficile la sua situazione a casa, con una madre che portava a casa molto poco col suo lavoro di sarta, cosìcché lei era stata costretta a trovare un lavoro per aiutare a pagare l'affitto e a fare la spesa. Non rimaneva nulla per le cose che una normale adolescente desiderava, come un cellulare nuovo o vestiti più trendy. Un'auto, poi, anche usata, era troppo anche solo da sognare. Marco, a sua volta, le raccontò del tragico incidente della moglie, di come questo lo avesse cambiato e di come girava la sua vita da allora senza di lei. Più condividevano le loro battaglie personali, più i due si sentivano vicini tra loro, con Milena che, senza rendersene conto, stava aiutando Marco in modo impercettibile.
Intanto Milena continuava a stuzzicare Marco in classe, al punto che lui non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscito a controllarsi. Lei, un giorno, gli rese le cose ancora più difficili: durante la lezione di matematica, Milena, che indossava la solita gonna corta, divaricò le gambe come faceva spesso per attirare le occhiate interessate del suo professore sulle sue mutandine… ma stavolta se le era sfilate, in bagno, durante il cambio dell'ora precedente. Il povero insegnante, che in quelle occasioni usualmente faceva sfoggio di sangue freddo, fu costretto a fermarsi nel bel mezzo della spiegazione per recuperare la calma. Una volta assicuratasi che lui avesse notato la sua orgogliosa esibizione della fighetta nuda e depilata, Milena gli fece un sorriso malizioso e accavallò con disinvoltura le gambe. Lo fece più volte durante la lezione, provando grande piacere nell'avere quell'effimero controllo su di lui.
Un'altra volta, durante una sessione di ripetizioni, decise di indossare una maglietta dallo scollo decisamente largo… e durante tutto il tempo si chinava verso di lui, facendogli domande sul compito scritto che stava facendo, per mettergli in mostra la sua procace scollatura sapendo che lui avrebbe sbirciato dentro il bordo della maglia. Milena sorrise tra sé nell'osservare le microscopiche perle di sudore sulla fronte del suo insegnante, sapendo di aver calamitato la sua attenzione, mentre Marco cercava di mantenere la sua freddezza, col suo autocontrollo messo così a dura prova da quella giovane seduttrice.
Per tutta la durata di quell'anno scolastico, Milena continuò i suoi giochetti erotici da tentatrice, godendo nello stuzzicare Marco sapendo di essere un frutto proibito per lui.
Le cose andarono quasi fuori controllo qualche giorno più tardi. Milena aspettò la fine delle lezioni per dare al suo professore la buona notizia: gli aiuti finanziari che lei e sua madre avevano richiesto per via del basso reddito familiare stavano per essere erogati, per cui a quel punto avrebbe avuto i fondi per pagare le tasse universitarie. In preda all'euforia lo abbracciò, lo strinse a sé e gli diede un bacio sulla guancia.
Dopo aver sciolto l'abbraccio, i due si guardarono negli occhi e si avvicinarono istintivamente. Fu un bacio breve ma appassionato… che però spaventò Marco, il quale si rese conto di aver superato quel confine tra insegnante e studente che si era prefissato; inoltre, per quella momentanea perdita di giudizio, per quanto piacevole fosse, qualcuno avrebbe potuto vederli e questo avrebbe messo a rischio il suo lavoro. Si guardò intorno con aria guardinga e allarmata… poi, con la scusa che era in ritardo per un appuntamento, si allontanò lasciando Milena delusa; quanto avrebbe voluto, la ragazzina, che lui l'avesse presa tra le braccia e sollevata in aria nel suo abbraccio. Era l'unico ad averle dedicato attenzioni nella sua vita, e ad averla aiutata nei suoi momenti difficili. Voleva che facesse parte della sua vita per sempre.
Dopo quel giorno le cose tendettero a raffreddarsi un po' tra di loro: il professor Bonomi aveva paura di rimanere da solo con Milena, non perché non si fidasse di lei, ma perché non si fidava di sé stesso. Anche se nella realtà aveva interrotto frettolosamente il loro bacio, nella sua immaginazione continuava a volerla portare a casa sua e farci l'amore per tutta la notte… ma non poteva senza rischiare tutto quello che aveva costruito per sé. I suoi pensieri, tuttavia, tornavano a Milena come un boomerang. La ragazzina era brillante, simpatica, spigliata e sensuale, e poi portava gioia nella sua vita, cosa che non gli era più successa da quando sua moglie non c'era più.
Anche le loro ripetizioni si interruppero, essendo l'anno scolastico quasi al termine.
Non molto più tardi, Marco cominciò a notare un graduale cambiamento in Milena: ora la vedeva andare in giro con indosso abiti più trendy, truccata, con i capelli acconciati da un parrucchiere, e aveva persino comprato una macchina. Sapeva che ora aveva un lavoro dopo le lezioni, e pensava che la sua maggior disponibilità economica dipendesse da quello. Anche gli altri ragazzi della scuola se n'erano accorti, e avevano cominciato a cercarla più di prima. Lei sembrava addirittura ostentare la sua nuova popolarità davanti a Marco, il quale ne era un po' geloso, chiedendosi perché tutta quella ostentazione, anche dei maschietti che le ronzavano intorno.
Per superare la sua crisi di solitudine, Marco cominciò a frequentare i vari strip club dei paraggi. Lì poteva intrattenersi con giovani donne attraenti e poco vestite, vederle ballare nude sul palco, e, quando se la sentiva, farsi fare qualche lap dance. A volte entrava con loro nelle sale VIP per una sega o un pompino; era il suo modo di soddisfare i suoi bisogni, pur mantenendo intorno a sé uno scudo che gli evitasse di essere coinvolto profondamente con una donna a livello personale. Alcune volte aveva persino portato fuori un paio di go-go dancers; per lui era sicuramente una cosa meno complicata della solita routine film-cena-dopocena con la speranza di essere fortunati, quando il suo reale bisogno era solo quello di allentare la tensione con una scopata.
Un venerdì sera, Marco decise di provare un nuovo strip club, aperto da poco vicino all'aeroporto a circa una ventina di chilometri dalla città, che aveva come target uomini d'affari da fuori città o in transito. Si sedette a uno degli sgabelli in fondo al bar e iniziò a flirtare con la barista, che aveva un bell'aspetto e un top scollato aperto su una generosa farcitura, oltre a pantaloncini corti e attillati che non nascondevano gambe e sedere.
Marco stava sorseggiando il suo long drink, quando sentì il DJ presentare la successiva ballerina: "E ora, un applauso per una delle nostre ballerine più giovani e sensuali: signori, a voi… Candy!".
Marco allungò lo sguardo verso il palco, e rimase… beh, «sconvolto» non descrive adeguatamente la sua reazione quando vide la ballerina in questione salire sul palco, vestita di un bikini estremamente ridotto e tacchi a spillo. Era Milena. Per poco non si strozzò col suo drink, e dovette stropicciarsi gli occhi per ben tre volte per accertarsi che si trattasse proprio della sua allieva! Era molto più truccata di come lui l'avesse mai vista, ma era sicuramente lei! Superato lo shock iniziale, tuttavia, il suo sguardo si soffermò sui suoi seni, che fino ad allora aveva visto solo sbirciandoli; erano sodi, pieni, e oscillavano liberamente sotto il minuscolo pezzo superiore che le copriva giusto i capezzoli. Le gambe erano lunghe e snelle, il sedere rotondo e nervoso coperto da un minuscolo perizoma che le teneva occultata la sola zona «strategica». Spesso immaginava le sue forme quando indossava i jeans o la gonnellina per andare a scuola… ora non doveva più immaginarle.
Restò seduto al bar con stupore, mentre Candy finiva di ballare al ritmo della prima traccia e si toglieva il top mentre iniziava la seconda. I suoi capezzoli erano scuri e eretti, non doveva più desiderare di vederli. Gli uomini facevano la fila per darle mance, che le venivano infilate nel perizoma o prese tra le tette. Marco sentì crescere dentro di sé un senso di rabbia e gelosia, ed ebbe quasi l'impulso di salire sul palco, prendere Milena per un braccio e scortarla fuori di lì, come avrebbe fatto ogni buon mentore… ma sapeva che quello non era il suo posto, né il suo compito. Inoltre, anche lui era tra gli ammiratori del corpo giovane e sodo di lei, con il cazzo completamente eretto nei calzoni.
Quando arrivò la terza canzone, Candy/Milena si tolse anche gli slip, che comunque coprivano a malapena la sua fighetta nuda. Marco l'aveva vista in precedenza, Milena gliel'aveva già mostrata, ma questa era la prima volta che la osservava in piena vista, completamente scoperta, e insieme a lui una folla ammirata che chiedeva a gran voce di vederne ancora. Milena ballava, facendo le sue acrobazie sul palo metallico al centro del palco, poi posava in varie posizioni per mostrare agli uomini le sue parti più intime. Un uomo le lasciò una mancia di 20 euro quando si fu avvicinata al bordo del palco a gambe spalancate. Un altro le diede 10 euro quando si chinò di spalle a lui per mostrargli culo e figa. Marco si sentiva combattuto… una parte di lui voleva andarsene, per risparmiare a Milena l'imbarazzo di essere vista così nuda dal suo professore, mentre un'altra sua parte, quella più perversa, gli diceva invece di restare lì e godersi lo spettacolo. Quest'ultima vinse facilmente il conflitto interiore.
Dopo aver goduto della nudità di Milena per la durata di quei tre brani, Marco la guardò mentre raccoglieva i suoi scarni vestiti e i soldi delle mance sparsi sul palco, per tornare nel retropalco. Finì di bere il suo drink, si asciugò il sudore freddo dalla fronte e aspettò che lei si facesse un giro in platea. Quando uscì, con una gonna talmente corta che non arrivava a coprirle neanche le natiche e un reggiseno semi-trasparente, fu accolta da diversi uomini in cerca di una lap dance o di una VIP dance da lei.
Dal suo posto buio in fondo al bar, Marco osservò come Milena conduceva un uomo dopo l'altro nella stanza sul retro, per danzare sul loro grembo, o nella stanza VIP, dove sospettava che avrebbe fatto loro qualcosa di più «esplicito» al prezzo di ricompense più laute. Gli dispiaceva che una giovane adolescente fosse costretta a fare questo. Pensò anche, per qualche momento, alla possibilità di rimanere da solo con la studentessa su cui aveva segretamente fantasticato, nuda e tutta per lui. Era ancora una sua allieva, certo, ma in fondo quello era un bar pubblico e lei non stava facendo nulla di illegale.
L'alcool che aveva trangugiato e la pressione che gli stava montando nella zona dello scroto alla fine lo convinsero.
Dopo circa un'ora di sessioni private con diversi uomini, Milena sentì il bisogno di una pausa e si avvicinò al bar per prendere un drink. La barista sapeva cosa le piaceva, e glielo portò subito.
Fu allora che lei alzò lo sguardo e, guardandosi intorno, incrociò quello del suo professore. Scioccata, e anche un po' imbarazzata, non sapeva cosa dire o fare, ma lui alzò il suo bicchiere in direzione di lei, come fa chi vuole brindare a qualcosa.
"Professor Bonomi!", squittì lei, coprendosi il reggiseno con un braccio mentre si avvicinava a lui. "Oddìo, cosa ci fa qui…?!".
"Ciao, Milena… nemmeno io mi aspettavo di trovarti qui".
Lei abbassò lo sguardo per un attimo, prima di tornare a guardarlo in volto.
"Sto solo facendo quello che devo per guadagnare un po' di soldi. Dovrò mantenermi all'Università, dal prossimo autunno… e anche se avrò una borsa di studio per la retta, dovrò pur sempre pagarmi la stanza, i pasti, i libri e altre cose… e poi vorrei anche lasciare qualche soldo a mia madre, lei non riesce a guadagnare tantissimo solo col suo lavoro, e poi…".
"Ehi, ehi, calma…!" la interruppe lui, posandole una mano sul braccio che le copriva le tette. "Non ti sto giudicando, non ne ho alcuna intenzione. Sono solo sorpreso, tutto qui".
"Devo fare quello che devo fare, prof. Sto guadagnando più soldi qui in pochi giorni che in un anno con un altro lavoro. Non intendo farlo per sempre, comunque…".
"Spero di no, Mil… ehm, Candy".
Milena vedeva gli occhi di Marco scrutare il suo corpo giovane e sensuale, anche se con uno sguardo velato di disappunto.
"Le va di fare un giro in privato, prof?", gli chiese audacemente lei a un certo punto, abbassando il braccio e mostrandogli il suo seno scarsamente coperto.
Per Marco era il momento della verità. Non rispose subito, ma valutò rapidamente le sue opzioni. Avrebbe vinto il lato più morigerato di lui, o quello spericolato e arrapato che desiderava ardentemente toccare, accarezzare, possedere il giovane corpo di lei? Senza dire una parola, si alzò dallo sgabello con la birra in mano e fece un cenno con la testa verso la stanza sul retro. Lei gli rivolse un sorriso sornione e malizioso.
"Lap dance o sala VIP?".
"Credo sia meglio limitarci a una semplice lap dance…".
"Va bene, prof. Mi segua".
Marco aveva gli occhi fissi sul sedere e sulle gambe flessuose di Candy/Milena mentre lo conduceva nella stanza sul retro. Lei aspettò che la canzone che si diffondeva nell'ambiente finisse prima di iniziare la sua lap dance, cosìcché i due ebbero il tempo di chiacchierare ancora un po'.
"Allora, da quanto tempo sei qui?" le chiese lui.
"Da poco più di un mese. Faccio due o tre giorni alla settimana, per lo più i weekend e un giorno infrasettimanale".
Quando la canzone finì, Milena si alzò e cominciò a ballare davanti al suo insegnante di matematica. Una parte di lui si sentiva ancora in colpa per aver permesso di farle fare questo per lui, ma quel senso di colpa scomparve rapidamente quando lei si sfilò il top e lui ebbe modo di vedere da vicino le tette perfette della ragazzina che sussultavano mentre lei ballava così vicina a lui. Lei gli si avvicinò e gli strofinò le tette contro il petto, poi a pochi centimetri dal suo viso. Sorrise mentre lui risistemava il cazzo nei pantaloni, in modo che la sua erezione potesse estendersi completamente. Lui deglutì a fatica quando lei si tolse la gonnellina e il perizoma, rimanendo nuda davanti ai suoi occhi.
Salì sulle sue ginocchia per mettersi a cavalcioni sul suo pube e simulò una cavalcata mentre agitava le tette davanti al suo viso.
"Non si dovrebbe, ma…" Milena disse mentre gli prendeva le mani e le posava sui suoi seni, dandogli la propria approvazione a toccarla e accarezzarla. Le sue morbide colline di carne soda stavano così bene nelle sue mani, anche meglio di quanto avesse immaginato.
Marco non poté resistere quando lei offrì la tetta destra alla sua bocca. Istintivamente iniziò a succhiarle il capezzolo, poi passò all'altro. Aveva un sapore di buono.
Milena scese dal suo grembo e mise un piede sul sedile accanto a lui, offrendogli una visione ravvicinata della sua figa adolescente completamente rasata. Guardò mentre lui fissava la sua fighetta. Milena sapeva di averlo in pugno con le sue malizie di donna. Le piaceva stuzzicare l'insegnante che anche lei, non tanto segretamente, desiderava. Voleva davvero fare di più con lui, ed era sollevata che il suo segreto non fosse più un segreto per lui. Per quasi un anno lo aveva stuzzicato a scuola, e pensava che avrebbe voluto tentarlo ancora di più con il suo giovane corpo, se mai ne avesse avuto l'occasione… e a quel punto poteva sfruttare appieno quell'opportunità.
Quando il brano finì, Milena gli chiese se voleva rimanere per un'altra canzone, e Marco annuì. La ragazza si sedette quindi di nuovo sul suo pube e roteò il culo contro il suo membro. Poteva sentire l'erezione del suo professore premere nel solco delle chiappette sode, mentre lui le teneva saldamente i seni nelle mani, titillandole i capezzoli, finché dopo un po' scelse di spostare le mani dai seni giù lungo i fianchi di lei per accarezzarle il sedere, cosa che desiderava fare da molto più di un anno. Affondò le dita nella morbida carne delle sue natiche.
Milena gli propose di spostarsi nella sala VIP, ma Marco non era ancora pronto a spingersi così oltre con la sua studentessa spogliarellista… decise però di rimanere con lei ancora per una terza canzone. Milena si muoveva su di lui in varie posizioni, lasciando che il suo insegnante le succhiasse le tette e le accarezzasse il culo mentre lei se lo scopava attraverso i vestiti. Marco iniziò a respirare più pesantemente, e sentì di essere vicino all'orgasmo… lei lo capì e si girò, sedendosi su di lui di spalle, per strusciare di nuovo il culo sulla sua pulsante erezione. Lui la afferrò rapidamente per i fianchi e cominciò a strofinare il suo membro tra le chiappe della sua allieva, mentre lei gli si dimenava in grembo. Il respiro era sempre più frenetico, e, poco prima che la canzone finisse, Marco venne nei suoi pantaloni! Un getto enorme, il risultato di un anno di voglia di vedere e toccare la sua sensuale studentessa, ora nuda sul grembo di lui. Finalmente aveva avuto l'opportunità di realizzare, almeno in parte, la sua fantasia.
Aver combinato quel pasticcio nei suoi pantaloni provocò in Marco un moto di vergogna, e in Milena un'orgogliosa sensazione di potere sull'uomo di cui era così infatuata. Era finalmente riuscita a fare breccia nel contegno formale, mai fuori dalle righe, del suo insegnante.
Marco si ricompose, pagò Milena per le tre lap dance e le diede una sostanziosa mancia, come si usa fare quando una ballerina porta un cliente all'orgasmo.
Lei gli diede un bacio sulla guancia.
"Grazie, prof. Ci vediamo lunedì a scuola", disse lei.
Lui replicò borbottando qualcosa, mentre usciva rapidamente dalla stanza sul retro e si recava nel bagno degli uomini per darsi una ripulita prima di lasciare il locale.
Durante il viaggio di ritorno a casa, l'uomo si rimproverò per aver ceduto ai propri istinti, al desiderio sessuale verso una delle sue studentesse. Anche se non lo avrebbero licenziato per questo, di certo la cosa non lo avrebbe agevolato se qualcuno lo avesse scoperto. D'altra parte, gli era piaciuto davvero vedere Milena finalmente nuda, e poter sentire su di sé il suo delizioso corpo da adolescente. Promise a sé stesso che, anche se si era divertito molto, quello sarebbe rimasto un episodio isolato. Aveva bisogno di mantenere una certa integrità, almeno con i suoi studenti. Quella promessa, tuttavia, non gli impedì di masturbarsi prima di andare a dormire quella sera, rivivendo la lap dance che Milena gli aveva fatto, e che lui non avrebbe mai dimenticato.
Quel lunedì mattina, Marco riusciva a malapena a guardare Milena negli occhi. Lei notò che lui la guardava in modo diverso, come se la stesse immaginando nuda… e capì che era leggermente imbarazzato. Così decise di divertirsi un po' con lui.
Durante l'intervallo, insieme a un paio di sue amiche, Milena si avvicinò a Marco.
"Allora, prof, cosa ha fatto di bello questo fine settimana? Qualcosa di piacevole?" gli chiese. Milena sorrise quando notò il suo insegnante arrossire.
Lui sapeva esattamente cosa lei stava facendo, e non lo trovava affatto divertente.
"Sono un tipo noioso, io… non ne faccio, di cose divertenti…", le rispose.
"Oh, scommetto che si è divertito più di quanto voglia far credere…".
Lui si limitò a sorridere e a guardarla mentre si allontanava scuotendo il culetto un po' più del normale. Si voltò timidamente a guardarlo da dietro la spalla per cogliere il suo sguardo e gli rivolse un sorriso complice, poi se ne andò. Marco non sapeva per quanto tempo ancora avrebbe potuto resistere alle provocazioni di quella tentatrice.
Milena tornò a trovare Marco alla fine delle lezioni, aspettandolo pazientemente mentre lui parlava con un paio di altri studenti. Dentro di sé, Marco sperava che gli altri studenti non se ne andassero, perché l'idea di rimanere solo con Milena, e soprattutto di ciò che sarebbe potuto accadere, lo agitava.
Chiacchierarono un po', prima che Milena decidesse di tirare fuori l'argomento con lui.
"So che le è piaciuto quello che è successo l'altra sera. Volevo solo farle sapere che è piaciuto anche a me".
"Sì, Milena. È stato incredibile… ma sono pur sempre il tuo insegnante. Devo stare attento, o potrei perdere il lavoro".
"Capisco, prof, ma, sa, se mai volesse… ehm, lo sa… stare ancora un po' insieme, non deve fare altro che dirlo. Sa dove trovarmi".
"Grazie, Milena. Lo terrò a mente".
Per la seconda volta quel giorno, Marco guardò la sua studentessa allontanarsi da lui col suo culetto che danzava impertinente. Stava rifiutando un'evidente offerta di sesso, per la quale si sarebbe mangiato le mani, ma sapeva di dover resistere. Quella sera, ancora una volta, si masturbò pensando a Milena, le sue fantasie ormai implementate dal ricordo visivo e tattile del corpo nudo di quella ragazzina.
Per tutta la settimana, Milena, seduta in prima fila, lo tormentò senza pietà, tra aperture di gambe e inarcate di schiena per esaltare il decoltè. Il povero professore non era sicuro di poter reggere ancora a lungo, ma ci doveva provare.
Quel fine settimana fu tentato di tornare allo strip club, per vedere Milena di nuovo nuda. Cercò di dominare quell'impulso, riuscendovi per un po', poi però cedette; disse a sé stesso che, se pure fosse tornato al club a dare un'occhiata, non per questo avrebbe permesso a Milena di fargli un'altra lap dance. O almeno queste erano le sue intenzioni.
Quando giunse al locale, prese di nuovo posto all'estremità più buia del bancone del bar e scrutò il locale alla ricerca di Milena. Non la vide subito, e provò un parziale sollievo. Dopo una decina di minuti, però, la vide uscire dalla sala VIP con un signore anziano. Fu subito avvicinata da un altro uomo ed entrò con lui nella stanza sul retro. Marco si sentì attanagliato dalla gelosia, ma non c'era nulla che potesse fare. Guardò l'orologio quando entrarono, e di nuovo quando uscirono, circa 20 minuti dopo.
Prima che avesse la possibilità di farle sapere che era lì, il DJ annunciò che lei era la prossima a salire sul palco per lo show. Durante i primi due brani, Milena si spogliò, togliendosi pezzo dopo pezzo del suo costume di scena mentre si dimenava sul palco. Quando si giunse al terzo canzone, Milena era completamente nuda… e a quel punto Marco si avvicinò al palco, per lasciarle una mancia e per farle sapere che era lì.
Quando si girò verso di lui dopo aver preso un'altra mancia, gli occhi di Milena si allargarono per la sorpresa, e gli fece un sorriso enorme, entusiasta che lui fosse tornato. Gattonò verso di lui, poi si sdraiò e allargò le gambe per lui, dandogli una visione completa della parte anteriore del suo corpo nudo. Lui avrebbe avuto voglia di tuffarsi su quella figa giovane e sexy, di leccarla e slinguarla, ma sapeva che i buttafuori lo avrebbero preso a calci nel sedere prima di farlo bannare dal locale. Non l'avrebbe fatto comunque. Lei continuò a rotolarsi per lui, esponendogli le chiappette sode e il buchetto al centro, poi gli prese il cinquantone che lui le aveva allungato.
Quando Milena finì il suo set, si rinfrescò, si cambiò e uscì alla ricerca del suo insegnante di matematica. Lo trovò al bar, rifiutando diverse richieste di sessioni private per parlare con lui. Sapeva che lui era lì appositamente per lei, e si assicurò che la guardasse bene, vestendosi solo con un top trasparente e un perizoma. Milena notò lo sguardo di lussuria negli occhi di Marco.
"Allora, prof, che ne dice di una cosa privata tra noi?".
Era come se gli avesse letto nel pensiero.
"Beh, forse per una canzone può andar bene…" rispose lui.
Lei sorrise mentre lo prendeva per mano e lo conduceva nella stanza sul retro.
Invece di danzare lenta e stuzzicante e farlo macerare nella sua voglia, Milena si spogliò immediatamente per lui. Voleva mostrargli il suo corpo, dargli piacere. Sapeva che lui la voleva, e lo voleva anche lei. Milena fissò Marco negli occhi per tutto il tempo in cui ballò e si strusciò contro di lui; non si trattava di una lap dance come tante, ma di una passione sensuale espressa da entrambi.
Le mani di Marco erano su tutto il corpo di Milena, e quando iniziò a giocare con la sua figa, lei lo fermò.
"Se vuole toccarmi lì dovremmo andare nella sala VIP, dove c'è più privacy…" propose.
Lui accettò.
Lei lo condusse in una delle cabine più riservate, dove i due poterono giocare in modo più esplicito l'uno con l'altra.
Marco cominciò a esplorare con le dita l'intimità di Milena, strofinandole il clitoride con il pollice finché lei non gemette in preda all'orgasmo. A quel punto Marco era già duro come una roccia, e arrapato da morire. Non si oppose quando Milena gli aprì la patta e gli liberò il membro dai confini dei calzoni, guardandolo negli occhi mentre lo accarezzava, e poi si chinò in avanti per prenderglielo in bocca. Lui era cosciente di essere ormai ben oltre ogni limite, lasciandosi succhiare il cazzo dalla sua studentessa nel retrobottega di uno strip club, ma la sua passione era fuori controllo. La testa di lei gli ondeggiava in grembo, mentre la sua lingua vorticava intorno al suo cazzo teso. Lui immaginava che fosse sessualmente disinibita, ma quello che lei gli stava facendo era un pompino dannatamente eccezionale. Prese a giocare con le sue tette, mentre lei gli succhiava il membro.
Non ci volle molto prima che lui le inondasse la bocca di sperma, e lei ne succhiò ogni goccia e lo leccò ripulendolo per bene. Aveva un'espressione così bella, così serena e così soddisfatta in volto quando sollevò la testa, guardandolo negli occhi con ancora la sua cappella tra le labbra; voleva capire, dallo sguardo di lui, se lo avesse soddisfatto. Marco percepì il suo bisogno di approvazione, e le disse che quello era il miglior pompino che gli avessero mai fatto. Questo la fece sorridere… i complimenti da parte dell'uomo più importante della sua vita la riempirono di gioia.
Dopo essere venuto, Marco fu sopraffatto dalla sensazione che quello che aveva appena fatto, pur essendo estremamente piacevole, era comunque moralmente disdicevole. Una sua studentessa glielo aveva appena succhiato, e lui non era stato forte abbastanza per combattere i suoi desideri per una ragazza sexy e molto più giovane di lui. Si richiuse rapidamente la zip dei pantaloni e uscì dal bar.
Dopo essersi rivestita, Milena uscì a cercare Marco e rimase delusa dal fatto di non trovarlo da nessuna parte. Pensò di non averlo soddisfatto come sperava, si sentì rifiutata. L'ultima cosa che voleva fare era allontanarlo.
Per tutto il resto di quel fine settimana, Marco passò dall'autocommiserarsi al masturbarsi, sempre con Milena protagonista dei suoi pensieri.
Il lunedì mattina successivo si diede malato, per timore di affrontarla. Quando Marco rivide Milena per la prima volta in classe di martedì, le diede il buongiorno, ma lei lo ignorò completamente. Lo stesso fece all'inizio della lezione di matematica.
Allo squillo della campanella, che segnalava anche l'inizio della ricreazione, mentre lei usciva dalla classe con tutti gli altri compagni di classe, lui le chiese di rimanere.
"Milena, dobbiamo parlare. Puoi restare dopo la fine delle lezioni? Per favore…".
Lei gli lanciò un'occhiata di disgusto e scrollò le spalle senza dire una parola. Lo stava volutamente ignorando, evidentemente arrabbiata per la sua improvvisa sparizione dell'altra sera. A malincuore, dopo la scuola, rimase in classe per ascoltare ciò che lui aveva da dirle.
"Mi dispiace di essermene andato così presto l'altra sera…", esordì lui, "…ma ho avuto paura dopo… sai… quello che è successo tra noi. Sono ancora il tuo insegnante, e non avrei dovuto permettere che accadesse. Le cose mi sono andate fuori controllo…".
"Beh, a me non mi dispiace quello che è successo", rispose Milena. "Pensavo che fosse quello che voleva. Nessuno l'ha obbligata, sa, a farsi succhiare il cazzo da me".
"Ssshhh, Milena! Nessuno deve scoprirlo. Perderei il lavoro. Ancora per un mese…".
"Allora, cosa succederà tra noi dopo che mi sarò diplomata?".
"Non lo so, Milena, è complicato…".
"No, non è poi così complicato", rispose lei. "La verità è che lei è come gli altri. Non sono altro che un pompino, alla fine…!".
Se ne andò, infuriata e ferita. Marco cercò di fermarla, ma lei era ormai distante.
Probabilmente «freddo» descrive poco il modo in cui le cose tra Marco e Milena andarono avanti. Il loro rapporto si trasformò in quello che avrebbe dovuto essere da sempre tra un insegnante e la sua studentessa.
Le cose si fecero piuttosto strane quando, alla festa di fine anno nella palestra della scuola, nella quale faceva da supervisore, Marco vide Milena con un ragazzo che sembrava essere il suo fidanzato. Era assolutamente favolosa nel suo vestitino nero, molto corto e scollato. Il fatto di essere completamente vestita la faceva sembrare anche più grande dei suoi 18 anni. Ogni volta che lo vedeva guardarla, si assicurava di avvicinarsi un po' di più al ragazzo, o di baciarlo mentre ballava un ballo lento con lui… e poi, dopo aver finito di baciarlo, con la coda dell'occhio guardava Marco. Lui sapeva che cercava di farlo ingelosire, ma la cosa più grave era che stava funzionando: dentro di sé, Marco voleva essere lui a tenerla tra le braccia, ballare un lento con lei e baciarla dolcemente. Sapeva che più tardi, quella sera, quei due avrebbero trovato un posto dove «consumare», mentre lui sarebbe tornato a casa da solo a menarselo di nuovo.
Una volta a casa, quella sera, Marco non riuscì a prendere sonno. La sua mente continuava a chiedersi cosa stesse facendo Milena con quel ragazzo. Forse erano solo amici, e lei stava solo giocando coi suoi sentimenti… ma l'ipotesi più probabile, ora, era che fossero in qualche posto isolato dopo il ballo, a bere e a fare sesso. Non sapeva se lo disturbava di più il fatto di saperla a scopare con qualcun altro, o che lavorasse in uno strip club, spogliandosi per così tanti sconosciuti, più volte alla settimana, facendo delle lap dance nuda o seghe e pompini agli uomini solo per pagarsi l'Università. Tutto ciò non gli impedì però di masturbarsi rivivendo l'esperienza con lei… il pompino che gli aveva fatto era incredibile.
Nonostante il senso di colpa che provava, però, non vedeva l'ora di rifarlo. Tutto quello che doveva fare era resistere fino alla fine degli esami di maturità, in fondo mancavano ancora solo pochi giorni… ma dopo che la loro relazione, se così si poteva chiamare, si era raffreddata, Marco non era nemmeno sicuro che Milena volesse più avere a che fare con lui.
I giorni successivi sembrarono trascinarsi per Milena. Era ansiosa di chiudere finalmente con le scuole superiori e di andare avanti con la sua vita, partendo per un'altra città e allontanandosi dal dramma di una madre disfunzionale. Per la prima volta nella sua vita sarebbe stata libera, e avrebbe potuto vivere la sua vita come voleva.
Marco e Milena si parlarono a malapena durante l'ultima settimana di scuola. Quando alla fine le scuole chiusero, nell'attesa del giorno dell'esame, Marco cominciò a chiedersi se l'avrebbe più rivista. Poteva sempre andare a trovarla allo strip club, nel frattempo, ma non era la situazione che lui aveva in mente. Non sapeva nemmeno che tipo di relazione volesse esattamente con lei. Era confuso.
Anche Milena non sapeva cosa aspettarsi da Marco. Era un mentore per lei, l'unico uomo della sua vita a preoccuparsi davvero per lei, e le sarebbe mancato se il diploma e poi l'Università avessero significato non stare più con lui. Aveva avuto troppe delusioni nella vita, e pensava che il non rivederlo sarebbe stata solo un'aggiunta alla lista.
Essendo uno dei membri interni dell'esame di Stato, Marco partecipò alla sessione di Milena nel giorno più importante dell'anno. Era un giorno dolceamaro per lui, però, perché sapeva che non ci sarebbero state più occasioni per lui di rivederla, a meno di andare allo strip club, ovviamente. Notò che Milena era all'esame da sola, sua madre non si era degnata nemmeno di accompagnarla. Capì perché lei volesse allontanarsi il più possibile da lei, e capì che il modo più rapido per Milena di farlo era quello di fare più soldi possibile al club. Non certo il migliore dei modi, a 18 anni, ma quella era la strada che aveva scelto, e solo il tempo avrebbe detto se era la decisione giusta o meno.
Terminata la sessione d'esame, tutti si riunirono all'interno e all'esterno della scuola, chi scattava foto con le famiglie, chi faceva progetti estivi con i propri amici, chi salutava i propri insegnanti. Anche Milena cercò il suo insegnante preferito e gli si avvicinò con un grande sorriso quando finalmente lo trovò.
"Volevo ringraziarla per tutte le ripetizioni che mi ha dato e per avermi aiutato a entrare all'Università. Non ce l'avrei fatta senza di lei…" trillò.
"Per me è stato un vero piacere, Milena".
Lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia, non una cosa insolita nel giorno del diploma. Lo ringraziò ancora una volta per tutto l'aiuto che le aveva dato durante quell'ultimo anno.
"Sa, prof, adesso non sono più una sua studentessa…" aggiunse con un sorriso malizioso.
Prima di allontanarsi, mentre si girava, voltò il viso verso di lui.
"Domani sera lavoro al club", concluse. "Sarò lì fino a mezzanotte circa".
"Va bene, Milena. Ci penserò".
Poi lei corse via per raggiungere alcuni suoi amici, lasciando Marco a riflettere sulla sua prossima mossa.
Mentre la guardava sbatacchiare il suo sederino sodo mentre si allontanava, l'uomo si ritrovò a riflettere su cosa avrebbe fatto con quell'evidente offerta di Milena. Lei aveva ragione, tecnicamente a quel punto non era più una sua studentessa, ma se avesse iniziato una relazione sessuale con lei così presto dopo il diploma, la gente si sarebbe comunque chiesta se ci fosse stato qualcosa mentre ancora lo era. Del resto, lui desiderava disperatamente stare con lei, e lo sapeva. Aveva già oltrepassato quel limite, facendosi succhiare il cazzo da Milena nella sala VIP del locale, nulla da obiettare su questo. Ma sarebbe stato poco etico, e avrebbe sollevato delle perplessità in chi conosceva entrambi, soprattutto lei. Non si trattava di una studentessa innocente; si spogliava in un club, faceva lap dance, intratteneva sessualmente i clienti…
Per tutto il giorno successivo, Marco riflettè su cosa avrebbe fatto. Il lato più pratico di lui gli disse di giocare sul sicuro e di stare il più possibile lontano da Milena. La scuola era finita, lei sarebbe partita per l'Università nel giro di pochi mesi e non avrebbe mai voluto avere a che fare a lungo termine con un uomo che aveva il doppio della sua età. D'altra parte, lui passava la maggior parte del tempo da solo, e forse non avrebbe mai più avuto la possibilità di stare con una sexy diciottenne; era un'occasione unica nella sua vita.
Alla fine decise che era meglio lasciarsi andare, finché era ancora abbastanza giovane da poterlo fare.
Visto che il locale era vicino all'aeroporto, Marco decise di affittare una stanza d'albergo, in modo da poter bere senza preoccuparsi di dover guidare per tornare a casa e, se le cose con Milena avessero funzionato, sarebbero stati anche più comodi rispetto a una striminzita sala VIP. Inoltre, questo avrebbe dato loro un po' di privacy da sguardi e orecchi poco discreti dei vicini. Non voleva attirare l'attenzione sul fatto che si stava intrattenendo con una ragazzina.
Marco arrivò al locale solo dopo le nove di sera, proprio mentre Milena stava accompagnando qualcuno nella sala VIP. Lei non aveva obblighi di alcun genere nei suoi confronti, ma questo non impedì all'uomo di provare una fitta di gelosia per quello che avrebbe fatto lì dietro con il suo cliente. Gli avrebbe fatto una sega? Un pompino? Forse non gli piaceva il modo in cui lei si guadagnava i soldi, ma lei non aveva bisogno della sua approvazione. Qualunque cosa stesse facendo nella sala VIP, aumentava l'intrigo di quella loro strana, complicata e per certi versi perversa relazione insegnante/studente/spogliarellista. In un certo senso, la rendeva più desiderabile, perché se qualcuno avesse mai scoperto la loro relazione, non avrebbe potuto dire che fosse stato lui a traviare quella ragazzina appena maggiorenne.
L'uomo si sedette al bar come al solito, e quando Milena uscì dal retrobottega con il suo cliente guardò subito da quella parte. Quando i loro sguardi si incrociarono, a lei venne automatico un gran sorriso. Indossava un reggiseno di pizzo bianco con un perizoma abbinato, e Marco si meravigliò nel guardarla mentre si avvicinava a lui, con le tette che le ballonzolavano, ignorando completamente i potenziali clienti per le sessioni private. Salutò il suo ormai ex-insegnante con un bacio sulla guancia.
"Sono felice che sia riuscito a venire, prof. Non ero sicuro che l'avrei rivista…".
"Ora puoi chiamarmi Marco e darmi del tu, se vuoi. Non ho potuto resistere al tuo invito, ora che la scuola è finita".
I suoi occhi la stavano squadrando, osservando le gambe nude ed esposte, il ventre teso e tonico, e i capezzoli attraverso il pizzo del top. Accidenti se era bellissima. Poteva solo sperare che la serata finisse come auspicava. Durante quell'ultimo anno aveva immaginato diversi scenari, e ora era nervoso perché la possibilità di vivere quelle fantasie era sempre più vicina a diventare realtà. Offrì un drink a Milena, e iniziarono a conversare. Ad un certo punto, Milena si rivolse a Marco.
"Ti porterei nella sala VIP, ma devo salire sul palco subito dopo la prossima ragazza…".
"A dire il vero, Milena, io speravo che potessimo vederci dopo che avrai finito di lavorare. Ho preso una stanza nell'hotel dall'altra parte della strada".
"Davvero?", disse lei mentre un grande sorriso le si affacciava sul viso. "Mi piacerebbe. Mi piacerebbe molto!".
Dovette andarsene per prepararsi al prossimo show. Gli occhi di Marco erano fissi a guardare il suo culetto pressoché nudo che dondolava da un lato all'altro mentre lei si allontanava. Nel locale, Milena accentuava sempre il movimento dei fianchi per rendersi più attraente verso i potenziali clienti delle sue sessioni private, e la cosa sembrava funzionare, visto che più di qualcuno si era voltato a guardarla.
Sul palco, Milena aveva il pubblico in pugno, metaforicamente, e più tardi avrebbe avuto qualcuno di loro in pugno, questa volta letteralmente. Era come se li avesse ipnotizzati mentre ballava sul palco, ostentando la sua sensualità adolescenziale e il suo corpo giovane e sodo. Alla fine del primo brano si era sfilata il top, tra applausi e ululati della folla e degli uomini che sgomitavano per avvicinarsi a lei e lasciarle una mancia. I suoi seni erano così pieni e sodi che Marco stentava a credere che più tardi, quella sera, avrebbe avuto le tette di quella giovane seduttrice tutte per sé. Gli uomini la inondavano di soldi mentre lei continuava la sua routine sul palo e sul palco, pavoneggiandosi completamente nuda perché tutti potessero godere della sua bellezza.
Dopo aver finito il suo set, si cambiò e tornò a lavorare in sala, passando vicina ai tavoli pieni di uomini per raccogliere eventuali richieste di sessione privata. A volte si sedeva con quelli che sembravano essere uomini con più soldi, o che le avevano dato mance consistenti, piuttosto che con quelli che le avevano dato solo banconote di piccolo taglio. Stava diventando un'esperta ormai nel lavorarsi la folla e aumentare le sue entrate. Poi si recò con qualcuno nella stanza sul retro, con la maggior parte degli uomini che rimaneva nella sala VIP per diverse canzoni di seguito.
Sebbene Marco fosse sessualmente attratto da Milena, i suoi sentimenti per lei erano molto più profondi. Per anni aveva avuto quella ragazzina come allieva a scuola: la ricordava quando era poco più che una bambina, a neanche 14 anni; le aveva insegnato tutto quello che poteva della sua materia; l'aveva aiutata a migliorare i suoi voti; era a conoscenza delle sue difficoltà personali e familiari, che l'avevano costretta a una vita temporanea da spogliarellista per finanziare la sua fuga; l'aveva aiutata a indirizzarla verso un percorso di miglioramento della sua vita a lungo termine; e l'aveva ritrovata una studentessa dolce e premurosa, che da ragazzina si era ormai trasformata in una bella, sensuale donna. Continuava a non digerire il fatto che Milena dovesse ricorrere allo strip-tease e ad altre attività nella saletta riservata per sopravvivere, e serrava i pugni ogni volta che lei portava un cliente nel retrobottega… e stranamente si sentiva anche eccitato al pensiero che uno sconosciuto avesse le mani e la bocca sul suo corpo nudo, o che fosse lei ad avere le mani o la bocca sull'arnese di costui. Non vedeva l'ora che il suo turno finisse. Nel corso della serata, Marco aveva perso il conto di quanti show Milena aveva fatto sul palco e di quanti uomini aveva portato di là, in quel retrobottega.
Man mano che si avvicinava la mezzanotte, Milena vide Marco sempre più ansioso, così gli si avvicinò.
"Ho ancora un set, poi stacco… e saremo solo noi due!", gli disse.
Marco guardò pazientemente Milena fare il suo show di tre brani, meravigliandosi di quanto fosse delizioso quel suo corpicino nudo mentre scuoteva impudentemente i seni per la folla, prendeva le loro mance e si metteva in posa in varie posizioni per mostrare loro il culo o la fighetta. Diversi uomini, spinti dall'alcool e dagli ormoni, cercavano di toccare di straforo il suo succulento corpo da adolescente, ma lei li allontanava con decisione. Almeno sul palco, questo non era concesso.
Quando il suo spettacolo finì, raccolse il costume e le mance e scese dal palco. I suoi occhi incrociarono quelli di Marco, e lei gli fece segno che sarebbe stata pronta in un minuto, rifiutando ogni richiesta di sessione privata.
Poco dopo uscì dal camerino in jeans e maglietta. Marco la prese per mano e la condusse fuori dalla porta. Finalmente non doveva più condividere Milena con gli avventori del club, ora l'avrebbe avuta tutta per sé.
Anche Milena era eccitata, per essersi esibita nuda tutta la sera e per avere avuto decine di uomini in adorazione del suo giovane corpo in pubblico e in privato. Nonostante avesse fatto venire alcuni di loro, lei non veniva quasi mai. Marco non sapeva se lei, una volta a casa, sfogasse lì da sola le sue tensioni erotiche, o se andasse da qualche parte con uno dei suoi fortunati clienti per una scopata veloce. Milena non avrebbe mai potuto immaginare che Marco si fosse masturbato varie volte pensando a lei, e cosa gli sarebbe piaciuto farle se ne avesse avuto l'occasione. Stava per scoprirlo.
La camera che Marco aveva affittato era ampia, con un minibar ben fornito. Milena non aveva ancora cenato, così ordinarono la cena tramite il servizio in camera. Lei andò a fare una doccia, come sempre dopo il lavoro. Quando ebbe finito, uscì dal bagno saltellando per asciugarsi i capelli, e scoprì che il cameriere del servizio in camera era lì con il loro cibo.
Il cameriere rimase a bocca aperta, e gli occhi gli uscirono quasi dalle orbite, quando vide Milena completamente nuda. Lei non batté ciglio, dopotutto era abituata a farsi vedere nuda, e si avvicinò con disinvoltura per assaggiare il cibo. Il cameriere rivolse a Marco un sorriso complice, lo ringraziò per la mancia e lanciò qualche altra fugace occhiata a Milena prima di andarsene.
Marco preparò un paio di drink. Durante il loro spuntino di mezzanotte, i due parlarono tranquillamente di tutto; in particolare, Marco fu curioso di capire come lei avesse iniziato a lavorare in quello strip club, e lei gli raccontò che era stata un'amica di sua madre, che faceva la go-go dancer, a convincerla che avrebbe potuto fare una piccola fortuna nel settore, proponendole di lavorare nel nuovo locale vicino all'aeroporto, perché era un locale di fascia alta, ma non solo. "Quando un uomo è fuori città…", le aveva detto, "…è in cerca di divertimento, ed è solitamente più generoso rispetto a chi frequenta la maggior parte dei locali". Lei gli disse che alcune serate erano migliori di altre, e che in una buona nottata riusciva a guadagnare anche più di 1.000 euro. Inoltre, lavorando così lontano dalla città, i rischi di essere riconosciuta e di finire nel chiacchiericcio della gente si riducevano di molto.
Ci fu una pausa nella conversazione dopo che ebbero finito di mangiare, e ormai al terzo drink. Marco stava fissando Milena intensamente.
"Perché mi guardi così? C'è qualcosa che non va?" gli chiese lei.
"No, non c'è niente che non va. È solo che non riesco a credere a quanto sei bella, e a quanto tempo ho aspettato di stare da solo con te".
"Anch'io ho una cotta per te da molto tempo, prof… cioè, Marco. Voglio dire, da quando ho iniziato a frequentare la scuola".
"Davvero?", rispose lui. "Se devo essere sincero, ho cominciato a notarti dal terzo anno. Ho cercato di non farlo notare, ma eri così carina…".
"Accidenti… e io che pensavo di non piacerti affatto. Anche quando ho cominciato a farti guardare sotto la gonna, o dentro la scollatura, tu non facevi nulla…".
"Credimi, Milena, stavo impazzendo… ti desideravo, non immagini quanto… ma non potevo fare nulla! Ho dovuto aspettare fino a dopo il tuo diploma per non finire nei guai, tutto qui".
"Beh, professor Bonomi, ora non dovrà più aspettare", disse lei con una voce da bambina.
Si fissarono profondamente negli occhi per un po', poi si avvicinarono per un breve contatto di labbra che si trasformò presto nel bacio più lungo e profondo che ciascuno dei due avesse mai dato. La mano di lui trovò i seni voluttuosi di lei. Si sentivano ancora meglio, nell'intimità della stanza d'albergo; almeno per quella notte, lei sarebbe stata sua, e solo sua.
Milena si spostò sul letto mentre Marco si spogliava prima di raggiungerla. Lì lui le accarezzò e palpò le chiappe sode, poi iniziò a sditalinare quella passerina stretta e bagnata, da adolescente. Milena gli accarezzava lentamente il membro e gli accarezzava delicatamente le palle.
Marco appoggiò un cuscino sotto il culo di Milena; lei pensò che stesse per scoparla, ma invece lui le spalancò le gambe e cominciò a baciarla e a leccarla lentamente lungo le gambe, dalla punta dei piedi alle cosce. Voleva assaporare fino all'ultimo secondo di quella notte da solo con lei, e non aveva intenzione di affrettare la sua seduzione.
Prima di iniziare a leccarle la figa, si rivolse a lei.
"Non hai idea di quanto ho atteso per questo… ogni volta che me la mostravi, volevo tuffarmi tra le tue gambe e divorartela…" disse.
Le lambì le labbra esterne prima di fare lo stesso con quelle interne, sfiorando di tanto in tanto il clitoride con la lingua. Poi gliela infilò il più possibile all'interno della fessura e cominciò a penetrarla con la lingua mentre lei gemeva e si contorceva. Marco andò avanti così per diversi minuti prima di concentrarsi sul clitoride, dapprima sfiorandolo con la punta della lingua, poi dandogli ampie e voluttuose leccate mentre lei si premeva contro il suo viso.
Quando lei stette per venire, lui prese a succhiarle il clitoride con forza, finché lei non ebbe un orgasmo selvaggio, che le fece scuotere i fianchi come se avesse le convulsioni. Nessuno aveva mai prestato tanta attenzione alle sue esigenze. La maturità e l'esperienza di Marco le stavano facendo provare l'orgasmo più intenso che avesse avuto fino a quel momento.
Milena pensava che si sarebbe fermato lì, ma lui continuò a tormentarle la figa con la bocca finché lei non venne ancora. Spesso con i suoi precedenti amanti, per lo più ragazzi di età scolare o clienti, non era mai riuscita a venire, figurarsi due volte di seguito. Ma per Marco non c'era niente di più dolce di quella figa adolescente, della quale bevve con piacere i fluidi che gli scorrevano in bocca.
Fu poi il turno di Milena di ricambiare oralmente Marco. Lui aveva già provato uno dei suoi favolosi pompini, ma goderselo nell'atmosfera più rilassata di una stanza d'albergo fu tutto un altro piacere. Anche Milena si prese il suo tempo con lui, a differenza dei pompini frettolosi che faceva nel club. Aveva scoperto che le piaceva succhiare il cazzo a un ritmo più lento, specialmente se di qualcuno a cui lei teneva, e volle ricambiare Marco nello stesso modo in cui lui aveva fatto con lei. Le piaceva far vedere a Marco le sue labbra dolcemente avvolte attorno alla sua erezione, fargli sentire la sua lingua roteare intorno alla cappella e all'asta, e la sua testa che si muoveva sul suo grembo in un moto alternato, su e giù.
Anche se a Marco piaceva che Milena gli succhiasse il cazzo, in realtà il suo sogno era di scoparsela. Era stata il soggetto di troppe sue fantasie masturbatorie… e ora riteneva di aver aspettato abbastanza.
A malincuore la fermò, e Milena, capendo cosa lui voleva, si sdraiò sul letto e allargò le gambe, in un tacito invito a prendersi la sua figa calda, umida e stretta. Marco però non si precipitò tra le sue gambe, ma scelse di procedere con calma: fece scorrere le mani su e giù per le cosce lisce della ragazzina, mentre si gustava l'armonia del suo corpo snello e tonico disteso sul letto. Non aveva nessuna fretta di scoparsi la sua ex-allieva, aveva tutta la notte davanti a sé.
Strofinò il suo membro avanti e indietro, per tutta la sua lunghezza, contro quella fighetta adolescente che lo aveva fatto impazzire così a lungo; intanto guardava direttamente negli occhi Milena mentre spingeva contro di lei, penetrandola lentamente, prendendosi tutto il tempo e godendosi ogni piacevole frazione di secondo. Raggiunto, dopo un tempo estenuantemente lungo, il fondo della vagina della ragazza, Marco iniziò a muoversi piano dentro di lei. Non voleva che quella fosse una scopata frenetica, affrettata… voleva farci l'amore, con Milena. Voleva mostrarle come un vero amante tratta una donna a letto. Si baciarono mentre continuavano il loro incontro sessuale dolce e intimo.
Marco si staccava dai loro baci solo per succhiare le tette di Milena mentre continuava a spingersi dentro di lei. I fianchi della ragazzina cominciarono a muoversi per assecondarne le spinte. Marco non ricordava di aver scopato una figa così stretta in vita sua… era talmente stretta che sembrava una morsa serrata attorno al suo cazzo, e che continuava a stringere, ancora e ancora. Ma quello che a lui in fondo importava era che stava vivendo una delle sue più belle fantasie sessuali, ed era altrettanto bella, se non migliore, rispetto a quanto avesse mai potuto immaginare. L'intensità delle sue spinte aumentava quanto più a lungo la scopava, tranne quelle volte in cui si fermava per qualche secondo, per evitare di venire troppo presto.
"Fammi stare sopra, Marco; voglio goderti come ho sempre voluto…", disse Milena.
Si rotolarono e invertirono le posizioni, con Milena che ora si ritrovava a cavallo del suo ex-insegnante. Le sue tette sussultavano al ritmo del suo sobbalzare sul cazzo di Marco, cavalcandolo con gioia e con intensità. Era un'adolescente arrapata, a cui ovviamente piaceva scopare a un ritmo più veloce. Si muoveva sul suo ex professore senza sosta, spingendo il suo arnese in profondità dentro di lei mentre gemeva e gemeva, sempre più forte, al limite dell'urlo di pura passione. Le sue tette, rotonde, sode e bellissime, si agitavano e sobbalzavano sul suo petto per la passione con cui lei stava cavalcando Marco… una visione decisamente troppo arrapante per lui per resistere; allungo le mani e le afferrò, e cominciò a palparle e strizzarle mentre Milena lo scopava. Aveva desiderato toccarle, leccarle e succhiarle ogni dannata volta che lei lo lasciava sbirciare nella camicetta, e ora aveva la possibilità di giocarci come e quanto desiderava. Poi lei si chinò in avanti e gli porse i seni alternativamente, in modo che lui potesse succhiarle i capezzoli mentre lei cominciò a cavalcarlo in maniera diversa, strusciando il suo bacino su quello di lui, con passione. Baciandolo intensamente, Milena sciolse il bacio prima di assestarsi di peso su di lui e continuare a dondolarsi avanti e indietro con forza.
Marco non ce la faceva più. Stava per sborrare e lo sapeva. Aveva il fiatone per quanto quella splendida diciottenne lo aveva cavalcato con piacere e passione… eppure sembrava che lei potesse andare avanti ancora per ore! Era calda e insaziabile.
Quando Marco si sentì prossimo a venire, fece mettere Milena a quattro zampe per poterla montare da dietro. Milena assunse rapidamente quella posizione, e Marco si godette lo spettacolo delle belle chiappe rotonde e sode di lei, del suo buchetto posteriore in piena vista. Stavolta non volle perdere tempo, anche perché non ne aveva ancora molto prima di esplodere il suo seme; la penetrò e la scopò con decisione. Era la migliore figa che avesse mai avuto da molto, troppo tempo. Non stava più facendo l'amore con lei, ora la stava scopando. I loro corpi si scontravano, schiaffeggiandosi a vicenda, le tette di Milena oscillavano avanti e indietro, ed entrambi gemevano e ansimavano. Milena dondolava i fianchi verso l'alto mentre Marco spingeva dentro di lei.
Grugnendo forte, lui afferrò saldamente i fianchi di Milena e si spinse in profondità dentro di lei, liberando tutto il quantitativo di sperma che aveva accumulato nelle sue palle per tutta la notte, mentre la guardava ballare nuda per una sala piena di uomini, nell'attesa di quello che avrebbe fatto con lei più tardi. Ogni volta che si immergeva nella figa di Milena, Marco rilasciava altro sperma, finché le sue palle non si furono svuotate del tutto.
Subito dopo aver depositato il suo quantitativo di sborra dentro di lei, Marco crollò sopra la ragazzina, schiacciandola sul letto sotto il suo peso, il suo petto contro la schiena di lei… restò così per diversi secondi, ansimando il suo fiato caldo sul collo di lei, poi si ritrasse e si sdraiò di schiena sul letto per riprendere fiato.
"Accidenti, Milena, è stato fantastico. È valsa la pena di aspettare…" le sussurrò.
"Anche a me è piaciuto tantissimo, Marco. Peccato che ci sia voluto così tanto…".
Scoparono ancora una volta quella notte, e di nuovo la mattina dopo, prima di lasciare l'albergo.
"Quando ci rivedremo?" chiese Marco a Milena, dopo la colazione.
"Stasera sarò di nuovo al club. Che ne dici di dopo?".
"Non puoi saltare il lavoro?".
"No, di sabato sera non posso. Ho un bel progetto in corso, e non voglio rovinarlo".
Marco capì. Non gli piaceva il fatto che lei lavorasse come spogliarellista, anche se comprese che non aveva il diritto di intromettersi nelle sue decisioni. Accettò di incontrarla di nuovo quella sera.
Per il resto della giornata, l'uomo mise in dubbio il suo giudizio sul suo coinvolgimento emotivo e sessuale con una ragazzina così giovane. Lui aveva più del doppio della sua età, e lei era una studentessa delle superiori che si era diplomata solo un paio di giorni prima. Anche se non c'era nulla di illegale in ciò, questo avrebbe potuto macchiare la sua reputazione, se e quando la gente lo avesse scoperto.
Marco aveva l'abitudine di pensare troppo alle cose, e quella situazione non faceva eccezione. Il suo cuore gli diceva che voleva una relazione con Milena, ma lei cosa voleva da lui? Era solo una relazione frivola? Un'avventura? O voleva qualcosa di duraturo, con lui? Tutto quello che sapeva era solo che non si era mai sentito così con un'altra donna, dopo sua moglie.
Dopo tutte le riflessioni fatte, sapeva benissimo che l'avrebbe incontrata di nuovo al club quella sera.
Alla fine decise tra sè di lasciare che quella relazione si coltivasse da sola, e vedere come sarebbe andata. Se non altro, la notte precedente aveva fatto il miglior sesso della sua vita… e accidenti se ne voleva ancora!
5
2
voti
voti
valutazione
7
7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Dovevo fargliela pagareracconto sucessivo
La maga
Commenti dei lettori al racconto erotico