Quella estate con Cristiano...

di
genere
bisex

La pioggia cadeva lenta, ma inesorabile, una fredda mattina di febbraio. Imboccai il lungomare e fermai quasi subito l'auto sul ciglio della strada. Scesi e attraversai il litorale sabbioso deserto e silenzioso. Si sentiva solo il rumore della pioggia, del vento e del mare agitato e grigio come i nuvoloni in cielo. E vidi lui. Il vecchio caro Lido Europa. O almeno quello che ne restava, un rudere in rovina corroso dal tempo e dalla salsedine. Chiuso da anni e frequentato solo dai gabbiani che ci facevano il nido. Mi avvicinai alla porta principale e vi trovai un varco fra le assi di legno inchiodate ad impedire l'ingresso. Entrai e quasi con le lacrime agli occhi lo visitai facendomi largo fra quel che rimaneva dei vecchi arredi abbandonati e polverosi. Raggiunsi la piattaforma dove c'era quella che un tempo era la mia cabina, mi sedetti su delle assi di legno accatastate a guardare il mare in tempesta mentre il vento mi scompigliava quei pochi capelli rimasti. Poi chiusi gli occhi e rividi il film bellissimo e dolcissimo dei miei vent'anni ed oltre di estati passate in questo stabilimento. E inevitabilmente la scena più incredibile, ma allo steso tempo più bella, che mi venne davanti fu sicuramente quell'estate di quando adolescente fui iniziato al sesso. Incredibile perchè ad iniziarmi non fu una donna, nonostante sia un eterosessuale, no. Ad iniziarmi fu un ragazzo gay, si chiamava Cristiano, un bel ragazzo molto effeminato allora venticinquenne, che la direzione del lido quella stagione ingaggiò per l'animazione.

Quell'estate avevo quattordici anni e un problema che mi dava tanto imbarazzo. Il cazzo grosso, oltre i venti centimetri già a quell'età, e sempre voglioso, dunque sempre eretto! Non c'era costume che potessi indossare senza che si vedesse l'enorme rigonfiamento del mio cazzo in tiro. Questa cosa mi dava enorme frustrazione, perchè mi era impossibile stare vicino qualcuno, soprattutto di sesso femminile, senza che avessi una potente erezione e senza riuscire a nasconderla.
Non c'era sega che bastasse a farmela calmare. Me ne facevo almeno quattro, se non cinque, al giorno. Iniziavo già la mattina all'alba. Alle prime luci del giorno venivo svegliato da una voglia di sborrare incontenibile. Guardavo sotto al lenzuolino, alzavo l'elastico dei boxer e mi vedevo puntato dal mio cazzo turgido, quasi scappellato, che mi superava l'ombelico. Lo prendevo in una mano e lo sentivo duro come il ferro. Questa cosa mi piaceva da morire. Così senza bisogno di fantasticare donne nude o situazioni erotiche particolari, iniziavo a segarmelo lentamente, dolcemente. Ma dopo pochi secondi sentivo la necessità di aumentare il ritmo. Quindi col crescere della goduria lo facevo diventare forsennato fino a schizzare una quantità abnorme di sborra dentro un calzino usato che veloce mi infilavo a mo di preservativo per evitare allagamenti che avrebbero attirato le ire mia madre.

Ricordo una volta in particolare quando rimase a dormire da me, nella mia stessa stanza nel letto accanto al mio, una mia cugina un anno più grande di me. Probabilmente se avesse saputo cosa poteva rischiare a dormire a breve distanza da uno con la mia libidine pazza, avrebbe preferito il divano del soggiorno. Infatti, al solito richiamo del mio cazzo delle prime luci dell'alba, mi svegliai, lo presi al solito in mano per masturbarmi, ma mi fermai perchè mi ricordai che non ero solo in camera. Così mi voltai verso di lei e la vidi scoperta che dormiva su un fianco dandomi il culo appena coperto da un paio di slip rosa. Quelle chiappe rosee che traboccavano dalle mutandine, quelle gambe nude lisce, mi aumentarono l'arrapamento. Avevo un gran voglia di entrare nel suo letto, abbracciarla, toccarla tutta, stringerle le tette, baciarla, leccarla, strusciarle il cazzo fra le chiappe e farmela fare da lei la sega mattutina. Quindi lentamente mi alzai, mi ci avvicinai col cazzo nudo duro e teso. Mi misi in ginocchio davanti il suo culo. Stavo quasi per accarezzarglielo, ma un barlume di lucidità e di senso di colpa mi fece fermare: era pur sempre mia cugina di sangue, la figlia di un fratello di mamma, non potevo. Immaginai la sua reazione e cosa sarebbe successo in famiglia se mi fossi spinto fin dove fantasticavo. Così rimanendo seduto a terra, visto pure che aveva il sonno profondo, mi accontentai solo di annusarle quel bel culo. Presi il cazzo in mano e partii con una sega che, troppo eccitato per quanto di buono odorava, durò pochissimo. Tanto che dopo pochi secondi esplosi la solita abnorme quantità di sborra dentro al calzino,.
Ma non mi bastò. Il cazzo non mi diede tempo di liberarlo dal calzino, che mi tornò subito duro e voglioso. Così sempre nella stessa posizione, riuscendo pure ad infilare il naso nella fessura delle chiappe vicino la figa dove l'odore era più intenso, me lo masturbai di nuovo e durando stavolta un po' di più, riesplosi la solita fontana di sborra dentro al calzino già abbondantemente inzuppato da quella precedente.

Spompato finalmente credevo di aver messo a dormire il cazzo almeno per il tempo di godermi in costume in santa pace una mattinata al mare, invece mentre facevo colazione seduto al tavolo con lei, mi bastò notare con la coda dell'occhio le sue gambe accavallate sotto la minigonna che aveva indossato, che ebbi un'altra prepotente erezione e voglia di saltarle addosso. Per calmarmi e per evitare mi vedesse il costume quasi strapparsi, sgattaiolai in bagno, mi sedetti sulla tazza del wc e mi lavorai il cazzo ancora di mano.
Ma questa cosa, come scrivevo prima, anche senza la cugina o altro essere di genere femminile accanto, era storia di tutti i giorni. Anche la seconda o la terza sega mattutina non placava la fame del mio cazzo. Arrivato al lido, bastava il saluto di qualche amica o semplice conoscente, che per tutto il resto della giornata ero costretto a stare disteso in spiaggia a pancia in giù e quando mi rialzavo lasciavo una profonda buca proprio nel punto dove appoggiavo il cazzo duro e poi mi era necessario chiudermi veloce in cabina a masturbarmi.
Le altre seghe della giornata erano dopo pranzo, in cabina al lido o ancora meglio a casa nella mia stanza. La sera e la notte prima di addormentarmi: una sotto la doccia, con l'acqua calda che mi amplificava il piacere e l'altra a letto prima di addormentarmi che per farla più porca ed arrapante usavo le mani di un vecchio pupazzo di Pierrot che sotto le mie appoggiavo sul cazzo, così immaginando che fosse una ragazza che mi segava, gli riempivo la faccia di sborra.

Poi un giorno, stanco di stare sempre in imbarazzo davanti le persone, iniziai ad indossare sul costume un paio di bermuda larghi che in qualche maniera riuscivano a nascondere le mie continue erezioni. Fu così che Cristiano entrò per sempre nella storia della mia vita. Infatti, un mattino approfittando del fatto che ero solo seduto sul bagnasciuga, in una pausa dell'animazione, si sedette accanto a me e mi chiese perchè mai da qualche giorno indossassi quei bermuda invece del costume. Io inizialmente ebbi un attimo di esitazione per l'imbarazzo. Poi, notando che non lo avevo convinto e visto che nel corso di quel mese si era creata una certa confidenza, mi decisi a confessargli il mio problema.
Cristiano trovò la cosa un po' stupefacente e un pò divertente, poi mi chiese se avessi una ragazza o comunque se avessi mai fatto sesso con qualcuno. Gli dissi di no e lui mi rispose che era quello il problema, non avere, invece, nessuno con cui fare sesso e dunque che mi spompa.
Quindi mi fissò negli occhi e mi chiese senza troppi preamboli se glielo facevo vedere, ovviamente non li ma in un luogo appartato. Ci rimasi di stucco perchè non me lo aspettavo, così per un attimo andai in confusione in quanto sapendo fosse gay mi pareva male dirgli che la cosa non è che mi andasse molto poichè a me piacciono le ragazze, ma alla sua bonaria insistenza accettai e lo seguii nel camerino dove teneva le attrezzature per l'animazione. Lì chiuse la porta a chiave, mentre io mi denudavo. Non appena si voltò e mi vide il cazzo duro e teso, sobbalzò di stupore. Ripresosi mi disse che non aveva mai visto un cazzo così grosso, soprattutto in un ragazzo della mia età, e che gli piaceva parecchio, tanto che mi chiese se poteva toccarmelo. Io in grande imbarazzo stavolta glielo dissi apertamente che non mi andava perchè a me piacciono le ragazze.
Cristiano senza scomporsi più di tanto sorridendo mi rispose: “Strano..e allora come mai anche in mia presenza ce l'hai così eccitato!?”
E aveva ragione! Cristiano, incredibilmente, mi faceva lo stesso effetto di una ragazza. Probabilmente per la sua vistosa effeminatezza, accompagnata dall'uso che sapevo faceva di creme cosmetiche e profumi femminili e di cui odorava, fatto sta che al mio cazzo faceva molto sangue come fosse una vera femmina.

Non gli seppi rispondere ed il mio silenzio alla sua domanda, fu preso come un assenso. Quindi iniziò delicatamente ad accarezzarmelo, dalla punta al basso ventre. Poi con due dita lo premette delicatamente per costatarne la durezza che commentò con soddisfatto stupore, duro come l'acciaio! Infine, sempre con le due dita, me lo scappellò completamente mettendo in mostra la cappella turgida e violacea che accarezzò con un dito in tutte le sue parti.
Io, inizialmente impietrito fra la paura e l'imbarazzo, a quei tocchi così raffinati sentii salire come un formicolio di piacere e cominciai a lasciarmi andare. Tanto che appena Cristiano interruppe d'improvviso quel giochetto con la mano, mi venne spontaneo dirgli. “No, ti prego continua!”.
Lui sornione, che se lo aspettava, mi fece un sorriso malizioso guardandomi negli occhi, me lo prese tutto in mano e iniziò una sega lenta. Io chiusi gli occhi per il piacere che piano piano, ma inesorabile, sentivo salirmi dentro. Cristiano lo percepì ed aumentò gradualmente la velocità della sega fino a quando, vedendomi in estasi pre sborrata, me lo scrollò con vigore velocemente fino a provocarmi la solita esplosione abnorme di sperma.
Mi sedetti su uno sgabello, perchè con la spossatezza dell'enorme piacere mi sentii le gambe deboli, e gli confessai quanto mi era piaciuta la sua sega, ma specialmente la prima volta che non facevo da solo. Ma mentre glielo dicevo, il mio cazzo tornò teso e duro. Cristiano, compiaciuto per il piacere che mi aveva donato, se ne stupì, ne rise e a mo di battuta mi consigliò di prendere in seria considerazione una carriera nel cinema porno, con quel cazzo mai domo e la mia libidine avrei fatto soldi a palate.
Poi tornando serio mi diede la sua totale disponibilità da quel momento, se avessi voluto, ad occuparsi di me, che se mi affidavo a lui, in mancanza di ragazze disponibili e che comunque non avrebbero avuto la sua stessa esperienza in fatto di sesso, mi avrebbe risolto il problema.
Notando, però, la mia perplessità aggiunse ridendo di stare tranquillo che per qualche giorno di sesso con lui non sarei diventato gay, ma avrei tranquillamente mantenuto il mio status di maschio alpha.
Accettai e quel giorno stesso mi invitò a pranzo nel suo bungalow.

Cristiano era pure un ottimo cuoco. Fece una carbonara buonissima che consumammo assieme fra battute e risate, in modo da stemperare l'inevitabile tensione che mi stava consumando: era la prima volta che avrei fatto sesso con qualcuno e per di più non con una donna, ma con un ragazzo gay.
Quindi, finito di pranzare, mi mandò sul divano, disse di rilassarmi e di spogliarmi nudo, che lui sarebbe arrivato subito.
Infatti dopo poco, mentre nudo col cazzo già teso e duro ero sprofondato sul divano, tornò Cristiano che per sembrare ancora più femmina di come già appariva, si era truccato il viso, aveva sciolto i capelli che di solito teneva legati a codino ed aveva indosso solo un paio di slip da donna di pizzo nero dal quale, comunque, si intravedeva il cazzo duro che proprio piccolo non era.
Quando mi vide nudo col cazzo teso, si bloccò e mi disse che ero arrapante da impazzire e che il mio cazzo avrebbe meritato un riconoscimento dell'Unesco come patrimonio dell'umanità. Poi mi fece stendere sul divano con le spalle appoggiate al bracciolo, una gamba stesa e l'altra fuori che toccava terra, in modo da potersi mettere in mezzo e iniziò a farmi un lavoretto di lingua al cazzo così godurioso che ancora ora che ci penso mi viene duro.
Con la punta della lingua mi titillava alla base dei coglioni, per poi lentamente salire lungo tutto il corpo del pene, arrivare alla cappella che mi aveva delicatamente scappellato masturbandomi lentamente, e leccarla tutta dolcemente, per poi riscendere alla base dei coglioni, succhiarmeli uno a uno e riprendere a salire. Io sdraiato ero in estasi da goduria, quel formicolio di piacere che avevo già avvertito la mattina in quello sgabuzzino, grazie a quella punta di lingua che faceva sali e scendi sul mio cazzo sempre più duro, si amplificò a tal punto che alla terza leccata andata e ritorno, avvertì Cristiano che stavo per venire. Così lui mi prese il cazzo in una mano e gli bastarono due colpetti a masturbare con la lingua che leccava la cappella, che schizzai tanta di quella sborra da inondare il divano ed accecarlo in un occhio. Con la faccia imbrattata di sperma, mentre se lo leccava, mi disse divertito che avrei fatto i soldi non solo col porno, ma pure con la banca del seme per quanta sborra riesco a produrre!

Quindi si sedette accanto a me, mi diede un lieve pizzicotto in una guancia, mi sorrise dolcemente, si chinò ancora fra le mie cosce e leccò lo sperma ancora sul cazzo e quello che m'imbrattava l'inguine e i peli. Questa azione me lo fece tornare turgido e dritto. Così me lo afferrò con la mano, lo masturbò un pochino e se lo prese in bocca partendo con il classico pompino a succhiare, mentre con l'altra mano si mise a masturbare il suo. Tra una pompa mano/bocca e l'altra, riempiva di complimenti il mio cazzo sempre duro e mai sazio.
Ora, io mai mi sarei sognato di poter provare così piacere a fare sesso con un maschio e ancor di più di poter toccare un cazzo diverso dal mio, anzi fino a che non conobbi Cristiano mi faceva proprio schifo la sola idea, ma pur nondimeno, sarà stata l'estasi da goduria che mi era risalita a quel pompino così succulento, ma mi sentii in dovere di ricambiarlo. Quindi mi chinai quel tanto che bastò per arrivare con una mano a toccargli il cazzo, togliere la sua di mano e sostituirla con la mia e mentre lo masturbavo lui continuava a succhiarmelo. Dopo alcuni minuti sborrammo quasi all'unisono, io nella sua bocca e lui sulla mia mano.
Cristiano gradì molto questa mia iniziativa, poi capendo che nonostante il terzo tsunami di sborra della giornata ancora non ero sazio, mi volle insegnare a scopare.
In mancanza della fica, mi offrì il suo culo. Così me lo riprese in bocca per farmelo tornare duro, ed inutile dire che ci riuscì: in pochi secondi ero di nuovo turgido e voglioso. Si mise, poi, a pecora sul divano, mi diede un lubrificante, mi disse di passarlo bene nel buco e di infilarci lentamente il cazzo.
Eseguii e come ebbi la cappella dentro al suo culo, spinsi più a fondo possibile. Il mio cazzo c'era entrato per metà, mentre lui esclamava: “Oddiooo che meravigliaaaa!!”. Così mi disse di spingere e battere di bacino. Obbedii ed in maniera istintiva, col crescere del piacere che stavo provando, me lo scopai sempre più vigorosamente per alcuni minuti fino ad esplodere con una altra potente sborrata che oltre a riempigli il culo, penso, gli sarà arrivata in gola!

Da quel giorno e per tutto il rimante periodo estivo, fino a quando chiusa la stagione balneare non ripartì, lo continuai a frequentare segretamente. Le pompe che mi faceva erano sempre più goduriose e le scopate che mi faceva fare col suo culo sempre più potenti e appaganti. L'ultima notte di permanenza qui in città, la passammo addirittura assieme tipo due fidanzatini. Quanto mi fece sborrare quella notte non riesco a quantificarlo e come gli mandai in fiamme il l'ano per quanto l'ho scopato! Effettivamente tornando da queste maratone di sesso totalmente spompato, avevo qualche erezione spontanea in meno e mi sentivo più sicuro pure quando approcciavo le ragazze. Finalmente riuscivo a controllare di più il mio cazzone, così quante fighe e culetti ho sfondato con questa consapevolezza, anche se alle seghe non rinunciavo e non rinuncio ancora adesso che ho superato i cinquanta.
Anche adesso, guarda mi è venuto duro! Quasi quasi...mi girai intorno per vedere se veniva qualcuno, ma mi resi conto che a parte la pioggia, il vento, il mare in tempesta e i ricordi di un'estate goduriosissima, non c'era anima viva sul litorale. Uscii il cazzo dalla cerniera e pensando con gratitudine a Cristiano, partì dolcemente la mia mano.

sottomesso1966@gmail.com
scritto il
2024-09-05
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