Lo schiavo Isauro - Parte 5
di
Ottobre Rosso 66
genere
dominazione
Il cavallo è pronto. Uno schiavo a testa bassa lo sta tenendo per le briglie, mentre un altro è messo a quattro zampe a mo' di sgabello per far salire Donna Vima in sella. La padrona gli sale sulla schiena e si mette in sella, nel frattempo veloce arriva Isauro che gli bacia il piede nella staffa e gli dice: “Eccomi padrona...”
La donna guarda l'orologio e gli risponde: “In tempo...un altro minuto e c'erano le altre frustate... (si rivolge allo schiavo che gli ha fatto da sgabello) tu!...vai a prendere il guinzaglio per il mio schiavo...muoviti!”
Lo schiavo veloce obbedisce e altrettanto velocemente ritorna col guinzaglio. Glielo attacca al collare di Isauro e porge il manico alla padrona. Così, Donna Vima a cavallo e il suo schiavo a piedi tenuto al guinzaglio, partono per il giro mattutino alla tenuta di famiglia.
Il giro prevede la visita alle coltivazioni, dove Donna Vima osserva gli schiavi lavorare. Schiavi che come la vedono si fermano e stanno sull'attenti a testa bassa, terrorizzati che anche solo per capriccio decida di punire a frustate uno di loro, fino a quando non gli da l'ordine di rimettersi al lavoro. S'informa con il campiere, un uomo libero ingaggiato per il controllo ed il governo degli schiavi, sullo stato della tenuta e sul lavoro. Controlla i raccolti e ordina che ciò che le serve venga subito portato in casa.
Dopo, prima del ritorno a casa, Donna Vima passa a far visita alla sua cara amica, confinante di proprietà, Donna Sousila, sua coetanea, come lei una piccola proprietaria terriera e di schiavi.
Sousila, come la vede arrivare a cavallo con Isauro a guinzaglio: “Vima buongiorno...(sposta la testa perchè attirata dallo schiavo a guinzaglio) ...è questo che ti stai portando chi è?”
Vima, si avvicina alla staccionata di divisione delle proprietà. Scende da cavallo che lega ad un paletto. Stacca il guinzaglio ad Isauro e gli ordina: “Attaccata alla sella c'è una custodia...lì c'è il mio ombrello parasole...lo prendi e siccome camminerai sempre accanto a me, lo userai per ripararmi dal sole, chiaro?...impara!...spero di non dovertelo ripetere più...muoviti!”.
Isauro veloce esegue e con la padrona sotto l'ombrello entrano nella proprietà di Donna Sousila che li fa accomodare nel patio della sua villa.
Le due donne si salutano baciandosi sulle guance e Vima risponde alla domanda di prima : “Il mio nuovissimo schiavo personale...ma l'hai guardato bene?”
Sousila, strizzando gli occhi: “Oh...ma è un bianco!...Un bianco come schiavo personale, Vima...ma dai! (le due donne ridono) ma dove l'hai trovato un bianco? (Vima gli dice di Ramon) che fortuna...è bellissimo...biondo, occhi azzurri e così giovane...stupendo Vima...complimenti...e immagino che non appena te lo sei portato a casa lo hai usato subito, no?”
Vima, con un sorrisetto malizioso: “Tu cosa pensi?...”
Sousila: “Che lo avrei fatto pure io!! (ride) ...ma dimmi, dimmi...e com'è?”
Intanto le due donne si accomodano su delle poltroncine, Isauro rimane in piedi dritto leggermente dietro la poltroncina dov'è seduta la sua padrona. Sousila ordina ad uno schiavo li in piedi dritto davanti la porta d'ingresso di casa, di servire subito da bere delle bibite fresche.
Quindi mentre sorseggiano, Vima le risponde: “Com'è!?...non vorrei farglielo sentire perchè m'insegni che agli schiavi non vanno mai fatti i complimenti altrimenti prendono brutti vizi, gli schiavi ci devono temere e vanno tenuti sotto i piedi non solo metaforicamente, ma proprio materialmente come ho fatto stamattina io col mio (ride)...però faccio per te uno strappo alla regola...è stato stupendo!...acquisto azzeccatissimo!...oddio, forse era da tanto che non mi prendevo un momento per me stessa, ma quanto ho goduto...quanto!...da sola e con mio marito!”
Sousila, ridendo di gusto: “Anche Garson?...”
Vima: “Si...si...da sola, doccia e massaggio e poi in coppia, non sai quanto si gode costringendo il tuo schiavo a guardarti mentre scopi col tuo uomo...fantastico!”
Sousila: “Ah questo non lo posso sapere perchè sono anni che sono vedova...magari se decido di trovare un uomo per me ci proverò anch'io...ma su quello che hai fatto da sola, ci credo su come avrai goduto...godo pure io con questa...questa...scimmia (indica lo schiavo che gli sta dritto in piedi al lato) che ho per schiavo personale, immagino cosa possa essere sollazzarsi la fica con una meraviglia come il tuo...”
Vima: “Eh...magari uno di questi pomeriggi, se passi da me o vengo io...un giretto con il mio te lo faccio fare...doccia, massaggio e pedicure...che ne pensi?”
Sousila: “Davvero!!??...ma sarebbe stupendo!...per me anche adesso!”
Vima: “No adesso che è tardi e devo rincasare per il pranzo...e poi dopo devo usarlo io...se me lo spompi, come faccio la doccia?”. Le due donne scoppiano a ridere all'unisono.
Quindi le due amiche si mettono a conversare di altro, delle loro cose personali, ignorando totalmente il povero Isauro sempre fermo e dritto in piedi accanto la sua padrona. Il ragazzo è decisamente stanco e provato: ha preso quella decina di frustate per gli stivali, poi la strada a piedi tenuto al guinzaglio dalla padrona a cavallo col caldo che c'è a Muricio. Adesso è affamato ed assetato, ma è costretto a stare in piedi fermo.
Donna Vima, finita la conversazione quando sta per alzarsi e andare via, si accorge delle condizioni del suo schiavo, in quanto barcolla, ed allora ha un minimo di pietà. Ma non per lui, quanto per se. Si, perchè uno schiavo personale per servire e soddisfare bene la propria padrona deve essere tenuto sempre in buona salute, ben alimentato e ben riposato. Così chiede prima di andare di far rifocillare Isauro e Sousila acconsente: “ma certo Vima...certo...(si rivolge al suo schiavo personale accanto anche lui costretto a stare dritto in piedi) tu!...portalo di la, lo fai abbeverare, lo fai mangiare e lo fai rinfrescare...muoviti!”
I due schiavi, quindi, vanno nel retro della cucina. Li Isauro può finalmente sedersi, rinfrescarsi, bere e mangiare. Mentre il ragazzo si sta riprendendo, chiede allo schiavo di Sousila come si trova con la sua padrona. Il creolo lo guarda, ma non risponde. Isauro dopo un po glielo ripete. Così il creolo, a bassissima voce, lo redarguisce: “Ma non te l'hanno insegnato che noi schiavi, soprattutto se di case diverse, non possiamo parlarci?...mi vuoi fare frustare? E tu pure?...(Isauro scuote la testa per dire no)...allora zitto, finisci di riprenderti e poi vai via...”
Così dopo un po, riposato, Isauro sta per tornare dalla sua padrona, quando il creolo che lo segue, sempre a bassissima voce, gli dice: “...comunque...non credo di trovarmi meglio di te con la tua di padrona...poco fa ho sentito che stamattina ti ha messo sotto i piedi...ecco, a me mette anche il culo in faccia e se lo fa leccare...”
Isauro, anche lui a bassissima voce: “...e dopo i piedi in faccia ho preso tante di quelle frustate per un granello di polvere che la padrona ha notato sui suoi stivali...”
Il creolo: “ecco..idem se la mia scopre qualcosa del genere sulle sue scarpe...quindi come vedi non c'è nulla di bello di cui conversare...ma solo tacere e maledire il giorno i cui ci hanno fatto schiavi”.
Quindi tornato da Donna Vima, che lo aspetta già a cavallo, Isauro, di nuovo al guinzaglio, fa ritorno a casa.
A casa, lo schiavo addetto alla scuderia sta portando il cavallo in stalla. Donna Vima è seduta sulla sua poltroncina nel patio della villa a sorseggiare una bibita fresca e Isauro gli sta sfilando gli stivali. Quando li ha tolti, la padrona gli ordina: “Vai prendere l'occorrente per il pediluvio...lo faccio sempre prima di fare la doccia...i miei piedi devono essere curati in maniera particolare (gliene mette uno in faccia ancora coi calzini sporchi) ...sacra, oserei dire! (lo scende) ...se trovo un unghia rovinata va sistemata subito...quindi, vai sbrigati!”
Lo schiavo va e torna veloce con l'occorrente. La padrona si è già tolta da sola i doppi calzini. Così s'inginocchia per iniziare il pediluvio e dopo averle messo i piedi a mollo, improvvisamente si vede davanti la mano della padrona che stringe appallottolato uno dei calzini sporchi e gli ordina: “Apri la bocca!” Isauro obbedisce e Donna Vima glielo mette in bocca, poi scoppia a ridere e gli fa: “Voglio che me lo fai così il pediluvio...con mio calzino sporco in bocca...hai capito?”
Isauro che non può parlare annuisce col capo e inizia a lavarle i piedi. Quando ha finito, la padrona lo fa mettere a quattro zampe e gli poggia, incrociandoli, i piedi sopra rilassandosi ad occhi chiusi fino a che non viene servito il pranzo in tavola.
Il pranzo trascorre tranquillo, l'aria di tensione che c'era la mattina a colazione è solo un ricordo. La famiglia conversa serenamente, mentre i tre schiavi servono con molta attenzione.
Appena finito di sorseggiare il suo caffè d'orzo, Donna Vima che è ancora coi vestiti da cavallo, ordina ad Isauro di salire in camera e di prepararle il bagno per la doccia. La sua doccia, quella che il suo schiavo le ha fatto già assaggiare ieri sera e che le è piaciuta tanto da non vedere l'ora di ripetere, massaggio susseguente compreso. Questa si che è vita – pensa la donna mentre sale le scale che la portano in camera da letto – mentre quella dello schiavo Isauro sarà un inferno!
sottomesso1996@gmail.com
La donna guarda l'orologio e gli risponde: “In tempo...un altro minuto e c'erano le altre frustate... (si rivolge allo schiavo che gli ha fatto da sgabello) tu!...vai a prendere il guinzaglio per il mio schiavo...muoviti!”
Lo schiavo veloce obbedisce e altrettanto velocemente ritorna col guinzaglio. Glielo attacca al collare di Isauro e porge il manico alla padrona. Così, Donna Vima a cavallo e il suo schiavo a piedi tenuto al guinzaglio, partono per il giro mattutino alla tenuta di famiglia.
Il giro prevede la visita alle coltivazioni, dove Donna Vima osserva gli schiavi lavorare. Schiavi che come la vedono si fermano e stanno sull'attenti a testa bassa, terrorizzati che anche solo per capriccio decida di punire a frustate uno di loro, fino a quando non gli da l'ordine di rimettersi al lavoro. S'informa con il campiere, un uomo libero ingaggiato per il controllo ed il governo degli schiavi, sullo stato della tenuta e sul lavoro. Controlla i raccolti e ordina che ciò che le serve venga subito portato in casa.
Dopo, prima del ritorno a casa, Donna Vima passa a far visita alla sua cara amica, confinante di proprietà, Donna Sousila, sua coetanea, come lei una piccola proprietaria terriera e di schiavi.
Sousila, come la vede arrivare a cavallo con Isauro a guinzaglio: “Vima buongiorno...(sposta la testa perchè attirata dallo schiavo a guinzaglio) ...è questo che ti stai portando chi è?”
Vima, si avvicina alla staccionata di divisione delle proprietà. Scende da cavallo che lega ad un paletto. Stacca il guinzaglio ad Isauro e gli ordina: “Attaccata alla sella c'è una custodia...lì c'è il mio ombrello parasole...lo prendi e siccome camminerai sempre accanto a me, lo userai per ripararmi dal sole, chiaro?...impara!...spero di non dovertelo ripetere più...muoviti!”.
Isauro veloce esegue e con la padrona sotto l'ombrello entrano nella proprietà di Donna Sousila che li fa accomodare nel patio della sua villa.
Le due donne si salutano baciandosi sulle guance e Vima risponde alla domanda di prima : “Il mio nuovissimo schiavo personale...ma l'hai guardato bene?”
Sousila, strizzando gli occhi: “Oh...ma è un bianco!...Un bianco come schiavo personale, Vima...ma dai! (le due donne ridono) ma dove l'hai trovato un bianco? (Vima gli dice di Ramon) che fortuna...è bellissimo...biondo, occhi azzurri e così giovane...stupendo Vima...complimenti...e immagino che non appena te lo sei portato a casa lo hai usato subito, no?”
Vima, con un sorrisetto malizioso: “Tu cosa pensi?...”
Sousila: “Che lo avrei fatto pure io!! (ride) ...ma dimmi, dimmi...e com'è?”
Intanto le due donne si accomodano su delle poltroncine, Isauro rimane in piedi dritto leggermente dietro la poltroncina dov'è seduta la sua padrona. Sousila ordina ad uno schiavo li in piedi dritto davanti la porta d'ingresso di casa, di servire subito da bere delle bibite fresche.
Quindi mentre sorseggiano, Vima le risponde: “Com'è!?...non vorrei farglielo sentire perchè m'insegni che agli schiavi non vanno mai fatti i complimenti altrimenti prendono brutti vizi, gli schiavi ci devono temere e vanno tenuti sotto i piedi non solo metaforicamente, ma proprio materialmente come ho fatto stamattina io col mio (ride)...però faccio per te uno strappo alla regola...è stato stupendo!...acquisto azzeccatissimo!...oddio, forse era da tanto che non mi prendevo un momento per me stessa, ma quanto ho goduto...quanto!...da sola e con mio marito!”
Sousila, ridendo di gusto: “Anche Garson?...”
Vima: “Si...si...da sola, doccia e massaggio e poi in coppia, non sai quanto si gode costringendo il tuo schiavo a guardarti mentre scopi col tuo uomo...fantastico!”
Sousila: “Ah questo non lo posso sapere perchè sono anni che sono vedova...magari se decido di trovare un uomo per me ci proverò anch'io...ma su quello che hai fatto da sola, ci credo su come avrai goduto...godo pure io con questa...questa...scimmia (indica lo schiavo che gli sta dritto in piedi al lato) che ho per schiavo personale, immagino cosa possa essere sollazzarsi la fica con una meraviglia come il tuo...”
Vima: “Eh...magari uno di questi pomeriggi, se passi da me o vengo io...un giretto con il mio te lo faccio fare...doccia, massaggio e pedicure...che ne pensi?”
Sousila: “Davvero!!??...ma sarebbe stupendo!...per me anche adesso!”
Vima: “No adesso che è tardi e devo rincasare per il pranzo...e poi dopo devo usarlo io...se me lo spompi, come faccio la doccia?”. Le due donne scoppiano a ridere all'unisono.
Quindi le due amiche si mettono a conversare di altro, delle loro cose personali, ignorando totalmente il povero Isauro sempre fermo e dritto in piedi accanto la sua padrona. Il ragazzo è decisamente stanco e provato: ha preso quella decina di frustate per gli stivali, poi la strada a piedi tenuto al guinzaglio dalla padrona a cavallo col caldo che c'è a Muricio. Adesso è affamato ed assetato, ma è costretto a stare in piedi fermo.
Donna Vima, finita la conversazione quando sta per alzarsi e andare via, si accorge delle condizioni del suo schiavo, in quanto barcolla, ed allora ha un minimo di pietà. Ma non per lui, quanto per se. Si, perchè uno schiavo personale per servire e soddisfare bene la propria padrona deve essere tenuto sempre in buona salute, ben alimentato e ben riposato. Così chiede prima di andare di far rifocillare Isauro e Sousila acconsente: “ma certo Vima...certo...(si rivolge al suo schiavo personale accanto anche lui costretto a stare dritto in piedi) tu!...portalo di la, lo fai abbeverare, lo fai mangiare e lo fai rinfrescare...muoviti!”
I due schiavi, quindi, vanno nel retro della cucina. Li Isauro può finalmente sedersi, rinfrescarsi, bere e mangiare. Mentre il ragazzo si sta riprendendo, chiede allo schiavo di Sousila come si trova con la sua padrona. Il creolo lo guarda, ma non risponde. Isauro dopo un po glielo ripete. Così il creolo, a bassissima voce, lo redarguisce: “Ma non te l'hanno insegnato che noi schiavi, soprattutto se di case diverse, non possiamo parlarci?...mi vuoi fare frustare? E tu pure?...(Isauro scuote la testa per dire no)...allora zitto, finisci di riprenderti e poi vai via...”
Così dopo un po, riposato, Isauro sta per tornare dalla sua padrona, quando il creolo che lo segue, sempre a bassissima voce, gli dice: “...comunque...non credo di trovarmi meglio di te con la tua di padrona...poco fa ho sentito che stamattina ti ha messo sotto i piedi...ecco, a me mette anche il culo in faccia e se lo fa leccare...”
Isauro, anche lui a bassissima voce: “...e dopo i piedi in faccia ho preso tante di quelle frustate per un granello di polvere che la padrona ha notato sui suoi stivali...”
Il creolo: “ecco..idem se la mia scopre qualcosa del genere sulle sue scarpe...quindi come vedi non c'è nulla di bello di cui conversare...ma solo tacere e maledire il giorno i cui ci hanno fatto schiavi”.
Quindi tornato da Donna Vima, che lo aspetta già a cavallo, Isauro, di nuovo al guinzaglio, fa ritorno a casa.
A casa, lo schiavo addetto alla scuderia sta portando il cavallo in stalla. Donna Vima è seduta sulla sua poltroncina nel patio della villa a sorseggiare una bibita fresca e Isauro gli sta sfilando gli stivali. Quando li ha tolti, la padrona gli ordina: “Vai prendere l'occorrente per il pediluvio...lo faccio sempre prima di fare la doccia...i miei piedi devono essere curati in maniera particolare (gliene mette uno in faccia ancora coi calzini sporchi) ...sacra, oserei dire! (lo scende) ...se trovo un unghia rovinata va sistemata subito...quindi, vai sbrigati!”
Lo schiavo va e torna veloce con l'occorrente. La padrona si è già tolta da sola i doppi calzini. Così s'inginocchia per iniziare il pediluvio e dopo averle messo i piedi a mollo, improvvisamente si vede davanti la mano della padrona che stringe appallottolato uno dei calzini sporchi e gli ordina: “Apri la bocca!” Isauro obbedisce e Donna Vima glielo mette in bocca, poi scoppia a ridere e gli fa: “Voglio che me lo fai così il pediluvio...con mio calzino sporco in bocca...hai capito?”
Isauro che non può parlare annuisce col capo e inizia a lavarle i piedi. Quando ha finito, la padrona lo fa mettere a quattro zampe e gli poggia, incrociandoli, i piedi sopra rilassandosi ad occhi chiusi fino a che non viene servito il pranzo in tavola.
Il pranzo trascorre tranquillo, l'aria di tensione che c'era la mattina a colazione è solo un ricordo. La famiglia conversa serenamente, mentre i tre schiavi servono con molta attenzione.
Appena finito di sorseggiare il suo caffè d'orzo, Donna Vima che è ancora coi vestiti da cavallo, ordina ad Isauro di salire in camera e di prepararle il bagno per la doccia. La sua doccia, quella che il suo schiavo le ha fatto già assaggiare ieri sera e che le è piaciuta tanto da non vedere l'ora di ripetere, massaggio susseguente compreso. Questa si che è vita – pensa la donna mentre sale le scale che la portano in camera da letto – mentre quella dello schiavo Isauro sarà un inferno!
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