Un Natale diverso
di
Matteezia
genere
incesti
Ciao a tutti!
Quest’anno Natale non fu come gli anni passati, alcuni problemi di un parte di famiglia, impossibilitata ad essere presente al consueto pranzo di Natale, impedì l’ accadere di quest’ultimo.
Mia mamma per prima non poté presenziare in quanto all’estero per lavoro.
Non essendo un grande amante dei pranzi in famiglia non fui esattamente dispiaciuto di questo scenario, anzi, più libertà e meno problemi.
La mattina di Natale feci un paio di tappe per gli auguri: alcuni miei amici e mia nonna. Attorno all’ora di pranzo tornai a casa, parcheggiai la macchina nel mio garage ma mi recai a casa di zia pochi metri più in là.
Zia mi aspettava e al suono del campanello aprí il cancelletto e mi fece trovare la porta di casa appoggiata così da poter entrare.
Entrai urlando “Ciao Zia!”, attaccai la giacca all’attaccapanni, tolsi le scarpe e andai in cucina.
Zia stava scrivendo un messaggio appoggiata al tavolo della cucina: leggings neri stretti, calzettone bianco, maglione natalizio rosso con i capelli legati a coda di cavallo. Mi avvicinai, posai una mano sul suo culo, una sulla schiena, “Buon Natale Zietta !”, si girò, Z”Buon Natale anche a te!”, mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia ma piuttosto spostato verso le mie labbra.
Non pranzammo ma aprimmo una bottiglia di vino che sorseggiammo seduti a tavola, uno di fronte all’altro ma stando dalla stessa parte del tavolo.
Parlammo di quanto strano fosse non essere a tavola con i soliti parenti tra mille piatti.
Parlando di ciò ci vennero in mente anche tante nostre avventure durante pranzi simili: provocazioni, palpate, toccatine e scopate vere e proprie.
Continuammo a parlare bevendo qualche calice di vino, zia si stiracchiò e poggio i piedi su di me. Continuando a bere cominciai ad accarezzarli, inserii la mano dentro al calzino andando a sentire il suo piedino nudo.
Li sentii particolarmente lisci e curati e questo mi eccitó parecchio, Z”Ho fatto la pedicure qualche giorno fa”, disse zia notando il mio continuo toccare, Z”Ho fatto anche lo smalto natalizio” proseguì.
Non vedevo l’ora di avere quei piedi nudi per me, la curiosità era a mille. Di recente zia si fece tatuare il collo del piede destro ma non ebbi ancora l’occasione di vederlo bene dal vivo, poi con la curiosità dello smalto fui ancora più impaziente.
Tolsi i calzini e ammirai quei due piedini: smalto bianco-rosso a dita alterne, questo tatuaggio super arrapante che prendeva tutto il collo del piede fino alla caviglia, la pelle liscia e morbida e un profumo delicato.
Posai il calice di vino, avvicinai la sedia e mi portai il piede tatuato alla bocca, leccai come un pazzo passando ogni dito e tutto il collo del piede. Leccai la pianta che rimane però la mia parte preferita del piedino di zia.
Presi anche l’altro piede a cui riservai lo stesso trattamento del suo gemello, a zia cominciava a piacere la situazione e lo notai subito. Io rimasi immerso su quei piedi a lungo senza pensare ad altro.
Di tanto in tanto mi fermavo ad ammirarli e a strizzare l’occhio a zia.
Zia riprese possesso dei suoi piedi tirandoli a se, li allungó nuovamente su di me posandoli sulle mie gambe e pian piano salendo fino al vistoso rigonfiamento dei miei pantaloni.
Ripresi tra le mani il piede tatuato, zia con l’altro tastava il mio rigonfiamento.
Z”Tiralo fuori!”, staccó i piedi da me e li
lasció a mezz’aria, mi levai i pantaloni e mutande e tornai a sedermi.
Zia prese il cazzo tra la sue piante dei piedi cominciando a segarmi lentamente.
Cominciai subito a godere come un matto e a zia la cosa piacque immediatamente.
Era bravissima ma non volevo finisse subito, le presi un piede e cominciai a baciarlo nuovamente. Con il piede libero zia continuó a tastare il mio cazzo con alcune palpatine anche alle palle.
Zia riprese il pallino del gioco: riprese il mio cazzo tra i piedi, stavolta tra pianta e collo continuando quanto interrotto poco prima.
Le presi i piedi e li spostai dal mio cazzo, la feci alzare in piedi, la girai e le abbassai i leggings, scoprii le sue graziose mutandine rosse, le toccai sentendo la sua bella fighetta già umidiccia.
Zia scostó le mutandine, prese il mio cazzo puntandolo sulla sua fighetta e si sedette sopra. Rimase ferma con il mio cazzo dentro di se qualche secondo, iniziando pian piano a muoversi lentamente.
Le mie mani si concentrano sulle sue chiappe: le strizzai costantemente.
Portai le mani sui suoi fianchi, cercando di farle aumentare il ritmo, zia capì e comincio a scoparmi a ritmo più elevato.
Cominciammo a gemere entrambi con zia che prevalse in questo confronto tra gemiti.
Zia si tolse il cazzo dalla figa, le tolsi le mutande e si appoggió sul tavolo. Allargai le sue chiappe e con la faccia mi fiondai in mezzo ad esse.
Mi concentrai subito sul suo bell’ano leccandolo senza sosta, mi abbassai sulla sua figa tornando subito dopo sull’ano. La leccai senza sosta per diverso tempo.
Z”Buttalo dentro! Scopami tu adesso”, zia mi imploró, l’eccitazione era palpabile.
Puntai il cazzo sulla figa della zietta, spinsi ed entrai. Lentamente cominciai a muovermi dentro di lei, movimenti lenti per gustarmi la vista del mio cazzo che entrava ed usciva dal corpo di mia zia.
Zia era eccitatissima e continuava a godere.
Continuai a fotterla andando anche a stimolarle l’ano: con il pollice della mano la penetrai.
Tolsi il cazzo dalla figa, mi abbassai per fare una breve leccata all’ano di zia, ci sputai sopra e mi rialzai.
Puntai il buco di zia, spinsi, il culo si aprì facendomi entrare.
Zia sussultó chiedendo continuamente di fare piano, entrai del tutto e rimasi fermo qualche secondo per farla abituare.
Al cenno di zia partii a scoparla: cominciai come prima a ritmo lento e controllato, più passava il tempo più zia iniziava a godere, appena me ne accorsi aumentai il ritmo.
Zia cominció ad incitarmi ad andare, le afferrai i capelli legati e cominciai a scoparla con colpi profondi, sempre di più, profondi e secchi.
Godemmo entrambi parecchio: il culo di zia avvolgeva e stringeva il mio cazzo sempre di più, zia assecondava sempre di più i colpi che davo.
Tolsi il cazzo e lasciai zia rifiatare qualche secondo.
Mi prese per mano e andammo sul divano del salone: mi sdraiai posandomi sui cuscini del divano, zia si mise sopra di me, inserí il cazzo bella sua figa cominciando a scoparmi a ritmo forsennato, le sue chiappe sbattevano all’ impazzata sul mio corpo. Zia gemeva e godeva come una pazza.
Un suo piede spesso raggiungeva la mia faccia, zia lo fece senza che io mio muovessi. Leccai quel piedino gentilmente offertomi.
Con la mano tirai fuori il cazzo dalla figa di zia, lo puntai sul suo ano, zia si chinò in avanti e fece entrare il cazzo nel suo ano.
Sussultò anche sta volta, subito partii a fotterla. Le mie mani strizzarono e avvinghiarono le chiappe di zia.
Le spaccai il culo, godemmo come pazzi e zia volle smettere.
Il cazzo uscì, zia si alzò e successivamente si sdraiò spalancando le gambe, mi alzai e mi fiondai a leccare la sua figa piena di umori.
Leccai senza sosta, zia spinse la mia testa contro la sua figa, continuai ancora e zia venne, sentii i suoi gemiti forti, la mano che mi spingeva in maniera decisa verso di se e l’incrementarsi degli umori.
Zia rifiatò mentre io non smisi di leccarla, lei continuò ad accarezzarmi la testa mentre le leccavo la figa.
Fui praticamente al limite: mi alzai e buttai il cazzo nella figa, diedi un paio di colpi belli decisi, tirai fuori il cazzo, le presi i piedi e li avvicinai portandoli sopra alla sua figa. Iniziai a menarmelo e dopo qualche secondo eruttai tutta la sborra trattenuta per tutto il tempo.
Il bellissimo tatuaggio sul piede di zia venne ricoperto dalla mia sborra, stessa sorte per le dita dei piedini.
Gemetti come un pazzo cercando di tirare fuori ogni singola goccia di sborra dal mio cazzo.
In tutto ciò zia mi incitò a sborrare sui suoi piedi, mi fissò tutto il tempo cominciando a ridacchiare al sentire il primo schizzo di sborra colpire la sua pelle calda.
Dopo il grande orgasmo rimasi in piedi, zia allungò i piedi e prese il cazzo massaggiandolo ancora.
La feci alzare e la abbracciai, lei mi diede un bacio, la caricai tra le mie braccia e la portai in bagno per farle lavare i piedi dalla sborra.
Grazie!
Quest’anno Natale non fu come gli anni passati, alcuni problemi di un parte di famiglia, impossibilitata ad essere presente al consueto pranzo di Natale, impedì l’ accadere di quest’ultimo.
Mia mamma per prima non poté presenziare in quanto all’estero per lavoro.
Non essendo un grande amante dei pranzi in famiglia non fui esattamente dispiaciuto di questo scenario, anzi, più libertà e meno problemi.
La mattina di Natale feci un paio di tappe per gli auguri: alcuni miei amici e mia nonna. Attorno all’ora di pranzo tornai a casa, parcheggiai la macchina nel mio garage ma mi recai a casa di zia pochi metri più in là.
Zia mi aspettava e al suono del campanello aprí il cancelletto e mi fece trovare la porta di casa appoggiata così da poter entrare.
Entrai urlando “Ciao Zia!”, attaccai la giacca all’attaccapanni, tolsi le scarpe e andai in cucina.
Zia stava scrivendo un messaggio appoggiata al tavolo della cucina: leggings neri stretti, calzettone bianco, maglione natalizio rosso con i capelli legati a coda di cavallo. Mi avvicinai, posai una mano sul suo culo, una sulla schiena, “Buon Natale Zietta !”, si girò, Z”Buon Natale anche a te!”, mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia ma piuttosto spostato verso le mie labbra.
Non pranzammo ma aprimmo una bottiglia di vino che sorseggiammo seduti a tavola, uno di fronte all’altro ma stando dalla stessa parte del tavolo.
Parlammo di quanto strano fosse non essere a tavola con i soliti parenti tra mille piatti.
Parlando di ciò ci vennero in mente anche tante nostre avventure durante pranzi simili: provocazioni, palpate, toccatine e scopate vere e proprie.
Continuammo a parlare bevendo qualche calice di vino, zia si stiracchiò e poggio i piedi su di me. Continuando a bere cominciai ad accarezzarli, inserii la mano dentro al calzino andando a sentire il suo piedino nudo.
Li sentii particolarmente lisci e curati e questo mi eccitó parecchio, Z”Ho fatto la pedicure qualche giorno fa”, disse zia notando il mio continuo toccare, Z”Ho fatto anche lo smalto natalizio” proseguì.
Non vedevo l’ora di avere quei piedi nudi per me, la curiosità era a mille. Di recente zia si fece tatuare il collo del piede destro ma non ebbi ancora l’occasione di vederlo bene dal vivo, poi con la curiosità dello smalto fui ancora più impaziente.
Tolsi i calzini e ammirai quei due piedini: smalto bianco-rosso a dita alterne, questo tatuaggio super arrapante che prendeva tutto il collo del piede fino alla caviglia, la pelle liscia e morbida e un profumo delicato.
Posai il calice di vino, avvicinai la sedia e mi portai il piede tatuato alla bocca, leccai come un pazzo passando ogni dito e tutto il collo del piede. Leccai la pianta che rimane però la mia parte preferita del piedino di zia.
Presi anche l’altro piede a cui riservai lo stesso trattamento del suo gemello, a zia cominciava a piacere la situazione e lo notai subito. Io rimasi immerso su quei piedi a lungo senza pensare ad altro.
Di tanto in tanto mi fermavo ad ammirarli e a strizzare l’occhio a zia.
Zia riprese possesso dei suoi piedi tirandoli a se, li allungó nuovamente su di me posandoli sulle mie gambe e pian piano salendo fino al vistoso rigonfiamento dei miei pantaloni.
Ripresi tra le mani il piede tatuato, zia con l’altro tastava il mio rigonfiamento.
Z”Tiralo fuori!”, staccó i piedi da me e li
lasció a mezz’aria, mi levai i pantaloni e mutande e tornai a sedermi.
Zia prese il cazzo tra la sue piante dei piedi cominciando a segarmi lentamente.
Cominciai subito a godere come un matto e a zia la cosa piacque immediatamente.
Era bravissima ma non volevo finisse subito, le presi un piede e cominciai a baciarlo nuovamente. Con il piede libero zia continuó a tastare il mio cazzo con alcune palpatine anche alle palle.
Zia riprese il pallino del gioco: riprese il mio cazzo tra i piedi, stavolta tra pianta e collo continuando quanto interrotto poco prima.
Le presi i piedi e li spostai dal mio cazzo, la feci alzare in piedi, la girai e le abbassai i leggings, scoprii le sue graziose mutandine rosse, le toccai sentendo la sua bella fighetta già umidiccia.
Zia scostó le mutandine, prese il mio cazzo puntandolo sulla sua fighetta e si sedette sopra. Rimase ferma con il mio cazzo dentro di se qualche secondo, iniziando pian piano a muoversi lentamente.
Le mie mani si concentrano sulle sue chiappe: le strizzai costantemente.
Portai le mani sui suoi fianchi, cercando di farle aumentare il ritmo, zia capì e comincio a scoparmi a ritmo più elevato.
Cominciammo a gemere entrambi con zia che prevalse in questo confronto tra gemiti.
Zia si tolse il cazzo dalla figa, le tolsi le mutande e si appoggió sul tavolo. Allargai le sue chiappe e con la faccia mi fiondai in mezzo ad esse.
Mi concentrai subito sul suo bell’ano leccandolo senza sosta, mi abbassai sulla sua figa tornando subito dopo sull’ano. La leccai senza sosta per diverso tempo.
Z”Buttalo dentro! Scopami tu adesso”, zia mi imploró, l’eccitazione era palpabile.
Puntai il cazzo sulla figa della zietta, spinsi ed entrai. Lentamente cominciai a muovermi dentro di lei, movimenti lenti per gustarmi la vista del mio cazzo che entrava ed usciva dal corpo di mia zia.
Zia era eccitatissima e continuava a godere.
Continuai a fotterla andando anche a stimolarle l’ano: con il pollice della mano la penetrai.
Tolsi il cazzo dalla figa, mi abbassai per fare una breve leccata all’ano di zia, ci sputai sopra e mi rialzai.
Puntai il buco di zia, spinsi, il culo si aprì facendomi entrare.
Zia sussultó chiedendo continuamente di fare piano, entrai del tutto e rimasi fermo qualche secondo per farla abituare.
Al cenno di zia partii a scoparla: cominciai come prima a ritmo lento e controllato, più passava il tempo più zia iniziava a godere, appena me ne accorsi aumentai il ritmo.
Zia cominció ad incitarmi ad andare, le afferrai i capelli legati e cominciai a scoparla con colpi profondi, sempre di più, profondi e secchi.
Godemmo entrambi parecchio: il culo di zia avvolgeva e stringeva il mio cazzo sempre di più, zia assecondava sempre di più i colpi che davo.
Tolsi il cazzo e lasciai zia rifiatare qualche secondo.
Mi prese per mano e andammo sul divano del salone: mi sdraiai posandomi sui cuscini del divano, zia si mise sopra di me, inserí il cazzo bella sua figa cominciando a scoparmi a ritmo forsennato, le sue chiappe sbattevano all’ impazzata sul mio corpo. Zia gemeva e godeva come una pazza.
Un suo piede spesso raggiungeva la mia faccia, zia lo fece senza che io mio muovessi. Leccai quel piedino gentilmente offertomi.
Con la mano tirai fuori il cazzo dalla figa di zia, lo puntai sul suo ano, zia si chinò in avanti e fece entrare il cazzo nel suo ano.
Sussultò anche sta volta, subito partii a fotterla. Le mie mani strizzarono e avvinghiarono le chiappe di zia.
Le spaccai il culo, godemmo come pazzi e zia volle smettere.
Il cazzo uscì, zia si alzò e successivamente si sdraiò spalancando le gambe, mi alzai e mi fiondai a leccare la sua figa piena di umori.
Leccai senza sosta, zia spinse la mia testa contro la sua figa, continuai ancora e zia venne, sentii i suoi gemiti forti, la mano che mi spingeva in maniera decisa verso di se e l’incrementarsi degli umori.
Zia rifiatò mentre io non smisi di leccarla, lei continuò ad accarezzarmi la testa mentre le leccavo la figa.
Fui praticamente al limite: mi alzai e buttai il cazzo nella figa, diedi un paio di colpi belli decisi, tirai fuori il cazzo, le presi i piedi e li avvicinai portandoli sopra alla sua figa. Iniziai a menarmelo e dopo qualche secondo eruttai tutta la sborra trattenuta per tutto il tempo.
Il bellissimo tatuaggio sul piede di zia venne ricoperto dalla mia sborra, stessa sorte per le dita dei piedini.
Gemetti come un pazzo cercando di tirare fuori ogni singola goccia di sborra dal mio cazzo.
In tutto ciò zia mi incitò a sborrare sui suoi piedi, mi fissò tutto il tempo cominciando a ridacchiare al sentire il primo schizzo di sborra colpire la sua pelle calda.
Dopo il grande orgasmo rimasi in piedi, zia allungò i piedi e prese il cazzo massaggiandolo ancora.
La feci alzare e la abbracciai, lei mi diede un bacio, la caricai tra le mie braccia e la portai in bagno per farle lavare i piedi dalla sborra.
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