L'incontro

di
genere
etero

Sono sempre di fretta, vago tra la camera da letto e il bagno cercando un vestito che si adatti alla serata e il trucco da rifare, la ricerca di una scarpa adatta al lungo vestito è ancora più ardua, mi chiedo incessanetemente perché ho deciso di mettermi questa mise, che poteva benissimo andare anche un banale jeans, il casual non passa di moda per gente come me.
Sono Angela scrittrice di belle speranze ma in realtà una donna oramai negli anta, mai stata sposata non ricca, sempre impegnata in mille associazioni e a seguire mille idde e mille convegni, mai un momento vero per me, credo che questa vita sia la mia vita ma dentro di me sento che non è così, sento che devo trovare il coraggio di fermarmi, ma poi mi dico che non posso, che non ho la sicurezza di un posto fisso, di un marito e che il lavoro di scrittrice è così, mai ferma, se ti fermi sei perduta e io mi sono fermata per cinque lunghi anni.
Carlo è un editore, lo devo incontrare questa sera, dice di aver letto le bozze del mio ultimo scritto, gli piace e ne vuole parlare con me, a quattrocchi; mi sono messa in ghingheri per lui, so già che è il classico piacione, tutto sorrisi e ammiccamenti, tutto fumo poco arrosto, ma adesso ho solo lui e devo cucinarmelo per bene, spero solo di riuscire anche a digerirlo perché ho un carattere difficile.
Il posto si chiama "All'amo d'oro" trattoria in periferia rinomata per il pesce, io non l'ho mai sentita, lui dice che ci va spesso, e dando un'occhiata al posto gli credo, è il classico posticino isolato dove portare le prede, e so bene che lui ama inseguire prede come me, che ho bisogno disperato di lavorare e di soldi.
Arrivo in taxi, il tassista si gira per prendere i soldi e si prende come copiosa mancia la mia scollatura che si apre facendo intravedere il mio seno, una volta florido e ora opulentemente pesante, faccio buon viso a questa sorte ed esco, lui è già lì in completo spezzato blu; ecco penso, ho sbagliato tutto lui è casual e io elegante, le scarpe col tacco poi non hanno senso qui andavano bene le nike e il jeans che porto sempre, ma è tardi per ripensarci, saluto porgendo la mano, lui la prende e poi mi attira a se dandomi due baci sulle guance.
Sorrido e anche lui sornione, si ho capito, hai visto la scena in taxi ma credimi non era affatto voluta, se pensi che sia qui per scopare ed esibirmi caschi male, e sì lo so che alla fine la scopata ci scapperà perché io ho bisogno di lavorare e tu non vuoi lasciarmi credere che lo fai solo perché sono una brava scrittrice, mi vuoi far pensare, vorrai dirmi, prima di scopare, che ci penserai prima di farmi sapere che il lavoro è ok.
Ma lo so che è un gioco, quindi dai entriamo e giochiamo.
Ed entriamo nel sobrio locale, mi piace almeno questo non è esageratamente pretestuoso, i camerieri si fanno avanti, ti conoscono e non ne avevo dubbi, ti siedi nel "solito" tavolo e ordini anche per me Cacciucco e Vernaccia (minchia penso, questo vuole uccidermi) io sorrido al cameriere e ordino un'insalata, almeno servirà a stemperarmi la bocca e che diamine ora capisco perché hai la fama di tomber de femme, tu le stendi prima di prenderle ti credo che non ti dicono di no, non ne hanno la forza.
Comunque parliamo, non di lavoro si intende questo è sottinteso che non è il motivo della serata, questo sono io, parliamo quindi di me e di come sono brava, di come ho avuto il coraggio a quarant'anni suonati a rimettermi in carriera; e ti credo devo mangiare anche io, e parliamo e bevo, la Vernaccia è forte e non solo di sapore mi mette allegria ma sto comunque attenta a non ubriacarmi, voglio fartelo credere e tenere sempre io il bastone del comando, tu fai la tua parte che io faccio la mia.
Ti chiedo se ti piace il tuo lavoro, tu dici di sì che ti piace moltissimo che lo trovi esaltante, gli dico che ha la nomea di farsi tutte le donne che gli passano a tiro, ecco sono io che ti conduco nella tana del lupo, parliamo di sesso vediamo come te la cavi, e tu parti a dirmi che per questa casa editrice per la quale lavori già da quindici anni hai e che hai spinto già otto donne a diventare scrittrici, mi fai i nomi, nomi che già conosco, alcune affermate altre si sono fermate al primo lavoro.
E così la cena si trascina fino alla fine, la commedia è quasi finita e ancora non hai tirato fuori l'argomento che più mi interessa, il mio libro; nemmeno l'altro dopotutto, non parli molto di sesso, non spingi l'argomento, forse penso, le chiacchiere su di te sono solo chiacchiere ma oramai sono qui e io sono nota per essere una che va fino in fondo, anche se poi ci deve sbattere la testa.
Così finiamo la cena, ovviamente paghi tu, io ti soprendo dicendoti che vorrei finire la serata in qualche modo, tu non sai che fare sei imbarazzato, è la prima volta? E io ti soprendo ancora, ti chiedo di accompagnarmi in un posto e tu accetti, ma anche tu sei in taxi così ne chiamiamo uno che in dieci minuti arriva, gli dico un indirizzo vicino al mare, lui parte e io parlo con te. Siamo seduti tutti e due dietro, io mi siedo di traverso facendo un po aprire la scollatura col movimento casuale del busto, non ho i seni al vento ma ci manca poco e tu fai tanto d'occhi, io ti lascio guardare, intanto butto la discussione sull'argomento che tratto nel libro e tu mi segui, penso che fortunata che sono, questo qui l'ha pure letto.
Arriviamo vicino al mare, scendiamo e pago io la corsa, ma non è per ricambiare ma per farti capire che so comandare, vado verso il mare stiracchiandomi, mi giro verso di te e ti chiedo se non trovi anche tu tutto questo meraviglioso, dici di sì, io ti dico che vorrei farmi un bagno, tu dici che sono matta. Ma questo è niente.
Rido e gli dico che ora sono Bettina la protagonista del mio romanzo che si tuffa di notte nelle acque gelide per trovare la morte e l'oblio e invece... tu ridi ma quando io mi spoglio del vestito capisci che non scherzo più, davanti al mio seno nudo non ridi, io ti tolgo la giacca e la butto a terra, mi ci siedo sopra e mi sfilo le scarpe, poi con mossa fulminea tolgo anche gli slip.
Tu sei ancora lì attonito, non sai che fare alchè mi alzo e ti chiedo se vuoi fare un bagno o vuoi solo guardare, tu ti risvegli e mi dici che sì fai il bagno, ti aiuto a spogliarti tra le risate, rido di te nudo, rido di me stessa che non ho vergogna di giocare nuda con un semisconosciuto su una spiaggia pubblica di notte, ci buttiamo tra le onde, giochiamo, tu mi abbracci da dietro e io butto le braccia dietro per prenderti il collo, mi sfiori i seni, i capezzoli sono durissimi dall'eccitazione e sento l'elettrcità data dal tuo sfiorarli.
Mi giro e scherzosa ti bacio prima in faccia, dove capita, poi abbracciandoti in bocca in un lungo bacio salato, i nostri corpi aderiscono tra loro e sento il calore montarmi dentro.
Ti prendo per l'arnese ancora molle e ridendo ti trascino per quello strano guinzaglio verso riva dove ti butto a terra e ti vengo sopra, ti bacio, bacio tutta la tua pelle, scendo verso l'ombellico, dove soffio via l'acqua e poi più giù dove sento che qualche cosa si sta muovendo, e lo accolgo tra le mie labbra come una madre farebbe col proprio figlio al seno, solo che non sono una madre ma una mantide vorace.
Lo sento crescere tra le labbra, lo assaporo, lo lecco, gioco con la lingua eppoi di nuovo lo ingoio voracissima.
Mugolo di piacere mentre mi masturbo passando la mia figa su un tuo ginocchio e mi muovo per aumentare il mio piacere mentre con la bocca non mollo il tuo cazzo che ora spinge voglioso di attenzioni, sei ben fornito non credevo fino a poco fa, sembravi normale quando barzotto l'ho preso in mano prima nell'acqua e invece è un cazzo di tutto rispetto. Bravo, allora una qualità ce l'hai pure tu.
Ti sento respirare forte, anche io sono eccitata ma non voglio che tu venga di già, no devi darmi piacere prima eppoi voglio torturarti, prendo il tuo scroto tra le mani mentre non lo lascio mai con la bocca, tiro giù la pelle scappellandolo e ti do morsetti con i denti sotto il prepuzio, so che stai morendo sotto la mia dolce tortura e io sadica non mollo l'osso, ho il mio piacere nel torturarti, io posso venire ancora, l'orgasmo che ho avuto masturbandomi col tuo ginocchio non mi è certo servito a saziarmi.
Ora ti ho in pugno, letteralmente, succhio e ti guardo, tu non mi guardi tu te ne stai a occhi chiusi sospirando e pensando che non ti è mai capitata una scopata così, sbagli, sono io che ti scopo, non sarò la tua nona preda, so già che il libro verrà pubblicato, l'hai letto e non l'hai cestinato, questo mi basta, ora mi diverto.
Con un guizzo mi sollevo, tu mi guardi supplichevole, stavi per venire, lo so l'ho sentito mentre avevi il respiro stretto, mentre iniziavi a sussultare, ma io non voglio finirti così, sono in piedi sopra di te e ti guardo preda, te la faccio pure vedere, poi mi infilo due dita nella figa fradicia dei miei umori e mi allargo le labbra quindi mi calo su di te, con una mano mi guido dentro il tuo cazzo che scivola nella mia guaina ben lubrificata, tu sospiri beato io godo.
Mi muovo avanti e indietro, di lato, ruoto leggermente il bacino, mi assesto su quel bel manico che mi squassa tutta, mi piace hai un bel cazzo, penso che seppur sei un tipo senza valore almeno una qualità d'eccellenza ce l'hai pure tu, e io questa eccellenza questa notte, me la prendo tutta, mi muovo su e giù forzandomi sui talloni, la sabbia cedendo mi aiuta, sento la tua asta uscire e poi rientrare nella mia figa bollente, sento la sciacquettio della mia smegna colare lungo il tuo cazzo e finire sul tuo pube, la sento bagnarmi il culo mentre mi appoggio all'indietro.
Mi prendo i seni, e mi inarco, mugolo godendomi la tua asta dentro di me, tu non ne puoi più ma io non ti sento io ora sono sola con me, tu godi finalmente, non ne potevi più e vieni in un fiotto di sperma caldo, io non mi scompongo neppure voglio il mio orgasmo e continuo a muovermi come prima fino a che con un grido smorzato vengo, mi fermo un attimo tremante, ti guardo, ti sorrido e calo su di te abbracciandoti.
Restiamo così, sento il tuo arnese tornare barzotto, poi dopo un po' riposata mi alzo, ti prendo per mano e ti trascino in acqua, ci laviamo poi torniamo sulla sabbia, io mi accoccolo tra le tue gambe, guardo il tuo arnese, l'unica cosa che mi interessa di te, ci appoggio la bocca e in quella posizione iniziamo a parlare di noi.

Lù..
scritto il
2015-07-30
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