Tempo di musica
di
Inchiostro&Miele
genere
etero
Da poco arrivati alla festa, quasi snobbati dai festeggiati, io ed Eleonora, annoiati, quando scorgemmo la via libera ci dirigemmo nel bagno.
- Che festa di merda - le dissi chiudendomi la porta alle spalle.
Lei mi si gettò addosso, affamata di baci e d'affetto, ma eccitata soprattutto dal pericolo che stavamo correndo; sarebbe bastato nulla, infatti, come un mal di pancia improvviso di qualcuno dei partecipanti, affinché tutto il mondo sapesse che noi, durante il matrimonio di Carlotta, mia cugina, ci eravamo rinchiusi a scopare nel cesso.
Immaginavo già la faccia che avrebbero fatto, vedendomi tra le gambe di Eleonora, ed io che avrei detto il classico: "non è come sembra".
- Aspetta, lo tieni il preservativo? - mi chiese.
- No
- Allora non si fa niente - e scostandomi con il braccio destro, allungato verso il mio petto, provò a rialzarsi l'intimo.
- Ma che dici... aspetta... vengo fuori.
- È rischioso
- Ehy guarda qua - e mi indicai il cazzo, che in quel momento era duro come il marmo - non puoi lasciarmi così.
- Certo che posso - mi rispose dispettosa.
Le afferrai le spalle e la bloccai sul muro, tenendola stretta per il collo.
- Vengo fuori - le dissi, e contro la sua volontà le tolsi l'intimo, finendo per stapparglielo.
- Cazzo - disse sentendo il rumore di strappo.
- Shh, non è niente - e le posi una mano sulla gancia, allungando le dita alla sua bocca, che lei prese a succhiare con trasporto.
- Ora entro, ok? - le dissi passandole il mio uccello tra le gambe, solo esteriormente, per il momento. Lo passai su quel folto e delicato prato di peli scuri, che molti disprezzano, mentre per me rappresentano l'essenza stessa della femminilità.
Cioè, ho scopato anche donne che lì in mezzo erano depilate, saranno gusti, ma per me non c'è paragone, sempre meglio una bella fica pelosa!
Lei non mi rispose, poiché per rimanere coerente con la sua posizione di prima avrebbe dovuto rispondere con un "no", ma voleva scopare quanto lo volevo io, quindi non voleva correre il rischio che dicendo "no" io l'ascoltassi, ed inoltre non pronunciandosi aveva la possibilità, dopo, di dirmi che comunque lei era stata contraria - benché fosse bagnata come una tovaglia sulla quale è stata rovesciata dell'acqua.
Eleonora quando scopa è molto rumorosa, i suoi gemiti sono pesanti, e spesso, quando lo facciamo a casa, siamo una sinfonia per quello sporcaccione del vicino; il quale mentre noi scopiamo è probabilmente al cesso a spararsi un segone.
- Si... continua... ah
- Abbassa la voce, ci sentiranno
- Continua - urlò lei forte, per farmi capire che non le importava niente degli altri.
Le infilai nuovamente la mano in bocca, per farla stare zitta, ma lei ridendo mi mordeva le dita, e non come morderebbe chi lo fa per gioco, ma come un'affamata. Le coprii con un braccio i seni, strizzandole con le dita della mano sinistra quello destro.
Dall'esterno penetrò una musica, forse i festeggiati e gli invitati avevano preso a ballare, ed io ridendo le dissi - Stanno ballando.
Era un'esclamazione così frivola e insulsa, ma generò in noi un riso convulso, incessante, tanto da portarla a girarsi per guardarmi negli occhi, per tappare quelle risate con un bacio prolugato.
La afferrai come se stessimo danzando e prendemmo a scopare a tempo di musica, con delicateza, come se nel nostro sesso non ci fosse più eccitazione, ma soltanto passione e sensualità.
Lei raggiunse l'orgasmo prima di me, me ne accorsi dalle grida che era costretta a soffocare, anche se ora, sfruttando la presenza della musica, potevamo concederci qualche rumorino in più.
Continuò con la mano, ed in poco tempo raggiunsi anche io l'orgasmo.
Prima d'uscire m'aggiustò la cravatta, il collo della camicia, ed io le chiusi il vestito; uscimmo con indifferenza verso gli altri, lei legata al mio braccio, ed in pista riprendemmo a ballare come fossimo da soli.
- Che festa di merda - le dissi chiudendomi la porta alle spalle.
Lei mi si gettò addosso, affamata di baci e d'affetto, ma eccitata soprattutto dal pericolo che stavamo correndo; sarebbe bastato nulla, infatti, come un mal di pancia improvviso di qualcuno dei partecipanti, affinché tutto il mondo sapesse che noi, durante il matrimonio di Carlotta, mia cugina, ci eravamo rinchiusi a scopare nel cesso.
Immaginavo già la faccia che avrebbero fatto, vedendomi tra le gambe di Eleonora, ed io che avrei detto il classico: "non è come sembra".
- Aspetta, lo tieni il preservativo? - mi chiese.
- No
- Allora non si fa niente - e scostandomi con il braccio destro, allungato verso il mio petto, provò a rialzarsi l'intimo.
- Ma che dici... aspetta... vengo fuori.
- È rischioso
- Ehy guarda qua - e mi indicai il cazzo, che in quel momento era duro come il marmo - non puoi lasciarmi così.
- Certo che posso - mi rispose dispettosa.
Le afferrai le spalle e la bloccai sul muro, tenendola stretta per il collo.
- Vengo fuori - le dissi, e contro la sua volontà le tolsi l'intimo, finendo per stapparglielo.
- Cazzo - disse sentendo il rumore di strappo.
- Shh, non è niente - e le posi una mano sulla gancia, allungando le dita alla sua bocca, che lei prese a succhiare con trasporto.
- Ora entro, ok? - le dissi passandole il mio uccello tra le gambe, solo esteriormente, per il momento. Lo passai su quel folto e delicato prato di peli scuri, che molti disprezzano, mentre per me rappresentano l'essenza stessa della femminilità.
Cioè, ho scopato anche donne che lì in mezzo erano depilate, saranno gusti, ma per me non c'è paragone, sempre meglio una bella fica pelosa!
Lei non mi rispose, poiché per rimanere coerente con la sua posizione di prima avrebbe dovuto rispondere con un "no", ma voleva scopare quanto lo volevo io, quindi non voleva correre il rischio che dicendo "no" io l'ascoltassi, ed inoltre non pronunciandosi aveva la possibilità, dopo, di dirmi che comunque lei era stata contraria - benché fosse bagnata come una tovaglia sulla quale è stata rovesciata dell'acqua.
Eleonora quando scopa è molto rumorosa, i suoi gemiti sono pesanti, e spesso, quando lo facciamo a casa, siamo una sinfonia per quello sporcaccione del vicino; il quale mentre noi scopiamo è probabilmente al cesso a spararsi un segone.
- Si... continua... ah
- Abbassa la voce, ci sentiranno
- Continua - urlò lei forte, per farmi capire che non le importava niente degli altri.
Le infilai nuovamente la mano in bocca, per farla stare zitta, ma lei ridendo mi mordeva le dita, e non come morderebbe chi lo fa per gioco, ma come un'affamata. Le coprii con un braccio i seni, strizzandole con le dita della mano sinistra quello destro.
Dall'esterno penetrò una musica, forse i festeggiati e gli invitati avevano preso a ballare, ed io ridendo le dissi - Stanno ballando.
Era un'esclamazione così frivola e insulsa, ma generò in noi un riso convulso, incessante, tanto da portarla a girarsi per guardarmi negli occhi, per tappare quelle risate con un bacio prolugato.
La afferrai come se stessimo danzando e prendemmo a scopare a tempo di musica, con delicateza, come se nel nostro sesso non ci fosse più eccitazione, ma soltanto passione e sensualità.
Lei raggiunse l'orgasmo prima di me, me ne accorsi dalle grida che era costretta a soffocare, anche se ora, sfruttando la presenza della musica, potevamo concederci qualche rumorino in più.
Continuò con la mano, ed in poco tempo raggiunsi anche io l'orgasmo.
Prima d'uscire m'aggiustò la cravatta, il collo della camicia, ed io le chiusi il vestito; uscimmo con indifferenza verso gli altri, lei legata al mio braccio, ed in pista riprendemmo a ballare come fossimo da soli.
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