La mia segretaria Padrona

di
genere
dominazione

Sono il direttore generale di una grande azienda. La mia segretaria è una signora sui 45, non molto alta, ben curata e si intuisce che in gioventù doveva essere una bella ragazza dall'aria furba.
Una mattina entrò nel mio ufficio "dobbiamo parlare" "dimmi".
Aprí il suo portatile e mi mostrò una serie di foto di me con la mia amante.
Subito dopo tirò fuori le ricevute della mia carta aziendale in cui si capiva che le spese non erano solo per me.
Mi aveva incastrato, aveva fatto un vero e proprio dossier!
Mi incazzai, accusandola di avermi spiato, che l'avrei denunciata e fatta licenziare.
Mi lasciò sfogare poi calmissima mi disse: "non sei nella posizione di minacciare, se non fai come dico io le foto arrivano a tua moglie e tutto il resto al titolare. Perderai il tuo matrimonio, i tuoi soldi e il tuo lavoro."
"è un ricatto! Cosa vuoi? Soldi?"
Si mise a ridere "ma no! Voglio sottometterti, umiliarti e punirti. In pubblico saremo ancora direttore e segreteria, in privato tu lo schiavo e io la Padrona."
Mi incazzai di nuovo, dandole della pervertita e altri insulti. Mantenne di nuovo la calma "hai tempo fino a domani per decidere, è una offerta generosa."
Uscì e si comportò normale per tutto il giorno. Io ero travolto, pensai a tutto ma non avevo soluzione.
Il giorno dopo si presentò nuovamente da me e mi chiese cosa avevo deciso.
Non potevo fare altro che accettare.
"ottimo, vedo che hai scelto il meglio per tutti. Veniamo alle regole: per prima cosa devi lasciare la tua amante oggi stesso.
In privato e con la porta chiusa ti rivolgerai a me come Padrona, in pubblico continuerà tutto prima. Se solo ho il sentore che vuoi farmi qualche scherzetto sai cosa succede.
Per il resto: io darò gli ordini, tu ubbidirai senza esitazione. Non avrai segni visibili, non farai niente che abbia conseguenze stabili se non al tuo ego di maschietto. Chiaro?"
"sì"
"sì come?" allungò fulminea una mano ad afferrarmi il pacco.
"sì Padrona!"
"bene cominciamo con la tua sottomissione. Leccami i piedi"
Si sedette su una sedia togliendosi le scarpe, era caldo e non aveva calze.
Mi sedetti di fianco e presi un piede in mano.
"ma no, in ginocchio."
Mi inginocchiai nel mio prezioso completo e cominciai a leccare il piede, sul collo. Poi seguendo i suoi ordini leccai sotto la pianta, tra le dita e poi mi mise il piede in bocca per succhiarle.
Passai quindi all'altro piede.
Solo quando furono entrambi completamente lavati di saliva fu soddisfatta e mi fece alzare.
"bravo, non sono una appassionata del genere ma mi è piaciuto. Adesso lavora, tornerò più tardi."
Ero sempre più confuso.
Il resto della giornata passò normale fino al primo pomeriggio.
"bene, adesso passiamo al secondo atto di sottomissione."
Con mia sorpresa, si sollevò la gonna e calò le mutandine mostrando la figa con una striscia di pelo.
Poi tirò fuori un bicchiere, si accucciò pisciandoci dentro.
Poi si sedette spalancando le gambe e mi ordinò di pulirla.
"però non ti eccitare troppo, se mi lecchi la figa è perché voglio io e ora è solo un assaggio."
Mi inginocchiai e leccai, aveva ovviamente il sapore acidulo del piscio. Mi fece fermare dopo pochissimo.
"basta così che sennò mi ecciti. Ora siediti."
Mi fece sedere sulla mia poltrona.
Poi mi infilò una mano dentro i pantaloni, dentro le mutande.
"devi avere un discreto attrezzo".
La sua mano si fece strada fino ai testicoli.
"adesso bevi tutto, non vorrai mica che vada in giro con questa roba."
Accennai un rifiuto disgustato ma una stretta alle palle mi richiamò all'ordine. Allentò la presa quando vide che stavo portando il bicchiere alle labbra. Lo vuotai facendo più veloce possibile per contenere lo schifo.
Tolse la mano e si ricompose.
"bene per oggi hai finito, ci vediamo domani."
Il giorno dopo si presentò subito alla mattina, con un atteggiamento completamente diverso.
"beh mi dispiace che tu la prenda male, non ti preoccupare, avrai anche tu le tue occasioni per godere..." si avvicinò in fare suadente e mi mormorò ad un orecchio "che ne dici se ti faccio una bella sega?"
Era una sorpresa, erano stati giorni difficili e l'idea mi piaceva. Mi slacciò la cintura, e infilò la mano dentro i pantaloni e poi le mutande.
In poco fu duro e si mise a segarmi.
"purtroppo non abbiamo molto tempo, dobbiamo fare veloce." mi fece una sega molto veloce, quasi violenta, sborrai in poco. Certamente sapeva come fare.
Si pulí e se ne andò.
Tornò dopo un paio di ore.
"sai cosa, mi è piaciuto. Te ne faccio un'altra." di nuovo si ripeté la stessa scena di prima, con una sega velocissima e sborrata.
Poco prima di pranzo venne di nuovo "voglio vedere se ce la fai ancora maschione." anche stavolta mi masturbò, ci mise un po' più tempo ma venni per la terza volta.
Andai in bagno. Avevo la cappella rossa infuocata.
Non la vidi fino a metà pomeriggio.
"ho prenotato la sala C per due ore, ho detto che nessuno deve disturbare che stiamo facendo la revisione di un progetto."
Era una sala in una specie di solaio, isolato.
"siediti, apri i pantaloni e tiralo fuori."
Prese a segarmi piano nuovamente, non mi veniva immediatamente duro però. Allora si aiutò con la bocca, poi quando fu duro usò alcune gocce di lubrificante per continuare a segarmi. Era un po' doloroso e fastidioso ma l'abilità compensava.
Venni per l'ennesima volta. Mi tirò giù i coglioni con una mano e con l'altra mi fece uscire fino all'ultima goccia.
La mia sorpresa fu che non smise di segarmi. Riprese subito dopo con vigore trattenendo le palle e intimandomi di stare zitto.
Mi sembrava di avere la cappella in carne viva da quanto era sensibile e da quanto dolore provavo. A quel punto dato che stavo facendo troppo casino con una rapida mossa prese dalla borsa le sue mutande e me le infilò in bocca come bavaglio. Continuò senza tregua finché non venni, sborrando le ultime gocce.
Ero stremato e con il cazzo infuocato.
"oggi hai imparato che il tuo cazzo mi appartiene e ci faccio tutto quello che voglio, hai pensato che volessi farti le seghe, ma volevo punirti a colpi di orgasmi. Rivestiti, ci vediamo domani."
La mattina dopo si presentò nel mio ufficio come sempre.
"oggi lavoriamo su un altro tema relativo alla tua sottomissione, e non voglio che succeda come ieri che ho dovuto metterti il bavaglio, per fortuna che ero preparata. Sei d'accordo?"
"sì Padrona"
"alzati in piedi, appoggia le mani sulla scrivania"
Mi misi in quella posizione.
"hai mai riflettuto sulla terminologia - ti inculo - ti faccio un culo così, ecc.? -"
"No Padrona" cominciavo ad avere paura
Mi slacciò la cintura "perché quando hai lo messo nel culo a qualcuno vuol dire che sei riuscito a farlo tuo, a vincerlo e a sottometterlo. Tanto da riuscire a penetrargli il culo."
Mentre parlava infilava la mano nei pantaloni, stavolta dietro, si faceva largo lungo la fessura.
"dai non dirmi che non hai fatto qualche giochetto qui dietro..."
"No Padrona, una volta una mia amante ci ha provato e le ho detto di no..."
Adesso aveva proprio il dito sul mio buco
"ma dai... Quindi sei vergine... Non me lo aspettavo, certo pensandoci bene magari pensi che sia una cosa da gay. Vedrai che poi ti piacerà, senti questo ditino..."
Lo sfilò e me lo mise in bocca. Nonostante fossi pulito non aveva proprio un sapore invitante. Poi lo rimise dove era continuando il massaggio.
"ora rilassati e fammi sentire i muscoli che si aprono, respira e..." con una spinta decisa fece entrare il dito per qualche centimetro. Poi lo mosse leggermente e mosse le falangi all'interno.
Con mio stupore stavo avendo una mezza erezione.
"visto? Non è così male. Poi ti piacerà, piace a tutti, dopo. Dopo che me ne sarò occupata. Rivestiti."
"nuova regola: quando ti dirò di assumere la posizione tu dovrai metterti in modo che io possa agilmente raggiungere il tuo buco. Chiaro?"
"sì Padrona"
Mi risistemai e mi dedicai al mio lavoro.
Ritornò a metà mattina.
"ecco qua, assumi la posizione."
Mi alzai e mi misi come prima.
"un po' più indietro così sei più piegato."
Tirò fuori un pennarello indelebile grosso circa un dito.
"questo serve per farti prendere confidenza con cose più dure" anche questo me lo mise in bocca per bagnarlo. Poi me lo fece scorrere dietro e lo puntò dritto sul buco.
"adesso come prima, rilassati, respira..."
Sentivo questo aggeggio premere finché entrò di botto. Poi lo fece scivolare dentro piano fino al tappo.
"come ti senti? Dai è solo una cosetta... Ti assicuro che... Ma non ti dico niente."
Diede alcune spinte avanti e indietro per poi toglierlo del tutto.
Di nuovo se ne andò e continuammo a lavorare come se nulla fosse.
Tornò più tardi, mi disse di assumere di nuovo la posizione.
Stavolta mi mostrò un piccolo cuneo metallico con un supporto alla fine.
Usò del lubrificante e anche questo finí nel mio culo. Il pezzo di metallo era come incastrato, non poteva né uscire né entrare di più.
"questo è un nuovo giocattolo si chiama butt plug, lo uso per abituarti. Puoi rivestirti, lo terrai su per le prossime due ore. Non si vede, puoi stare seduto e prima di andare a casa mi chiamerai nel tuo ufficio per fartelo togliere."
Così feci. Cercai di adattarmi, di muovermi piano senza dare nell'occhio, con il terrore che la gente vedesse o capisse.
Pian piano mi abituai e cercai di non pensarci anche se a ogni movimento lo sentivo.
Era quasi ora di staccare quando decisi di farlo togliere per andare a casa.
Convocai la padrona e le chiesi di togliere il plug.
"non va bene, tu non chiedi proprio nulla a me. Tu implori. E si implora in ginocchio, dandomi del lei"
Mi abbassai, e dissi "la prego Padrona, potrebbe per favore togliere il plug..."
"da dove? Ripeti"
"la prego Padrona, potrebbe per favore togliere il plug dal mio... Ano..."
"ano? Cos'è una lezione di anatomia? Tu al massimo hai un buco del culo."
"la prego Padrona, potrebbe per favore togliere il plug dal mio buco del culo?"
"e perché hai un plug nel buco del culo, schiavetto?"
Voleva la mia umiliazione totale.
"perché lei ha voluto metterlo là, padrona"
"e perché? Te l'ho spiegato stamattina."
"perché... Mettere nel culo significa dominare e sottomettere qualcuno..."
"vedo che cominci a capire. Assumi la posizione."
Mi alzai e mi chinai in avanti, mi tolse il plug e provai un senso di liberazione ma anche di vuoto.
"vedo che stai imparando. Domani mattina che è sabato presentati qui, è casa mia, in completo. È un ordine, inventa una balla per tua moglie."

Il giorno dopo mi vestii di tutto punto, e mi recai all'indirizzo che mi aveva dato, ero nell'ordine di idee che ormai dovevo sottostare ai suoi desideri, magari col tempo sarei riuscito a trattare in qualche modo.
Era una villetta a schiera in periferia poco distante.
Mi fece entrare, era in vestaglia.
"buongiorno schiavetto. Non metterti comodo, bel completo, uno dei miei preferiti."
"per prima cosa, mettiti in ginocchio e baciami i piedi."
Mi chinai e le baciai i piedi.
"ora, mi sono appena svegliata, sai che alla mattina si fa pipí, vieni in bagno."
Mi fece sedere per terra, appoggiare al water e piegare la testa indietro. Si mise sopra di me, non portava già le mutandine.
"hai già fatto una bevuta, quindi adesso gustala ancora ma direttamente alla fonte."
Aprii la bocca e cominciò a piccoli schizzi, cercai di bere tutto ma qualche goccia finí sulla giacca e sulla camicia.
"adesso mi devi pulire. Stenditi."
Scivolai sotto e mi stesi del tutto. Si abbassò mettendomi la figa sulla bocca.
Leccai per pulire le ultime gocce. Poi mi esortò a continuare.
Leccai il clitoride poi su tutta la spaccatura e usai per bene la lingua.
"bravo schiavetto, mi stai facendo eccitare... Continua..."
Prese la mia testa tra le mani e sfregandosi si prese un orgasmo bagnatissimo che mi sporcò ancora di più.
Mi fece alzare e ammirò soddisfatta la sua opera.
"bene, mi serviva. Ora, andiamo di là in camera. Assumi la posizione, in ginocchio appoggiato al letto."
"cosa ti ho spiegato ieri in merito al mettere nel culo?"
Ripetei quello che aveva detto ieri.
"e allora cosa pensi che succederà ora?"
"immagino che la padrona voglia... Incularmi..."
Mi stupii nel dirlo e nel sentire un accenno di erezione.
Mi fece abbassare pantaloni e mutande, poi mi sollevò la giacca scoprendo il culo.
"sai spesso chi si trova in posizioni di potere ha poi fantasie di sottomissione, magari non te ne sei mai reso e ti faccio un piacere..."
Sentii un liquido fresco in mezzo alle natiche, poi la sua mano e un dito che iniziava a esplorare, poi aggiunse un secondo al massaggio.
"iniziamo da questo."
Mi fece vedere un piccolo vibratore poco più del pennarello, che poi puntò sul mio buco e con le sue indicazioni lo fece entrare. Adesso avevo davvero una erezione.
Mentre lo faceva scivolare dentro e fuori se ne accorse e me lo prese in mano
"ma allora ti piace..."
Fui costretto a dire di sì, quella sensazione di essere posseduto e non essere io a comandare era eccitante.
Lo piantò fino in fondo e si alzò.
Aprí un cassetto e tirò fuori un cazzo finto con una specie di mutandina che indossò immediatamente.
"girati e guarda. Credo che sia più o meno della tua misura."
Mi fece alzare, misurò il cazzo finto di fianco al mio ed effettivamente erano simili.
"ho buon occhio, giù ancora in ginocchio."
"dimmi, hai mai inculato qualcuna?"
"sì padrona"
"e godevano?"
"sì padrona"
"hai un buco del culo anche tu?"
"sì padrona..."
"e perché non hai mai pensato di farti inculare per godere?"
"io... Non lo so padrona... La prego mi inculi..."
Ero assolutamente umiliato da quel dialogo ed eccitato da morire.
"ti ho detto che se vuoi qualcosa devi implorare."
"la prego padrona muoio dalla voglia di essere inc..." mi interruppe infilandomi in bocca lo strap on.
"non ti capisco, cosa volevi?" lo tolse
"vorrei essere inculat..." di nuovo mi ritrovai con quel cazzo finto in bocca
"non capisco proprio, vuoi succhiare un cazzo?" lo tolse
"voglio che me lo metta in culo!" dissi tutto di un fiato.
"ah ma allora bastava dirlo... Pensavo che volessi farmi un pompino... A te te ne hanno fatti di pompini?"
Si era posizionata dietro di me
"sì padrona."
"e quelle che te li facevano, si divertivano?"
"sì padrona."
Tolse il dildo e appoggiò la cappella finta.
"allora potresti succhiare cazzi anche tu per divertiti. Ma adesso pensiamo al tuo culo."
"sì padrona la prego si occupi del mio culo..."
Mi suggerí come respirare e spinse dentro la cappella, lasciò il tempo di adattarsi poi spinse ancora. Il dito, il pennarello, il plug, il vibratore... Erano solo un allenamento, mi stava sverginando ora, sentivo il buco che si apriva facendomi male, con il retto che veniva riempito da quel fallo di plastica.
A piccoli colpi entrò tutto, quando lo sentii tutto fino in fondo feci un sospiro, adesso mi aveva davvero sottomesso.
"ora che lo hai preso tutto, ti scopo"
"sì padrona la prego, mi scopi tutto"
Non mi rendevo quasi conto di quello che dicevo ma mentre faceva su e giù mugolavo come una cagna e la imploravo di continuare. Quando mi aveva sfondato del tutto, cominciò anche a toglierlo fuori e a rimetterlo dentro. Ad ogni affondo mi usciva un sì sì sì mentre mi attaccavo al materasso per resistere ai colpi.
Prese in mano il cazzo e accompagnò il movimento facendomi venire con una sborrata che finí tutta sul vestito.
Uscì fuori lasciandomi il buco aperto e pulsante.
Trionfante si alzò, mi ordinò di vestirmi incurante delle macchie ovunque e mi disse "a te la sottomissione piace, fai il capetto ma vuoi espiare le tue colpe facendoti dominare e umiliare dalla tua segretaria. Il ricatto non serve più, ora penserai a questo per tutto il week end, lunedì sarai tu a chiedermi di continuare di servire la tua padrona."

Lunedì mattina andai in ufficio, la chiamai e la salutai "buongiorno padrona, cosa posso fare per lei? Come ha intenzione di sottomettermi e umiliarmi oggi?"
scritto il
2018-06-25
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