Il sole, l'estate, la noia
di
Lucrezia
genere
orge
Ieri mattina in spiaggia mi stavo annoiando, tra urla di bambini festosi, strilli di neonati e chiacchiere inutili delle loro madri, non mi rimaneva che alzarmi e fare una passeggiata o spararmi.
Optai per la prima scelta; dissi alla mia compagna che sarei andata a fare un giro e forse un bagno, Gió mi guardò appena impegnata com'era in un'accesa discussione sul governo con mia zia, fece un cenno con la testa e continuò a discutere su cose che al momento non erano di mio interesse.
Sono proprio annoiata, mi alzo dalla sdraio, mi infilo il reggiseno del costume, le infradito, prendo il pacchetto delle sigarette e mi avvio verso il mare; avevo dimenticato apposta il cellulare, non volevo distrazioni.
Il mare era lì invitante, potevo entrarvi, invece mi incammino verso nessuna meta fumando una sigaretta.
Non ero conscia di nulla mentre camminavo sul bagnasciuga, il pacchetto di sigarette infilato a lato nel costume, le infradito in mano, lentamente camminavo mettendo una gamba davanti all'altra senza pensieri, fumavo lenta, sbuffando fuori il fumo senza togliere la sigaretta dalla bocca, solo quando la cenere era troppa e stava per cadere.
Camminando e fumando, arrivo al piccolo imbarcadero con rimessaggio barche che chiude la spiaggia, qui mi toccava o tornare indietro o salire sulla strada.
Non mi ero portata nulla per coprirmi, non che me ne importasse niente, ma era meglio non forzare la mano alle ordinanze comunali che vietano di stare in costume da bagno in strada e io ero con un costume a perizoma e reggiseno a fascia; fantasticai di notti in guardiola con i vigili comunali a spiarmi da dietro le sbarre.
Sorrisi alla mia fervida fantasia, ma invece che tornare alla paranoia della spiaggia, continuai salendo le scale di roccia.
Una strada di terra e sassi separa il rimessaggio da una spiaggetta libera, qui mi presi un bagno, ero sudata marcia, sotto il sole camminare fa strani effetti; quando sono uscita dall'acqua avevo già presa la decisione di tornare per la strada principale, sfidando le autorità e soprattutto godendo del passeggiare sul marciapiedi in perizoma, praticamente nuda. Avrei pure contato le strombazzate dei clacson.
Decisa quindi, inforco le infradito e preso in mano il pacchetto di sigarette proseguo verso la litoranea.
Verso di me vengono tre ragazzi, avranno si e no diciotto anni, sono chiassosi, bei fisici tonici, non di palestra ma di attività all'aperto, mi piacciono e sorrido involontariamente.
Loro mi vedono, sono un po' troppo eccitati, hanno subito notato la milf col costume bagnato che incede verso di loro; attenti ragazzi, a seghe mentali ne si gode, ne si va da qualche parte!
Arrivati a tiro, uno di loro, probabilmente il più ardito o forse il capo del gruppo, si fa avanti a chiedermi una sigaretta.
Non posso esimermi alla domanda, il pacchetto ce l'ho in mano, non posso nasconderlo ne dire che mi è rimasta una sola sigaretta, ma poi no, per qualche oscuro motivo mi sono simpatici.
Decido per il sì nel pacchetto ci sono quattro sigarette, ne offro una ciascuno, poi prendo l'accendino nascosto nel pacchetto e gliele accendo, mi piace come si sporgono verso di me con la sigaretta in bocca, il loro fare di maschio alfa in realtà goffo mi piace, l'essere qui ora, tra questi giovani maschi mi esalta, li guardo negli occhi uno ad uno mentre accendo il tabacco, ma la vera brace che vedo ardere è nei loro occhi.
Eppure nulla, sono giovani ancora, gli mancano i fondamentali, non sanno che fare; io la mia parte l'ho fatta, sono stata al gioco ragazzi, ora tocca a voi rilanciare.
Niente, allora mi accendo pure io l'ultima sigaretta del pacchetto, lo faccio dicendo loro "dai fumo un po' con voi, è l'ultima, godiamocela insieme".
Finalmente l'audace del gruppo mi chiede che ci faccio lì, se sono in vacanza, se sono sola, le solite domande insomma, io rispondo placida, poi gettato via il mozzicone chiedo se c'è un posto più comodo per parlare piuttosto che la strada, non indico la spiaggia, voglio vedere se ci arrivano da soli.
In realtà uno di loro mi dice che lì vicino c'è un posto dove si radunano per ascoltare musica e stare tra loro; penso che è il suo modo di andare al sodo, troppo deciso, lo guardo tra le gambe e sorrido, laggiù sotto il costume qualcosa si muove, decido di stare al gioco, ma voglio condurlo io il gioco, se no chissà come finisce.
Ah sì, dico rivolta a tutti e tre, e dov'è questo posticino?
Qui di fronte mi dice l'audace, ti va di venirci? È proprio dopo la strada dietro al boschetto. Sorrido all'idea di questi tre che vogliono portarmi subito in un boschetto.
Dobbiamo attraversare? Chiedo ocheggiando e facendo qualche passo avanti, più che altro per fargli ben vedere il mio culo disegnato dal perizoma ed eccitarli.
A dirla tutta, quella che si stava eccitando ora ero io, cazzo pensavo, Lucrezia, che troia sei, ti lasci portare da tre ragazzetti poco più che adolescenti in un boschetto, subito dopo esserti fatta rimorchiare. Ma come sono caduta in basso.
Attraversiamo la strada, tante auto di vacanzieri, moto, biciclette, un casino; arrivati dall'altra parte mi fanno passare tra due cespugli, ho pensato subito che ci avrebbero visti e la cosa mi piaceva, ero entrata in modalità zoccola inside.
Dietro i cespugli e i primi alberi si apre una piccola radura erbosa, sparsi qua e la rifiuti stile rave, lattine, bottiglie, una maglietta, scarpe e pure un preservativo, sorrido al preservativo e penso che io non ne ho, loro?
Quindi è qui che vi radunate per fare festa, dico, loro mi guardano come in attesa di qualche cosa, aggiungo, c'è modo di avere della musica, bere? Nulla?
Niente, ovvio, ma proprio niente, beata gioventù, piena di sé ma all'atto pratico niente, e va bene Lucrezia, volevi condurre tu il gioco e allora gioca!
Insomma è qui che portate anche le ragazze, e che fate? Non ballate, fumate sicuramente e pure bevete, nient'altro?
Quello che era stato sempre zitto fa: be si pomiciamo anche.
Mi viene da ridere per l'imbarazzo e la semplicità dimostrata, ma ragazzi, non vi ha detto nulla la mamma?
Mi avvicino a quello che aveva parlato, lo guardo fisso negli occhi, con una mano gli accarezzo il petto e poi lo bacio.
Oh, a momenti mi muore, non muove un muscolo lui, ma gli altri due sì che si muovono, mi vengono intorno, sento una mano già sul culo, io giro la testa e ne bacio uno, chi sarà? Bo, ma che mi frega, bacio pure il terzo, mentre le mani, le mie e le loro, frugano ovunque.
Porto le mie dietro il reggiseno e lo slaccio lasciandolo cadere a terra, poi infilo le mie mani nei pantaloncini di quello avanti a me, e mentre lo bacio tasto il suo culo duro.
Sono già in estasi, uno dietro di me mi sfila il perizoma, lo scalcio via, poi sento una lingua sul culo, apro impercettibilmente le gambe, ora la lingua è proprio sul buco del mio culo, dio che sensazione, il respiro si fa pesante.
Solletico, brividi, che bello una lingua proprio lì.
Mi accuccio, io nuda a parte le infradito, loro ancora con i costumi, accarezzo i loro cazzi tosti attraverso la stoffa, ci appoggio la faccia, li mordo, li lecco; bagno la stoffa dei loro costumi con la mia saliva, sono sovreccitata, infoiata diciamolo, una maiala per dirla alla toscana.
Inizio a tirare giù i costumi dei tre ragazzi, che non dicono una parola, forse sopraffatti dal mio modo di agire, io continuo a sfregare la faccia su quei giovani cazzi.
Sono duri, vicini, posso leccare due cappelle insieme, per me nulla è più appagante al momento, inizio a bagnarli di saliva, non molta a dirla tutta, ho sete, ma deve bastare loro.
Inizio due seghe in contemporanea, mentre mi sgolo il terzo, poi alterno slinguate e seghe, e poi pompo, prima uno e poi un altro, a rotazione, ma no, non so, non capisco più nulla.
Poi succede quel che deve succedere, prima uno poi gli altri due insieme, eruttano sperma in quantità, massaggio le loro palle, lo voglio tutto per me, ma non bevo, non li conosco, mi lascio colare tutto addosso, poi li guardo vogliosa, la faccia sporca di sperma, un po' mi cola dal mento; faccio una cosa proprio porca, di quelle che piacciono tanto ai maschi. Apro la bocca e mi lascio colare dalle labbra sperma e saliva che vanno ad ingrossare il filo che ora mi cola dal mento.
Cade in terra lento, colando dal mio viso, lo sperma dei tre ragazzi è tanto, io mi sento sporca e felice, ora sorrido mentre li guardo.
Dico loro che devo fare pipì, mi dirigo verso un albero, non voglio bagnare ancora la radura, ho altre idee, ma voglio tirargli su le aste ora barzotte.
Mi giro verso di loro mentre mi accuccio, apro le gambe e mi lascio andare ad una bella pisciata, li guardo e sono tra lo sbigottito e il divertito, penso pure che non troveranno più facilmente una come me.
Finito di pisciare, mi alzo veloce, non vorrei che gli venisse in mente di giocare alla pioggia dorata, sono già imbrattata di sperma, non aggiungiamo altro per ora.
Mi avvicino a loro e chiedo se è piaciuto, un coro di sì convinti, prendo in mano i cazzi che mi porgono e dico loro che mica può finire così, ci vuole qualche cosa pure per me.
Li voglio di nuovo duri, mi accuccio e li lavoro di nuovo di mani e di bocca, sono stanca ma l'impegno da i suoi frutti, sono di nuovo tosti.
Dico ad uno di loro di sdraiarsi, lo fa ed io mi metto a cavalcioni su di lui, ha uno sguardo che non vi dico, mi chino e lo bacio, sento la sua cappella strusciarmi il monte di venere, sospiro, poi con un po' di movimenti me lo infilo dentro, piano però, devo godermelo e lo faccio entrare centimetro per centimetro, ad occhi chiusi, sono uno spettacolo pornografico.
Riapro gli occhi, mi alzo a smorzacandela, do due colpi di bacino per assestarlo, poi rivolta ai due in piedi che se lo stanno menando chiedo: qualcuno di voi ha mai inculato una donna? Silenzio.
Va bene, mi ributto giù e dico rivolta loro, dai provateci, spingete piano la cappella sul mio buco posteriore.
Prima mi lubrifico un po' con della saliva, sono aperta dietro, ma questi sono incapaci e una doppia è troppo difficile se si è inesperti, ma che ci provino mi dico.
Sento il primo che spinge, no, non è capace mi fa male, prova l'altro, ma niente pure lui, va bene, pazienza me li scoperó così anche loro.
E andiamo avanti a smorzacandela per un po' godendo delle sensazioni che mi da scoparmi tre giovani cazzi, per me è la prima volta così in tanti, ma mi viene naturale fare la troia, forse ci sono portata e non lo sapevo.
Orgasmi su orgasmi, per loro uno a testa di sicuro, per me non so, mica sto lì a contare.
Ci alziamo a stento, mi fa male tutto, la testa mi gira, ma siamo felici.
Ci salutiamo, mi rimetto il costume ed esco per prima, galanti non vogliono farsi rivedere insieme, si va be, ne vorranno parlare tra loro, per giorni penso mentre sorrido.
Sono sporca, sudore e sperma, devo lavarmi, lì c'è il mare, ma c'è pure tanta gente che risale per andare a pranzo immagino, oddio mi faccio schifo, non avevo nulla per pulirmi ed ora devo passare tra la gente che mi guarda.
E allora avanzo tra di loro, sfacciata, poi giro verso la spiaggetta e attraversata mi tuffo in mare.
Uscire dall'acqua, incamminarmi anzi correre è un tuttuno, sono stata via più di un'ora di sicuro ed ora è tardi.
Arrivo trafelata dalla corsa, mi chiedono che fine avessi fatta e mi invento una cazzata, che mi ero addormentata sulla spiaggetta.
Mi sono fatta il bagno per rinfrescarmi e poi sono corsa da loro.
Mi siedo, chiudo gli occhi, li riapro dopo un po' cazzo che film da pornolandia che mi sono fatta, ora sono davvero eccitata, mare o doccia? Doccia, così possono guardarmi mentre mi lavo.
Lú
Optai per la prima scelta; dissi alla mia compagna che sarei andata a fare un giro e forse un bagno, Gió mi guardò appena impegnata com'era in un'accesa discussione sul governo con mia zia, fece un cenno con la testa e continuò a discutere su cose che al momento non erano di mio interesse.
Sono proprio annoiata, mi alzo dalla sdraio, mi infilo il reggiseno del costume, le infradito, prendo il pacchetto delle sigarette e mi avvio verso il mare; avevo dimenticato apposta il cellulare, non volevo distrazioni.
Il mare era lì invitante, potevo entrarvi, invece mi incammino verso nessuna meta fumando una sigaretta.
Non ero conscia di nulla mentre camminavo sul bagnasciuga, il pacchetto di sigarette infilato a lato nel costume, le infradito in mano, lentamente camminavo mettendo una gamba davanti all'altra senza pensieri, fumavo lenta, sbuffando fuori il fumo senza togliere la sigaretta dalla bocca, solo quando la cenere era troppa e stava per cadere.
Camminando e fumando, arrivo al piccolo imbarcadero con rimessaggio barche che chiude la spiaggia, qui mi toccava o tornare indietro o salire sulla strada.
Non mi ero portata nulla per coprirmi, non che me ne importasse niente, ma era meglio non forzare la mano alle ordinanze comunali che vietano di stare in costume da bagno in strada e io ero con un costume a perizoma e reggiseno a fascia; fantasticai di notti in guardiola con i vigili comunali a spiarmi da dietro le sbarre.
Sorrisi alla mia fervida fantasia, ma invece che tornare alla paranoia della spiaggia, continuai salendo le scale di roccia.
Una strada di terra e sassi separa il rimessaggio da una spiaggetta libera, qui mi presi un bagno, ero sudata marcia, sotto il sole camminare fa strani effetti; quando sono uscita dall'acqua avevo già presa la decisione di tornare per la strada principale, sfidando le autorità e soprattutto godendo del passeggiare sul marciapiedi in perizoma, praticamente nuda. Avrei pure contato le strombazzate dei clacson.
Decisa quindi, inforco le infradito e preso in mano il pacchetto di sigarette proseguo verso la litoranea.
Verso di me vengono tre ragazzi, avranno si e no diciotto anni, sono chiassosi, bei fisici tonici, non di palestra ma di attività all'aperto, mi piacciono e sorrido involontariamente.
Loro mi vedono, sono un po' troppo eccitati, hanno subito notato la milf col costume bagnato che incede verso di loro; attenti ragazzi, a seghe mentali ne si gode, ne si va da qualche parte!
Arrivati a tiro, uno di loro, probabilmente il più ardito o forse il capo del gruppo, si fa avanti a chiedermi una sigaretta.
Non posso esimermi alla domanda, il pacchetto ce l'ho in mano, non posso nasconderlo ne dire che mi è rimasta una sola sigaretta, ma poi no, per qualche oscuro motivo mi sono simpatici.
Decido per il sì nel pacchetto ci sono quattro sigarette, ne offro una ciascuno, poi prendo l'accendino nascosto nel pacchetto e gliele accendo, mi piace come si sporgono verso di me con la sigaretta in bocca, il loro fare di maschio alfa in realtà goffo mi piace, l'essere qui ora, tra questi giovani maschi mi esalta, li guardo negli occhi uno ad uno mentre accendo il tabacco, ma la vera brace che vedo ardere è nei loro occhi.
Eppure nulla, sono giovani ancora, gli mancano i fondamentali, non sanno che fare; io la mia parte l'ho fatta, sono stata al gioco ragazzi, ora tocca a voi rilanciare.
Niente, allora mi accendo pure io l'ultima sigaretta del pacchetto, lo faccio dicendo loro "dai fumo un po' con voi, è l'ultima, godiamocela insieme".
Finalmente l'audace del gruppo mi chiede che ci faccio lì, se sono in vacanza, se sono sola, le solite domande insomma, io rispondo placida, poi gettato via il mozzicone chiedo se c'è un posto più comodo per parlare piuttosto che la strada, non indico la spiaggia, voglio vedere se ci arrivano da soli.
In realtà uno di loro mi dice che lì vicino c'è un posto dove si radunano per ascoltare musica e stare tra loro; penso che è il suo modo di andare al sodo, troppo deciso, lo guardo tra le gambe e sorrido, laggiù sotto il costume qualcosa si muove, decido di stare al gioco, ma voglio condurlo io il gioco, se no chissà come finisce.
Ah sì, dico rivolta a tutti e tre, e dov'è questo posticino?
Qui di fronte mi dice l'audace, ti va di venirci? È proprio dopo la strada dietro al boschetto. Sorrido all'idea di questi tre che vogliono portarmi subito in un boschetto.
Dobbiamo attraversare? Chiedo ocheggiando e facendo qualche passo avanti, più che altro per fargli ben vedere il mio culo disegnato dal perizoma ed eccitarli.
A dirla tutta, quella che si stava eccitando ora ero io, cazzo pensavo, Lucrezia, che troia sei, ti lasci portare da tre ragazzetti poco più che adolescenti in un boschetto, subito dopo esserti fatta rimorchiare. Ma come sono caduta in basso.
Attraversiamo la strada, tante auto di vacanzieri, moto, biciclette, un casino; arrivati dall'altra parte mi fanno passare tra due cespugli, ho pensato subito che ci avrebbero visti e la cosa mi piaceva, ero entrata in modalità zoccola inside.
Dietro i cespugli e i primi alberi si apre una piccola radura erbosa, sparsi qua e la rifiuti stile rave, lattine, bottiglie, una maglietta, scarpe e pure un preservativo, sorrido al preservativo e penso che io non ne ho, loro?
Quindi è qui che vi radunate per fare festa, dico, loro mi guardano come in attesa di qualche cosa, aggiungo, c'è modo di avere della musica, bere? Nulla?
Niente, ovvio, ma proprio niente, beata gioventù, piena di sé ma all'atto pratico niente, e va bene Lucrezia, volevi condurre tu il gioco e allora gioca!
Insomma è qui che portate anche le ragazze, e che fate? Non ballate, fumate sicuramente e pure bevete, nient'altro?
Quello che era stato sempre zitto fa: be si pomiciamo anche.
Mi viene da ridere per l'imbarazzo e la semplicità dimostrata, ma ragazzi, non vi ha detto nulla la mamma?
Mi avvicino a quello che aveva parlato, lo guardo fisso negli occhi, con una mano gli accarezzo il petto e poi lo bacio.
Oh, a momenti mi muore, non muove un muscolo lui, ma gli altri due sì che si muovono, mi vengono intorno, sento una mano già sul culo, io giro la testa e ne bacio uno, chi sarà? Bo, ma che mi frega, bacio pure il terzo, mentre le mani, le mie e le loro, frugano ovunque.
Porto le mie dietro il reggiseno e lo slaccio lasciandolo cadere a terra, poi infilo le mie mani nei pantaloncini di quello avanti a me, e mentre lo bacio tasto il suo culo duro.
Sono già in estasi, uno dietro di me mi sfila il perizoma, lo scalcio via, poi sento una lingua sul culo, apro impercettibilmente le gambe, ora la lingua è proprio sul buco del mio culo, dio che sensazione, il respiro si fa pesante.
Solletico, brividi, che bello una lingua proprio lì.
Mi accuccio, io nuda a parte le infradito, loro ancora con i costumi, accarezzo i loro cazzi tosti attraverso la stoffa, ci appoggio la faccia, li mordo, li lecco; bagno la stoffa dei loro costumi con la mia saliva, sono sovreccitata, infoiata diciamolo, una maiala per dirla alla toscana.
Inizio a tirare giù i costumi dei tre ragazzi, che non dicono una parola, forse sopraffatti dal mio modo di agire, io continuo a sfregare la faccia su quei giovani cazzi.
Sono duri, vicini, posso leccare due cappelle insieme, per me nulla è più appagante al momento, inizio a bagnarli di saliva, non molta a dirla tutta, ho sete, ma deve bastare loro.
Inizio due seghe in contemporanea, mentre mi sgolo il terzo, poi alterno slinguate e seghe, e poi pompo, prima uno e poi un altro, a rotazione, ma no, non so, non capisco più nulla.
Poi succede quel che deve succedere, prima uno poi gli altri due insieme, eruttano sperma in quantità, massaggio le loro palle, lo voglio tutto per me, ma non bevo, non li conosco, mi lascio colare tutto addosso, poi li guardo vogliosa, la faccia sporca di sperma, un po' mi cola dal mento; faccio una cosa proprio porca, di quelle che piacciono tanto ai maschi. Apro la bocca e mi lascio colare dalle labbra sperma e saliva che vanno ad ingrossare il filo che ora mi cola dal mento.
Cade in terra lento, colando dal mio viso, lo sperma dei tre ragazzi è tanto, io mi sento sporca e felice, ora sorrido mentre li guardo.
Dico loro che devo fare pipì, mi dirigo verso un albero, non voglio bagnare ancora la radura, ho altre idee, ma voglio tirargli su le aste ora barzotte.
Mi giro verso di loro mentre mi accuccio, apro le gambe e mi lascio andare ad una bella pisciata, li guardo e sono tra lo sbigottito e il divertito, penso pure che non troveranno più facilmente una come me.
Finito di pisciare, mi alzo veloce, non vorrei che gli venisse in mente di giocare alla pioggia dorata, sono già imbrattata di sperma, non aggiungiamo altro per ora.
Mi avvicino a loro e chiedo se è piaciuto, un coro di sì convinti, prendo in mano i cazzi che mi porgono e dico loro che mica può finire così, ci vuole qualche cosa pure per me.
Li voglio di nuovo duri, mi accuccio e li lavoro di nuovo di mani e di bocca, sono stanca ma l'impegno da i suoi frutti, sono di nuovo tosti.
Dico ad uno di loro di sdraiarsi, lo fa ed io mi metto a cavalcioni su di lui, ha uno sguardo che non vi dico, mi chino e lo bacio, sento la sua cappella strusciarmi il monte di venere, sospiro, poi con un po' di movimenti me lo infilo dentro, piano però, devo godermelo e lo faccio entrare centimetro per centimetro, ad occhi chiusi, sono uno spettacolo pornografico.
Riapro gli occhi, mi alzo a smorzacandela, do due colpi di bacino per assestarlo, poi rivolta ai due in piedi che se lo stanno menando chiedo: qualcuno di voi ha mai inculato una donna? Silenzio.
Va bene, mi ributto giù e dico rivolta loro, dai provateci, spingete piano la cappella sul mio buco posteriore.
Prima mi lubrifico un po' con della saliva, sono aperta dietro, ma questi sono incapaci e una doppia è troppo difficile se si è inesperti, ma che ci provino mi dico.
Sento il primo che spinge, no, non è capace mi fa male, prova l'altro, ma niente pure lui, va bene, pazienza me li scoperó così anche loro.
E andiamo avanti a smorzacandela per un po' godendo delle sensazioni che mi da scoparmi tre giovani cazzi, per me è la prima volta così in tanti, ma mi viene naturale fare la troia, forse ci sono portata e non lo sapevo.
Orgasmi su orgasmi, per loro uno a testa di sicuro, per me non so, mica sto lì a contare.
Ci alziamo a stento, mi fa male tutto, la testa mi gira, ma siamo felici.
Ci salutiamo, mi rimetto il costume ed esco per prima, galanti non vogliono farsi rivedere insieme, si va be, ne vorranno parlare tra loro, per giorni penso mentre sorrido.
Sono sporca, sudore e sperma, devo lavarmi, lì c'è il mare, ma c'è pure tanta gente che risale per andare a pranzo immagino, oddio mi faccio schifo, non avevo nulla per pulirmi ed ora devo passare tra la gente che mi guarda.
E allora avanzo tra di loro, sfacciata, poi giro verso la spiaggetta e attraversata mi tuffo in mare.
Uscire dall'acqua, incamminarmi anzi correre è un tuttuno, sono stata via più di un'ora di sicuro ed ora è tardi.
Arrivo trafelata dalla corsa, mi chiedono che fine avessi fatta e mi invento una cazzata, che mi ero addormentata sulla spiaggetta.
Mi sono fatta il bagno per rinfrescarmi e poi sono corsa da loro.
Mi siedo, chiudo gli occhi, li riapro dopo un po' cazzo che film da pornolandia che mi sono fatta, ora sono davvero eccitata, mare o doccia? Doccia, così possono guardarmi mentre mi lavo.
Lú
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Calde giornate estiveracconto sucessivo
Bungalow
Commenti dei lettori al racconto erotico