Schiavo della collega 6

di
genere
dominazione

In ufficio era tutto in apparenza normale. Si comportó come si fa normalmente tra colleghi. Io aspettavo che si manifestasse come mia Signora ma non accadde nulla fino alla fine del turno quando mi consegnò un sacchetto "vai a casa e depilati tutto, non voglio vedere più un pelo su culo cazzo e palle. Chiamami se hai bisogno. Domani mattina presentati a casa mia alle 7.00 pronto per andare al lavoro."
Tornai a casa. Dentro al sacchetto c'erano rasoi, ceretta, creme lenitive e tutto il necessario per depilarsi.
Impiegai praticamente tutta la sera combinando i vari metodi per depilarmi le parti intime cospargendo tutto poi di crema.
Avevo quasi finito quando mi arrivò un messaggio in cui di ordinava di depilare anche le gambe e il petto. Fortunatamente non avevo quasi niente sul petto.
La mattina dopo mi alzai presto e andai a casa della collega alle ore 7.00 in punto.
Mi fece entrare, poi mi ordinò di calare i pantaloni.
"un lavoro discreto, per essere la prima volta" come mi prese in mano il cazzo e le palle si accennò una erezione.
"no no così non va bene, oggi inizia la tua punizione proprio perché non hai saputo controllarti, non deve diventare duro adesso.
O la smetti o te la faccio finire io questa erezione."
Cercai di controllarmi ma senza successo.
"aspettami qua."
Tornó dalla cucina con una ciotola piena di ghiaccio e acqua, me la mise sotto le palle e cominciò a passarmi il ghiaccio sul cazzo finché non mi scese tutto.
"bene, ora possiamo procedere"
Prese un anello e me lo passò sotto le palle e me lo chiuse sopra, poi mi mise sul cazzo una specie di copertura di plastica che lo copriva completamente tranne una piccola apertura sulla punta, lo fissó all'anello e lo chiuse con un piccolo lucchetto.
"questa è una sorta di cintura di castità. Non potrai avere erezioni e venire. La terrai finché vorrò io ed è la tua punizione per essere venuto prima di quando ti avevo detto."
Mi fece rivestire, e con la mano controlló il mio pacco. Non si vedeva niente. Sentivo il peso di quello strumento, non era scomodo ma si sentiva la presenza.
"ora vai, ci vediamo in ufficio."
Salii in auto, guidai tenendo le gambe aperte.
Arrivai in ufficio e poco dopo arrivò lei.
"buongiorno, come è andata la serata? E il risveglio?" poi si avvicinò e mi disse sotto voce "ti conviene pisciare da seduto, non è molto gestibile in piedi..."
A metà mattina mi chiese di andare da lei.
"chinati qui sulla scrivania, di fianco a me, come se guardassi qualcosa al PC."
Mi misi in quella posizione.
Infilò una mano in mezzo alle mie gambe passando da dietro, mi prese le palle e il cazzo nel suo contenitore. Da dove ero vedevo la sua scollatura.
"sai cosa sarebbe bello che tu facessi ora? Che mi sbattessi sul tavolo, mi mettessi il cazzo in mezzo alle tette e me le scopassi fino a sborrare sul mio collo e sulla mia faccia... Ti piacerebbe eh?"
"sì Signora mi piacerebbe..."
Ma i miei desideri si scontrano con la cintura di castità, il cazzo tentó di gonfiarsi ma ovviamente l'erezione si bloccó con un forte fastidio.
Nel pomeriggio si fece dare una leccatina ai piedi poi mi ordinò di andare da lei dopo il lavoro. Uscii dopo di lei e andai a casa sua che era già là.
Appena entrato mi fece accomodare, era stranamente gentile.
"ti ho un po' maltrattato, non è giusto... In fondo a me piace anche fare un po' le troia e non solo la padrona inflessibile... In fondo hai un discreto cazzo..."
Mi mise la mano sul pacco, poi aprì i pantaloni e mi tiró giù i boxer. Mi massaggió le palle poi mi disse "ah quanta voglia avrei di leccartelo" e di mise a leccare la copertura che mi fasciava il cazzo, poi lo prese addirittura in bocca simulando una specie di pompino. Stavo andando via di testa, continuó per alcuni minuti, il cazzo mi colava in maniera indegna ma non potevo fare niente. Quando ebbe finito si rialzó, mi disse di rivestirmi e andare a casa.
I giorni successivi in ufficio furono simili: mi palpava, mi diceva oscenamente quanto voleva fare la mia troia, si girava verso di me spalancando le gambe per mostrarmi che era senza mutande e si masturbó fino all'orgasmo. Stavo impazzendo, morivo dalla voglia, mi fece pure un altro pompino simulato.
Quando arrivò il venerdì la giornata partì subito con la signora che appena arrivò in ufficio mi disse "stasera verrai a casa mia, ho troppa voglia di farmi scopare."
Mi fece andare sotto la scrivania per farsi leccare i piedi e mi mostró la figa: si era completamente depilata, mostrando le labbra grosse e carnose.
Durante tutto il giorno non fece altro che ripetere quanto e come si sarebbe fatta sbattere quella sera.
A fine orario mi ordinò quindi di andare a casa sua.
Salimmo insieme, appena varcata la porta si spoglió nuda mettendo in mostra il seno abbondante, il culo formoso e la sua bellissima figa depilata. Mi infiló la lingua in bocca poi mi fece abbassare per succhiarle e leccarle i capezzoli. Mi spoglió e si mise sul divano. Seguendo i suoi ordini mi inginocchiai e le leccai i piedi, poi risalii le gambe e le leccai la figa depilata. Mi fermó prima di venire.
Mi prese per mano e andammo in camera sua.
Aprì un cassetto e pensai che finalmente mi avrebbe liberato.
Si giró e mi mostró uno strapon lungo più di venti centimetri e bello largo.
"ecco stasera mi scoperai con questo non potendo usare il tuo!"
Mi scese una lacrima, poi la rabbia, la signora mi consoló che se avessi fatto il bravo magari avrebbe riconsiderato la mia condizione.
Indossai quell'affare sopra il mio cazzo, lei si assicuró che fosse ben fissato poi si distese sul letto, spalancó le gambe e mi fece avvicinare a lei. La penetrai poi la scopai così cambiando il ritmo secondo le indicazioni e sbattendola ferocemente per farla venire. Gemeva come una cagna e venne con dei piccoli urletti.
Si prese un po' di riposo, poi si sollevó a pecorina. "e adesso inculami..." mi passò il lubrificante. Le allargai le chiappe e glielo colai in mezzo poi la penetrai con le dita. Aveva il culo bello tondo e grosso che sembrava fatto apposta per essere presa a pecorina.
Le piazzai il cazzo finto sul buco e glielo infilai subito tutto. Emise un gemito di piacere, segno che era abituata a prenderlo.
La inculai con il cazzo finto mentre il mio cazzo finto le sbatteva sotto. Si appoggiò con la testa sul letto tenendo il culo alto, con una mano si masturbó la figa da sotto e venne una seconda volta.
Volle andare di là a mangiare qualcosa, in fondo non avevamo cenato. Fu uno spuntino rapido entrambi nudi e mi fece tenere su lo strapon. Mi fece sedere sul divano e salì sopra di me, scopando un'altra volta con il cazzo finto. Mi sbatté più volte le tette in faccia e venne mentre si faceva succhiare i capezzoli.
"ora andiamo a letto, tu dormirai nella stanza degli ospiti, nudo come al solito, vediamo cosa possiamo fare domani per te."

---
Il giorno dopo al risveglio la signora volle essere aiutata a farsi la doccia, dopo avermi fatto bere la pisciata mattutina. La doccia fu l'ennesima tortura per il mio cazzo che non poteva avere erezioni. Avevo le palle gonfie e avrei fatto di tutto per poter sborrare.
Dopo esserci vestiti andammo al centro commerciale, la signora giró idee diversi negozi acquistando vestiti, calze, lingerie. Tutta roba che mi faceva eccitare al solo pensiero.
Quando fu l'ora dell'aperitivo ci sedemmo ai tavolini di un bar e ci raggiunse la sua amica della scorsa volta.
Diventai rosso.
Si fece raccontare per filo e per segno tutto quello che mi aveva fatto fare, con particolari e domande dettagliate.
Quando ebbe finito la sua amica cercò di convincerla a liberarmi e a farmi venire.
"guarda, sono disposta a farlo ma mi dovrai implorare e scusarti per il tuo comportamento. Andiamo a casa che non vedo l'ora."
Arrivati a casa mi spogliai nudo, mi gettai ai suoi piedi e cominciai a implorare baciandoglieli, scarpe comprese.
Chiesi scusa, giurai che non avrei mai più disobbedito a un suo ordine, che poteva farmi tutto quello che voleva, che avrei fatto di tutto purché mi liberasse e mi lasciasse avere un orgasmo.
Mi ignoró, e si mise a farsi i fatti suoi in giro per casa. Io la seguii in ginocchio continuando il mio piagnisteo. Poi si mise in divano a guardare una puntata di una serie TV, mi ordinò di farlo in silenzio se proprio ci ci tenevo. Andai avanti un'ora solo a baciarle e a leccarle i piedi.
Alla fine ebbe pietà, mi ordinó di andare in bagno a pulirmi da solo con la doccia poi di raggiungerla in camera.
Corsi nella doccia, smontai il doccino e mi infilai il tubo riempiendomi come l'altra volta.
Andai in camera.
"mettiti qui in ginocchio sul letto con la faccia sul cuscino."
Mi spalmó il gel sul buco poi senza troppa cautela mi penetró con un dildo ma era solo l'inizio. Mi mostrò una specie di plug, più largo e cavo all'interno. Tolse il dildo e mi mise quel nuovo attrezzo, ora avevo il culo che restava aperto e dilatato.
"ora giocherò con la tua prostata e vedrai che non c'è bisogno del cazzo per venire."
Prese un vibratore più fino e lo infilò dentro, andando direttamente a contatto con la prostata. Sentii subito la stimolazione, ero in uno stato di ipersensibilità.
Mi mise contemporaneamente un bicchiere sotto al cazzo per raccogliere tutto visto che stavo già colando liquido.
Si mise a muovere il vibratore aumentando e riducendo la pressione.
Non pensavo più al mio cazzo ma solo alla mia imminente esplosione da dentro.
Dopo alcuni minuti cominciai a venire, mugolavo e avevo spasmi muscolari, dal cazzo cominciò a colare fuori sperma in schizzi lenti e continui come se stessi pisciando.
Quando finii pensai che mi avrebbe fatto bere tutto, invece lo svuotó il bicchiere nel mio culo, riempiendomi con il mio stesso sperma.
Poi tolse il tubo e mi mise un plug per tapparmi.
"ora girati."
Mi tolse dal cazzo lo strumento con cui mi aveva ingabbiato, lo massaggió usando il gel lubrificante. Come ho già detto ero molto sensibile e mi venne subito duro nonostante l'orgasmo già avuto.
Mi scappelló tenendo tirata la pelle e inizió ad andare su e giù con l'altra mano solo sulla cappella, stringendo con forza. Era molto doloroso, a ogni colpo mi sembrava che mi stesse per spellare vivo. Per tenere tirata la pelle scese poi sotto a prendere le palle, aggiunse altro gel. Tenendomi per le palle limitava i miei movimenti dovuti alla forza con cui mi stava segando. Continuò così variando la velocità ma senza mollare un attimo. Il cazzo era rosso e gonfio dallo sforzo, ricoperto di gel e del mio liquido che usciva abbondante. Ero un fascio di nervi e di muscoli tesi. Mi fece venire con schizzi che arrivarono ovunque. Delicatamente li raccolse e me li fece leccare via dalle sue dita.
"rivestiti e vai a casa, tieni il plug finché non sei arrivato se non vuoi colare sperma per strada. Ora dovresti avere imparato a non sottovalutare le mie punizioni."
"sì Signora, ho imparato, non disobbediró più."
scritto il
2020-03-02
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