Due sorelle in competizione - Capitolo 1

di
genere
etero

Era un po’ che non aprivo quel cassetto, e così ritrovai il mio vecchio diario, sul quale scrivevo ogni storia vissuta, ogni sensazione provata e ogni desiderio proibito: intimo e compromettente come tutti i diari…
Presi a leggere la prima pagina:
“Non riuscivo a prendere sonno, forse sarà stato quel caffè del tardo pomeriggio. Nel frattempo mia sorella Laura e il suo nuovo fidanzatino Gabriel ci davano dentro di brutto: avevano iniziato a scopare verso le 23.00 e alle 02.00 continuavo a sentire gemiti e urla di piacere. Il continuo sbattere del letto contro la parete, in comune con la mia camera, mi irritava, anche perché quando sembrava avessero finito, ricominciavano e mi spezzavano il sonno.”
I miei genitori si erano separati da poco tempo e spesso capitava di restare “sole”, anche perché mia mamma faceva l’infermiera e lavorava spesso la notte. In ogni caso io ero da poco maggiorenne.
Mia sorella Giulia, più grande di me di due anni, era proprio una gran troia, solo due giorni prima si faceva sbattere da un altro e qualche mese prima scopava con un altro uomo ancora. In sostanza in tre mesi se ne era fatti tre, in perfetta media con gli anni precedenti.
Giulia era una bella ragazza, formosa ma non troppo, con i capelli castani lisci e lunghi, gli occhi castani e un viso tondo. Amava il rossetto, specialmente quello rosso intenso, del quale non rimaneva mai senza, ad eccezione di quando stava dentro casa. Indossava sempre vestiti che lasciavano le gambe ampiamente scoperte, camicette scollate di ogni tipo e colore, scarpe con i tacchi alti, insomma, un abbigliamento sempre molto femminile con cui amava provocare i ragazzi, oltretutto ancheggiando e mettendo in evidenza il suo culetto rotondo.
Fisicamente io ero abbastanza somigliante a Giulia, stessa altezza intorno a 1.70 cm, ma con capelli castani a caschetto. Diversamente da Giulia ero più timida e avevo vergogna a mettermi in mostra, per cui il più delle volte mi vestivo in jeans e t-shirt. Lei aveva un temperamento più forte, un’indole dominante ed era decisamente più espansiva rispetto a me. In fondo in fondo desideravo essere disinibita come Giulia.
Certamente aveva buon gusto nella scelta dei partners: Gabriel era proprio un figo! carino e con un bel fisico. Dopo un po’ di tempo che Gabriel frequentava costantemente casa nostra, mi invaghii di lui, gli stavo sempre con gli occhi addosso nella ricerca di un contatto visivo che mi allietasse la giornata. Qualche volta nei suoi sguardi sembrava ci fosse il desiderio di potermi avere, desiderio che da parte mia era diventata una ossessione; difficilmente si sarebbe avverato dato che stava con mia sorella, tuttavia rimaneva la forte probabilità che lo lasciasse visto i precedenti di Giulia.
I primi contatti con Gabriel li ebbi una sera quando mi alzai dal letto per andare in cucina a bere un bicchiere d’acqua: me lo ritrovai di fronte che preparava alcune fette biscottate con della marmellata.
“Ciao Valentina!”
“Ciao Gabriel! Fame?”
“Eh si, ci è venuto un attacco di fame, e poi sai… quando bruci molte energie…”
Alla sua affermazione rimasi come intontita e probabilmente arrossii parecchio. Ma Gabriel mi tolse dall’impiccio:
“Ne vuoi anche tu? Visto che ci sono né preparo qualcun’altra…”
“No, grazie Gabriel, sto bene così.”
Ma lui insistette e volle farmi provare la marmellata che aveva portato con sé:
“Devi assolutamente assaggiare questa: è fatta in casa, dai vieni provala, solo un assaggio”
Mi avvicinai, eccitata solo all’idea di stargli vicino, mi piaceva così tanto che provavo un po’ di imbarazzo. Imbarazzo che fu nulla in confronto a quello che avrei provato poco dopo: prese la marmellata con un dito e me lo poggiò sulle labbra che io dischiusi facendolo entrare dentro la bocca. Con gli occhi chiusi assaporai quella dolcissima marmellata succhiandola dal dito e ripulendolo completamente. Non ricordo distintamente il sapore della marmellata, ma ho ben chiara l’espressione di soddisfazione di Gabriel quando riaprii gli occhi:
“Allora? Non è eccezionale?”
Rimasi ancora imbambolata ma riuscii a rispondere:
“Si, proprio squisita…”
Subito dopo si congedò ritornando da Giulia con le fette biscottate e lasciandomi di stucco:
“Comunque succhi proprio bene Valentina!”
Oh cazzo! Non me l’aspettavo! Dopo aver succhiato quella marmellata mi ero sentita fortemente eccitata, ma dopo quelle parole mi ero resa conto di essere talmente bagnata che in me si era generato un forte impulso di masturbarmi. Nel percorrere il corridoio che portava alla mia camera passai di fronte alla porta della camera di Giulia, che insolitamente era stata lasciata semichiusa. La curiosità mi portò a scrutare all'interno: Giulia era seduta sul bordo del letto con le gambe spalancate e mangiava una fetta biscottata mentre Gabriel le leccava la passera. La scena diventava ancor più eccitante quando Giulia prese un dito di marmellata e se lo spalmò sulla fica per invitare Gabriel a continuare nella sua azione.
Rientrai in camera, tolsi il pigiama e scostando le mutandine iniziai a sgrillettarmi e penetrarmi con le dita fino a venire. Mentre lo facevo pensavo a Gabriel, immaginando di spompinarlo fino a farmi riempire la bocca.
In quel periodo ero single, dopo una recente e unica storia alle spalle: avevo fatto coppia con un mio coetaneo che avevo lasciato dopo due anni a causa di un suo tradimento; era trascorso almeno un anno dall’ultima volta che avevo avuto un rapporto sessuale completo, e cominciava a prudermi la passera. Mi masturbavo spesso, ma avevo necessità di godere con un uomo in carne ed ossa.
Qualche tempo dopo l’episodio della marmellata, mi ritrovavo a passare in centro città quando udii una voce che mi chiamava:
“Valentina!”.
Mi voltai di lato e riconobbi Gabriel, seduto ad un tavolino in compagnia di un amico.
“Ciao Gabriel! Come va?”
“Benone! Mi sto gustando un aperitivo insieme al mio amico Marco, …Marco questa è Valentina, la sorella di Giulia.”
Dopo le presentazioni Marco disse di dover andare via per un impegno e ci lasciò soli, quindi Gabriel mi chiese di rimanere a fargli compagnia.
“Vuoi un aperitivo Vale?”
“No, grazie! Rimango solo il tempo di rifiatare e poi devo scappare via”
Parlammo per qualche minuto di come andavano gli studi, il lavoro e di come trascorrevamo il tempo libero tra amici, sport e palestra. Quindi Gabriel fece, a suo modo, alcuni apprezzamenti sulla mia persona…
“Sei una gran bella ragazza, però dovresti cambiare abbigliamento e lasciarti un po’ andare: è veramente un peccato nascondere tutto quel ben di Dio…ti ho visto spesso a casa tua, …con quegli short e certe magliette attillate sei irresistibile!”
“Grazie Gabriel…così mi fai arrossire”
“…beh arrossire è poco se ti dicessi veramente che cosa susciti in me…comunque io al momento sono impegnato con tua sorella, ma se vuoi un consiglio dovresti cercarti un nuovo ragazzo”
Ero imbarazzatissima…
“Eh…ok, cercherò di seguire il tuo consiglio, ma adesso devo proprio andare…ciao a presto”
Trascorse solo una settimana che mi ritrovai Gabriel al cancelletto di casa. Andai ad aprire un po’ sorpresa della sua visita:
“Ciao Gabriel, Giulia non c’è, stamattina è all’Università.”
“Lo so Valentina! Io e Giulia abbiamo rotto qualche giorno fa…sono passato a prendere la chitarra che avevo lasciato qui”
“Ah!!! Non sapevo nulla! Mi dispiace, vieni pure…come stai?”
“Benino! Un po’ disorientato, perché non me lo aspettavo, ma lo assimilerò!”
“Vieni ci prendiamo un caffè così mi racconti…Giulia, con me è sempre riservata ed io vengo a sapere di lei direttamente dai fatti quando si presenta con uno nuovo!”
Dopo aver bevuto il caffè scambiammo ancora alcune parole, quindi prese la chitarra e andò via.
“Valentina, grazie per il caffè, oggi sono un po’ di fretta. Ho ancora qualcosa da riprendere, magari quando ripasso mi trattengo un po’ di più…”
“Va bene, quando vuoi, ti aspetto e ci prendiamo un altro caffè! A presto!”
“Arrivederci Vale!”
La settimana successiva mi fece uno squillo e venne a casa dopo pranzo. Giulia non c’era e nemmeno mia madre, entrambe sarebbero rientrate a casa in tarda serata.
In quell’occasione seguii il suo consiglio indossando un abbigliamento più sensuale: dei leggings che facevano risaltare il mio fondoschiena e una maglia attillata su cui premevano i miei capezzoli. Non appena mi vide si illuminò:
“Cazzo quanto sei bona! È questo che intendevo quando dicevo che dovevi vestire più femminile!”
“Grazie! Vieni che preparo il caffè”
Successivamente, mentre stavo lavando le tazzine, Gabriel si avvicinò alle mie spalle, il tempo di girarmi che sentii il contatto delle sue labbra con le mie, chiusi gli occhi e mi lasciai andare baciandolo sempre più con trasporto. Le nostre lingue si intrecciarono al sapore del caffè e quel bacio durò a lungo. Sentivo le sue mani ficcarsi sotto i leggings e stringere i glutei con forza tirandoli contemporaneamente verso l’alto. Quindi staccò le labbra:
“Ogni volta che ti incontravo, mi rendevo conto che mi spogliavi con gli occhi. Dimmi la verità: mi desideravi?”
Prima che rispondessi, mi bloccò con le sue labbra e ci scambiammo un altro giro di lingue.
“Si, mi piaci da impazzire!”
Dopo la mia dichiarazione, tolse una mano dal sedere a la portò davanti andando a tastare la passera:
“Uh… depilata e liscia come piace a me. Sei bagnatissima! Stai colando come una cagna in calore!”
Riprendemmo a baciarci, mentre mi masturbava lentamente con due dita infilate nella mia fica sempre più fradicia. Nel frattempo le mie mani scendevano ad afferrare il suo sedere per poi passare davanti a tastare le dimensioni del suo uccello che già spiccava da sotto i pantaloni. Più sfregavo e più sentivo che diventava grosso. Le sue dita non smettevano di muoversi dentro e fuori, finché mi girò di spalle e prese a masturbarmi con più energia e sempre più velocemente. Arrivai presto all’orgasmo bagnandomi mutande e leggings. Le gambe avevano ceduto in quell’attimo, ma Gabriel mi sorreggeva sempre con le dita infilate nella mia passera; stavo godendo come da un po’ non mi capitava e in un modo mai provato prima. Non potevo crederci, il sogno erotico di tante notti si era avverato: ero lì a godere tra le braccia di Gabriel!
Mi girai di nuovo e riprendemmo a baciarci, nel frattempo gli stavo sbottonando i jeans quando mi bloccò:
“Non è ancora il momento, te lo devi guadagnare il mio cazzone, Valentina!”
“Ti prego, lo voglio! Dammelo!”
“E cosa vorresti farci?”
“Tutto!”
“No, ora devo andare, ma nel frattempo dovrai dimostrarmi completa devozione: sei pronta a soddisfare le mie richieste?”
“Certo farò quello che vuoi, ma non lasciarmi così!”
“Lo avrai! Ma non oggi. Nei prossimi giorni ti dirò che cosa dovrai fare. Per stasera ti devi masturbare e voglio avere una prova a dimostrazione che avrai raggiunto più orgasmi. Decidi tu come…un video, una foto, una registrazione vocale, una raccolta di succo o anche più cose insieme…”
Rimasi delusa! Ma dovevo avere pazienza…Mi sarei masturbata comunque, a prescindere dalla sua richiesta.
Quella sua richiesta e quel suo tono autoritario produsse in me una eccitazione nuova: mi sarei resa conto in breve tempo che avrei goduto in maggior misura in uno stato di sottomissione.
Continua…
(Per eventuali commenti o suggerimenti contattatemi su dukeduke1069@yahoo.com)
di
scritto il
2021-01-27
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