Una buona giornata
di
Lucrezia
genere
etero
Oggi è uno di quei giorni a cazzo, quelli in cui non ti senti né carne e ne pesce; vorresti fare qualcosa, ma cosa?
Sono sciatta, non so cosa voglio, giro da questa mattina per casa solo con la parte superiore del pigiama e i calzettoni di lana, non parliamo dei capelli.
I dreadlock hanno bisogno di una sistemata, li devo almeno legare.
Apro il cassetto del comò, vedo cosa c'è dentro, voglio farmi venire delle idee, magari riuscirò a dare un senso a questa giornata.
Trovo la bandana blu con i disegni damascati bianchi, mi lego i capelli con quella, provo vari metodi e alla fine mi piaccio, guardo ancora nel cassetto.
Trovo tra maglie e top, quello blu backless, lo prendo, me lo metto davanti e mi guardo allo specchio, può andare, ma che voglio fare?
Intanto lo provo, mi tolgo quel che resta del pigiama, infilo lo scollo, la spallina passa dietro la nuca, il resto scende davanti tipo bavaglino, poco poetico forse, ma l'effetto è quello, prendo la fine della maglia, va passata dietro e allacciata con un fiocco.
Blu come la bandana, bene, mi lascia la pancia scoperta, mi giro e noto l'effetto "side boobs" accidenti mi piace, ma sono più nuda ora che senza.
A proposito, sotto nuda lo sono davvero, che mi metto?
Apro l'armadio, vestiti da scartare, gonne possibili ma non so, pantaloni sì ma quali; vedo un colore tra gli altri che mi attira, un celeste che ci sta con il blu, tiro fuori i jeans decisamente sbiaditi.
Figo, sono quelli dell'estate scorsa, credevo di averli persi, ma no eccoli.
Lì infilo su, sono dei low rise mi coprono poco più su della zona pubica, mi giro e si vede l'inizio del solco tra le natiche.
Cazzo sono figa, ma non posso uscire così darei scandalo tra le vecchiette del condominio; un sottile piacere si insinua nella mia mente, perché no.
Mi tolgo i calzini, indosso infradito di cuoio e tiro fuori una cinghia marrone borchiata, portafogli, chiavi di casa e della moto, vado a zonzo, cazzo me ne frega.
Sono in garage, il casco mannaggia ai capelli, mannaggia ai caschi, per lo meno non è integrale.
Porto fuori la V50 e la metto in moto, chiudo il garage, salgo su e faccio la rampa, un attimo e sono in strada, accellero e via, sento freddo lungo la schiena nuda, ho mezzo culo di fuori, non indosso intimo, i jeans sono strappati sulle ginocchia, ma hanno anche una piccola scucitura al cavallo, le vibrazioni della moto le sento fin troppo bene.
Prendo per il mare, non so dove vado, non me ne frega nulla, un avventura è tale se te ne freghi delle conseguenze, se non fai congetture e programmi.
Vado al porto, c'è un bar, ho pure fame che non mangio da ieri sera, mi farò una coppa gelato, di quelle grandi, seduta al tavolino a guardare il passeggio e le barche.
Mezz'ora e sono lì, parcheggio, mi siedo ed ordino una coppa Melba ed un bicchiere d'acqua, mi guardano, guardo anch'io.
Non avete mai visto una bella ragazza prendersi un gelato da sola?
Affondo il cucchiaino nel gelato alla vaniglia, è così morbido e sensuale il dolce gusto vanigliato; gioco con il gelato a scoprire la pesca.
È come un languido spogliarello, tolgo strati di gustoso gelato alla vaniglia, portando alla luce ciò che è celato, poi quando tutta la pesca sciroppata è scoperta, con il cucchiaino inizio a sbocconcellarla.
La portò alla bocca, la deposito sulla lingua e la spingo sul palato, succhiandone il dolce nettare.
Procedo così lentamente fino a terminare tutta la pesca sciroppata, il languore si è impossessato di me, continuo a mangiarmi il resto del gelato, china sulla coppa.
Finisco col biscotto che lasciò sciogliere in bocca, poi mi appoggio allo schienale della sedia soddisfatta, allargo pure un po' le gambe, tiro fuori una sigaretta dal pacchetto appena comprato e mi gusto una boccata di quello buono.
Ci vorrebbe uno spinello, ma non si può tutto, un signore dalla strada mi guarda, forse ha intravisto qualcosa dal pantalone scucito, ma sì che guardi, chi se ne frega, io sto bene così, ciao.
Sono sciatta, non so cosa voglio, giro da questa mattina per casa solo con la parte superiore del pigiama e i calzettoni di lana, non parliamo dei capelli.
I dreadlock hanno bisogno di una sistemata, li devo almeno legare.
Apro il cassetto del comò, vedo cosa c'è dentro, voglio farmi venire delle idee, magari riuscirò a dare un senso a questa giornata.
Trovo la bandana blu con i disegni damascati bianchi, mi lego i capelli con quella, provo vari metodi e alla fine mi piaccio, guardo ancora nel cassetto.
Trovo tra maglie e top, quello blu backless, lo prendo, me lo metto davanti e mi guardo allo specchio, può andare, ma che voglio fare?
Intanto lo provo, mi tolgo quel che resta del pigiama, infilo lo scollo, la spallina passa dietro la nuca, il resto scende davanti tipo bavaglino, poco poetico forse, ma l'effetto è quello, prendo la fine della maglia, va passata dietro e allacciata con un fiocco.
Blu come la bandana, bene, mi lascia la pancia scoperta, mi giro e noto l'effetto "side boobs" accidenti mi piace, ma sono più nuda ora che senza.
A proposito, sotto nuda lo sono davvero, che mi metto?
Apro l'armadio, vestiti da scartare, gonne possibili ma non so, pantaloni sì ma quali; vedo un colore tra gli altri che mi attira, un celeste che ci sta con il blu, tiro fuori i jeans decisamente sbiaditi.
Figo, sono quelli dell'estate scorsa, credevo di averli persi, ma no eccoli.
Lì infilo su, sono dei low rise mi coprono poco più su della zona pubica, mi giro e si vede l'inizio del solco tra le natiche.
Cazzo sono figa, ma non posso uscire così darei scandalo tra le vecchiette del condominio; un sottile piacere si insinua nella mia mente, perché no.
Mi tolgo i calzini, indosso infradito di cuoio e tiro fuori una cinghia marrone borchiata, portafogli, chiavi di casa e della moto, vado a zonzo, cazzo me ne frega.
Sono in garage, il casco mannaggia ai capelli, mannaggia ai caschi, per lo meno non è integrale.
Porto fuori la V50 e la metto in moto, chiudo il garage, salgo su e faccio la rampa, un attimo e sono in strada, accellero e via, sento freddo lungo la schiena nuda, ho mezzo culo di fuori, non indosso intimo, i jeans sono strappati sulle ginocchia, ma hanno anche una piccola scucitura al cavallo, le vibrazioni della moto le sento fin troppo bene.
Prendo per il mare, non so dove vado, non me ne frega nulla, un avventura è tale se te ne freghi delle conseguenze, se non fai congetture e programmi.
Vado al porto, c'è un bar, ho pure fame che non mangio da ieri sera, mi farò una coppa gelato, di quelle grandi, seduta al tavolino a guardare il passeggio e le barche.
Mezz'ora e sono lì, parcheggio, mi siedo ed ordino una coppa Melba ed un bicchiere d'acqua, mi guardano, guardo anch'io.
Non avete mai visto una bella ragazza prendersi un gelato da sola?
Affondo il cucchiaino nel gelato alla vaniglia, è così morbido e sensuale il dolce gusto vanigliato; gioco con il gelato a scoprire la pesca.
È come un languido spogliarello, tolgo strati di gustoso gelato alla vaniglia, portando alla luce ciò che è celato, poi quando tutta la pesca sciroppata è scoperta, con il cucchiaino inizio a sbocconcellarla.
La portò alla bocca, la deposito sulla lingua e la spingo sul palato, succhiandone il dolce nettare.
Procedo così lentamente fino a terminare tutta la pesca sciroppata, il languore si è impossessato di me, continuo a mangiarmi il resto del gelato, china sulla coppa.
Finisco col biscotto che lasciò sciogliere in bocca, poi mi appoggio allo schienale della sedia soddisfatta, allargo pure un po' le gambe, tiro fuori una sigaretta dal pacchetto appena comprato e mi gusto una boccata di quello buono.
Ci vorrebbe uno spinello, ma non si può tutto, un signore dalla strada mi guarda, forse ha intravisto qualcosa dal pantalone scucito, ma sì che guardi, chi se ne frega, io sto bene così, ciao.
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