La 500 matta

di
genere
tradimenti


La strada, assolata e colma di gente ci investì con la sua aria di festa e di profumi estivi.
Fingevamo tanto fuori quanto eravamo così affiatati nella nostra intimità. Pagai un calice di rosso alla cantina di Gino e volsi lo sguardo verso di lei che mi veniva incontro sorridendo. Il sole le accendeva i capelli biondi e la brezza le pennellava i fianchi stretti nella sottile camicetta floreale.
Il pensiero di lei che, nello scantinato, godeva e si contorceva nell’estasi mi fece dubitare per un secondo di conoscerla.
Il vibrare del telefono mi riscosse: accesi l’ovetto.
Viki mi passò accanto, sfiorandomi la mano.
-Smettila di farmi questi scherzetti Jack. Ho la fica che gronda, vibra e si contrae allo stesso tempo-
-Non ti piacciono?-
-Certo che mi piacciono stronzo, ma ho il tuo seme che mi si è spalmato tra le cosce mentre cammino-
-Vediamo se è vero…Mh si è proprio così- le confermai passando due dita sulle labbra e sfiorando la ricetrasmittente del vibratore
Viki si ritrasse, serrando le cosce ma così facendo il vibratore andò ancora più in profondità.
-Cristo, mi è arrivato contro la cervice. C’è troppa gente qui, prendiamo la macchina e andiamo da qualche altra parte-
La vecchia 500 rombava per le curve con il bicilindrico fino al punto panoramico dal quale si vedeva tutta la valle. Viki si sporse dalla cappotte e, dato che il posto era isolato, pensò bene di tirarsi su il vestitino e liberare tette e culo.
-Questa volta no, caro fino a qui hai guidato te, ora fammi divertire anche a me-
Reclinai il seggiolino ma la mia ragazza volle fare tutto lei. Mi calò pantaloncini e boxer, assaporò e lucidò il paletto, e si issò in sella. Mi cavalcò a lungo smettendo per non farmi venire per assaporarci fino all’ultimo; l’ovetto acceso donò piacere ad entrambi ma poi Viki lo tolse e sbattendo il glande contro la cervice si annaffiò serrando le cosce e spingendo i muscoli pelvici.
Venni urlando per la sensazione di liberazione dello sperma dalla costrizione dei coglioni mentre le sue mani mi stringevano a sè e la sua lingua, come quella di una bella vampira, mi succhiava sul collo.
Ricordo bene quella sera, fu l’ultima che ci vedemmo prima del parto perché Due Schizzi ebbe l’aspettativa di padre Cornuto.

Chissà cosa successe dopo otto mesi di zero sesso…Se vi è piaciuto fino a qui potrei continuare…Fatemi sapere nei commenti.
di
scritto il
2021-04-13
3 . 2 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Da lontano, ti penso

racconto sucessivo

Vigliacco a chi?
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.