L’estasi di Anneth – prima parte

di
genere
prime esperienze

La mamma di Anneth si era trasferita in paese prima che lei nascesse. Proveniva dalla Moldavia profonda, alta un metro e ottanta di grande fascino che aveva attirato l’attenzione del figlio dell’anziana per la quale faceva le pulizie. L’uomo, latin lover impenitente, trovò in lei un affetto stabile e poco dopo nacque Anneth. La bimba era presa di mira a scuola per la sua grazia, la sua bellezza ed intelligenza fin dall’infanzia; crescendo acquisì un carattere forte, dominatore. I pettegoli vociferavano che avesse il vizio del padre già con le prime fattezze di donna. Dalla madre prese la pelle chiara e delicata, la costituzione ed indubbiamente un fisico slanciato ma florido, sbarazzino. Il carattere del padre, la sua giovane spigliatezza la isolarono dalle coetanee fino a quando non si fidanzò, ancora minorenne, con un bellissimo ragazzo di un paese vicino.
Lei ed io ci evitavamo abbastanza spesso, non si fidava delle persone ed ancora meno di quelle più grandi. Alla soglia dei vent’anni riuscii a farla posare per un servizio fotografico; superate le prime reticenze ed imbarazzo lo shooting andò bene. Avevo portato delle birre fresche per sopperire alla calura e, steso un telo sulla paglia tiepida del campo, parlammo del più e del meno. Con i minuti si lasciò andare, e nel parlare del suo ragazzo divenne improvvisamente imbarazzata.
-Non mi fido di nessuno sai con quante me ne hanno fatte…Ray ed io abbiamo un problema-
Di che genere scusa?
Sono già dei mesi che…lo facciamo- divenne rossa peperone -ma non riesco a prenderlo lì-
-Lì dove? Nel culetto?-
-Oddio che vergogna…non dirlo…sii…Aiutami ti prego, nessuno deve sapere niente-
-Capirai in paese anche io non vado molto a genio-
La ragazza scongiurò e scongiurò, riuscii a farla sfogare, le diedi una serie di istruzioni la prima delle quali era di dover evadere da casa per un pomeriggio con un’amica che la coprisse.
L’indomani presi del tempo per me. Rasai accuratamente il pube lasciando una peluria minima; poi bagnai il pennello da barba con acqua calda ed insaponai lo scroto ed i testicoli usando il rasoio di sicurezza eliminai i peli su di essi.
Presi una borsa casual con tutto ciò di cui avevo bisogno ed uscii. A metà strada tra i due paesi caricai Anneth.
-Ciao caro, sono molto agitata-
-Tranquilla andiamo in un posto dove nessuno ci romperà le scatole-. L’aria dentro l’abitacolo divenne caldissima ma il condizionatore non l’avevo.
-Tra poco siamo arrivati. Intanto comincia a calarti le mutandine e toglierti i sandali- il fuoristrada affrontò l’ultima salita rocciosa prima del villino nel bosco: gestivo il piccolo “cottage” per una coppia del nord.
-Babbo mi diceva che quassù vivevano dei contadini ma che poi avevano abbandonato-
-Si, era un rudere ma Viktor ha rimesso tutto apposto ed è sempre pieno. Questa settimana avrei dovuto accompagnare una coppia di americani ma hanno fatto buca all’ultimo e lui mi ha invitato a fare dei lavori di manutenzione. Mi sono preso tutta la settimana, mancano ancora tre giorni-
-Ho detto ai miei che sarei tornata tardi o forse domani-
-…Peggio per te-
Ridemmo di gusto entrambi.
Anneth scese dal mezzo scalza sull’erba del giardino, la gonna sottile svolazzava e si vedeva che non aveva il reggiseno perché le punte dei capezzoli bucavano la camicia
-Mi stai guardando le tette-
-Ti stupisce?-
-No, Ray le vorrebbe ancora più grosse, lui dice per strizzarle-
-Che cazzone il tuo Ray, spogliamoci, tanto non c’è nessuno-
-Maddai che pervertito che sei!!- Però lo fece e, maliziosamente si fece ammirare con piacere.
I suoi piedini scalzi, rosa, saltellavano verso il tavolo della pergola sul quale si sedette, schiudendo le cosce. Ammirai estasiato il suo pube giovanile non abbronzato, depilato e delicato prima di baciarla. Mi cosparse il volto, il collo, il petto di baci roventi, morsetti sui capezzoli, artigliò con i polpastrelli la schiena, in fianchi, strizzò i glutei.
-Mmmh che buon profumo, non avevo mai visto un pisello rasato. Ray è molto peloso-
-Così è meglio e vedo che ti piace-
-Devo ringraziarti in qualche modo- pensò a voce alta mettendosi la punta in bocca. Con una manina tirò indietro la pelle che mi ricopre il prepuzio, denudando la capocchia: un fremito mi percorse.
Il “ringraziamento” di Anneth fu molto gradito dal sottoscritto, mise in bocca anche i testicoli ma si vedeva che non era avvezza, la dovetti instradare io. La fanciulla imparava in fretta ma la trattenni dal farmi venire.
Staccarla fu dura, per il piacere che mi dava, atroce!
Portai il suo grembo sul bordo del tavolo e mi detti da fare per preparare la sua passerina. Anneth godette più di una volta e più di una volta lappai felice ed appagato nel mio ruolo di uomo il mio operato: era completamente in mia balia.
Aveva una figa già violata, questo era ovvio e scontato dirvelo ma, credetemi, ancora poco elastica e stretta. Produceva comunque molti liquidi, si vedeva che era eccitata, presa e la lubrificazione non guastava mai. Mi disse anche che prendeva la pillola per motivi ormonali.
Mi tirai su, non misi il profilattico, il pisello mi vibrava e faceva quelli scattini di quando siamo al massimo dell’eccitazione. L’abbracciai una mano sulle reni e dilagai lentamente in lei.
-Uhhh- Ad occhi chiusi, la bocca semiaperta, le gote avvolte in un tenue rossore accolse a cosce aperte il mio sesso.
Non avevo fretta, non volevo nemmeno venire, solo darle piacere, lentamente.
Spinta dopo spinta riuscii a mettere dentro quasi tutta l’asta e la dilatazione della vagina divenne più evidente quando le pareti esterne si flettevano verso il basso.
-Hai una fica da urlo, se non sto attento ti vengo dentro-
-Fallo, non rimango incinta. Vieni dentro…Ti prego-
-Non ancora…-mi sfilai dopo che fu venuta lasciandola frastornata mentre andavo a prendere la sacca.
di
scritto il
2022-07-03
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