La spesa

di
genere
esibizionismo

Dopo qualche giorno di apparente tregua, Cloe tornò alla carica offrendosi di accompagnarmi al villaggio a fare la spesa. Aveva messo degli shorts sopra al costume blu che le aveva regalato il suo ragazzo, così mi confidò appena partiti.
-Ti piaccio?-
-Sei bellissima ma quello che è successo l’altra sera non deve risuccedere-
-Papino papino, cosa devo fare con te?-
Era difficile non guardarla, si tolse tutto stirando le gambe a sfiorare il parabrezza, cosce aperte, fighetta liscia, rosa, umida.
-Sei una stronza Cloe…una uhhh- boccheggiai quando si infilò la cappella in bocca ciucciando con passione. Insalivò il cazzo e prese a segarmi lentamente, stringendo l’asta e facendo su e giu con movimenti rotatori
-La prima pompa l’ho fatta al prof di matematica sai? Non mi dava mai più di 4. Dopo una settimana che tutti i giorni lo mungevo presi 5, dopo un'altra 6 fino a 7-
Riprese la pompa e mi portò in paradiso. Ci sapeva fare non c’era dubbio anche se gestirmi non era facile, il pisello di un quarantenne non è come quello di un ragazzino. Guidare stava diventando sempre più complicato con la sua testa rossa che saliva e scendeva prendendo il cazzo a piena bocca.
-Ancora non sborri? Strano…Facciamo così allora- gongolò prendendo la crema solare e spalmandola sui miei genitali; per fortuna depilo sempre l’inguine e “purtroppo” quella mattina avevo messo solo il costume cosa che la facilitò, gli slip non erano un problema, li calai.
-Mi fermo cara perché facciamo un incidente-
-Neanche per sogno, tanto la strada è sterrata, rallenta ma non fermarti godo anche solo dell’idea di fartelo mentre guidi-
Misi la seconda ridotta, passo d’uomo, sussultavo quando i suoi polpastrelli spremevano la cappella ed i coglioni.
-Sono vicino cazzoo molto vicino-
Prima ridotta, sega a due mani, cappella in bocca,
-Oh cazzoo cazzzo cazzo!-
Le venni in bocca, sulla faccia, tra i capelli, fiotti bianchi e densi di sborra volarono ovunque. Strizzò i coglioni per spremere l’inimmaginabile, ripulì il pisello coprendolo con gli slip.
-Cristo sei assurda. Non avrei immaginato, ci sto prendendo gusto, esci subito dalla macchina- le intimai parcheggiando poco fuori strada ma ben coperti dalla macchia mediterranea.
L’aria calda, torrida, odore di sale, di mare, fremiti di cicale ci avvolse.
I suoi piedini nudi, rosati, saltellarono sugli aghi di pino. Ancheggiò riprendendo a ciucciare, leccava i coglioni, la base con piccoli morsetti e colpetti di lingua lungo il frenulo, il perineo, l’ano.
Infilò un dito incrematato nel culo facendomi sobbalzare, erano anni che non…
-Dammi il tuo cazzo papi- perentoria ma anche ingenua, non sapeva, non immaginava.
Nei successivi minuti la massacrai, gettata sul cofano della jeep, cosce larghe, tette e ventre tonico sulla lamiera calda. Aveva una fighetta elastica e fradicia. I suoi umori le colavano tra le labbra sciacquandomi il cazzo.
Le schizzai forte in figa, tutto dentro, schiaffeggiando il culetto mentre spingeva indietro per volerne di più, ne voleva di più, non si saziava mai, la troia.
-Ti voglio nel culo papino…Non immagino cosa mi faresti- mugolò accasciata contro la macchina.
Arrivare in paese fu molto complicato…
di
scritto il
2022-05-21
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