In balia di una psicopatica
di
MJ90
genere
dominazione
Oramai era chiaro: la mia curiosità mi aveva fregato, ero in balia di una signora arrapata.
L’indomani mattina, una volta arrivato ai lavatoi era già lì, sola.
-Buongiorno spione, spogliati e avvicinati-
Ubbidii, non che avessi molto da togliere, la pelle attorno all’inguine pizzicava.
-Un bel ragazzo, forte, magro…Uh, non male vieni, dobbiamo raderci di nuovo e anche il resto- mi prese per un braccio mettendomi a sedere sul bordo del lavatoio, fatto da una serie di normali pozzini in cemento messi sotto una costruzione in mattoni con il tetto in cocci e travetti. Per non cadere dovetti aprire le gambe e bloccare i piedi su due lavelli adiacenti.
Aveva portato un rasoio da uomo, sapone e pennello. Inzuppò quest’ultimo in una bacinella d’acqua tiepida e mi rase nuovamente l’inguine e il solco tra i glutei. Lo sfregamento contro i coglioni mi provocò una discreta erezione mattutina.
-Adesso stai fermo!-
Sentii caldo, un caldo strano: mi stava facendo una peretta d’acqua calda, un clistere via.
Corsi a svuotarmi le viscere dietro una ginestra più volte, fino a quando lei che mi seguiva fu soddisfatta.
-Mettiti con le mani sul muretto, gambe divaricate!-
Cercai di ubbidire…-gambe aperte ho detto!- e con due calci me le separò, poi mi rifece la legatura del giorno prima. Avevo ancora i segni, gemetti più volte ma non sentì minimamente.
-La prego, mi fa maleee-
-Zitto verginello, perché solo un verginello segaiolo guarderebbe una che ha l’età di sua madre. Dovrai abituarti, ogni volta che ci vedremo, metterai i lacci-
Una serie di scariche elettriche avvolsero il membro, stavo perdendo lentamente sensibilità. Afferrò il pisello prendendolo per la base dell’asta e lo tirò indietro, lentamente. Appena faceva resistenza si fermava, poi riprendeva. Poco dopo lo sentii solleticare dietro le cosce.
-Mi dispiace tanto caro, hai un bel cazzetto ma devo lavorartelo per bene. Se tu lo potessi vedere com’è adesso, sicuramente non ti piacerebbe. Cominciamo con la seconda parte-
Per quanto mi sentissi costretto e bloccato, un briciolo di sangue scorreva ancora nel membro, pulsava e vibrava, scappellato e tirato.
-Anche oggi la colf non viene, tranquillo. Devo metterti la pomata-
“Quale pomata?”
Certamente ti starai chiedendo quale pomata. Sei allergico alla lidocaina? Spero di no perché dovrai prenderne un bel po'.
Non avevo idea ma poco dopo persi completamente sensibilità sia al pisello che dietro. Un odore di risucchio arrivò alle mie orecchie.
-Hai proprio un bel culo, che meraviglia, vergine anche dietro…Oh meglio- si fece una grassa risata – vergine ERI dietro, mettiamo il secchio vah che è meglio-
Non capii, un secchiello da mungitura fu messo tra le mie gambe che cominciavano anche a dolermi.
Poco a poco però l’effetto analgesico svaniva e un dolore atroce riempì i miei polmoni. La fattoressa, ingrifata, mi stava stimolando la prostata con le mani, fui preso da tremori incontrollati e con un urlo più forte venni. La storia continuò per un tempo che mi parve infinito, continuai a gemere e sborrare a ripetizione ma piano piano il seme diminuiva e la violenza aumentava per spremere l’indicibile. Dovette arrendersi, liberandomi e portandomi nel ruscello, dove immersi i genitali, rossi e violentati.
-Quando ti sei lavato vieni qua-
-Mi dispiace tesoro- ora faceva la mammina mentre mi mettevo faticosamente a sedere su una panca di legno sotto il tetto- spero di non averti fatto male…dovevo farlo, che succederebbe se quel secchio lo avessi messo dentro di me? Capisci vero? Non posso farmi mettere incinta da te…gggnnh…poi che direbbe la gent-mmmhgg- in ginocchioni, nuda, segava e sbocchinava il cazzo.
Reclinai la testa indietro, sopraffatto. Il lavorio della fattoressa ebbe il suo scopo, lo lasciò con tutte le bollicine di bava sulla capocchia svettante e, salita su di me, si impalò guardandomi fisso.
-Uhhh che goduria, finalmente un cazzetto- sospirò prendendo a saltarmi addosso. Le poccione balzellavano – succhiale dai, strizzale- Madre Natura mi dette certamente una mano.
I mie gemiti di piacere e dolore per venir stritolato da quasi un quintale di figa e tette si persero con i suoi grugniti e frasi sconnesse.
-Signoraa! Io…-
-Cavati la sborra dal cazzo spione!! Oh Madonna, madonna vengo!-
Avvinghiati godemmo quasi all’unisono e mentre finivo di venire, bava di figa e una pisciata calda usciì dalla passera.
-Se farai il bravo, mi avrai una volta a settimana ma non devi segarti il cazzetto. Vai dalla mammina e non farti più vedere!-
Rivestitomi alla meglio, corsi verso casa.
L’indomani mattina, una volta arrivato ai lavatoi era già lì, sola.
-Buongiorno spione, spogliati e avvicinati-
Ubbidii, non che avessi molto da togliere, la pelle attorno all’inguine pizzicava.
-Un bel ragazzo, forte, magro…Uh, non male vieni, dobbiamo raderci di nuovo e anche il resto- mi prese per un braccio mettendomi a sedere sul bordo del lavatoio, fatto da una serie di normali pozzini in cemento messi sotto una costruzione in mattoni con il tetto in cocci e travetti. Per non cadere dovetti aprire le gambe e bloccare i piedi su due lavelli adiacenti.
Aveva portato un rasoio da uomo, sapone e pennello. Inzuppò quest’ultimo in una bacinella d’acqua tiepida e mi rase nuovamente l’inguine e il solco tra i glutei. Lo sfregamento contro i coglioni mi provocò una discreta erezione mattutina.
-Adesso stai fermo!-
Sentii caldo, un caldo strano: mi stava facendo una peretta d’acqua calda, un clistere via.
Corsi a svuotarmi le viscere dietro una ginestra più volte, fino a quando lei che mi seguiva fu soddisfatta.
-Mettiti con le mani sul muretto, gambe divaricate!-
Cercai di ubbidire…-gambe aperte ho detto!- e con due calci me le separò, poi mi rifece la legatura del giorno prima. Avevo ancora i segni, gemetti più volte ma non sentì minimamente.
-La prego, mi fa maleee-
-Zitto verginello, perché solo un verginello segaiolo guarderebbe una che ha l’età di sua madre. Dovrai abituarti, ogni volta che ci vedremo, metterai i lacci-
Una serie di scariche elettriche avvolsero il membro, stavo perdendo lentamente sensibilità. Afferrò il pisello prendendolo per la base dell’asta e lo tirò indietro, lentamente. Appena faceva resistenza si fermava, poi riprendeva. Poco dopo lo sentii solleticare dietro le cosce.
-Mi dispiace tanto caro, hai un bel cazzetto ma devo lavorartelo per bene. Se tu lo potessi vedere com’è adesso, sicuramente non ti piacerebbe. Cominciamo con la seconda parte-
Per quanto mi sentissi costretto e bloccato, un briciolo di sangue scorreva ancora nel membro, pulsava e vibrava, scappellato e tirato.
-Anche oggi la colf non viene, tranquillo. Devo metterti la pomata-
“Quale pomata?”
Certamente ti starai chiedendo quale pomata. Sei allergico alla lidocaina? Spero di no perché dovrai prenderne un bel po'.
Non avevo idea ma poco dopo persi completamente sensibilità sia al pisello che dietro. Un odore di risucchio arrivò alle mie orecchie.
-Hai proprio un bel culo, che meraviglia, vergine anche dietro…Oh meglio- si fece una grassa risata – vergine ERI dietro, mettiamo il secchio vah che è meglio-
Non capii, un secchiello da mungitura fu messo tra le mie gambe che cominciavano anche a dolermi.
Poco a poco però l’effetto analgesico svaniva e un dolore atroce riempì i miei polmoni. La fattoressa, ingrifata, mi stava stimolando la prostata con le mani, fui preso da tremori incontrollati e con un urlo più forte venni. La storia continuò per un tempo che mi parve infinito, continuai a gemere e sborrare a ripetizione ma piano piano il seme diminuiva e la violenza aumentava per spremere l’indicibile. Dovette arrendersi, liberandomi e portandomi nel ruscello, dove immersi i genitali, rossi e violentati.
-Quando ti sei lavato vieni qua-
-Mi dispiace tesoro- ora faceva la mammina mentre mi mettevo faticosamente a sedere su una panca di legno sotto il tetto- spero di non averti fatto male…dovevo farlo, che succederebbe se quel secchio lo avessi messo dentro di me? Capisci vero? Non posso farmi mettere incinta da te…gggnnh…poi che direbbe la gent-mmmhgg- in ginocchioni, nuda, segava e sbocchinava il cazzo.
Reclinai la testa indietro, sopraffatto. Il lavorio della fattoressa ebbe il suo scopo, lo lasciò con tutte le bollicine di bava sulla capocchia svettante e, salita su di me, si impalò guardandomi fisso.
-Uhhh che goduria, finalmente un cazzetto- sospirò prendendo a saltarmi addosso. Le poccione balzellavano – succhiale dai, strizzale- Madre Natura mi dette certamente una mano.
I mie gemiti di piacere e dolore per venir stritolato da quasi un quintale di figa e tette si persero con i suoi grugniti e frasi sconnesse.
-Signoraa! Io…-
-Cavati la sborra dal cazzo spione!! Oh Madonna, madonna vengo!-
Avvinghiati godemmo quasi all’unisono e mentre finivo di venire, bava di figa e una pisciata calda usciì dalla passera.
-Se farai il bravo, mi avrai una volta a settimana ma non devi segarti il cazzetto. Vai dalla mammina e non farti più vedere!-
Rivestitomi alla meglio, corsi verso casa.
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