Angela
di
Lucrezia
genere
pulp
Che cazzo ci faccio io qui, e me lo chiedo da un po' da quando Angela la mia amica transgender mi ci ha trascinata.
Musica a livelli di volume altissimi, canzoni, ma che dico, roba techno da anni 90 e la sensazione di essere l'unica donna biologica qui in mezzo.
Non che la cosa mi sconvolga, anzi, ma mi sento di troppo, anche se sono bisessuale sono fuoriluogo, è un pensiero che mi assilla da un po' e forse sono solo io ad essere fuori tono.
In realtà ho accettato perché ero stanca di passare le serate sola; da un po' niente sesso, nemmeno con me stessa, depressione e voglia di chiudermi a riccio. Poi arriva Angela.
La conosco da un po' frequenta anche lei il circolo Arci di zona, è simpatica, mi fa ridere ed è innocua almeno per me.
E no, non pensate male, certo che son curiosa, ma come dicevo non ho voglia di nessun tipo di avventure e poi a lei le donne non interessano.
Situazione paradossale, ma anche no, si sente donna e cerca uomini, sono io quella strana, ma questa serata, Bo!
Sì un grande Bo! Non che solitamente mi faccia scrupoli ma proprio non so che pensare, mi sento fuori luogo, la musica, l'ambiente, le persone, nulla mi attira, poi mentre cerco Angela che si era defilata a cercare da bere, attacca una versione remix di Relax dei Franky goes to Hollywood.
La folla già compatta inizia a saltare a ritmo e ad urlare dietro a Hollie Johnson, ed io con loro, cioè un attimo, non è che mi andasse proprio, ma immaginate cosa succede in una scatola di sardine se l'agitate, tutte le sardine ballano, anche a quelle che non va.
Ad un certo punto vedo Angela al bancone del bar, alzo un braccio per farmi notare ma in quella mi si para davanti un ammasso falso biondo, alto due metri, che balla a ritmo con un improbabile vestito di lamè senza spalline, e che sia senza spalline me ne accorgo perché vengo colpita al volto da una tetta siliconica dalla misura improbabile.
Hei faccio, ricevo un scusa e continua a saltare imbarazzandomi per le tettone che mi sbatte continuamente in faccia, non so se è il suo metodo di approccio, ma davvero con me non funziona, credo con nessuno possa funzionare, e mi stupisco anche del fatto che in questa bolgia nessuno mi abbia ancora distrutto un piede, tutti saltano compatti.
Prendo la sirena d'argento per i fianchi e tra un salto e l'altro riesco a spostarla, quindi guadagno il bar e Angela.
È al secondo cocktail, cioè il mio, il suo l'ha trangugiato al volo, ordino un Manhattan, chissà cosa mi arriva, intanto cerchiamo di parlarci alle orecchie.
Il Manhattan che mi arriva è proprio un Manhattan, è buono, prendo l'oliva e me la metto in bocca per assaporarla lentamente.
Allora, tento di dire nel frastuono, ci vieni spesso qui se ho capito bene, intanto vedo la sirena con i due ammassi globulari che si agita nella folla, chi è la conosci, chiedo indicandogliela.
Angela alza le spalle e poi mi fa, la scema della compagnia, vedo che l'hai conosciuta subito. Scherzi, mi ha schiaffeggiata senza motivo con quei due cocomeri che si porta dietro, o meglio, sono loro che si portano dietro lei, hanno vita propria.
Angela ride, poi mi dice di non preoccuparmi che è innocua, si fa chiamare Gabriella, le piace ballare ed esibirsi a suo modo, non fa altro, si dice che da giovane ballava al La Troya di Ibiza city; da giovane e ride, sai che c'è, non ce la vedo affatto ma non importa tanto è una povera sfigata.
Concordo ma le chiedo se per lei c'è qualcuno che non lo sia, me compresa?
Per risposta ricevo un colpetto sulla spalla che mi fa cadere un sorso di cocktail sul vestito.
Un tipo davvero buffo, con una Coppola bianca in testa ed un foulard rosso al collo su una maglietta a righe, alla marinara, si offre di smacchiare il vestito.
Ma non serve dai, faccio io, ma lui mi invita a buttare giù quel che resta del cocktail ed a seguirlo nei bagni, lo faccio, penso che tanto è innocuo, una volta lì questa specie di popeye mi prende il lembo della scollatura dove c'è la macchia e me la bagna con acqua, belle tette mi fa, sfido, dico, sono naturali.
Lo so, mi fa Braccio di Ferro, lo vedo che sei una donna, e ti ho portata qui per metterti in guardia, dai, rispondo, non dirmi che una donna biologica è in pericolo qui per... non finisco la frase, che mi fa cenno di stare zitta, poi continua, ma no, nessuno qui ce l'ha con te per questo, nemmeno ti guardano.
Vero penso, nessuno mi ha cagata da quando sono qui, poi il bel tipo si guarda attorno e mi porta più lontana dalla porta, ora sono in apprensione, ma lui mi tranquillizza e mi dice che devo stare attenta ad Angela, lei sì che è pericolosa, che è sospettata di omicidio, omicidio della moglie, quando ancora si chiamava Carmelo.
Ma dai, faccio io, ma poi mi ha detto che si chiamava Giorgio, certo non è che sia una certezza, ma chi se ne frega scusa.
Lui si guarda attorno, poi apre un box e ci va dentro, poi mette una mano nella tasca posteriore dei pantaloni ed estrae il portafogli: sul tesserino della Polizia leggo Digos, quindi mi fa, puoi non credermi, ma tre anni fa in Sicilia a San Giorgio di Camastra, c'erano due tipi, sposati, Anna e Carmelo, un giorno i colleghi della mobile siciliana, trovano il corpo di Anna riverso giù dalla scogliera, subito i sospetti vanno verso il marito che però non si trova.
Un giorno la Procura di Udine però viene notiziata di un ingresso nel nostro paese di questa certa Anna Righetti, di cui non si conosce altro. Dalle indagini però sembra risultare essere Carmelo, che non è gay, ma è riuscito all'estero a cambiare sesso, e tentare di rientrare in Italia sotto mentite spoglie.
Va bene, faccio io, ammesso che sia vero, perché se ne occupa la Digos e non la mobile, perché mi risponde lui, io ero l'unico disposto a seguirlo qui dentro.
Rido, ma non per molto, dietro di me la voce di Angela, glaciale.
E bravi, siete proprio bravi, io mi giro e Angela ha una pistola automatica in mano, due colpi in petto al poliziotto, che non ha avuto nemmeno il tempo di tirare fuori una scatola di spinaci, poi pistola dietro la schiena Angela mi costringe a seguirlo.
Io sono basita, ma mi riprendo presto, sarà la paura o la voglia di vivere, ma mi divincolo dalla sua stretta, solo che vengo raggiunta alla schiena da due colpi, vigliacco penso, poi buio.
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Ho messo come categoria pulp, andrebbe in noire, ma non c'è.
Musica a livelli di volume altissimi, canzoni, ma che dico, roba techno da anni 90 e la sensazione di essere l'unica donna biologica qui in mezzo.
Non che la cosa mi sconvolga, anzi, ma mi sento di troppo, anche se sono bisessuale sono fuoriluogo, è un pensiero che mi assilla da un po' e forse sono solo io ad essere fuori tono.
In realtà ho accettato perché ero stanca di passare le serate sola; da un po' niente sesso, nemmeno con me stessa, depressione e voglia di chiudermi a riccio. Poi arriva Angela.
La conosco da un po' frequenta anche lei il circolo Arci di zona, è simpatica, mi fa ridere ed è innocua almeno per me.
E no, non pensate male, certo che son curiosa, ma come dicevo non ho voglia di nessun tipo di avventure e poi a lei le donne non interessano.
Situazione paradossale, ma anche no, si sente donna e cerca uomini, sono io quella strana, ma questa serata, Bo!
Sì un grande Bo! Non che solitamente mi faccia scrupoli ma proprio non so che pensare, mi sento fuori luogo, la musica, l'ambiente, le persone, nulla mi attira, poi mentre cerco Angela che si era defilata a cercare da bere, attacca una versione remix di Relax dei Franky goes to Hollywood.
La folla già compatta inizia a saltare a ritmo e ad urlare dietro a Hollie Johnson, ed io con loro, cioè un attimo, non è che mi andasse proprio, ma immaginate cosa succede in una scatola di sardine se l'agitate, tutte le sardine ballano, anche a quelle che non va.
Ad un certo punto vedo Angela al bancone del bar, alzo un braccio per farmi notare ma in quella mi si para davanti un ammasso falso biondo, alto due metri, che balla a ritmo con un improbabile vestito di lamè senza spalline, e che sia senza spalline me ne accorgo perché vengo colpita al volto da una tetta siliconica dalla misura improbabile.
Hei faccio, ricevo un scusa e continua a saltare imbarazzandomi per le tettone che mi sbatte continuamente in faccia, non so se è il suo metodo di approccio, ma davvero con me non funziona, credo con nessuno possa funzionare, e mi stupisco anche del fatto che in questa bolgia nessuno mi abbia ancora distrutto un piede, tutti saltano compatti.
Prendo la sirena d'argento per i fianchi e tra un salto e l'altro riesco a spostarla, quindi guadagno il bar e Angela.
È al secondo cocktail, cioè il mio, il suo l'ha trangugiato al volo, ordino un Manhattan, chissà cosa mi arriva, intanto cerchiamo di parlarci alle orecchie.
Il Manhattan che mi arriva è proprio un Manhattan, è buono, prendo l'oliva e me la metto in bocca per assaporarla lentamente.
Allora, tento di dire nel frastuono, ci vieni spesso qui se ho capito bene, intanto vedo la sirena con i due ammassi globulari che si agita nella folla, chi è la conosci, chiedo indicandogliela.
Angela alza le spalle e poi mi fa, la scema della compagnia, vedo che l'hai conosciuta subito. Scherzi, mi ha schiaffeggiata senza motivo con quei due cocomeri che si porta dietro, o meglio, sono loro che si portano dietro lei, hanno vita propria.
Angela ride, poi mi dice di non preoccuparmi che è innocua, si fa chiamare Gabriella, le piace ballare ed esibirsi a suo modo, non fa altro, si dice che da giovane ballava al La Troya di Ibiza city; da giovane e ride, sai che c'è, non ce la vedo affatto ma non importa tanto è una povera sfigata.
Concordo ma le chiedo se per lei c'è qualcuno che non lo sia, me compresa?
Per risposta ricevo un colpetto sulla spalla che mi fa cadere un sorso di cocktail sul vestito.
Un tipo davvero buffo, con una Coppola bianca in testa ed un foulard rosso al collo su una maglietta a righe, alla marinara, si offre di smacchiare il vestito.
Ma non serve dai, faccio io, ma lui mi invita a buttare giù quel che resta del cocktail ed a seguirlo nei bagni, lo faccio, penso che tanto è innocuo, una volta lì questa specie di popeye mi prende il lembo della scollatura dove c'è la macchia e me la bagna con acqua, belle tette mi fa, sfido, dico, sono naturali.
Lo so, mi fa Braccio di Ferro, lo vedo che sei una donna, e ti ho portata qui per metterti in guardia, dai, rispondo, non dirmi che una donna biologica è in pericolo qui per... non finisco la frase, che mi fa cenno di stare zitta, poi continua, ma no, nessuno qui ce l'ha con te per questo, nemmeno ti guardano.
Vero penso, nessuno mi ha cagata da quando sono qui, poi il bel tipo si guarda attorno e mi porta più lontana dalla porta, ora sono in apprensione, ma lui mi tranquillizza e mi dice che devo stare attenta ad Angela, lei sì che è pericolosa, che è sospettata di omicidio, omicidio della moglie, quando ancora si chiamava Carmelo.
Ma dai, faccio io, ma poi mi ha detto che si chiamava Giorgio, certo non è che sia una certezza, ma chi se ne frega scusa.
Lui si guarda attorno, poi apre un box e ci va dentro, poi mette una mano nella tasca posteriore dei pantaloni ed estrae il portafogli: sul tesserino della Polizia leggo Digos, quindi mi fa, puoi non credermi, ma tre anni fa in Sicilia a San Giorgio di Camastra, c'erano due tipi, sposati, Anna e Carmelo, un giorno i colleghi della mobile siciliana, trovano il corpo di Anna riverso giù dalla scogliera, subito i sospetti vanno verso il marito che però non si trova.
Un giorno la Procura di Udine però viene notiziata di un ingresso nel nostro paese di questa certa Anna Righetti, di cui non si conosce altro. Dalle indagini però sembra risultare essere Carmelo, che non è gay, ma è riuscito all'estero a cambiare sesso, e tentare di rientrare in Italia sotto mentite spoglie.
Va bene, faccio io, ammesso che sia vero, perché se ne occupa la Digos e non la mobile, perché mi risponde lui, io ero l'unico disposto a seguirlo qui dentro.
Rido, ma non per molto, dietro di me la voce di Angela, glaciale.
E bravi, siete proprio bravi, io mi giro e Angela ha una pistola automatica in mano, due colpi in petto al poliziotto, che non ha avuto nemmeno il tempo di tirare fuori una scatola di spinaci, poi pistola dietro la schiena Angela mi costringe a seguirlo.
Io sono basita, ma mi riprendo presto, sarà la paura o la voglia di vivere, ma mi divincolo dalla sua stretta, solo che vengo raggiunta alla schiena da due colpi, vigliacco penso, poi buio.
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Ho messo come categoria pulp, andrebbe in noire, ma non c'è.
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