Menage a trois -15- Nuove consapevolezze
di
Serena Rossi
genere
sentimentali
Finita l'orgia post prandiale ci siamo congedati dal giovane Gianluca invitandolo, qualora non avesse impegni per la cena o per il dopo pasto.
Per noi tre era giunto il momento di un necessario riposo pomeridiano ristoratore. Io e Lucrezia nel lettone e mio marito in salotto.
Prima di andare in camera era d'obbligo, visto il nostro stato una doccia, entro nella cabina per prima e vedo Lucrezia sedersi sulla tazza del wc. Immediatamente le dico con tono languido "amore non farla lì, vieni qui.." e mentre finisco la frase mi abbasso in ginocchio. Lei con uno sguardo un pochino incredulo si avvicina, entra e si posiziona davanti a me, allarga le grandi labbra e dopo qualche secondo vengo colpita dal suo getto caldo. La sua pioggia dorata mi colpisce il viso, scendendo verso le mie tette e scivolando sino sul piatto doccia. Questa posizione che di fatto mi degrada, mi da però una grande eccitazione perchè fatta insieme a lei, per lei, per la passione e il sentimento che ci unisce.
Quando oramai non cadono che poche gocce, mi aggrappo come una naufraga ad uno scoglio arpiono con le mie mani i suoi glutei e affondo la mia bocca in mezzo alle sue gambe. Il sapore della sua figa è un misto fra il dolciastro e salato, Lucrezia appoggiata alla parete con la schiena mi tiene la testa forte impedendomi ogni possibilità di fuga, e in questo vortice di sottomissione entrambe godiamo quasi simultaneamente.
Dopo la doccia, ci addormentiamo abbracciate, io con la testa sul suo petto giocando con le mie dita sui suoi capezzoli. Mi sveglio per prima e per un pò la guardo estasiata, c'è in lei qualcosa che mi travolge. Appena riapre gli occhi esordisco "ascoltami Lucrezia ho la necessità di farti un discorso serio, quando ieri uscita dalla doccia vi ho visti scopare in cucina non ti nascondo che ho ho avuto un moto di gelosia, poi però è subentrata una eccitazione sconosciuta e che mi rende schiava di questo desiderio. Sono dunque a chiederti che sia solo tu a prenderti cura di mio marito da qui alla fine di questo pazzo fine settimana. Con lui ne ho già parlato ed è d'accordo, io godrò di riflesso per osmosi." Lucrezia sembra guardarmi con sguardo spaesato e interdetto, toccandola in mezzo alle gambe trovo però un lago, questo è il segnale inequivocabile di come la cosa la stia eccitando...
La prendo per mano e insieme andiamo in salotto, mio marito è ancora appisolato. Ci fermiamo un attimo "Lucrezia, amore mio mi sistemerò ai piedi del divano, voglio che io e te ci si guardi sempre, comunicheremo con i nostri sguardi e le nostre parole, mi trasferirai il tuo godimento che diventerà il mio".
Lucrezia senza staccare mai i suoi occhi dai miei si inginocchia e prende il gran cazzo di mio marito ancora a riposo con la sua mano. Io seduta in fondo al divano le faccio un cenno di assenso, lei incomincia a leccarlo dalle palle per poi risalire lungo l'asta fino al glande. Le dico di ingoiarlo, tutto, lei sempre con gli occhi fissi nei miei sta faticando, continui conati di saliva le sgorgano, il suo viso rosso fuoco è deformato.
Intanto io incomincio a bagnarmi e a gambe oscenamente spalancate incomincio ad accarezzarmi il clitoride e i capezzoli. Quando mio marito è pronto dico a Lucrezia di sedersi sopra dandogli la schiena e con il viso rivolto a me. La invito a cavalcarlo prima piano per poi accelerare, "dimmi Lucrezia cosa provi?", "oh Serena, lo sento sempre più grosso, è immenso, mi sbatte contro la cervice, sembra voglia entrarmi nell'utero".
Io osservo minuziosamente tutto, mi immedesimo in quel piacere, ormai mi sto scopando abbondantemente la figa con due dita. Lucrezia come me ha orgasmi a ripetizione, tende a chiudere gli occhi, la invito invece a tenerli aperti e a guardarmi. Le sue continue secrezioni hanno fatto un laghetto sul divano, ad un certo punto mio marito forza di molto il ritmo, lei non riesce più a tenere gli occhi aperti, il suo corpo oramai è un sussulto continuo. E' facile intuire il momento, "Marco, vieni, riempila.." Mio marito da quattro, cinque spinte forti scaricandosi completamente, Lucrezia è inerte, le chiedo di venire verso di me, a fatica con gambe tremolanti si avvicina, appoggia la sua figa alla mia bocca e si scarica. Poi avvicinando il suo viso al mio ci baciamo con trasporto e dolcezza, mentre entrambe versiamo qualche lacrima che ci riga il viso, le sussurro "grazie amore per l'infinito piacere regalato..."
Per noi tre era giunto il momento di un necessario riposo pomeridiano ristoratore. Io e Lucrezia nel lettone e mio marito in salotto.
Prima di andare in camera era d'obbligo, visto il nostro stato una doccia, entro nella cabina per prima e vedo Lucrezia sedersi sulla tazza del wc. Immediatamente le dico con tono languido "amore non farla lì, vieni qui.." e mentre finisco la frase mi abbasso in ginocchio. Lei con uno sguardo un pochino incredulo si avvicina, entra e si posiziona davanti a me, allarga le grandi labbra e dopo qualche secondo vengo colpita dal suo getto caldo. La sua pioggia dorata mi colpisce il viso, scendendo verso le mie tette e scivolando sino sul piatto doccia. Questa posizione che di fatto mi degrada, mi da però una grande eccitazione perchè fatta insieme a lei, per lei, per la passione e il sentimento che ci unisce.
Quando oramai non cadono che poche gocce, mi aggrappo come una naufraga ad uno scoglio arpiono con le mie mani i suoi glutei e affondo la mia bocca in mezzo alle sue gambe. Il sapore della sua figa è un misto fra il dolciastro e salato, Lucrezia appoggiata alla parete con la schiena mi tiene la testa forte impedendomi ogni possibilità di fuga, e in questo vortice di sottomissione entrambe godiamo quasi simultaneamente.
Dopo la doccia, ci addormentiamo abbracciate, io con la testa sul suo petto giocando con le mie dita sui suoi capezzoli. Mi sveglio per prima e per un pò la guardo estasiata, c'è in lei qualcosa che mi travolge. Appena riapre gli occhi esordisco "ascoltami Lucrezia ho la necessità di farti un discorso serio, quando ieri uscita dalla doccia vi ho visti scopare in cucina non ti nascondo che ho ho avuto un moto di gelosia, poi però è subentrata una eccitazione sconosciuta e che mi rende schiava di questo desiderio. Sono dunque a chiederti che sia solo tu a prenderti cura di mio marito da qui alla fine di questo pazzo fine settimana. Con lui ne ho già parlato ed è d'accordo, io godrò di riflesso per osmosi." Lucrezia sembra guardarmi con sguardo spaesato e interdetto, toccandola in mezzo alle gambe trovo però un lago, questo è il segnale inequivocabile di come la cosa la stia eccitando...
La prendo per mano e insieme andiamo in salotto, mio marito è ancora appisolato. Ci fermiamo un attimo "Lucrezia, amore mio mi sistemerò ai piedi del divano, voglio che io e te ci si guardi sempre, comunicheremo con i nostri sguardi e le nostre parole, mi trasferirai il tuo godimento che diventerà il mio".
Lucrezia senza staccare mai i suoi occhi dai miei si inginocchia e prende il gran cazzo di mio marito ancora a riposo con la sua mano. Io seduta in fondo al divano le faccio un cenno di assenso, lei incomincia a leccarlo dalle palle per poi risalire lungo l'asta fino al glande. Le dico di ingoiarlo, tutto, lei sempre con gli occhi fissi nei miei sta faticando, continui conati di saliva le sgorgano, il suo viso rosso fuoco è deformato.
Intanto io incomincio a bagnarmi e a gambe oscenamente spalancate incomincio ad accarezzarmi il clitoride e i capezzoli. Quando mio marito è pronto dico a Lucrezia di sedersi sopra dandogli la schiena e con il viso rivolto a me. La invito a cavalcarlo prima piano per poi accelerare, "dimmi Lucrezia cosa provi?", "oh Serena, lo sento sempre più grosso, è immenso, mi sbatte contro la cervice, sembra voglia entrarmi nell'utero".
Io osservo minuziosamente tutto, mi immedesimo in quel piacere, ormai mi sto scopando abbondantemente la figa con due dita. Lucrezia come me ha orgasmi a ripetizione, tende a chiudere gli occhi, la invito invece a tenerli aperti e a guardarmi. Le sue continue secrezioni hanno fatto un laghetto sul divano, ad un certo punto mio marito forza di molto il ritmo, lei non riesce più a tenere gli occhi aperti, il suo corpo oramai è un sussulto continuo. E' facile intuire il momento, "Marco, vieni, riempila.." Mio marito da quattro, cinque spinte forti scaricandosi completamente, Lucrezia è inerte, le chiedo di venire verso di me, a fatica con gambe tremolanti si avvicina, appoggia la sua figa alla mia bocca e si scarica. Poi avvicinando il suo viso al mio ci baciamo con trasporto e dolcezza, mentre entrambe versiamo qualche lacrima che ci riga il viso, le sussurro "grazie amore per l'infinito piacere regalato..."
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