Budapest cafè.
di
Lucrezia
genere
sentimentali
Svegliarsi una mattina, guardare la luce che entra nella stanza attraverso le tende leggere.
Cercare di comprendere dove si è, perché tutto è diverso, la posizione del letto rispetto alla finestra, una grande finestra che prende l'intera parete di fondo.
Nessun armadio a rovinare l'armonia di un muro, solo quadri, un mobile basso che nasconde un frigorifero.
Bene, sono in un albergo, mi giro verso l'interno del grande letto, un king size, troppo grande per i miei gusti però nonostante le dimensioni ti trovo, sei sveglia e mi sorridi, mi domandi cosa c'è che non va, se va.
Ti sorrido ma non ti rispondo, tu mi sali sulla pancia e ridi, poi mi baci e mi dici che siamo a Budapest, non te lo ricordi?
Non prima di un caffè.
Cercare di comprendere dove si è, perché tutto è diverso, la posizione del letto rispetto alla finestra, una grande finestra che prende l'intera parete di fondo.
Nessun armadio a rovinare l'armonia di un muro, solo quadri, un mobile basso che nasconde un frigorifero.
Bene, sono in un albergo, mi giro verso l'interno del grande letto, un king size, troppo grande per i miei gusti però nonostante le dimensioni ti trovo, sei sveglia e mi sorridi, mi domandi cosa c'è che non va, se va.
Ti sorrido ma non ti rispondo, tu mi sali sulla pancia e ridi, poi mi baci e mi dici che siamo a Budapest, non te lo ricordi?
Non prima di un caffè.
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