La moglie schiava - La nuova compagna del marito (parte 3)
di
Kugher
genere
sadomaso
Edith aveva il potere di eccitarlo con i suoi movimenti carichi di sensualità.
Diego proseguì a raccontare come sua moglie era diventata schiava.
“Iniziai a pretendere che lei mi servisse durante i pasti e mangiasse dopo. Poi siamo passati a farle mangiare solo i miei avanzi, fino a darglieli tutti mischiati in un piatto posto ai miei piedi mentre guardavo la tv. Naturalmente doveva mangiare senza l’utilizzo delle posate. Per divertirmi, ogni tanto le mettevo sul cibo il mio piede che lei doveva pulire prima di proseguire con la sua cena. Iniziò così a passare tutta la serata ai miei piedi ed a mia disposizione”.
La voce di Edith denunciava una eccitazione crescente, diversa da quella sessuale.
“A disposizione in che senso? Sessuale?”
“Certo, ma anche solo per farmi portare un bicchiere d’acqua, passarmi il telecomando, stare a 4 zampe e farmi appoggiare le gambe sulla sua schiena, ma anche il semplice piacere di tenere mia moglie, nuda, accucciata ai miei piedi in attesa di ordini”.
“wow!!! Non chiedeva di alzarsi?”
“Solo le prime volte, ma glielo negavo e lei restava giù, zitta ed ubbidiente”.
“Non si lamentava mai?”
“Inizialmente sì. Iniziai a picchiarla quando si lamentava della sua scomodità, dandomi fastidio”.
“Che stronzo” gli disse ridendo.
Lui le leccò le labbra e le passò la mano tra le cosce trovando ciò che immaginava.
Le infilò le dita umide del suo stesso piacere in bocca, sorridendo con fare complice.
“Come la picchiavi?”
“Schiaffi, cinghia, frustino, le torcevo anche i capezzoli, a piacimento per il tempo che volevo. Questo mi eccitava e così la usavo sessualmente, trovandola bagnata. Siccome mi piaceva procurarle dolore, iniziai a frustarla anche senza motivo, fino ad averlo duro. Quando ero soddisfatto della mia eccitazione mi soddisfavo sessualmente”.
Edith iniziò ad agitarsi al suo fianco.
“E lei?”
“Era bagnata. Ti ho detto, lei è schiava dentro e masochista. Quella situazione intrigava entrambi. Lei stessa a volte faceva in modo di umiliarsi o servirmi cercando di prevenire i miei desideri, presa dalla sua sempre più crescente sottomissione. A volte mi stuzzicava per farsi frustare”.
“Se accettassi potrei frustarla anche io?”
“Amore, è una schiava, puoi fare tutto ciò che vuoi, quando vuoi e per il tempo che vuoi”.
Il respiro di lei si fece un poco più corto.
“Com’è sotto la frusta?”
“eheheh ti piace la cosa eh. Inizialmente cerca di resistere, poi si contorce che è una meraviglia. Se non è incatenata dopo un po’ cerca di sottrarsi ed è ancora più eccitante”.
Quasi distrattamente, Diego prese a giocare con il suo capezzolo, trovandolo turgido.
“La portavo sempre più giù, fino a pretendere che dormisse a terra accanto al mio letto”.
Edith posò la sua coscia sul pene di Diego ed iniziò a baciargli il collo in modo sensuale.
“Continua”.
“La cosa eccitò anche lei, tanto più che mi svegliava di notte per fare sesso”.
“La zoccola!!!”
Risero.
Diego proseguì a raccontare come sua moglie era diventata schiava.
“Iniziai a pretendere che lei mi servisse durante i pasti e mangiasse dopo. Poi siamo passati a farle mangiare solo i miei avanzi, fino a darglieli tutti mischiati in un piatto posto ai miei piedi mentre guardavo la tv. Naturalmente doveva mangiare senza l’utilizzo delle posate. Per divertirmi, ogni tanto le mettevo sul cibo il mio piede che lei doveva pulire prima di proseguire con la sua cena. Iniziò così a passare tutta la serata ai miei piedi ed a mia disposizione”.
La voce di Edith denunciava una eccitazione crescente, diversa da quella sessuale.
“A disposizione in che senso? Sessuale?”
“Certo, ma anche solo per farmi portare un bicchiere d’acqua, passarmi il telecomando, stare a 4 zampe e farmi appoggiare le gambe sulla sua schiena, ma anche il semplice piacere di tenere mia moglie, nuda, accucciata ai miei piedi in attesa di ordini”.
“wow!!! Non chiedeva di alzarsi?”
“Solo le prime volte, ma glielo negavo e lei restava giù, zitta ed ubbidiente”.
“Non si lamentava mai?”
“Inizialmente sì. Iniziai a picchiarla quando si lamentava della sua scomodità, dandomi fastidio”.
“Che stronzo” gli disse ridendo.
Lui le leccò le labbra e le passò la mano tra le cosce trovando ciò che immaginava.
Le infilò le dita umide del suo stesso piacere in bocca, sorridendo con fare complice.
“Come la picchiavi?”
“Schiaffi, cinghia, frustino, le torcevo anche i capezzoli, a piacimento per il tempo che volevo. Questo mi eccitava e così la usavo sessualmente, trovandola bagnata. Siccome mi piaceva procurarle dolore, iniziai a frustarla anche senza motivo, fino ad averlo duro. Quando ero soddisfatto della mia eccitazione mi soddisfavo sessualmente”.
Edith iniziò ad agitarsi al suo fianco.
“E lei?”
“Era bagnata. Ti ho detto, lei è schiava dentro e masochista. Quella situazione intrigava entrambi. Lei stessa a volte faceva in modo di umiliarsi o servirmi cercando di prevenire i miei desideri, presa dalla sua sempre più crescente sottomissione. A volte mi stuzzicava per farsi frustare”.
“Se accettassi potrei frustarla anche io?”
“Amore, è una schiava, puoi fare tutto ciò che vuoi, quando vuoi e per il tempo che vuoi”.
Il respiro di lei si fece un poco più corto.
“Com’è sotto la frusta?”
“eheheh ti piace la cosa eh. Inizialmente cerca di resistere, poi si contorce che è una meraviglia. Se non è incatenata dopo un po’ cerca di sottrarsi ed è ancora più eccitante”.
Quasi distrattamente, Diego prese a giocare con il suo capezzolo, trovandolo turgido.
“La portavo sempre più giù, fino a pretendere che dormisse a terra accanto al mio letto”.
Edith posò la sua coscia sul pene di Diego ed iniziò a baciargli il collo in modo sensuale.
“Continua”.
“La cosa eccitò anche lei, tanto più che mi svegliava di notte per fare sesso”.
“La zoccola!!!”
Risero.
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