La portiera aveva altri introiti 3.
di
Batacchione.
genere
etero
La sera precedente terminò che, mentre io inculavo e mi facevo sbocchinare da Martina, il trans appunto, Gianna mi volle preparare una cena per riprendere le energie consumate forsennatamente e, dopo che lei con Martina se ne andarono, io ripresi un poco il lavoro ma poi cedetti al profumo che veniva dalla cucina e gustai un arrosto con patate al forno terminamdo con un dolce che Gianna aveva preparato per lei e suo marito, lasciandomene metà. Dopo il caffè mi accesi il sigaro ed andai a fumarlo alla finestra da dove potevo osservare Emilia in casa sua...la bionda ma di certo era stanca ed aveva già spento la luce in camera. Finita la mia fumata, decisi di fare due passi e quando uscii dal portone, m'incontrai con la Emilia, che ancora non avevo ufficialmente conosciuto, portava a passeggiare il suo cane e lì devo dire che sembra veramente che i cani sanno distinguere bene gli umani che amano o odiano loro, infatti il suo barboncino al vedermi iniziò a scodinzolare e tirava il guinzaglio per avvicinarmi ma la sua padrona forse non voleva che lui mi disturbasse ed allora le dissi chiaramente che amavo i cani, quindi mi fece un sorrisone e lasciò che il suo Amleto venisse a darmi la zampa ed io lo accarezai e dopo iniziammo a parlare naturalmente dei cani e, dato che io mesi prima ero rimasto senza il mio Pluto causa un brutto male, al sentirmi coccolato da un altro cane, ringraziai Amleto per avermi mostrato il suo affetto. Poi strinsi la mano alla bionda e mi congedai da lei dandole la buonanotte. Al mattino dopo Gianna mi telefonò chiedendomi se volevo provare come scopava bene Emilia la bionda ma la fermai raccontandole dell'incontro in serata con lei ed il suo cane, così volevo tenere Emilia fuori dal raporto sessuale perchè doveva rimanere per me solo la padrona di Amleto e basta, così invece le proposi di portarmi le sue colleghe per giocare insieme in tre senza problemi e lei mi promise di farmi contento. Infatti fu di parola due ore dopo che stava lavorando da Emilia e mi avvisò che stava arrivando con una formosona molto attraente. Dopo pochi minuti erno a casa mia e potevo constatare che la rossa ricciuta era veramente una gran figa ed il suo fisico era da atleta: alta, formosa, con seni da sballo, cosce lunghe e muscolose, culo che suggeriva di acciuffarlo e palparlo fino a consumarlo per intero ed il viso con una bocca particolarmente adatta ai bocchini da sogno. La rossa si chiamava Melania e, senza esitare si spogliò subito e mi disse che ero tra la specie di uomini che la attraevano particolarmente e poi ci si era messa anche Gianna che le avea riferito delle mie dimensioni penili e la rossa era impaziente di provare a prendersi il mio batacchione così mi cominciò a slacciarmi i pantaloni sfilandomeli di dosso poi sfilò la maglia lasciandomi in mutande ma subito provvide a scoprirmi il cazzo che era aumentato di volume facendola eccitare maledettamente. Melania mi prese il cazzo tra le labbra e se lo ciucciò a lungo fino a sentirmi vibrare come una corda di chitarra e lì sborrai magnificamente. Poi, sentendomi subito in erezione la penetrai in figa scopandola fino a sentirmi il cazzo letteralmente inzuppato dai suoi umori ed infine le schizzai tutto dentro e lei ansimava pazzamente, chiedendomi di scoparla ancora fino alla fine delle mie risorse e così feci senza minimamente stancarmi e conclusi la mia esibizione penetrandola anche nel culo che era veramente celestiale, affascinante...stretto maledettamente da morire ma non sò come ma riuscii a penetrarla facendola gridare non poco ma ero così al massimo del mio godimento! Passai poi a scoparmi Gianna che fu felice nel constatare che dopo cavalcato la rossa avevo colpi da sparare anche a lei. Feci il culetto anche a Gianna ma dopo dovetti dichiararmi fuori gioco e le chiesi in merito di prepararmi un pranzo da rimettermi in forze e quel giorno potei gustare la migliore carbonara della mia vita. Non mi fece un secondo piatto ma preparò un dolce che doveva essere fatto con ingredienti afrodisiaci che mi rimisero in condizioni di rimettermi in forma interamente. Dopo il gustosissimo pranzo mi misi a fumare il solito sigaro in finestra e potei vedere Emilia a passeggio col suo cane. Il vedere quel simpatico cucciolotto mi scosse intimamente e, dopo che vidi l'orologio segnare le quattro, ora in cui riaprono un pò tutti i negozi, mi vestii per uscire e, presa l'auto andai dritto al paradiso degli animali. Lì, consigliato da una graziosissima commessa, altrettanto gentilissima e professionale alla quale manifestai il mio desiderio di rimpiazzare il cane venuto a mancarmi, mi consigliò di scegliere femmina e non maschio perchè la femmina non marca con pipì continue gli angoli della casa ma il maschio sì, così mi propose una cucciola di volpino ma non ne ero convinto anche perchè ero attratto da tutt'altro: un pappagallo parlante e poi pensai che potevo avere pappagallo e cane ma più saggiamente ed economicamente, infatti dopo mezz'ora uscii dal negozio col pappagallo di razza Arara di origine brasiliana e, quando lo piazzai a casa sul suo trespolo, decisi di dargli un nome e consultai così il calendario dove trovai il Santo del giorno: S.Ignazio. Una volta sistemato Ignazio con ciotoline per mangiare semi di girasole ed altra con acqua, riuscii di casa ed andai al rifugio per cani abbandonati e poco dopo ero di nuovo in casa con un bastardino che mi attirò col suo sguardo dolce e la sua vivacità che senza dubbio mi avrebbe impegnato assai ma almeno mi faceva compagnia. Ignazio quando lo vide iniziò a fischiare a lungo e Poldo, così lo avevano chiamato al canile, gli rispose scodinzolando. Ora la mia vita sarebbe stata più vivacizzata!
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