Conobbi mia nipote dopo anni. 2.
di
Batacchione.
genere
etero
Il mattino dopo mia cognata era al suo lavoro in ufficio e Marino invece si prese una mattinata tutta per lui e la sua passione: la pesca. Io ritenevo la pesca una noia, così rimasi a casa con la nipotina che si alzò alle dieci e, dopo la colazione venne dritta in camera mia sdraiandosi sul mio letto reclamando la iniezione da subire. Fui io a sollevarle la camicia da notte ed abbassandole poi gli slippini e, preparata la siringa le massaggiai molto a lungo solo per godermi il suo bel culetto e dopo averle ghiacciato la natica con il ghiaccio spry, le infilai l'ago velocemente e con molta delicatezza, così non sentii lamentarsi di nulla e lei, toltole l'ago dal sederino, si voltò abbracciandomi e baciandomi sulla bocca. Le chiesi se aveva impegni o potevamo continuare con le mie lezioni sul sesso ed allora disse subito che voleva impararne il più possibile di cose da fare in due. Così io la presi in braccio sedendomi sul mio letto e le carezzai le sinuose cosce infilandole poi un dito nella fighina che già iniziava a bagnarsi di umori e con il suo liquido le lubrificai l'ano per poi rigirarla a pancia sotto e mettermi sopra per infilarle il cazzone nel culetto con decisione da farla sussultare a tratti ma già con i miei movimenti si stava eccitando tutta ed allora la penetrai fino in fondo facendola godere e me ne accorsi sentendo con una mano quanto umore sgorgava dalla fighetta già un poco dilatata. La inculai senza fermarmi un secondo ele sborrai tutto dentro sentendola vibrare e gemere ma poi rimasi dentro di lei sussurrandole all'orecchio che mi piaceva moltissimo amarla, possederla, stringerla a me calorosamente. Dopo che il cazzo uscì fuori scivolando mezzo barzotto, allora la scatenata biondina se lo mise in bocca e tra le labbra lo slinguò, lo accarezzò e spompinò fino a sentirmi venire, godere, innondaandola tutta dentro. Dopo che ci facemmo una doccia, ci sdraiammo sul mio letto per iniziare io a leccarla dal collo fino alle ginocchia dandole brividi che mi diceva le piacevano moltissimo ed allora poi le leccai la fighina già grondante di umori e le presi tra due dita il clitoride che subito si drizzò come fosse un cazzettino microscopico e glielo ciucciai molto per farle dilatare la fighina. Salii poi alla bocca che le baciai e la sentii gemere di piacere e le ciucciai il lobo dell'orecchio mordicchiandoglielo poi lievemente coi denti glielo morsicai ed anche così lei si lasciò nuovamente andare e godette assai ma subito dopo, convinto che era ancora prsto per penetrarla in figa, sentii lei dirmi di mettere il batacchio tutto dentro ma con cautela e senza farle sentire dolore. A quel punto anch'io chiaramente avevo una gran voglia di possederla e, accostatole il cazzone davanti alla figa grondante di umori, glielo infilai dentro per un bel pezzo ma poi mi fermai e lei subito si raccomandò di essere delicato e non farla urlare di dolore ma anzi, solo di piacere. Chiaramente non potei evitare il dolore dello strappo della delicatissima membrana e lei urlò ma chiedendomi poi di scoparla con furore ed io le risposi subito con un deciso colpo di cazzo che la fece sussultare e pianse poi per avere perso la sua virtù ma io la strinsi forte a me e le chiesi se voleva stare un poco ferma oppure prendersi di nuovo il mio gioiellone già pronto, dritto e duro per farla questa volta solo godere senza più lacrime di dolore. Chiaro che subito si posizionò a cosce spalancate e mi disse di scoparla fin quanto potevo e lì la presi in parola e la sfinii possedendola ben altre tre volte e lei già boccheggiava alla seconda supplicandomi di smettere ma io la avevo presa in parola ed allora la scopai ancora per una terza volta e lì ero veramente sfinito pure io ma non le diedi la soddisfazione di farmi vedere cotto anzi le chiesi se ne voleva ancora un pò di cazzo e lì mi diede uno sguardo da agnellino che mi supplicava di non sgozzarlo ed io infatti non la sgozzai, non la scopai dino a quando non avevo nuovamente le energie e forze riprese! Rimanemmo abbracciati stretti a lungo e poi ci facemmo la seconda doccia per riprendere i giochi freschi e profumati di lavanda. Ci rimettemmo sul letto e passai subito a scoparla senza alcun preambolo ed il gioco si ripetè altre tre volte. Infine ci rivestimmo e fummo fortunati ad aver rimesso a posto tutto perchè subito dopo arrivò Marino, nerissimo d'umore perchè la corrente del Tevere gli aveva fatto sparire tra i flutti le meglio sue canne da pesca che poi gli costavano molto. Annalisa fu molto graziosa con lui consolandolo ma poi ci scherzò sopra dicendogli che se voleva annientare l'amarezza, allora poteva regalare a lei un motorino per girare facilmente a Roma e lui scherzando la sculacciò ma poi, dopo il gustoso pranzo preparato da Annalisa, mi chiese di uscire con lui per poco tempo ed io accettai l'invito: andammo dritti ad un concessionario Piaggio e ne uscimmo poco dopo, io, alla guida di una vespa 5o cc. e Marino mi seguiva col la sua auto andando a casa. Marino telefonò ad Annalisa chiedendole di scendere sulla via di cas ad attenderci e così fece infatti quando arrivai con la Vespa la mia nipotina andò subito ad abbracciare suo padre poi diede un bacino a me e subito saltò in sella alla sua vespa e serpeggiò in mazzo al traffico romano intensissimo di semore.
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