Dopo il Liceo lavorai anche lì. 4.
di
Batacchione.
genere
etero
Stavo seduto davanti al mio tavolo in ufficio e sentii il campanellino segnalare l'apertuta della porta d'ingresso. Era una donna abbastanza giovane ma di certo non proprio appetibile da guardare, magrissima, alta con gambe ridotte all'osso, niente seno ed il viso dall'espressione mesta. Certamente, chiunque veniva nella mia agenzia non si trovava lì per un evento da ricordare felicemente e quella donna era venuta da me per darmi da gestire il suo imminente funerale: era da mesi che soffriva di un male incurabile ed allora, essendo sola, voleva essere lei a vedere che cofano funebre sciegliere per l'ultimo suo viaggio ed anche il carro che la avrebbe condotta al traguardo finale. Niente fiori ma raccomandava che si facessero offerte per la ricerca dei mali ancora da sconfiggere. Dopo che le scrissi l'importo per il mio lavoro, lei con una esemplare freddezza, mi consegnò la somma in contanti e, strettami la mano, uscì in silenzio salutandomi con un cenno di mano. Rimasi allibito al suo comportamento così distaccato, freddo, come se non si aspettasse di sentire frasi di incoraggiamento di cordoglio. Uscì e sparì dietro l'angolo della piazza centrale. Ancora sconvolto, non feci proprio caso alla seguente suonata del campanellino e, solo dopo che alzai lo sguardo, mi trovai difronte alle due sorelle che poi seppi si trattava di sorellastre perchè la ragazza di colore era stata adottata dalla famiglia della biondona che si chiamava Paola e la morettina Malika. Entrambe scelsero la cornice per la foto della madre deceduta. Le accompagnai personalmente alla tomba della loro madre con la foto incorniciata che io stesso applicai con adesivo alla lapide. Usciti dal Cimitero le proposi di andare al bar del paese per un aperitivo ma lo trovammo chiuso ed allora proposi di andarcene a casa mia dove avevo in fresco un vino spumante e ce lo bevemmo. Notai subito che il vino aveva colorito bene le guance delle splendide giovani donne e, senza stare a specificare sui preamboli, poco dopo ci trovavamo interamente nudi sul mio lettone che già cigolava sonoramente. Leccai la figa alla morettina, Malika, e lei subito se ne venne godendo spruzzandomi in viso i suoi umori vaginali saporitissimi che subito mi stimolarono a spalancarle le cosce tornite e lunghe...era alta poco meno di due metri... a prima vista per me e, dopo che lei mi confermò di prendere la classica pillola, allora mi lasciai andare scopandola focosamente e schizzandole nella succosa figona l'intera mia sborra contenuta nei coglioni ben colmi e duri anche loro come il batacchio. Dopo che conclusi con un lungo bacio a Malika, mi spostai all'altro lato del lettone e diedi tutta la mia attenzione alla biondona che subito spalancò le cosce per farsi leccare la gnoccolona che già straboccava umori ma meno gustosi come la moretta, però mi piacquero ugualmente e subito dopo le dissi che ero tremendamente eccitato ad osservare il suo culetto, tondo, sodo e muscoloso, sul magro ma appetitosissimo per me e quindi non attesi neanche il suo consenso ma le infilai l'Indice già unto di gel e subito dopo le forzai l'ano col batacchio che non certo le passò scorrevolmente nonostante il lubrificante e lei si dibattè a lungo, con la speranza che riuscisse a sdivincolarsi facendomi uscire il cazzone dal martoriato culetto ma io sapevo come gestire culetti selvaggi e la penetrai fino a sborrarle dentro. Quando uscii dal culo la feci rigirare a pancia sopra e le chiesi se aveva veramente sofferto molto oppure voleva rendere la cosa più sfiancante per me ma anche più eccitante e mi rispose che il dolore lo aveva provato tanto ma in quel momento lo avrebbe ripreso in culo con piacere. Stavo quindi accingendomi a spalmare nuovo gel al buchino ma Malika mi prese per i fianchi, costringendomi a sdraiarmi accanto a lei e mi disse volutamente che voleva essere inculata anche lei e quindi si metteva alla pecorina per farsi ungere il forellino. La lubrificai moltissimo ed altrettanto feci cobatacchio che già s'innalzava trionfante per possedere il culetto trepidante e così feci avvicinando il batacchio all'ano, spingendolo dentro lentissimamente ed alla mia prima pressione malika si lamentò e disse del gran dolore che stava provando con me ma certamente non riuscì a dissuadermi ed io infatti la possedetti con vigore facendola addirittura gridare e, come prevedevo, la cosa mi eccitò a tal punto che proseguii a penetrarla con maggiore intensità...lei urlava di dolore ed io pure ma di gioia, di piacere! Però, come è la vita! Dopo una settimana circa, vedo entrare la bruttina che già mi aveva pagato il servizio con la certezza che la malattia la avesse resa mia cliente imminente e, silenziosamente senza salutarmi, si sedette difronte a me, mi guardò con espressione distesa e contenta, proprio perchè stava per dirmi che all'Ospedale c'era stato uno scambio di cartelle con le analisi che la dichiaravano erroneamente sofferente ed inguaribile ed eccetera, perciò voleva cancellare il servizio chiestomi ed io lo feci subito e chiaramente anche restituendole l'importo per il costo del mio servizio ora decisamente vano, inutile. Fui veramente felice nel vedere che la vita quella volta vinceva sulla morte ed invitai la donna ora serena e gioiosa, a venire a pranzo con me ed accettò, così, all'ora di pranzo rivenne al mio ufficio dove ne usacimmo subito diretti al ristorante ma lei mi prese sottobraccio, dicendomi che sarei stao suo ospite ma a casa sua dove aveva già preparato un pranzo sontuoso che mi fece gustare magnificamente, così, certamente, potrete immaginare come andò il dopo pranzo: sul suo lettone e due piazze e devo dire che fu una scopata da manuale da parte sua ed io ci misi la mia prestazione non trascurabile!!
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