Andai a vivere a Rio De Janeiro.
di
Batacchione.
genere
etero
Dal giorno che ritirai dalla scuola il mio diploma di ragioniere, entrai in una grande industria produttrice di Trattori agricoli e, dopo vent'anni, proprio quando commentavo col collega vicino di scrivania all'Amministrazione e stavo per ricordare il mio "ventennio", mi fu consegnata dal fattorino una busta per la quale firmai per ricevuta. Quando la aprii non riuscivo minimamente a capacitarmi del contenuto: ero licenziato per il motivo che il personale era in sovrannumero, perciò mi davano il ben servito, invitandomi a presentarmi all'ufficio che gestiva il personale per ricevere la mia liquidazione. Rimasi chiaramente sconvolto come se un fulmine si fosse abbattuto su di me! Andai subito a chiedere spiegazioni al responsabile ufficio personale e non trovai la sua segretaria ma vidi la porta solo accostata del suo ufficio, così andai ad origliare per sola curiosità e lo sentii parlare al telefono, con un suo amico, della sua nipote che anche lui era al corrente che se la spupazzava scopandosela proprio come fosse un oggetto di suo piacere! Non sò spiegarmi come e perchè ma in un lampo architettai un piano per alleggerirlo il più possibile di danaro. Quando il Cavaliere del lavoro, mio ex "principale" lasciò il suo ufficio, io ci entrai e subito dall'agenda che lasciava sempre sul suo tavolo, presi il numero della nipote. Fregandomi dell'uscire prima della fine del mio turno, andai alla mia auto e chiamai subito Elisabetta, la nipote dell'ex capo, proprio perchè avevo sentito anche la telefonata di lui a lei per invitarla a cena da lui, villa sontuosissima con una squadra di servitù tra camerieri, autista, cuoco e giardiniere. Mi presentai come Carlo l'autista dello zio che aveva avuto il compito di venirla a prendere subito a casa sua per portarla dallo zio in anticipo di un'ora. Lei accettò il cambio di proggramma ed io, strategicamente, le feci presente che mi trovavo molto raffreddato, eravamo in Inverno percui mi avrebbe trovato ben coperto con sciarpa e cappello. Avevo già procurato del cloroformio che misi pronto all'uso in una boccetta, poi, prelevata la ragazza, la avrei stordita col cloroformio e condotta in una mia casetta vicino al fiume Tevere, che avevo per la mia passione alla pesca. Arrivai quindi a casa sua e suonai come acccordato al portone e poco dopo lei arrivò salendo in auto salutandomi con un "ciao Carlo!". Proprio alla sosta per il semaforo rosso, subito inzuppai di cloroformio il fazzoletto e lo feci comprimere sul suo naso e, dopo pochi minuti lei già era addormentata. Volai alla mia casetta e, dopo averla incatenata ad una brandina ad una caviglia, le diedi un secchio per i suoi bisogni ed una bottiglia d'acqua, poi uscii dalla stanza che chiusi la porta a chiave, certo che i suoi eventuali urli nessuno poteva sentirli. MI fiondai ad una cabina telefonica da dove chiamai Il mio "padrone", dicendogli che Elisabetta era con me al sicuro e se lui voleva rivederla, doveva farmi trovare una borsa con un milione di euro nel posto che poi stabilirò. Gli diedi due giorni per trovare il milione e dopo lo avrei chiamato per lo scambio di persona e soldi. In quei due giorni tenei la ragazza libera girando in casa sotto il mio controllo ed io celatomi il viso col passamontagna, la feci spogliare e subito la scopai più volte per poi incularla facendola gridare a squarciagola, vedendola sanguinare copiosamente. La misi poi sotto la doccia e la feci lavare bene, poi le diedi la cena ma in seguito mi feci leccare il culo fino a provarci piacere...mai fatto quel gioco... poi lascopai ancora più volte e lei, era chiarissimo, tentò di togliermi il passamontagna chiedendomi di rimanere con lei per sempre, raccontandomi poi che suo zio la aveva violentata da ragazzina ed ogni giorno, prima di scoparla, la schiaffeggiava e poi sculacciava godendoci lui pazzamente, sadico di natura. Il suo racconto non mi convinse infatti lei non disse più altro e solo dopo i giorni di attesa per lo scambio, andai alla sua stanzetta e le legai le mani con funi. Uscimmo di casa e, dopo che avevo la certezza che lui mi avrebbe consegnato la borsa incontrandoci al posto stabilito prima, la lasciai con gli occhi bendati in una baracca in un bosco facile da raggiungere poi arrivai al luogo dincontro a pochi metri dalla baracca e, solo dopo visto le banconote in borsa, sopratutto originali e non false, gl'indicai col dito il sentiero per raggiungere sua nipote. Lui si precipitò da lei ed io , dopo aver commissionato ad un sarto pagandolo profumatamente un abito con doppia fodera ed un giaccone invernale ugualmente imbottibile all'interno, mi preparai una valigia ed imbotti gli abiti di banconote. Andai all'aeroporto e volai subito per Rio De Janeiro, dove ne arrivai dopo un bel pò di ore A Rio un'agenzia mi fece acquistare una casa con piscina, sauna ed altri ammennicoli e, dopo una dormita, andai ad una banca dove cambiai gli euro con Cruseiro (moneta brasiliana) e dollari che investii magnificamente. Festeggiai il mio arrivo in Brasile con cinque ragazze strafichissime e dopo la gustosa ma anche massacrante scopata, rimasi in casa sdraiato sul lettone e le cinque sventolone si prodigavano ad imboccarmi con dolci di frutta e coccolandomi in ogni meraviglioso modo!
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Dopo il Liceo lavorai anche lì. 4.
Commenti dei lettori al racconto erotico