In vendita (seconda parte)

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prime esperienze

Ore difficili per Marco, il resto della giornata trascorso a trascinarsi come un automa, passando dalla playstation alla TV e poi ancora alla play senza riuscire a farsi piacere nulla di quel che faceva.
Come un condannato a morte che aspetta rassegnato che il tempo trascorra, in attesa del momento in cui la sua vita finirà, nella vana speranza di una improbabile grazia.
Di una telefonata che gli riveli come si sia trattato solo di uno scherzo, “Ma davvero ci avevi creduto, scemo che sei? Ma come hai potuto pensare che potessi chiederti una cosa simile? a te che sei il mio amore, la persona cui tengo di più…”
Ed allora lui sarebbe risorto a nuova vita, tutto gli sarebbe apparso sotto una nuova luce, il mondo gli avrebbe sorriso di nuovo.
Sara, amore mio, perché non chiami, perché non mi salvi?
Ed invece il telefono resta muto, sordo alle sue invocazioni.
Quante volte ha controllato che fosse carico, che per un beffardo scherzo del destino non si fosse improvvisamente spento proprio mentre Sara stava chiamando.
Le ore passano inesorabili, Marco è disteso sul letto, guarda il soffitto cercando di scacciare le immagini che gli attraversano la mente, il pensiero di ciò che accadrà tra neanche ventiquattr’ore.
Arriva l’ora di cena, automaticamente cerca di buttar giù un boccone ma gli si ferma in gola, non riesce a deglutire.
Si alza da tavola sotto lo sguardo stupito dei suoi genitori, va a chiudersi in camera, sente avvicinarsi i passi di sua madre che bussa discretamente alla porta
- Marco stai bene?
- Si mamma, tutto bene, non preoccuparti.
- Problemi con Sara?
- No mamma ti assicuro, tutto bene, solo non ho fame.
Un attimo di silenzio, poi i passi di sua madre che si allontanano e lui resta solo con i suoi fantasmi.
Non riesce ad addormentarsi, si gira e rigira nel letto, poi, senza rendersene conto sprofonda in un sonno agitato, pieno di incubi popolati da vecchi satiri che lo aspettano fuori dalla porta di casa.
Si sveglia di soprassalto nel cuore della notte, in un bagno di sudore, per fortuna era solo un sogno, brutto, ma solo un sogno.
Poi esce dal torpore e realizza che una realtà ancora peggiore lo attende di lì a poche ore, che i suoi incubi si materializzeranno.
Decide che deve riparlare con Sara, non può finire così.
- Sì le parlerò, riuscirò a convincerla, tra poche ore ci vedremo a scuola e le parlerò.
Rincuorato si riaddormenta.
Viene svegliato dal trillo della sveglia.
Si alza di botto, si lava, si veste in tutta fretta
La mamma gli ha preparato la colazione, la divora in un battibaleno e via, di corsa, non vede l’ora di arrivare a scuola, di vedere Sara, di abbracciarla, baciarla.
E’ sicuro di riuscire a convincerla, non può non convincerla.
Quando arriva davanti alla scuola manca ancora mezz’ora alla campanella d’inizio delle lezioni.
E’ praticamente solo, dopo qualche minuto arriva il suo amico Giorgio che gli si avvicina, ma lui fa finta di non vederlo e si allontana di alcuni metri. Giorgio si ferma a guardarlo stranito.
Marco scruta la strada, spera di veder spuntare Sara da ogni angolo, da ogni auto che si ferma, l’ansia lo sta divorando.
Ma Sara non si vede.
E’ giunto il momento di entrare, lui indugia ancora guardandosi intorno, poi finalmente si decide ed entra.
In classe, con lo sguardo cerca freneticamente tra i banchi ma vede solo un mare di facce anonime, Sara non è venuta. Tutti i castelli in aria che si era costruito per sfuggire la realtà crollano miseramente.
Le cinque ore di lezione trascorrono lente ma, al tempo stesso, troppo veloci. Ogni professore che si avvicenda sulla cattedra segna un avvicinamento all’ora del non ritorno.
Durante la ricreazione i suoi amici si avvicinano, ma lui li evita, si isola, non vuol parlare con nessuno.
Prova a chiamare Sara, ma il suo telefono è spento.
Finalmente o, per meglio dire, purtroppo, la mattinata finisce.
Torna a casa a capo chino, ripercorre lentamente in senso inverso quelle strade che solo poche ore prima aveva divorato pieno di speranza.
A casa mangia svogliatamente e si butta sul letto, restando in attesa degli eventi.
Eventi che si concretizzano intorno alle diciotto.
Squilla il telefono. E’ Sara.
- Pronto, Sara… amore…
- Allora cosa hai deciso?
- Ti prego Sara, non posso farlo…
- Sì o no?
- Amore, sto male…
- SI’ o No? Pensaci bene, pensa alle conseguenze!
Segue un lungo silenzio, poi ode una voce, non può credere che sia la sua, che lo stia dicendo per davvero
- Va bene Sara, faremo come vuoi tu.
- Bene, preparati, tra poco passo a prenderti col motorino, è ancora presto ma non voglio correre il rischio di arrivare in ritardo.

Continua…
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scritto il
2021-10-26
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